Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Serra, Codacons: “Dopo l’ospedale a rischio il consultorio?”

“Sono passate diverse settimane da quando, nella nota trasmissione radiofonica ‘On The News’ di Radio Serra, esponenti di primo piano dell’attuale maggioranza regionale tenevano a rassicurare i cittadini sull’imminente modifica del famigerato decreto 9 che, di fatto, smantella l’ospedale ‘San Bruno’, esasperando così una già conclamata situazione di emigrazione sanitaria verso altre provincie o regioni. Purtroppo i nostri timori erano largamente fondati”. Ad esprimere “rammarico” per la situazione d’incertezza sulla tutela della salute nell’entroterra vibonese è il responsabile di zona del Codacons, Antonio Carnovale, che segnala una serie di discrepanze che sono alla base dei suoi sospetti. “Nonostante la proposizione di dettagliate osservazioni da parte degli operatori del settore e dei sindaci del comprensorio – rileva - non si hanno notizie di modifiche del decreto 9 che già, dal primo minuto, avevamo individuato quale atto inidoneo a garantire i livelli minimi di assistenza sanitaria sul territorio e che, certo non poteva essere modificato con delle osservazioni, metodo che avevamo segnalato essere quanto meno ‘anomalo’ e non previsto dal decreto stesso. Infatti – aggiunge - sullo sfondo si sono materializzati tutti i dubbi, le perplessità e le osservazioni poste agli esponenti regionali che pure si erano detti disponibili ad intervenire in maniera forte sulla struttura commissariale, evidentemente poco attenta alle peculiarità del territorio o poco desiderosa di scoprire le difficoltà di un già penalizzato comprensorio che si ritrova senza infrastrutture viarie e con servizi carenti”. Carnovale puntualizza la differenza fra parole pronunciate ed azioni effettuate e sostiene che  “contrariamente a quanto annunciato, nessuna manifestazione è stata fatta nella cittadina serrese, tantomeno con la presenza del presidente Oliverio e del commissario Scura. Anzi, lo stesso commissario, da quanto ne sappiamo, non ha risposto alla richiesta dei sindaci di essere ricevuti per esporre le legittime esigenze provenienti dai territori dei quali sono rappresentanti, cristallizzate nel documento inviato allo stesso e che sottolinea tutta l’inadeguatezza di un atto evidentemente elaborato sulla base di considerazioni prettamente teoriche e con mentalità aziendale e che esula dalle reali condizioni di vita della gente comune”. A conferma delle teorie del Codacons vi sarebbero poi “le ultime vicende che riguardano il consultorio familiare di Serra San Bruno sul quale con interventi ‘a sorpresa’ , per quanto ci viene riferito, si stanno operando degli spostamenti di personale. Potrebbero tali spostamenti – è l’interrogativo - essere il preludio dello svuotamento della struttura e del conseguente smantellamento del servizio? Noi ci auguriamo di no, ma sicuramente rimarremo vigili anche su questo, non esitando, laddove necessario, ad intervenire attraverso gli strumenti più idonei”. Il Codacons è inoltre pronto a farsi carico della trasmissione “al Ministro Lorenzin del documento elaborato dai sindaci del territorio, esortandola a fare ricorso ai poteri costituzionali di cui è titolare per intervenire in sussidiarietà sul commissario Scura che, evidentemente, non ha la voglia o il tempo necessario per ascoltare i sindaci e recepire le istanze che i cittadini calabresi hanno il diritto di porre e di vedere realizzate. Da parte nostra – conclude il responsabile dell’associazione a tutela dei consumatori - non mancheremo di studiare tutti i mezzi giudiziari idonei a neutralizzare un atto che impoverisce il territorio serrese, trasformando il nosocomio in un centro anziani  e che non apporta alcun beneficio in termini economici alle casse regionali”.

  • Published in Cronaca

Ospedale di Serra, i distinguo di Papillo

Non è un coro che canta all’unisono quello dell’assemblea dei sindaci che nei giorni scorsi ha trasmesso al Commissario ad acta per il rientro dal pieno sanitario, Massimo Scura, un documento nel quale è stata stilata una serie di proposte che, nelle intenzioni, dovrebbero salvaguardare l’ospedale di Serra San Bruno. A prendere le distanze dai suoi stessi colleghi, il sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo che, in una lettera che il Redattore pubblica in anteprima, esprime la propria “disapprovazione” rispetto al documento licenziato dall’assemblea dei primi cittadini. In particolare, nella missiva che verrà recapitata agli interessati nei prossimi giorni, Papillo motiva la sua posizione spiegando che con la : “ nuova programmazione vi è un incremento dell’attuale situazione, relativa alle prestazioni allo stato erogate dal presidio ospedaliero di Serra San Bruno”. Nello specifico, l’incremento riguarderebbe “ l’istituzione di una struttura semplice di anestesia, allo stato non presente; 5 unità di Day – Surgery con una struttura semplice, allo stato non esistente; n° 9 posti in emodialisi, allo stato non presente; un aumento dei posti letto post –acuzie, passando da un numero di 30 a 40;  la riabilitazione con n° 20 posti;- un incremento per quanto attiene la lungodegenza, passando da n° 10 posti in DO e n° 10 posti letto, a n° 20 posti in DO e n° 20 posti letto;  Nessuna variazione del numero di posti letti previsti in medicina”. Alla luce di quanto sarebbe previsto dallo “allegato n° 1 del decreto n° 9 del 2015”, rivolgendosi ai sindaci, Papillo scrive: “rilevando che nel documento da voi redatto vengono richieste alcune delle prestazioni già previste dallo stesso decreto, sono orientato a ritenere che nella organizzazione strutturale e funzionale è previsto un incremento delle prestazione da effettuarsi presso l’Ospedale di Serra San Bruno”. A ciò aggiunge, “per quanto concerne, poi, il numero dei sanitari richiesti per un determinato reparto, questo viene stabilito sulla base di una pianta organica redatta dalla direzione aziendale, in quanto atto di competenza esclusiva dell’azienda sanitaria”. Per ciò che concerne, invece, la ventilata chiusura del laboratorio analisi, il ragionamento operato dal sindaco di Gerocarne è il seguente: “per il buon funzionamento di una postazione di PIP (postazione di primo intervento), come quello previsto per il presidio ospedaliero di Serra San Bruno, è necessario che il laboratorio analisi e radiologia siano in grado di effettuare esami H 24. Allo stato attuale per effettuare esami di laboratorio non è necessario avere la presenza del medico, ma risulta sufficiente la presenza dello strumento analitico con un infermiere della postazione per dare il risultato. In sintesi, per il funzionamento della postazione di urgenza ed emergenza non vi la necessità di avere la presenza costante del medico del laboratorio analisi, essendo sufficiente riuscire ad effettuare l’esame H 24”. Ragionamento analogo andrebbe fatto per “la radiologia”. “In conclusione – scrive Papillo - per emendare un documento completo, per le esigente dei pazienti del nostro territorio, risulta di fondamentale importanza valutare il pianto sanitario territoriale, allo stato non programmato”.

Dieci modifiche per salvare l’ospedale: ecco il documento elaborato dall’assemblea distrettuale dei sindaci

È stato inviato via Pec al commissario ad acta Massimo Scura un documento unitario (mancano solo le firme del sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo e di quello di Acquaro Giuseppe Barilaro, appena rieletto) dai rappresentanti dell’assemblea dei sindaci del distretto socio-sanitario n. 2 nel quale vengono evidenziate una serie di richieste volte a migliorare le previsioni del decreto 9/2015 concernenti l’ospedale “San Bruno”. I sottoscrittori dell’elaborato hanno contestualizzato il ruolo del nosocomio serrese rilevando la sua strategicità in quanto presidio, posto in un’area disagiata economicamente e dal punto di vista infrastrutturale, essenziale per la tutela della salute. “Per il territorio – è scritto nel documento  - è irrinunciabile la presenza di un ospedale, dotato di adeguato personale medico e paramedico e delle idonee strumentazioni, in cui possano essere effettuati in sicurezza interventi per gestire le emergenze-urgenze e per realizzare, nei casi che lo richiedono, il tempestivo trasferimento presso le sedi specialistiche. Nello specifico, è essenziale l’efficienza di un Pronto Soccorso h24, con relative specialità in reperibilità e dotato di tutte le funzionalità a partire dalla Radiologia e dal Laboratorio analisi, di un valido Elisoccorso (attrezzato anche per il volo notturno), di un reparto di Medicina di qualità, della possibilità di effettuare interventi chirurgici di non trascendentale complessità, di un reparto di Lungodegenza e di uno di Riabilitazione. Il tutto deve essere integrato con una Rete territoriale forte. Resta intesa – viene rammentato dai capi degli esecutivi dell’area interessata - l’esigenza di un potenziamento dell’attuale postazione del 118 in quanto una sola autoambulanza è certamente insufficiente a sopperire contemporaneamente alle necessità derivanti dagli interventi di emergenza ed a quelle connesse al trasferimento dei pazienti verso altre strutture ospedaliere. Infatti i tempi di intervento e di trasferimento dei pazienti superano di gran lunga quelli previsti dalle linee guida nazionali, anche per effetto della precarietà dell’apparato infrastrutturale, e di tale aspetto nella riorganizzazione della rete sanitaria non si può non tenerne conto”. I fautori dell’iniziativa, ritenendo “inconcepibile e inaccettabile la dicitura inclusa nell’attuale formulazione del decreto 9/2015 per la quale una volta completato il nuovo ospedale di Vibo Valentia si provvederà alla cancellazione dei posti letto delle altre strutture ospedaliere del territorio” hanno rigettato l’atto a firma di Scura proponendo le seguenti 10 richieste:

1)   L’assoluta autonomia dell’ospedale di Serra San Bruno, in quanto ricadente in area montana e dunque disagiata, rispetto al nuovo ospedale Spoke di Vibo Valentia, e la cancellazione della dicitura prevista nel decreto 9/2015 secondo cui “il nuovo presidio è maggiore dei posti letto programmati e sostituisce totalmente l’attuale offerta pubblica dell’area interessata”. Infatti, se non verrà prevista in maniera chiara ed inequivocabile l’assoluta indipendenza dell’ospedale di Serra San Bruno (zona di montagna e disagiata) dal nuovo ospedale di Vibo Valentia, si creeranno le condizioni per la perdita dei posti letto previsti nell’allegato 1 del decreto n. 9/2015 e si sancirà, di fatto, la chiusura dell’ospedale di Serra San Bruno;

2)   Il potenziamento in termini di risorse umane e tecnologiche del Pronto soccorso, indispensabile per affrontare ogni tipo di emergenza anche pediatrica;

3)   Il mantenimento del Laboratorio analisi con conferimento di Struttura Semplice, in quanto è indispensabile in un ospedale dov’è prevista la presenza di un Pronto soccorso h24 e di reparti di degenza per acuti;

4)   Il potenziamento dell’Unità Operativa di Radiologia per i motivi di cui al punto precedente;

5)   La previsione nella Chirurgia generale di 5 posti letto in Day Surgery, coerentemente con quanto disposto per gli ospedali di montagna di Acri e San Giovanni in Fiore, oltre ai 5 posti letto già inseriti nell’area di supporto;

6)   Emodialisi: Struttura Semplice a carattere territoriale;

7)  L’aumento del numero di medici di Medicina generale da 4 previsti dal “Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti” ad almeno 6 tenendo conto che il reparto è stato previsto come Struttura Complessa;

8)   La previsione del numero di medici per il reparto di Lungodegenza in quanto nel “Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti” non è previsto nulla;

9)   La presenza di una seconda ambulanza debitamente dotata di equipaggio;

10) L’adeguamento ai voli notturni della piazzola dell’Elisoccorso. Nel merito ci rendiamo disponibili a contribuire economicamente ai costi di gestione della stessa.

 

  • Published in Cronaca

De Raffele (Fi): "L'ospedale di Serra sarà smantellato. Verso la chiusura del laboratorio analisi"

 “Quello che sta per accadere all’ospedale di Serra San Bruno è una cosa inaudita, Il laboratorio analisi sta per essere chiuso, stando a quanto previsto dal decreto 9 (così come chiaramente precisato e sancito a pag. 11 riga 9, il laboratorio verrà smantellato, le provette verranno trasportate entro 2/4 ore all’ospedale di Vibo Valentia, quindi nel caso di un attacco cardiaco entro cinque ore conosceremo il valore degli enzimi ed entro sei sapremo, eventualmente, a quale pompa funebre rivolgerci oppure, per i Serresi, sistemare eventuali rette arretrate con le congreghe”. A lanciare l’allarme, in una nota, il presidente del consiglio comunale di Serra San Bruno, Giuseppe De Raffele, per il quale “sempre nello stesso decreto, si legge nell’allegata Tabella n. 42 a pag. 34, che appena pronto il nuovo presidio sanitario vibonese i posti letto della struttura Serrese saranno azzerati per essere definitivamente trasferiti nel nosocomio del Capoluogo”. Provvedimenti che, qualora dovessero trovare attuazione, minerebbero, definitivamente la funzionalità di un ospedale, le cui attività sono già state fortemente ridimensionate negli anni passati. Insieme alla denuncia, De Raffele scaglia un duro atto d’accusa all’indirizzo  della “ nuova gestione sanitaria targata Massimo Scura” ed al “management regionale che, nei giorni scorsi, in seguito alla riunione catanzarese svoltasi alla presenza del commissario ad acta, aveva espresso parole confortanti in relazione alla sopravvivenza e al potenziamento degli ospedali di montagna, forse qualcuno, ma poi vedremo”. Ad entrare nel mirino dell’esponente di Forza Italia anche i “ responsabili zonali del PD che si preoccupano di rassicurare la popolazione comunicando sui social network che il decreto sarà modificato”. “La rassicurazione – scrive ironicamente De Raffele – nasce dal fatto che sanno già che il decreto sarà modificato perché magari sono in stretto contatto con Urbani che per adesso ha abbozzato il decreto per finta”. Se il documento dovesse essere “rettificato - spiega - il presidente del consiglio comunale - sarò felicissimo di essere smentito”. Come se non bastasse però , secondo l’esponente azzurro, ci sarebbe  un’evidente disparità con quanto previsto per il nosocomio di San Giovanni in Fiore, accomunato a quello serrese dall’essere entrambi ospedali di montagna. In particolare,  aggiunge “ ai Serresi ed agli abitanti del circondario glielo dice l’onorevole Censore che a San Giovanni in Fiore la nuova programmazione del decreto prevede che in Chirurgia Generale i posti letto saranno dieci e prima erano zero ? E che in Lungodegenza da dieci passano a quindici ?  E che, sempre a San Giovanni in Fiore, saranno previsti la Farmacia Ospedaliera, la Radiologia e la Direzione Sanitaria che prima non c’erano ?”. Le attenzioni verso la cittadina silana sarebbero il frutto di “coincidenze strane”. A questo punto De Raffele si chiede se sia “un caso che San Giovanni in Fiore sia la cittadina del Presidente Oliviero ? Ed è anche un caso che a San Giovanni in Fiore ci siano il 31 Maggio le amministrative ? Come diceva Andreotti – è la chiosa finale - 'A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca'".

Subscribe to this RSS feed