"Serra al centro" e il gruppo "In movimento": "Parteciperemo a tutte le iniziative in difesa dell’ospedale"

Riceviamo e pubblichiamo

"Plaudiamo all’iniziativa “Ospedale San Bruno: quale futuro nella nuova riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale?” che si è tenuta questa mattina presso la sala consiliare del Comune di Spadola e ringraziamo il sindaco di Spadola, Cosimo Damiano Piromalli, per la sua disponibilità, unitamente a quella di tutti gli altri sindaci intervenuti.

Plaudiamo perchè abbiamo partecipato, con i nostri rappresentanti Maria Rosaria Franzè, Bruno Iovine e Giovanni Vellone per "Serra al Centro" e Domenico Zaffino, Bruno Rosi e Francesco Tassone per "In movimento", ad una conferenza stampa dove si è parlato concretamente di diritto alla salute, difesa della sanità nel Comprensorio montano delle Serre e dell’Ospedale di Serra San Bruno, rispetto al cui lento smantellamento per primi abbiamo lanciato l’allarme, in tempi non sospetti, ponendoci come vere e proprie sentinelle che tenevano alta l’attenzione su movimenti sospetti, prontamente denunciati all’opinione pubblica e alla politica, anche a quella parte che ci voleva far passare per delle Cassandre, o che pensava che le nostre iniziative fossero solamente strumentali. Abbiamo provveduto ad una raccolta firme indirizzata al Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, affinchè si tenesse conto, nella riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, delle caratteristiche dell’ospedale di Serra, quale unico presidio di sanità pubblica in una zona montana caratterizzata da mille difficoltà. L’iniziativa di questa mattina ha rappresentato un momento di dialogo caratterizzato dalla massima convergenza di tutti i partecipanti circa l’indispensabilità del presidio ospedaliero serrese e sulla necessità di difenderlo in maniera forte ed unitaria. E’ giunto, quindi, il momento di avere delle risposte serie e concrete, e considerato che probabilmente non arriveranno, sono in previsione dei momenti di protesta per i quali verrà chiesta la collaborazione della cittadinanza, dei comitati e di tutti quei politici che credono nella sanità pubblica. Si inizierà già da domani mattina presso l’ospedale di Serra San Bruno con un sit-in di protesta dei sindaci del comprensorio e naturalmente noi ci saremo.

“Parteciperemo alla protesta – spiega Maria Rosaria Franzè – perché come movimento “Serra al centro” ci siamo sempre occupati del problema sanitario nel nostro comprensorio, uno svilimento della sanità pubblica che ha portato allo smantellamento di importanti servizi e alla mancanza di personale sanitario, preludio alla chiusura dell’ospedale. Una carenza che, contemporaneamente, impedisce all’utenza di ricevere delle risposte ai propri bisogni e che obbliga alla migrazione sanitaria in ambito regionale e nazionale. Senza contare la grande difficoltà del rimanente personale sanitario che deve fare i conti con enormi sacrifici e rischi continui cui ci raccontano quotidianamente le cronache dei giornali”. All'assemblea è intervenuto anche Bruno Rosi del gruppo "In movimento" dichiarando quanto segue:" Rispetto al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dal Commissario Scura nel 2015 che prevede per Serra, Ospedale di montagna: 18 + 2 posti letto (per acuti) in medicina, 20 posti letto (post acuti) di lungodegenza, 6 posti letto in day surgery con possibilità di appoggio per 2 posti letto in medicina, 10 posti letto di fisioterapia, adeguamento e riqualificazione del pronto soccorso, dialisi trasferita in uno dei reparti non utilizzati, mantenimento del laboratorio analisi e della radiologia. Mantenimento dei posti letto anche dopo la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo, naturalmente con la presenza del personale medico e paramedico, il ritorno di questo territorio alla casa madre cioè alla provincia di Catanzaro".

Serra al Centro e In movimento

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Ospedale di Serra San Bruno: i sindaci scendono in campo, domani il sit-in di protesta

Si è svolta nella sala consiliare del Comune di Spadola la conferenza stampa dei sindaci delle aree montane, con la quale è stato annunciato un sit-in di protesta davanti all'ospedale di Serra San Bruno.

"L'iniziativa - si legge in una nota degli organizzatori - in programma per le 9.30 di domani, si propone di salvaguardare il diritto dei cittadini alle cure e di sensibilizzare alla causa civica e territoriale. Si ringraziano i comitati e le associazioni per essere intervenuti unendosi alla protesta manifestando unità di intenti".

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Ospedale di Serra San Bruno, il sindaco di Brognaturo sul piede di guerra: "Non rimane che avviare una forma più efficace di protesta"

"Negli anni passati si discuteva sul potenziale pericolo di consegnare il Servizio sanitario nazionale e calabrese al privato. Ricordo le conversazioni in cui si evidenziava un servizio destrutturato dalle fondamenta che la pandemia ha messo in luce in modo impietoso. Si  è tanto  parlato della 'Strategia nazionale delle aree interne' come strumento che avrebbe dovuto rafforzare anche il servizio sanitario, fondamentale, utile a garantire i livelli di assistenza di base; mentre, adesso, ci ritroviamo a dover comprendere e accettare che per avere il diritto alle cure dobbiamo prima capire dove viviamo e se abbiamo il sufficiente numero di abitanti per godere di tale diritto".

E' quanto afferma, in una nota, il sindaco di Brognaturo, Rossana Tassone.

"Io - aggiunge - questo non sono disposta ad accettarlo. Credo invece, che non importi dove si vive, i diritti devono essere garantiti senza se e senza ma. E, soprattutto, non ci sono distanze chilometriche che tengano. Sconcerta che più che il diritto debbano essere i numeri a dare l’accesso alle cure essenziali. Si è passati da un diritto sancito ad una semplice questione di 'piano di rientro aziendale' a discapito esclusivamente dei cittadini.

Il 29 marzo 2022 - prosegue il primo cittadino brognaturese - in un precedente articolo, parlando del diritto alla salute lo definì per i cittadini dell’area delle Serre il 'velo di Maya', configurabile come una parvenza, un’illusione. Le riflessioni sui problemi sanitari delle aree montane che si sarebbero dovuti tradurre, in salvaguardia dei piccoli comuni, sono state trasfuse in interventi normativi regionali di scarsa attuazione. 

È dispiaciuto prendere atto di quanto la popolazione delle Serre non è considerata numericamente adatta all’accesso alle cure, ed ancora più sconfortante, è la consapevolezza che quegli incontri con il commissario Giuliano, in cui si assicuravano alcuni servizi e, soprattutto, il potenziamento dell’ospedale San Bruno si sono poi tradotti in azioni di depotenziamento che, ancora una volta, si sono rivelate promesse disattese.

Mesi fa chiedevamo, insieme agli altri colleghi sindaci, il ripristino dell’ospedale di Montagna, abbiamo trascorso l’ultimo mese in maniera istituzionale e nel rispetto dei ruoli reciproci chiedendo un incontro con il presidente e commissario della Sanità calabrese che ad oggi non è stato programmato.

Quando all’interno della 'programmazione delle attività previste per il 2023 dell’Azienda sanitaria vibonese' si prende atto che non è stata presentata alcuna soluzione alle condizioni disagevoli in cui versiamo è indispensabile esprimere un dissenso per le nostre comunità perché l’ospedale di Serra San Bruno è un bene collettivo, pubblico, essenziale per tutto il territorio.

Se c’è una cosa che mi è stata insegnata è l’importanza del territorio fuori da ogni visione partitica e il rispetto dei cittadini 'testimoni delle condizioni disagiate in cui versa il nostro territorio'

Con l’amara certezza che i cittadini delle Serre sono considerati dai partiti quando si necessita di altri numeri.

Non avendo più altri strumenti istituzioni efficaci per farmi ascoltare - conclude Tassone - ritengo che, ad oggi, l’unica cosa che rimane è avviare una forma più efficace di protesta per far tornare i numeri dove per diritto è giusto che ci siano".

 

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Sanità, i sindaci di Serre e Preserre formulano un documento unitario: “Proposti interventi per garantire il diritto alla salute dei cittadini”

Facendo seguito a quanto indicato nelle precedenti settimane, il sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari, ha convocato l’Assemblea dei sindaci dell’Ambito territoriale sociale – sede deputata alla programmazione degli interventi, alla condivisione degli obiettivi ed all’elaborazione degli indirizzi per il raggiungimento degli stessi – al fine di evidenziare le necessità del territorio e delle comunità di riferimento in ambito sanitario e formulare idonee proposte per garantire la tutela del diritto alla salute.

I sindaci dei Comuni ricadenti nell’Ambito (Serra San Bruno, Acquaro, Arena, Brognaturo, Capistrano, Dasà, Dinami, Fabrizia, Gerocarne, Mongiana, Nardodipace, Pizzoni, San Nicola da Crissa, Simbario, Sorianello, Soriano Calabro, Spadola, Vallelonga, Vazzano) hanno stilato un documento in cui sono state sintetizzate le esigenze territoriali dall’accesso alla sicurezza delle cure per tutta la popolazione e che è stato inviato al presidente della Regione Calabria e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto, al presidente della Commissione Sanità, attività sociali, culturali e formative Michele Comito e al commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano.

In particolare, hanno rimarcato il riequilibrio tra ospedale e territorio evidenziando una maggiore ed adeguata attenzione alle cure primarie, emergenziali (attraverso l’ospedale di montagna/zona disagiata di Serra San Bruno) e graduate (attraverso l’ospedale di comunità di Soriano Calabro). Hanno richiesto una più efficace Medicina territoriale con il potenziamento degli ambulatori specialistici all’interno della Casa della Comunità.

Il documento entra dunque nel merito della struttura ospedaliera di Serra San Bruno (ribadendo la necessità di un Pronto soccorso per l’Emergenza-Urgenza, il potenziamento della Medicina, della Dialisi, del Laboratorio Analisi, oltre che dei reparti di Riabilitazione, Fisioterapia e Lungodegenza; la riapertura della Radiologia; la presenza di un anestesista h24; a previsione di una Chirurgia che effettui interventi in Day Surgery, di elisuperfici dedicate e di più ambulanze) e di quella di Soriano Calabro (intesa come struttura sanitaria di ricovero che afferisce alla rete di offerta dell’Assistenza Territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio).

“Lavorando in sinergia e mettendo al centro l’obiettivo del rafforzamento dell’offerta sanitaria, che non ha colori politici - ha commentato il sindaco Barillari – abbiamo in maniera compatta costruito una proposta unitaria che punta a salvaguardare i diritti dei nostri cittadini, a garantire buoni livelli di assistenza e a dare migliori prospettive per il futuro. Continuando con questa determinazione e questa capacità di sintetizzare i concetti intorno a scopi comuni, praticheremo una politica orientata al dare le risposte che le nostre comunità attendono. I sindaci sono uniti nel presidiare la sanità territoriale”.

 

 

Ospedale “San Bruno”, anche il sindaco di Vallelonga: "Pronto a lottare per il diritto alla salute"

"Dove andrà a finire l’ospedale e il distretto del nostro territorio con questi presupposti?".
 
E' quanto si chiede in una nota, il sindaco di Vallelonga Egidio Servello.
 
"Gli evidenti disagi - aggiunge - che da anni ricadono sui cittadini vedendosi negare anno dopo anno il diritto alla salute nel nostro territorio, negli ultimi mesi stanno portando all’epilogo di una situazione oramai incancrenita. La chiusura dell’ufficio ticket fino al 5 aprile è l’ennesimo schiaffo alla popolazione che, giorno dopo giorno, paga a caro prezzo gli effetti territoriali della crisi economica. Tradotto significa che si sta facendo pagare ai cittadini più deboli prestazioni che di diritto dovrebbero essere gratuiti".
 
"Condivido - prosegue Servello - le parole del mio collega e amico Ovidio Romano che l’ospedale 'San Bruno' ha sempre rappresentato e rappresenta la popolazione dei nostri territori, quindi, è giusto difenderlo e preservarlo. Da quindici anni leggo atti aziendali privi di reale attuazione. Ho ascoltato ed ascolto promesse che oggi sono rimaste semplici parole.  Da anni attendo l’attuazione di una gestione delle patologie sul territorio: ospedale di montagna, specialistica territoriale, e soprattutto, una medicina materno-infantile adeguata ai bisogni del nostro territorio".
 
"Invece - conclude la nota - allo stato attuale, emergono solamente disservizi che mi portano a pormi una domanda: dove andrà a finire l’ospedale e il distretto del nostro territorio con questi presupposti? Per queste ragioni, condivido quanto richiesto dal sindaco di Brognaturo: il ripristino del reparto di Radiologia; una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri; una seconda ambulanza situata a Mongiana".
 
Servello, infine, dà "piena disponibilità" ai sindaci di Nardodipace, Brognaturo e Simbario, "per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni".

Ospedale “San Bruno”, il sindaco di Brognaturo: "Non siamo una colonia, servono provvedimenti eccezionali"

Le nubi che, ancora una volta, sembrano addensarsi sul futuro di ciò che rimane dell’ospedale di Serra San Bruno suscitano la vibrante reazione del sindaco di Brognaturo Rossana Tassone che, in una nota, squarcia il “velo di Maya” che rende il diritto alla salute dei cittadini delle Serre una vera e propria “illusione”.

Il primo cittadino brognaturese parte dalla considerazione che le “riflessioni sui problemi sanitari delle aree montane che si sarebbero dovute tradurre, in salvaguardia dei piccoli comuni, sono state trasfuse in interventi normativi regionali di scarsa attuazione. “La normativa nata con l’obiettivo di valorizzare gli ospedali montani”, mettendoli al riparo da inique scelte ragionieristiche, puntava infatti a “salvaguardare il diritto alla salute e alle cure che non dovevano, e non devono essere un mero calcolo numerico”.

Entrando nel particolare, Tassone evidenzia come “la speranza” che “l’ospedale San Bruno” potesse svolgere una funzione essenziale a livello sanitario, sociale ed economico, sia divenuta una promessa disattesa”. Per non parlare della “inconsistenza dell’azione di politica sanitaria” con la quale si sarebbe dovuto “rispondere ai bisogni dei cittadini, nel rispetto delle istanze sociali, che  reclamavano e reclamano pari opportunità per i territori montani e dell’entroterra”.

Il sindaco rileva, inoltre, come “il diritto dei cittadini, per quanto possibile, di curarsi nei luoghi abituali di residenza e destinare il ‘pendolarismo sanitario’ a prestazioni erogabili ai centri regionali o di alta specializzazione sia rimasto una mera illusione”; tanto più che, “gli ultimi sviluppi” relativi al nosocomio serrese, “fanno presagire che il decantato modello organizzativo, a causa del gap sociali e sanitari, che si andrà costituendo rischia di divenire parafrasando Schopenhauer ‘un serpente ch’egli prende per una corda buttata per terra’.

Pertanto, “per iniziare a dare riscatto ad un territorio costretto ad elemosinare un diritto”, a parere di Tassone sarebbe necessario “assicurare una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri”

Una rivendicazione accompagnata dalla proposta di predisporre “una seconda ambulanza situata a Mongiana”, perché “la salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente". 

“Infine – conclude Tassone - ci tenevo a dare piena disponibilità al sindaco di Nardodipace, Antonio De Masi per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni, condividendo inoltre, che “si tratta di problemi eccezionali resi drammatici dall’abbandono e dal disinteresse atavico, quello tipico riservato ad una colonia. A questi problemi eccezionali è chiaro che bisogna rispondere con provvedimenti eccezionali”.

Ospedale “San Bruno”: “Per Serra insieme” e “Serra al centro” lanciano una petizione

I movimenti politici “Per Serra Insieme” e “Serra al Centro” hanno lanciato una petizione per chiedere "l'attenzione della Regione Calabria", affinché "in sede di riorganizzazione della rete ospedaliera” vengano previsti “parametri di spesa differenziati" per l'ospedale di Serra San Bruno.

Il documento, che sarà inviato al presidente della giunta regionale e commissario ad acta alla sanità, Roberto Occhiuto, mira a "garantire un servizio sanitario efficiente".

 Per leggere la petizione clicca qui


Serra, Procopio e Tassone lanciano l'allarme sull'ospedale: "Il sindaco smetta di rimanere in silenzio"

“La realizzazione della Casa della Comunità nella struttura del ‘San Bruno’ rischia di diventare un pericolo atto preparatorio per lo smantellamento dello stesso ospedale, eventualità che non possiamo accettare e rispetto alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze”.
 
I consiglieri comunali di minoranza Antonio Procopio e Luigi Tassone lanciano l’allarme asserendo di volerci “vedere chiaro su tutto ciò che sta accadendo in riferimento agli aspetti sanitari riguardanti il nostro territorio”.
 
“Inizialmente - sostengono i due esponenti del Pd - era stato deciso di ubicare la Casa della Comunità nei locali dell’ex Distretto sanitario, adesso ci ritroviamo di fronte ad uno spostamento che nessuno ha spiegato e che sembra prefigurare scenari da rigettare. Addirittura, ciò, per come si evince dal contenuto della delibera dell’Asp, è avvenuto con il colpevole avallo del sindaco”.
I consiglieri di minoranza rimarcano pertanto che “è inspiegabile l’atteggiamento passivo e di accettazione acritica da parte dell’Amministrazione comunale delle decisioni maturate in altre sedi”.
 
Oggi - aggiungono - dobbiamo fare i conti con una realtà opposta rispetto a quella descritta qualche settimana fa dal sindaco, che, rispondendo con supponenza all’opposizione, aveva rassicurato sull’ubicazione all’interno dell’ex Distretto. Inoltre, ci domandiamo perché l’argomento non sia nemmeno stato sfiorato nell’Assemblea dei sindaci. Sindaci che, in molti casi, ci hanno riferito di essere rimasti finora all’oscuro di tutto”.
 
“Il posizionamento della Casa della Comunità - affermano - in un ospedale il cui Reparto di Lungodegenza non è pienamente operativo e la cui Riabilitazione è rimasta a livello di idea teorica pare tradurre la volontà di sostituire nel medio-lungo periodo il nosocomio con un Poliambulatorio per sopperire all’assenza della rete territoriale. Abbiamo dunque bisogno di una classe dirigente meno succube dell’Asp, capace di opporsi a progetti scellerati e che sappia difendere i presidi di tutela della salute. Il sindaco - concludono - smetta di rimanere in silenzio, dia garanzie sulla permanenza di un ospedale vero e non sulla carta e guidi ogni azione utile a difendere il diritto alla salute degli abitanti dell’area montana”.

 

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