Lsu/Lpu, Oliverio: "Rimuovere ostacoli all'utilizzazione delle risorse"

Il presidente della Regione Mario Oliverio, in viaggio per Catanzaro per la prevista riunione di Giunta, si è fermato allo svincolo autostradale di Cosenza sud, dove stavano manifestando i lavoratori Lsu e Lpu. A tal proposito, il presidente Oliverio ha affermato: "Il nostro impegno, a garanzia del lavoro dei 5mila Lsu e Lpu della Calabria, è convinto e concreto. Sin dall'inizio della nostra esperienza di governo, abbiamo scelto la strada della contrattualizzazione del rapporto di lavoro. Come Regione – ha aggiunto -  abbiamo destinato circa 39 milioni di euro, aggiuntivi ai 50 milioni destinati dalla Legge di stabilità per avviare una fuoriuscita dalla precarietà dei 5000 lsu-lpu. Con l'emendamento presentato al Senato, si rimuovono i vincoli ostativi all'utilizzazione delle dette risorse in questa direzione. Non un solo euro di aggiuntività per il bilancio dello Stato. Per questo – ha puntualizzato Oliverio - auspico che nel maxiemendamento che il Governo presenterà al Senato siano assunti i contenuti della proposta emandativa non approvata in Commissione per un fatto meramente formale e procedurale. Siamo fortemente impegnati – ha concluso il governatore - a tutela del lavoro dei 5000 lavoratori e dei servizi che i Comuni calabresi garantiscono attraverso questi lavoratori". 

Oliverio: “I nostri Lsu non sono parassiti”

"Spero sia dovuta solo ad un incidente procedurale nello svolgimento dei lavori della Commissione Bilancio al Senato la mancata approvazione della norma autorizzativa per la contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili calabresi". Lo afferma il presidente della giunta regionale Mario Oliverio che aggiunge: “mi auguro non sia una scelta politica espressione di un pregiudizio contro il profilo di questi lavoratori. I nostri Lsu non sono né assistiti né parassiti: sono 5.000 lavoratori ormai indispensabili al funzionamento della pubblica amministrazione locale. È anche grazie a loro – sostiene il governatore - che i comuni riescono ad erogare servizi primari. Sono lavoratori a tutti gli effetti tenuti però dallo Stato in una condizione di sommerso, a questi lavoratori bisogna riconoscere i loro sacrosanti diritti. Non chiediamo elemosine ma chiediamo solo l'autorizzazione legislativa per finanziare con risorse autonome regionali i contratti della durata di un anno. Lo Stato autorizza senza oneri finanziari e la Regione impiega ben 38 milioni di euro. Non vi è nessuna ragione ostativa, dunque, affinché il provvedimento possa essere approvato nelle prossime ore in aula al Senato e – conclude Oliverio - mi auguro che ciò avvenga con il consenso di tutti gruppi parlamentari della maggioranza di governo ma anche delle opposizioni". 

 

Caso Lsu-Lpu: l'Usb chiama i lavoratori calabresi alla rivolta

La Federazione calabrese dell'Unione Sindacale di Base chiama a raccolta i lavoratori LSU-LPU e, dal tono del comunicato appena diffuso, è facilmente intuibile che le novità in arrivo da Roma determineranno una mobilitazione intransigente. "Lavoratori LSU/LPU - si legge nella nota -  come sapete, l’emendamento è stato bocciato e, da fonti parlamentari, siamo stati informati che lunedì nel maxiemendamento verrà riproposto e discusso il finanziamento per la nostra categoria!  Non è affatto detto che sarà approvato se non facciamo pressioni in tutto il territorio.  La USB, lo ha detto e ridetto; se il Governo avesse avuto la volontà politica di approvare l’emendamento, lo avrebbe fatto senza mezzi termini, considerato che questa politica, in termini di occupazione e stabilizzazione, non ha proprio nessuna volontà, prepariamo alla ribellione. La speranza del Governo è quella di pensare che  in questo periodo i lavoratori possano abbassare la guardia e quindi rimandare il finanziamento ai lavoratori LSU/LPU, ma non è tempo né di vacanze né di ferie e noi saremo in piazza già a partire da lunedì". "Non dobbiamo permettere a nessuno - è l'invito perentorio dell'USB - di farci escludere dal mondo del lavoro,  NON dobbiamo farci rovinare il  nostro futuro, non dobbiamo permettere che siano i 5000 lavoratori dei comuni calabresi a pagare la “loro” crisi. Ribelliamoci da subito affinché lo Stato faccia qualcosa di veramente concreto..!!!  Questa politica cerchiobottista, sia locale che nazionale, deve vergognarsi per l’incapacità  dimostrata nel fornire servizi ai cittadini attraverso gli enti locali.  Quindi tutti i lavoratori sono inviatati lunedì alle iniziative, a partire da presidi a - Cosenza autostrada  e Reggio Calabria, porto di Villa San Giovanni - per essere pronti, in caso di una nuova bocciatura dell’emendamento, a passare ad azioni di protesta più incisive, che verranno comunicate nella giornata di lunedì mattina, secondo l’esito dei lavori parlamentari. La USB c’è ed è arrivato il momento che ci siano tutti i lavoratori LSU/LPU, nessuno escluso. "Chi non protesta adesso si potrebbe trovare un bel palo di ombrellone, ma … - è la sarcastica conclusione dell'organizzazione sindacale -  non infilato nella spiaggia. Facciamo sentire la nostra indignazione".

 

Al Senato tira una brutta aria per Lsu/Lpu calabresi

L’assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano è intervenuta sul dibattito che si sta svolgendo nelle aule del Senato relativamente ai lavoratori Lsu/Lpu. “Quanto sta accadendo nelle aule del Senato e delle Commissioni del Senato a proposito dei lavoratori LSU/LPU calabresi – ha detto l’assessore Roccisano - è piuttosto preoccupante perché privo di ragioni se non quella di voler ostacolare una trattativa che la Regione Calabria ha intrapreso mesi fa con il Governo. Si chiedeva infatti di procedere con la decurtazione contabile ai fini del Patto di Stabilità dei trentotto milioni già resi disponibili dalla Regione a vantaggio dei Comuni per poter pagare le mensilità ai lavoratori contrattualizzati. Non si chiedeva quindi un intervento di tipo finanziario, ma solo un’autorizzazione di tipo giuridica che, tra l’altro, non interesserebbe tutti i Comuni né tutti i pagamenti dei lavoratori a tempo determinato, ma sarebbe circoscritta ai 5000 lavoratori già contrattualizzati e in coerenza con l’art.1 comma 207 della legge di Stabilità 147/2013 che aveva consentito la deroga al patto per i cinquanta milioni messi a disposizione dal Governo centrale. Non dare questa possibilità getta i lavoratori e i Comuni in un empasse dalla quale dobbiamo uscire. Pertanto, chiedo una mano concreta ai sindaci ed all’ANCI Calabria con un obiettivo chiaro: dimostrare le conseguenze negative di un atto del genere che non solo mette in difficoltà le famiglie dei lavoratori, ma che impedisce ai Comuni di provvedere ad una serie di servizi che, ad oggi, sono a totale appannaggio di questi lavoratori e che vanno dalla raccolta differenziata alla manutenzione del verde, fino al trasporto degli alunni nel periodo scolastico. Inutile dire chi ne pagherebbe le conseguenze maggiori: i cittadini. Allora auspico una mobilitazione collettiva dei Comuni e dei cittadini, perché non può continuare a passare il messaggio che sostenere il ruolo dei lavoratori LSU/LPU sia sostenere l’assistenzialismo, al contrario vuol dire garantire al meglio i servizi al cittadino. E se c'è qualche sindaco che non è d'accordo sono certa che la maggior parte dei sindaci e degli amministratori locali sia al fianco nostro, dei lavoratori e dei cittadini in questa mobilitazione”

Lsu/Lpu, Greco: "A rischio le procedure di stabilizzazione"

“La decisione della Commissione Bilancio del Senato di bocciare la norma sugli Lsu-Lpu è vergognosa. E rischia di bloccare un procedimento di stabilizzazione che, finalmente, grazie all’attuale governo regionale e alla collaborazione dei sindaci calabresi, stava trovando una sua compiuta attuazione. Con questa decisione - afferma il capogruppo di ‘Oliverio Presidente’ Orlandino Greco -  la Commissione Bilancio del Senato ignora le esigenze dei tanti lavoratori che da anni si trovano in una situazione di precariato e senza vie d’uscita. Il governo regionale aveva impegnato risorse proprie, per garantire un contratto a tempo determinato fino a fine anno e facilitare il processo di stabilizzazione di Lsu e Lpu, ma oggi arriva questa decisione che, di fatto, getta nel caos questi lavoratori e gli enti locali dove gli stessi sono impiegati. I sindaci calabresi, infatti - spiega Greco - sono preoccupati, perché queste unità lavorative, che oggi hanno un contratto a tempo determinato in scadenza, rappresentano, alla stregua dei dipendenti di ruolo, delle professionalità delle quali è impossibile fare a meno. L’ipotesi che questi lavoratori rientrino in un bacino di precariato e lavoro nero è lesiva dei diritti di 5000 persone che da anni non vedono un chiarimento definitivo sulla loro posizione contrattuale. Un’ipotesi da escludere con forza. Un’ipotesi, come se non bastasse, che causerebbe un aggravio di spesa per il Ministero ed un vero e proprio caos amministrativo e burocratico. Dai palazzi romani, dove queste decisioni insensate vengono stabilite senza alcun confronto con il Consiglio regionale calabrese e con le parti sociali, non si ha evidentemente il quadro della situazione in cui si trova la Calabria e nella quale vivono migliaia di precari. E’ indispensabile - sottolinea Orlandino Greco -  che la norma per la stabilizzazione degli Lsu-Lpu venga riproposta ed approvata al più presto, entro la fine del mese, perché è inaccettabile, in una situazione così delicata, lasciare spazio a dubbi, incertezze e pericolosi vuoti normativi. Forse è arrivato il momento di interrogarsi su quali siano le reali intenzioni del governo per la Calabria, perché non possiamo più accettare scelte calate dall’alto, si pensi a quanto avvenuto per la sanità, per il porto di Gioia Tauro o per il taglio del cofinanziamento per i fondi Cipe, che incidono in maniera così pesante sul tessuto sociale della nostra regione. In conclusione, consiglio ai parlamentari eletti in Calabria, di destra, sinistra e centro, che accettano silenti e sono complici di queste incomprensibili scelte, di aderire tutti alla Lega Nord di Salvini, perché è lì che troveranno giusta gratificazione per la loro inconcludenza”.

 

 

Lsu/Lpu di Rossano, l'Usb invita alla mobilitazione

Si è svolta, nella sala rossa del comune di Rossano, la riunione regionale dei  lavoratori Lsu/Lpu per fare il punto della situazione sulla questione inerente alle stabilizzazioni dei precari. Infatti, per come denunciato da Usb, “il governo nei giorni scorsi aveva deciso di escludere, dai decreti in approvazione, la parte che prevedeva l’utilizzo dei fondi regionali per le contrattualizzazioni”. I lavoratori di Rossano, hanno quindi convocato tutte le OO.SS., ma, oltre alla USB, erano presenti solo la Confial e la Cgil, eppure la riunione era particolarmente importante per capire cosa fare per sostenere l’emendamento alla legge 101 dell’art. 8, al fine di garantire le risorse finanziarie, inizialmente escluse, anche per l’anno 2016. Gli altri sindacati presenti all’incontro, hanno ringraziato i parlamentari, D’Ascola e Lo Moro  per la presentazione dell’emendamento ed esposto il loro punto di vista in merito a come si stanno evolvendo i vari passaggi in sede di politica.

La Usb, invece, è andata oltre ed ha posto l’accento su “altre questioni: 

- che l’emendamento non avrebbe neanche dovuto essere presentato, poiché l’art. 8 (oggi è diventato articolo art. 9) era stato portato in consiglio dei  ministri più volte, ma né il governo, né la coalizione ha mai ritenuto di doverlo discutere;

- che il percorso che ha visto in questi anni la Usb impegnata assieme ai lavoratori Lsu/Lpu ha radici lontane ed è proseguita anche con l’insediamento della giunta regionale presieduta da Oliverio, dove sin dal primo giorno abbiamo evidenziato, rimanendo inascoltati, come la soluzione dei fondi tra Stato e regione presentava qualche lacuna, invitando il presidente a far sì che il governo storicizzasse questi fondi;

- che dopo la denuncia di Usb, gli interventi sono continuati con la venuta a Catanzaro del sottosegretario all’Interno Bocci, il quale si era impegnato (non mantenendo quanto detto) a portare a compimento l’iter per il finanziamento dei fondi necessari per mantenere standard di servizi adeguati attraverso i lavoratori LSU/LPU;

- che, in occasione di un dibattito a Marina di Gioiosa con alcuni parlamentari ed il sottosegretario all’interno Bubbico, la Usb ha organizzato una manifestazione nel corso della quale ha preteso (e ottenuto) di incontrare i parlamentari, i quali si sono impegnati a presentare l’emendamento in discussione”.

Nel corso dell’incontro di Rossano, la Usb ha proseguito invitando i lavoratori a non cullarsi su quanto fatto e a non attendere passivamente, quindi, l’approvazione dell’emendamento, anche perché di questo governo, come dei precedenti, “non abbiamo grande fiducia, in quanto l’ultimo giorno per l’approvazione degli emendamenti (se non verranno stracciati prima dal governo) sarà il prossimo 8 agosto 2015. Inoltre ad  avviso del sindacato di base - bisogna chiedere non solo l’approvazione dell’emendamento, ma anche la storicizzazione delle risorse, per riuscire a stabilizzare, una volte per tutte, questi lavoratori, senza aspettare la fine dell’anno”. La Usb, quindi, ha invitato tutti i lavoratori a mantenere lo stato di agitazione, a mobilitarsi ed ad organizzare ulteriori manifestazioni insieme, a partire dai posti di lavoro, lottando contro chi ci ha dichiarato guerra.

 

Usb Calabria all'attacco del Governo Renzi sulla questione Lsu-Lpu

"Si è svolto a Catanzaro, presso l’assessorato regionale al Lavoro, l’incontro tra l’assessore Guccione e le organizzazioni sindacali, per affrontare la questione inerente alla contrattualizzazione dei lavoratori lsu lpu". A renderlo noto èun comunicato trasmesso dalla Federazione Regionale USB Calabria. "L’incontro - si legge nel documento - si è reso indispensabile alla luce della decisione del Consiglio dei ministri di escludere, dai decreti in approvazione, la parte che prevedeva l’utilizzo dei fondi regionali per le contrattualizzazioni. L’assessore, dopo aver chiesto alle Organizzazioni Sindacali di attivare le rispettive strutture nazionali per far sì che la parte esclusa venga reinserita, ha riferito degli incontri avuti lo scorso 25 giugno, presso i vari ministeri ed in particolare quello del Lavoro, nei quali ha fatto presente la contrarietà della Regione circa la mancata approvazione della norma riguardante l’utilizzo dei fondi regionali. Nel corso della riunione di Catanzaro, la USB ha ribadito con forza il disappunto e la rabbia per la decisione del Governo e si è dichiarata, sin da subito, pronta a rispondere con azioni forti e con la lotta dei lavoratori, al grave comportamento del Governo Renzi. Il Primo ministro, infatti, dopo essere venuto qui in Calabria promettendo ed impegnandosi a risolvere i tanti problemi che attanagliano la nostra regione, tra cui quello dei lavoratori lsu lpu, rientrato a Roma fa esattamente l’opposto. L’attacco portato avanti dal Governo verso questi lavoratori, è di una gravità ingiustificabile anche perché smentisce tutti i pareri favorevoli espressi dai ministeri competenti per l’utilizzo dei fondi regionali comunicati, oltre che alla Regione, anche ai Prefetti della Calabria. Questo atteggiamento provocatorio da parte del Governo nazionale, crea, ovviamente, forte malcontento tra i lavoratori pronti da subito a rispondere alle chiamate della USB per intraprendere forme di lotta ancora più incisive di quelle portate avanti fino ad adesso". "Il Governo - avverte la Federazione Regionale USB Calabria - si assumerà, dunque, la responsabilità di quanto potrà accadere in Calabria nei prossimi giorni, poiché con il destino dei lavoratori non si scherza. La USB invita, pertanto, tutti i lavoratori ad una mobilitazione generale per rispondere con la lotta a questo grave attacco, promuovendo azioni di lotta che saranno comunicate a breve e sostenendo tutte le iniziative che i lavoratori vorranno intraprendere per rimandare al mittente questa grave provocazione".

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