Viabilità nel Reggino, Anastasi (IriC) presenta una mozione

“Lo stato di insicurezza infrastrutturale e la scarsa manutenzione di gran parte delle strade con ripercussioni sulle condizioni della viabilità nell’area della Città Metropolitana, in particolar modo nella Piana di Gioia Tauro, impongono un ripensamento sull’attribuzione della gestione, anche alla luce delle reiterate e pressanti interpellanze agli uffici di competenza da parte dei Sindaci di molti Comuni, di altre figure istituzionali del territorio, nonché di Associazioni varie o semplici cittadini che hanno denunciato un notevole disagio, ormai divenuto insostenibile, da parte delle popolazioni dei vari territori”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale Marcello Anastasi, capogruppo di ‘Io resto in Calabria’ a Palazzo Campanella che, “alla luce delle ragioni sopra enunciate”, ha presentato una mozione perché “il Consiglio regionale impegni la Giunta a porre in essere un confronto con gli organi competenti della Città Metropolitana di Reggio Calabria al fine di discutere delle difficoltà che i cittadini ed il territorio stanno affrontando vista la situazione emergenziale che ha conseguenzialmente leso il diritto di poter usufruire anche degli altri interconnessi indispensabili servizi pubblici (Sanità, Istruzione, Assistenza sociale, Lavoro, ecc.)”.

“Nello specifico - prosegue - si chiede di verificare la fattibilità di affidare la cessione all’Ente ANAS, al solo fine di assicurare e migliorare gli interventi di viabilità di tratti stradali, attualmente di competenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Le strade ANAS, infatti, presentano una condizione ottimale di percorribilità e anche per quel che riguarda la segnaletica, garantendo un grado decisamente più elevato di sicurezza”.

Ancora Anastasi precisa: “Se le condizioni delle vie di comunicazione, in generale, non presentano standard di viabilità elevati, in modo particolare, si rileva come molte delle strade gestite dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, versano attualmente in una condizione di grave insicurezza e impercorribilità per mancanza di asfalto, presenza di buche, rami di alberi e/o accumuli di terreno, pietre e massi dovuti a frane causate da un diffuso dissesto idrogeologico del territorio. A tutto questo si aggiunge: la carenza di segnaletica stradale, in alcuni casi completamente mancante e/o in altri da rinnovare completamente, senza dimenticare che molti tratti stradali risultano dichiarati ufficialmente chiusi al traffico ormai da anni: fra i vari, anche il tratto provinciale Melicucco-Gioia Tauro che costeggia il fiume Budello, arteria di notevole importanza per il collegamento diretto dei Comuni dell’area interna della Piana di Gioia Tauro con l’Area portuale. Peraltro, tanto in passato quanto nel presente, molti, troppi progetti finalizzati alla semplice manutenzione, al ripristino e/o all’ampliamento delle infrastrutture stradali, sono stati rallentati o addirittura bloccati da lungaggini burocratiche o dalla mancanza di fondi adeguati. Con il risultato che è stata pesantemente penalizzata la viabilità provinciale e con ricadute negative per lo sviluppo socio-culturale, economico e produttivo per gran parte degli imprenditori e delle loro aziende”. 

“Nella stessa mozione si chiede, inoltre, di intervenire per il completamento della Pedemontana, necessario per il collegamento veloce dei Comuni delle pre-Serre (Candidoni, San Pietro di Caridà, Laureana di Borrello e Galatro-Giffone) al Comune di Delianuova (attualmente isolato per la mancata realizzazione dell’ultimo tratto Lubrichi-Delianuova), nonché assicurare il collegamento dei Comuni delle pre-Serre con l’autostrada del Mediterraneo. Infine, mediante le risorse del Recovery Fund - conclude il consigliere Marcello Anastasi - si chiede di voler impegnare somme utili per la riapertura integrale delle linee Taurensi Gioia Tauro-Sinopoli e Gioia Tauro-Cinquefrondi, prevedendo l’ulteriore collegamento dei Comuni di Anoia, Maropati, Giffone, Galatro, Laureana di Borrello, Rosarno con l’Area portuale di Gioia Tauro”.

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Strutture socio-assistenziali in difficoltà, Anastasi: «Nel Reggino mancano all’appello 4 milioni di euro»

«Durante l’emergenza Covid le strutture socio-sanitarie hanno dovuto investire importanti risorse per elevare i livelli di sicurezza a tutela dei loro assistiti, ma le Aziende sanitarie non hanno ancora pagato la quota sociale per il saldo del 2019 e per l’anno in corso e ciò sta avendo ripercussioni fortemente negative per gli operatori privati accreditati che, intanto, devono corrispondere gli stipendi ai lavoratori oltre che pagare i contributi, le imposte e i fornitori. Una situazione di grave difficoltà che nasce dal mancato trasferimento dei fondi alle Asp da parte della Regione».
 
È quanto dichiara il capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale Marcello Anastasi, che fa sapere di aver sollecitato per iscritto la presidente della Giunta regionale Jole Santelli e il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute Francesco Bevere «chiedendo loro di farsi carico del problema che riguarda le Rsa medicalizzate, le Rsa per anziani, le Rsa per disabili, le Case protette per anziani e le Case protette per disabili».
 
«Le risorse destinate a queste strutture accreditate – prosegue il capogruppo di IRIC – sono stanziate sul “Fondo regionale per le prestazioni socio-sanitarie” di cui all’articolo 49 della L.R. n. 47/2011 senza oneri a carico del servizio sanitario regionale, ma una considerevole quota di finanziamenti non è stata ancora erogata. In particolare, per l’Asp di Reggio Calabria mancherebbero all’appello circa 356mila euro per saldare il 2019 e circa 3,8 milioni di euro per l’anno 2020. Alla luce degli sforzi sostenuti per salvaguardare i loro assistiti durante la pandemia, riconoscere queste risorse, dopo le opportune verifiche in merito alle rendicontazioni trasmesse dalle Asp, diventa ancora più importante – conclude Anastasi – ai fini delle erogazioni delle prestazioni assistenziali che queste strutture assicurano a tantissime persone».

 

Marcello Anastasi è il nuovo capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale

Marcello Anastasi è il nuovo capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale.

Anastasi, che è anche vicepresidente delle Commissioni “Ambiente” e “Riforme”, succede nell’incarico a Pippo Callipo, delle cui dimissioni l’Aula di Palazzo Campanella ha preso atto nella seduta dello scorso 15 settembre.

«Ringrazio sentitamente il Consiglio regionale – afferma Anastasi – per aver dato la possibilità a Callipo di ripensarci. So bene che tutti i colleghi consiglieri hanno avvertito la serietà delle questioni sollevate da un uomo verso cui provo sincero affetto e a cui continuo a manifestare grande stima, perché ha tentato di aprire un nuovo percorso politico nella nostra regione. A noi di “Io resto in Calabria” – ha aggiunto – spetta ora il compito di portare avanti l’impegno di rappresentare degnamente i calabresi e di soddisfare le loro sacrosante aspettative. Ringrazio il collega Graziano Di Natale, segretario questore del Consiglio regionale e vicepresidente della Commissione Antindrangheta, per la fiducia (assolutamente reciproca) dimostrata nei miei confronti. Cercherò di rappresentare al meglio – conclude il neo presidente del gruppo consiliare di IRIC – i valori fondanti del nostro movimento e di svolgere il ruolo di cui sono stato investito nella massima correttezza istituzionale, lavorando quotidianamente per costruire, attraverso il dialogo e la trasparenza, un futuro diverso per i calabresi»

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Coronavirus, Callipo-Di Natale-Anastasi: "Dalla Regione nessuna strategia, si naviga a vista"

«Ringraziamo la presidente della Regione Jole Santelli per la risposta all’interrogazione presentata lo scorso 23 marzo dal gruppo consiliare “Io resto in Calabria”, ma non possiamo non rilevare come la stessa sia nel complesso non soddisfacente, imprecisa e poco coerente».

È quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali di “Io resto in Calabria” Pippo Callipo, Graziano Di Natale, e Marcello Anastasi. «Nello stesso documento – proseguono – si specifica infatti come in una prima fase siano state “individuate le strutture ospedaliere, articolate per area (Nord, Centro e Sud) da destinare a Covid 19”, mentre in una seconda fase la gestione dell’emergenza sia stata invece concentrata sugli “ospedali Hub delle tre aree” dotati di reparti di Malattie infettive e Terapia intensiva. Nella risposta della presidente della Regione, insomma, si ammette come le strutture sanitarie che si occupano del Coronavirus in Calabria non siano intervenute “secondo uno schema cristallizzato, ma secondo una logica adattiva, che si adegua alla rapida e mutevole epidemiologia, ed al mutamento degli scenari sia nazionali che regionali”».

Secondo Callipo, Di Natale e Anastasi «si tratta, di fatto, della conferma che non sia stata seguita finora una strategia precisa e programmata e che la Regione abbia fin qui navigato a vista cambiando più volte impostazione nel fronteggiare l’emergenza. Tale situazione – rilevano i componenti del gruppo consiliare di Iric – ha prodotto ordinanze che, come quella recente sulle mascherine, impongono obblighi ma non forniscono ai calabresi gli strumenti per osservarli, oltre a generare anche contrasti istituzionali con le singole Asp che in alcuni casi si sono determinate in maniera diversa rispetto alle direttive della Regione. Senza dimenticare il gravissimo caso verificatosi in una Rsa di Chiaravalle e quello, incredibilmente ancora tutto da chiarire, di un’altra struttura a Torano Castello».

«Al fine di rendere maggiormente trasparente l’azione della Regione rispetto all’emergenza Covid-19 – è la posizione dei tre consiglieri regionali – si ribadisce dunque l’importanza di sapere, innanzitutto, come mai negli ultimi giorni si sia verificato un brusco calo dei tamponi effettuati (nei bollettini di lunedì 13 e martedì 14 aprile se ne riportano circa la metà di quelli effettuati nei giorni precedenti). Inoltre sarebbe utile avere un prospetto che complessivamente riporti tutti i dati aggiornati dell’emergenza (con il numero di casi positivi riscontrati in ogni Comune e con il numero di tamponi effettuati giornalmente per provincia), tutte le strutture dedicate, nonché tutte le azioni messe in atto per l’assunzione del personale e per l’approvvigionamento del materiale necessario alle strutture sanitarie».

«Essendo auspicabile che a breve si apra la “fase 2”, inoltre, è opportuno che la Regione – aggiungono Callipo, Di Natale e Anastasi – renda noto quali azioni e quale strategia sia stata pianificata per far fronte alla necessaria, benché graduale, ripartenza delle attività economiche e come intenderà far fronte alla richiesta dei dispositivi di protezione individuale necessari affinché tutto avvenga nella massima sicurezza possibile. È inoltre utile conoscere i programmi, le attività e i risultati dell’Unità di Crisi regionale per l’emergenza Covid-19 e della Task force istituita a suo supporto. Riteniamo doveroso – concludono i consiglieri di IRIC – che di tali importanti questioni inerenti ad ogni aspetto della gestione dell’emergenza Coronavirus si discuta in un apposito dibattito da tenersi al più presto in Consiglio regionale». 

L'Asp di Vibo darà ai Comuni i nomi dei calabresi rientrati dal Nord Italia

“Fra oggi e domani l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia provvederà a comunicare ai Comuni dei territorio i nomi dei soggetti rientrati in Calabria dalle Regioni del Nord che andranno posti in quarantena. E’ quanto mi è stato riferito dal Dipartimento Prevenzione della stessa Asp, che ringrazio per l’importante impegno che stanno dispiegando in questa momento difficile”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale di ‘Io Resto in Calabria’ Francesco Pitaro, secondo cui “Il provvedimento dell’Asp, come molto opportunamente sollecitato ieri l’altro dal sindaco di Arena Antonio Schinella, è la condizione indispensabile per dare attuazione alla relativa ordinanza regionale e mettere in atto una  misura di straordinaria importanza per evitare, qualora i soggetti potenzialmente infettati non si adeguassero alle prescritte precauzioni, il diffondersi del virus”.

Aggiunge Pitaro: “Molte cose non funzionano, avendo la Calabria subito un disastroso decennio di commissariamento della sanità e un delittuoso  smantellamento della rete ospedaliera, tuttavia va dato atto che il personale sanitario ed amministrativo, pur operando in condizioni di grave precarietà, si sta  prodigando efficacemente anche a costo di molti rischi e sacrifici”.

Coronavirus, Pitaro (Io resto in Calabria) chiede la chiusura degli esercizi commerciali

“Al punto in cui siamo, per contrastare l’espansione del coronavirus, servono maggiore responsabilità dei cittadini nel rispetto delle prescritte  precauzioni e misure più energiche, perché la sanità calabrese non reggerebbe l’urto, qualora la situazione sfuggisse di mano. In tal senso - afferma il consigliere regionale di ‘Io Resto in Calabria’ Francesco Pitaro -oltre a decisioni più rigide, sarebbe opportuno che la Presidente della Regione chiedesse al Governo la chiusura su tutto il territorio nazionale, per il tempo strettamente necessario, degli esercizi commerciali, esclusi quelli sanitari e alimentari. Fondamentale,va da sé, è  la contestuale previsione di uno specifico  accantonamento di fondi diretto a tutelare i titolari ed i dipendenti degli esercizi commerciali. Comprendo - conclude Pitaro - che si stanno restringendo molti spazi della quotidianità collettiva, ma stringendo i denti per un paio di settimane sono sicuro che usciremo da questo incubo”.

 

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