I precari della scuola chiedono l’equiparazione ai candidati delle graduatorie a esaurimento

“Tra i nefasti effetti causati dalla famigerata legge 107 per la cosiddetta Buona Scuola, uno si distingue contraddittoriamente al valore morale ed istituzionale ben predicato dal nostro Governo: l’uguaglianza. Ma essendo in Italia, terra del ‘si predica bene e si razzola male’ inneggiando l’uguaglianza, la legge 107 discrimina noi docenti abilitati senza ragion di causa, ponendoci su piani differenti pur avendo i medesimi, se non superiori, requisiti”. È quanto afferma in una nota il movimento “Azione precari” che contesta i provvedimenti governativi ritenuti fonte di penalizzazione. “Ma in cosa – si domandano i rappresentanti del movimento - siamo diversi noi di II fascia? Forse l’abilitazione, pagata profumatamente e altrettanto sudata, conseguita secondo le normative vigenti ha minor valore delle abilitazioni conseguite negli anni precedenti? Ovviamente no – sostengono - in quanto non avrebbe senso poichè i percorsi abilitanti Tfa e Pas sono stati concepiti per formare i docenti ad affrontare quelle esigenze e problematiche di oggi, preparazione che i docenti abilitati 10 anni fa non possono avere, essendo stati formati per le problematiche ed esigenze di ieri. Altresì – rilevano - molti degli insegnanti assunti quest’anno e provenienti dalle graduatorie di merito per il concorso 2012, in realtà non hanno esperienza di insegnamento”. A loro avviso, “compiere tale discriminazione, utilizzando quale metodo di scelta l’acquisizione cronologica del titolo lo si può definire solamente come un gesto insensato. Certo per noi ‘diversi’ è previsto il concorso, che non serve ad altro se non a lavare le coscienze di chi questa legge l’ha partorita, e crea per noi  una condizione di ulteriore discriminazione alla quale si aggiunge la beffa di un sistema che nel valutare i già valutati dovrà  eliminare  tre docenti su quattro attraverso parametri a dir poco discutibili”. Spazio inoltre ad altri interrogativi: “che fine faranno quelli di noi che non supereranno il concorso? Saranno costretti a cambiare mestiere dopo anni di gavetta e sacrifici durante i quali hanno ugualmente svolto con passione e dedizione il proprio lavoro?”. “ Tante incertezze – è la conseguente analisi - troppi interrogativi, poche risposte, anzi nessuna risposta. Pertanto, noi docenti di II fascia chiediamo, nella prospettiva che venga azzerato il precariato della scuola, di essere equiparati ai candidati delle graduatorie a esaurimento, rientrando nel piano assunzione in ragione della preparazione e dell’esperienza maturata da molti nella scuola. Qualora non venissero accolte le nostre richieste – concludono i precari - esprimeremo il nostro dissenso sulle politiche in atto nel mondo della scuola, attuando in tutta Italia una raccolta dei certificati elettorali di un popolo indignato”.

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Domani protesta a Catanzaro dei precari della scuola: "Pronti a raccogliere i certificati elettorali"

Un gruppo di precari sarà presente domani presso l’Ufficio scolastico regionale per avanzare delle specifiche pretese. L’iniziativa scaturisce dalla sensazione di aperto disagio e di incertezza provata da questa categoria di lavoratori. “Qualora non fossero accolte le nostre richieste – spiegano - ci rivolgeremo al prefetto per comunicargli il nostro dissenso sulle politiche in atto nel mondo della scuola. Un riscontro negativo avrà come conseguenza in tutta Italia una raccolta dei certificati elettorali di un popolo indignato”. Il 18 marzo è inoltre prevista una protesta di carattere nazionale nella Capitale.

Regione, interrogazione di Nicolò (FI) per stabilizzare i precari di Calabria Lavoro

Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò ha rivolto un’interrogazione al presidente della Regione ed all’assessore al Lavoro, per conoscere "le determinazioni che intendono assumere in merito alla reinternalizzazione dei servizi affidati ad Azienda 'Calabria Lavoro' al fine di procedere all’assunzione diretta con la Regione Calabria dei lavoratori precari, alle medesime condizioni contrattuali. Nell’interrogazione, Nicolò ricostruisce l’iter legislativo dell’intere vicenda". "Nell’agosto del 2008 - spiega -  è stata approvata la legge regionale 28/2008 che al comma 1 prevedeva 'Il Dipartimento regionale del Lavoro approva progetti di sviluppo di politiche attive del lavoro suscettibili di offrire impiego a lavoratori già dipendenti di Enti o altri organismi pubblici o pubblico-privati al cui capitale sociale partecipa direttamente la Regione, collocati nelle diverse forme di trattamento degli ammortizzatori sociali di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223 e successive modifiche ed integrazioni, compresi i trattamenti in deroga, ovvero dipendenti, alla data del 31 dicembre 2007, di imprese fornitrici di servizi in regime di esternalizzazione, resi in favore della Regione Calabria' . Al  successivo comma 2 si chiariva che '…..L’individuazione delle professionalità necessarie, da assumere anche con modelli negoziali flessibili, avviene previo l’esperimento di idonee procedure selettive'. A tal fine, il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria provvedeva ad indire una selezione del personale tramite manifestazione di interesse svoltasi il 28/29 dicembre 2008. Con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro n. 23292/2009 veniva approvato l’elenco definitivo degli ammessi, impiegando i suddetti lavoratori in progetti di politiche attive per il lavoro, tramite gli enti strumentali della Regione Calabria (Azienda Calabria Lavoro – Fondazione Calabria Etica)'". Ancora Nicolò: "Con delibera della Giunta regionale del 10 maggio 2013 n° 160, i lavoratori delle leggi regionali 28/2008 e 8/2010, venivano inclusi nel cosiddetto Bacino di precariato consolidato della Regione Calabria. Con legge regionale n. 1/2014, recante 'Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato di cui al D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in legge 30 ottobre 2013, n. 125', veniva così  previsto all’art. 1, comma 5 'Al fine di ridurre il numero dei lavoratori impegnati in attività socialmente e di pubblica utilità, di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010, destinatari di misure di sostegno al reddito a valere sul bilancio dello Stato e delle Regioni, gli Enti locali possono prorogare i contratti e l’utilizzo di tali lavoratori fino al 31 dicembre 2016 per favorire l’assunzione a tempo indeterminato, anche con contratto di lavoro a tempo parziale'". Ricorda, inoltre, il capogruppo di Forza Italia che "Il 28 febbraio 2014 i lavoratori di cui alle leggi 28/2008 e 8/2010, sottoscrivevano un contratto a tempo determinato con Azienda Calabria Lavoro fino al 31/12/2016". "Attualmente – aggiunge Nicolò - gli indirizzi normativi nazionali intendono più in generale promuovere un significativo progetto di stabilizzazione del precariato nei vari settori della Pubblica amministrazione, tanto nell’ottica della razionalizzazione delle strutture burocratico-amministrative, quanto nella prospettiva di un tentativo di miglioramento delle condizioni contrattuali di lavoratori assunti con contratti privi di stabilità". "È interesse della Regione Calabria – conclude Nicolò - dare seguito alle procedure di stabilizzazione del personale precario presente in Regione e non solo, nonché utilizzare tutte le opportunità fornite dalle norme contrattuali e legislative al fine di promuovere e realizzare un processo di stabilizzazione di tutte le tipologie di lavoro precario, anche nella prospettiva di un miglioramento dei servizi e della razionalizzazione dei costi, e procedere a normalizzare i rapporti lavorativi all’interno dell’ente regione, procedendo all’assunzione a tempo indeterminato anche con contratti di tipo part-time". 

 

Precari storici del Vibonese: Mirabello incontra l'assessore Roccisano

"Ho scritto all'assessore al Lavoro Federica Roccisano - fa sapere Michele Mirabello, consigliere regionale del Partito Democratico - chiedendo un impegno straordinario, per il futuro dei dipendenti ex art. 7 legge 15. Si tratta di un bacino di precari storici, che prestano lavoro tra la Prefettura e l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, in carico a Calabria etica. Essendo quest'ultima in liquidazione, tali dipendenti percepiscono lo stipendio con molto ritardo, anche a causa delle procedure burocratiche molto macchinose. E' importante, quindi, procedere con urgenza e prevedere il passaggio dei lavoratori da Calabria etica a Calabria lavoro, per non mortificare la stabilizzazione di ben 76 precari. L'assessore Roccisano, al quale va il mio ringraziamento, ha risposto in tempi rapidissimi alla richiesta. Martedì mattina, alle 12, infatti - annuncia l'esponente democrat - insieme alle associazioni sindacali e una delegazione di lavoratori avremo un incontro".

 

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