Mascherine tricolori contro il governo: “La salute non doveva essere al primo posto?”

“La Sanità al primo posto”. È con questo slogan che le Mascherine tricolori hanno duramente contestato il governo, reo di voler relegare la sanità all’ultimo posto tra le voci di finanziamento del Recovery plan. La protesta ha toccato oltre 100 città italiane con striscioni affissi davanti ai principali ospedali e ha coinvolto decine di medici e personale sanitario al grido di “la sanità al primo posto”.

“Per mesi abbiamo assistito a martellanti proclami del governo sulla necessità di rinforzare il sistema ospedaliero, aumentando i posti in terapia intensiva ed investendo nell’organico del personale medico-sanitario, per scongiurare una seconda ondata Covid. Annunci rimasti vuoti proclami persi tra banchi a rotelle arrivati a scuole già chiuse, casse integrazione ancora da percepire e bonus monopattini”.

"Ora scopriamo che la bozza del Recovery plan prevede per la sanità solo 9 miliardi dei 193 miliardi messi a disposizione tra sovvenzioni e prestiti alle Ue, relegandola incredibilmente all’ultimo posto dietro a voci come “transizione ecologica” e “parità di genere” che sicuramente poco hanno a che fare con l’emergenza economico e sociale attuale. 

"Uno schiaffo a tutti coloro che in questi mesi sono stati in prima linea nelle strutture ospedaliere e di assistenza e un’assurda marcia indietro di un esecutivo che da mesi utilizza l’espressione “emergenza sanitaria” per governare a colpi di Dpcm privando i cittadini di libertà fondamentali e portando, grazie a scelte scellerate, la nostra economia ogni di giorno di più vicina al baratro”.

“Una mossa, infine, che lascia intendere l’utilizzo del “Mes sanitario", ovvero l'ennesimo attacco da parte delle istituzioni europee alla sovranità nazionale, le quali in maniera più stringente potranno decidere e influenzare una politica di spesa italiana già fortemente vincolata agli assurdi trattati europei”.  

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Ci saranno anche manifestanti calabresi all'iniziativa delle Mascherine tricolori in programma a Roma

Mascherine tricolori da tutta Italia sabato 20 giugno a Roma per la prima manifestazione nazionale del movimento spontaneo nato durante il lockdown contro la ‘dittatura sanitaria’ che ha messo in ginocchio il paese. Adesioni anche da Reggio e da tutta la Calabria.

Per le Mascherine tricolori sarà l'ottavo sabato consecutivo in piazza, "ma questa volta - si legge in una nota - saranno in migliaia a ritrovarsi alle 16 alla Bocca della Verità per urlare la loro rabbia contro un governo che ha saputo fare solo promesse e ha messo sul lastrico gli italiani, infierendo sulle categorie più deboli e riuscendo a distruggere in pochi mesi l'intera economia del paese".

"Sul palco allestito nella piazza saliranno rappresentanti di tutte le regioni e le categorie produttive più colpite, dagli autodemolitori agli Ncc, dagli operatori del turismo ai commercianti che non riescono a riaprire per le misure draconiane e la mancanza di aiuti del governo. E poi lavoratori in attesa di una cassa integrazione fantasma, genitori che invece di lavorare sono stati costretti da uno Stato assente a trasformarsi in insegnanti supplenti per i loro figli, semplici cittadini che vogliono riprendersi il diritto di votare, quasi divenuto una chimera".

“L’esecutivo degli Stati generali - proseguono le Mascherine tricolori - deve andare a casa e la parola deve tornare al popolo”.

Durante la manifestazione di sabato sarà illustrata la piattaforma del movimento, i cui capisaldi sono:"sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria, stop alle tasse per le imprese per tutto il 2020, soldi a fondo perduto erogati direttamente dallo Stato senza passare per le banche, liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione, piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere, un piano per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione, nessun prolungamento dello stato d'emergenza, nessuna altra cessione di libertà alla dittatura sanitaria". 

La protesta delle Mascherine tricolori arriva anche in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo

"Questa è una manifestazione pacifica, ma determinata. Nel pieno rispetto delle distanze, con la ferma volontà di non mettere a rischio la salute di nessuno. Siamo qui oggi per compiere un atto di libertà, per dimostrare che, nonostante il clima di terrore instaurato, esistono degli italiani che non si arrendono".

Questa la premessa di una nota, nella quale il movimento delle Mascherine tricolori si sofferma sulla manifestazione svoltasi oggi a Reggio Calabria "Per ribadire che questa situazione è figlia degli errori di chi governa, non certo dei cittadini, che fino ad oggi si sono comportati in maniera esemplare".

"La colpa dell’emergenza sanitaria - prosegue il comunicato - non è dei cittadini, ma di una politica che in questi anni ha chiuso gli ospedali, ha ridotto i posti in terapia intensiva, ha distrutto la produzione nazionale. Quella stessa politica incapace che ora rischia di farci morire di fame. Dopo più di due mesi di quarantena abbiamo visto solo annunci. Dov’è la tanto sbandierata 'potenza di fuoco'? Qui - aggiungono  gli estensori della nota - non si vedono rilanci, ma solo ritardi. Nel suo ennesimo show serale Giuseppe Conte ha annunciato una serie di misure del tutto insufficienti. Solo promesse che non potranno essere mantenute. Dove sono i soldi della cassa integrazionein deroga? Perché centinaia di migliaia di lavoratori autonomi ancora non hanno avuto i 600 euro? Dei soldi in banca per imprese e commercianti neanche l’ombra! E i soldi a fondo perduto? Ammesso che arriveranno saranno pochi e in ritardo! Di una pace fiscale per tutto il 2020 non se ne parla, nessuna sospensione degli adempimenti fiscali né rottamazione delle cartelle Equitalia. Esistono interi settori, come il turismo, che rischiano letteralmente di scomparire. Servono interventi drastici, epocali,per impedire la chiusura di alberghi, stabilimenti, bar e ristoranti. I bonus per l’acquisto di monopattini e auto elettriche non sono certo la priorità! Servono regole certe, ma soprattutto applicabili, realistiche, per far riaprire quelle attività che rischiano di non tirare più su la serranda. Quali sono le priorità di questo governo? Vedere un ministro che si commuove per la regolarizzazione di 600 mila immigrati, quando milioni di italiani rischiano di finire disoccupati e in povertà è una vergogna! Quale sarà il nostro futuro? Perché non si è fatto cenno ai fondi per far ripartire la scuola, alla strategia per garantire in futuro una vera istruzione ai nostri figli? Perché si vuole prolungare lo stato di emergenza per altri sei mesi?! Forse a qualcuno la dittatura sanitaria fa comodo? Limitare la libertà di movimento o di manifestare, multare chi va in spiaggia o chi osa criticare il governo con una protesta pacifica diventerà forse la norma? Noi non siamo disposti ad abbassare la testa! Voi avete deciso che l’Italia deve fallire, che l’Italia deve uscire in ginocchio da questa crisi. Qualcuno vuole milioni di disoccupati e milioni di imprenditori falliti, milioni di famiglie alla fame. Non lo consentiremo. Noi combatteremo per difendere il futuro dell’Italia. La parola - conclude il comunicato - deve tornare al popolo, questo governo deve andare a casa! Nonostante la repressione e i divieti, noi manifesteremo. E’ un nostro diritto, ma soprattutto è un nostro dovere. Ribellarsi oggi significa amare la nostra Nazione. Perché la mascherina non è un bavaglio".

Mascherine tricolori

 

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