“Italia al centro”: De Nisi segretario regionale, Vito Regio e Romano Loielo nella segreteria regionale

Con l’avvio della strutturazione nazionale di “Italia al Centro”, anche in Calabria il movimento presieduto da Giovanni Toti e coordinato da Gaetano Quagliariello vara la sua squadra. Dotato di piena autonomia politica e organizzativa, in consiglio regionale - così come a livello parlamentare - ci sarà un accordo che vedrà un gruppo unitario dal nome  “Coraggio Italia - Italia al Centro” con la partecipazione dei due distinti soggetti politici.

Sul territorio calabrese, come a livello nazionale, il partito avrà una impostazione di tipo federale: si parte dalle realtà provinciali che si federano tra loro e delegano alcune funzioni al livello regionale.

Per questo il partito avrà un organo esecutivo, individuato nella segreteria regionale, e un’assemblea federale con funzioni di dibattito e deliberazione politica. In ossequio a questa impostazione, la strutturazione regionale vede la segreteria affidata al consigliere Francesco De Nisi, mentre l’assemblea federale è presieduta dal senatore Franco Bevilacqua.

Alfonso Dattolo è il delegato calabrese nella struttura federale nazionale. I segretari provinciali sono Vincenzo Scarcello (Cosenza), Massimo Ripepi (Reggio Calabria), Carmen Carceo (Crotone), Giuseppe Monteleone (Vibo Valentia), Mario Migliarese (Catanzaro), mentre i consigli federali provinciali sono presieduti da Pasquale Imbalzano (Reggio Calabria), Domenico Arcuri (Crotone), Nicola D’Agostino (Vibo Valentia), Pino Pitaro (Catanzaro).

La segreteria regionale è così composta: Serena Anghelone (con funzioni di vice-segretario), Domenico Campana, Antonello Cariglino, Lea Concolino, Romano Loielo, Antonio Lopez, Pasquale Montesano, Sandra Polimeno, Vito Regio.

A Giovanni Carè è stato infine affidato il coordinamento regionale dei giovani, mentre, sempre nella rappresentanza giovanile, Cetty Scarcella è entrata a far parte della segreteria nazionale del partito. Le cariche di partito, attribuite provvisoriamente, resteranno in vigore fino alla celebrazione dei congressi che si svolgeranno nei mesi di settembre e ottobre.

Nardodipace, Loielo e Tassone:"Tasse rifiuti astronomiche frutto dell'irragionevole aumento voluto da Demasi"

"Al peggio non c’è mai fine, recita un anonimo aforisma, e per Nardodipace il destino avverso sembra proprio non dover finire mai!

Dopo oltre quattro anni di fallimentare gestione dell’Amministrazione comunale in carica – che era stata eletta, si rammenterà, per dare giusta soluzione alle annose problematiche che attanagliano la comunità, prima fra tutte la disoccupazione, con decine di assunzioni in forestale ed occupazioni delle più svariate -, si registra oggi un ennesimo capitolo di questa triste commedia consumata sulle spalle e sul futuro di un Comune che, in breve tempo, persistendo questo disastroso andazzo, rischierà di spopolarsi e scomparire definitivamente.

Il Comune di Nardodipace, di fatto, nel volgere di appena qualche anno è sceso ben al di sotto della soglia dei mille abitanti ed in alcune località, quali la frazione Vecchio Abitato - antica sede municipale -, si contano oramai solo poche unità residenti. Nel capoluogo Ciano, difatti, oggi abbiamo circa 360 cittadini residenti effettivi e l’altra frazione più popolosa, Cassari, sta anch’essa sprofondando nel baratro più oscuro, raggiungendo la soglia delle 400 anime, mentre nel Vecchio Abitato, compreso il rione Albani, risiedono appena 20 persone e nelle rimanenti due frazioni, S. Todaro e Ragonà, infine, la popolazione si aggira intorno a 60 abitanti per ciascuna.

Un vero e proprio disastro, dunque, la cui causa, seppur in parte addebitabile ad una inarrestabile tendenza nazionale verso lo spopolamento dei piccoli borghi interni, va sicuramente ricercata nell’inerzia e nella assoluta incapacità dell’Amministrazione comunale di lavorare in maniera seria ad un concreto progetto per la comunità, se non improntato sulla crescita e sullo sviluppo, quantomeno che sia in grado di mantenere le condizioni esistenti e di arrestare quel continuo stillicidio di definitive partenze.

La arcinota retorica del “Comune più povero d’Italia”, molto cara ai nostri attuali governanti, è stata sempre utilizzata in maniera altalenante, a convenienza, in base alle occasioni ed alle stagioni, per poi dimenticarsene, tuttavia, allorquando ci si trovi di fronte a scelte importanti per il futuro della cittadinanza.

Non è mancato, sinora, solamente il rispetto degli innumerevoli impegni assunti in campagna elettorale, ma l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Demasi ha dimostrato, altresì, di essere assolutamente priva di quel po’ di buon senso che ogni amministratore medio dovrebbe possedere, palesando assoluta noncuranza in ordine alle conseguenze sulla vita dei consociati derivante dalle scelte amministrative operate.

Nardodipace, in tema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, si era classificata verso la fine del decennio scorso al primo posto nella provincia di Vibo Valentia e tra i primi 25 Comuni dell’intera regione per i risultati ottenuti nella raccolta differenziata, attestandosi intorno al 70%. Ciò, inevitabilmente, ha consentito di non appesantire per anni il prelievo erariale dalle tasche dei cittadini per il mantenimento del servizio. Simili risultati, naturalmente, si raggiungono avendo ben chiaro come organizzare tale delicato servizio e come gestire adeguatamente ogni fase del processo.

Oggi, invece, non solo il Comune di Nardodipace si è allontanato anni luce da quei primati, ma come logica conseguenza dell’inefficiente organizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti ci troviamo incredibilmente di fronte a delle astronomiche bollette i cui importi superano di gran lunga quelle pagate nelle più grandi città d’Italia!

Vi è, difatti, che per l’anno 2021 il Comune di Nardodipace ha fatto pervenire dei veri e propri salassi ai nostri concittadini, bollette relative alla tassa sui rifiuti che in alcuni casi raggiungono anche alcune migliaia di euro! Particolarmente vessate, oltretutto, le oramai esigue attività commerciali del territorio, ridotte solo a poche unità destinate alla erogazione di prodotti e servizi essenziali, nei confronti delle quali l’Amministrazione Demasi ha manifestato una straordinaria avversità, arrivando persino ad ingiungere il pagamento di circa 12 mila euro ad un piccolo esercizio pubblico che una cifra tale non la incassa nemmeno nel corso dell’intero anno!

La bolletta media per ogni abitazione, anche la più piccola ed in cui risiede una sola persona, persino per i non residenti che a stento tornano al paese in estate per quindici giorni, si aggira intorno a 300 euro, con punte anche di ben mille euro a famiglia!

Ciò che condanniamo dell’Amministrazione Demasi, oltre alla assoluta e manifesta incapacità politico-amministrativa, è la protervia e l’ostinazione con cui porta avanti iniziative insensate e prive della minima attinenza con la realtà e, soprattutto, coi fabbisogni della nostra comunità.

Più volte il sindaco Demasi era stato avvisato, anche da parte della minoranza, dell’eccessivo importo delle bollette scaturito dall’irragionevole aumento delle tariffe approvato, ma come un treno merci ha voluto proseguire comunque per la sua strada, facendo recapitare bollette che in pochi certamente pagheranno.

La cosa ridicola, più che buffa, è che ora, chiuso l’anno finanziario 2021 e sollevatesi le proteste dell’intera cittadinanza, il sindaco Demasi tenta in maniera alquanto impacciata di porre rimedio alla sua assurda pretesa impositoria, promettendo una curiosa riduzione di quelle tasse che egli stesso ha caparbiamente prima voluto, uno sgravio che il sindaco, invece, avrebbe potuto approvare ancor prima di spedire quelle salatissime bollette solo se avesse avuto l’umiltà di ascoltare chi, ben consapevole di quanto stava accadendo, per tempo glielo aveva anche suggerito. Per fortuna il suo mandato sta per concludersi e la comunità non dovrà più subire i danni incalcolabili sinora provocati, seppur sarebbe stato meglio aver gettato la spugna già da diverso tempo, dopo aver preso atto dell’enorme e palese fallimento del sacro impegno a suo tempo assunto dinnanzi al proprio popolo".

E' quanto si legge in una nota sottoscritta da Piero Tassone e Romano Loielo, rispettivamente Capogruppo di minoranza in Consiglio comunale e coordinatore cittadino del moviemnto civico "Uniti per Nardodipace".

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Nardodipace, Loielo: “Risultato di Coraggio Italia frutto del nostro impegno. De Nisi e Miletta hanno sempre dimostrato attaccamento al nostro territorio”

"Esprimo, innanzitutto, vivo apprezzamento nei confronti della Comunità di Nardodipace per aver creduto ancora una volta nel progetto che il nostro Movimento porta avanti oramai da tempo nel pieno interesse dell’intera Collettività, attribuendo un diffuso consenso ai candidati della lista “Coraggio Italia” Francesco De Nisi e Teresa Miletta, tanto da consentire proprio a Francesco De Nisi di risultare il candidato più votato nel Comune di Nardodipace.

L’ambizioso risultato ottenuto, soprattutto da parte di un Movimento Politico che, allo stato, siede sui banchi della Minoranza, è evidentemente il frutto della serietà, non solo politica, e della costanza con cui giorno per giorno ci misuriamo con i mille problemi che attanagliano il nostro piccolo Comune, segno evidente che ancora oggi la buona politica, alla fine, ripaga!

Lo splendido esito elettorale è da ricercarsi, comunque, anche nella non comune personalità politica ed umana dei due candidati della lista, noti professionisti i quali, nei fatti e quotidianamente, hanno da sempre dimostrato attaccamento ed amore per il nostro territorio. Teresa Miletta, validissima insegnante, da anni, oramai, dedica parte della propria vita ad assistere le nostre giovani generazioni nel difficile periodo della loro infanzia, contribuendo sensibilmente alla loro formazione scolastica e di vita. Molti, magari, per i disagi che comporta dover lavorare a Nardodipace, farebbero di tutto per essere trasferiti altrove, mentre Teresa Miletta, anche per quest’anno, ha fatto di tutto per rimanere qui, per non recidere il profondo legame che ha instaurato con i suoi alunni e con la nostra Comunità.

Teresa Miletta non è stata eletta in Consiglio Regionale, ma ha contribuito non poco allo splendido risultato elettorale, ricevendo un gratificante riscontro anche a Nardodipace. Ringrazio, pertanto, Teresa Miletta per quanto ha fatto sinora, e per quanto intenderà ancora fare, per i nostri ragazzi, per la nostra Nardodipace e per quanto ha contribuito a fare, con la sua candidatura e il suo impegno, per il futuro della intera Calabria.

Un ringraziamento particolare ed un affettuoso augurio di buon lavoro voglio farlo, a nome dell’intera Comunità di Nardodipace, all’On. Francesco De Nisi, neo eletto al Consiglio Regionale della Calabria, oramai di fatto nostro cittadino onorario, il quale non necessita certamente di alcuna presentazione al cospetto della nostra gente. Lo splendido risultato elettorale che lo ha piazzato al primo posto tra i candidati votati nel nostro Comune è il segnale tangibile dell’amore e dell’affetto che Nardodipace gli porge, per tutto ciò che ha fatto sinora per i nostri concittadini e per quanto ancora avrà modo di fare. Sono estremamente certo, avendo l’onore di poter vantare un forte legame di amicizia, oltre che politico, con Francesco De Nisi, che egli non deluderà in alcun modo le aspettative del popolo di Nardodipace.

Ritengo, a ragion veduta, che la Calabria abbia bisogno, oggi più che mai, di persone oneste e pragmatiche come l’On. Francesco De Nisi, il quale, ne sono persuaso, saprà dimostrare competenza e capacità, oltre alla sua straordinaria passione politica, nell’imminente impegno nel governo regionale in cui il Presidente Roberto Oocchiuto nondimeno lo chiamerà a prendere parte, contribuendo col suo instancabile lavoro a far brillare quella “Calabria che l’Italia non si aspetta!”.

Auguri di buon lavoro, allora, caro amico mio! Auguri di buon lavoro, On. Francesco De Nisi: Nardodipace e la Calabria si aspettano grandi cose, ma primo fra tutti, un grande amore per i calabresi e per la nostra terra, indispensabile ingrediente in grado di garantire un lavoro onesto, leale e proficuo".

E' quando scrive in una nota il responsabile cittadino del Movimento politico "Uniti per Nardodipace", Romano Loielo.                      

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Emergenza covid, Uniti per Nardodipace chiede le dimissioni del sindaco

"L'interrogazione consiliare trasmessa stamattina al sindaco è stata condivisa dall'intero movimento politico "Uniti per Nardodipace" e si è resa necessaria a causa dell'assoluto stato di abbandono in cui sia i dipendenti comunali che l'intera comunità versano da quando è circolata voce di possibili casi di infezione da coronavirus Covid-19". È quanto scrive in una nota il responsabile del Movimento "Uniti per Nardodipace", Romano Loielo. "È assolutamente intollerabile - prosegue Loielo - che il sindaco, massima autorità locale in materia sanitaria e di protezione civile, in un momento così delicato ed importante per la sicurezza e l'incolumità pubblica sparisca senza lasciare traccia né impartire adeguate direttive, lasciando una intera cittadinanza nel panico e nello sconforto più dilagante. I dipendenti comunali sono rimasti privi di guida, anch'essi abbandonati in un incredibile stato di incertezza sia in ordine allo svolgimento o meno del servizio che alla regolare percezione della retribuzione, atteso che prima veniva chiusa all'improvviso la sede municipale per una intera settimana, impedendo così di fatto l'accesso agli uffici ed il corretto svolgimento dell'attività lavorativa, senza impartire alcuna direttiva in merito ai dipendenti, e poi veniva trasmessa loro, qualche giorno fa, una breve nota con la quale venivano invitati a porsi in quarantena volontaria, omettendo però di chiarire se le assenze dal lavoro sarebbero state giustificate e retribuite. Insomma, un vero e proprio caos al quale non solo il sindaco ma nemmeno gli altri amministratori hanno inteso porre fine, intervenendo attivamente per fronteggiare adeguatamente la situazione emergenziale in atto e infondere, inoltre, la necessaria fiducia ai cittadini. Inutile evidenziare che tale stato di indifferenza da parte delle autorità comunali ha certamente contribuito sia ad alimentare lo stato di allarme tra la comunità che il pericolo per la salute pubblica, non essendo stati adottati i dovuti provvedimenti necessari per scongiurare seriamente la diffusione del contagio. Il gruppo politico "Uniti per Nardodipace", facendo proprio il sentimento popolare che soprattutto in questi giorni è diffuso ampiamente nella comunità, chiede le immediate dimissioni del sindaco e degli amministratori comunali di maggioranza per assoluta e manifesta incapacità, avendo dimostrato con ogni evidenza sinora di non essere assolutamente in grado non solo di provvedere all'ordinaria amministrazione ma nemmeno di fronteggiare gravi situazioni di crisi come quella che allo stato anche la piccola comunità di Nardodipace sta vivendo".

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Nardodipace, elezioni: tutti i dubbi di Romano Loielo

Riceviamo e pubblichiamo

"A campagna elettorale conclusa e ad elezioni fatte, reputo opportuno porre una pertinente domanda all'attenzione del sig. Ministro dell'interno, del sig. Prefetto di Vibo Valentia, delle Forze di Polizia della provincia di Vibo Valentia e di ogni ulteriore soggetto interessato alla questione, ivi compresa la Procura della Repubblica competente. Come è oramai arcinoto, l'Amministrazione Comunale di Nardodipace da me guidata è stata perseguitata per dieci anni, sin dal 2007, da commissioni d'accesso e poi scioglimenti per infiltrazioni mafiose, basando tale attività  sostanzialmente sulla teoria che la frazione Cassari di Nardodipace sarebbe sede della locale di ndrangheta capeggiata dal padre del mio ex vice sindaco, Romolo Tassone, e che quindi l'azione delle mie Amministrazioni, elette proprio grazie a quel supporto, era volta a favorire gli interessi  delle organizzazioni criminali. 

Inutile ogni dimostrazione in senso contrario documentalmente attestata da parte nostra in ogni sede: il consiglio comunale di Nardodipace per ben due volte è stato implacabilmente sciolto!

Abbiamo gridato ai quattro venti e vanamente che mai alcun atto è stato posto in essere su spinte esterne e per motivi illeciti, nonché che mai alcun aiuto della criminalità c'è stato per far vincere per ben due volte la nostra squadra. Che solo l'attività politica da ognuno di noi condotta giorno per giorno da sempre tra la gente ha portato quei risultati, ma nessuno ci ha mai creduto. Compresa la stampa! Anzi, tutti hanno fatto a gara per colpirci più duramente possibile, con un'azione unilaterale senza possibilità di difesa alcuna da parte nostra, né un minimo margine per eventuali chiarimenti! Siamo stati subito etichettati ed additati come i peggiori delinquenti.

Ora però credo siamo arrivati finalmente alla resa dei conti.

La recente elezione comunale di Nardodipace del 5 novembre scorso è stata attenzionata anche dalla Commissione Nazionale Antimafia che ha passato in rassegna le tre liste presentate per verificare eventuali aderenze con ambienti controindicati.

Immagino quindi che a questo punto non sia sfuggita la composizione delle tre liste, i loro sostenitori e gli ambiti in cui ognuna di esse è nata.

Ancor di più, non sarà sfuggito il risultato finale che ognuna ha riportato.

Noi, infatti, da buoni "mafiosi" sinora sempre sostenuti dalle cosche, determinanti per ottenere la vittoria (secondo quanto sin qui affermato da chi ci ha sempre accusato), abbiamo clamorosamente perso le elezioni!

E con quale risultato?

118 voti in più da parte del vincitore, Antonio Demasi! Ma il dato più interessante degno di massima attenzione è quello della frazione Cassari: 207 voti ottenuti dalla lista di Antonio Demasi e 82 dalla nostra! 125 voti in più, quindi, per Antonio Demasi solo a Cassari!!! Mentre, seppur di poco, la nostra lista ha vinto nel seggio 1 Ciano e nel seggio 2 San Todaro. Praticamente, Antonio Demasi ha vinto solo nella frazione Cassari ed il risultato di quel seggio è stato determinante per la sua vittoria. In sostanza, i voti che la lista di Antonio Demasi ha preso a Cassari in più superano lo scarto complessivo pari a 118 voti con cui egli ha vinto le elezioni!

Ed ecco la domanda allora:

Ecc.me Autorità, come si spiega il fatto che proprio nella frazione Cassari, in cui la mia lista asseritamente vinceva prima perché ritenuta sede della locale di 'ndrangheta da sempre nostra sostenitrice, oggi vince la lista di Antonio Demasi? Perché oggi la nostra lista ha perso le elezioni a Nardodipace e le ha perso praticamente proprio per il risultato di Cassari? Ecc.me Autorità, se era davvero la 'ndrangheta a gestire le elezioni in quella frazione, cosa sarà mai successo stavolta? Se quella teoria valeva quando vincevamo Noi, vale anche ora che vince Antonio Demasi?

Perché vedete, Ecc.me Autorità, noi siamo stati massacrati politicamente e umanamente da Voi proprio per tali ragioni, ed oggi pretendiamo una risposta chiara ed esaustiva sulla questione! Oggi vogliamo sapere se quella teoria è sempre valida, in quanto la questione è semplice da risolvere: se vale sempre tale assunto, e se cioè a Cassari esisterebbe davvero una locale di 'ndrangheta che avrebbe poteri decisori su chi debba vincere le elezioni, allora noi saremmo stati sostenuti dalla 'ndrangheta per ben due volte, così come oggi sarebbe stato sostenuto chi ha vinto le elezioni. Ma se tale teoria non è invece valida, allora la locale di 'ndrangheta non esiste a Cassari, o se esiste non si interessa di politica, e Noi, contrariamente alle accuse mosse nei nostri confronti proprio da codeste Ecc.me Autorità sinora, non siamo mai stati sostenuti dalla ndrangheta né da essa guidati e quindi siamo stati ingiustamente mandati a casa! Ed anche chi ha vinto oggi, in quest'ultimo caso, lo ha fatto senza sostegni controindicati e per libera scelta degli elettori!

Credo, sig. Ministro, sig. Prefetto ed Autorità varie, che non sia una domanda tanto difficile cui rispondere, ma credo altrettanto fermamente che a tale domanda debba pervenire una tempestiva risposta, soprattutto per rispetto dei cittadini che si sono visti depredare del proprio voto per ben due volte, e presumibilmente anche ingiustamente!

Un'ultima questione: nell'ambito dei due scioglimenti del consiglio comunale di Nardodipace sono stati passati in rassegna i rapporti parentali, le frequentazioni e le appartenenze praticamente di tutti coloro che si sono occupati sinora di politica e di tantissimi cittadini. Credo che si abbiano già concreti ed esaustivi elementi su ogni candidato almeno delle due liste principali, e sono persuaso che quanto ritenuto in passato da chi ha svolto gli accertamenti non possa essere oggi smentito. Dunque, traiamo ogni indispensabile conclusione alla luce di questi pochissimi punti: i componenti delle liste, i sostenitori e raccoglitori attivi di voti, i risultati ottenuti dai singoli candidati e complessivamente dalle liste. Ogni ulteriore considerazione appare inutile. 

Certo che la mia riflessione non sia affatto infondata, rimango rispettosamente e pazientemente in attesa di riscontro alla presente, confidando nel sereno e oggettivo lavoro di tutte le Autorità competenti".

Romano Loielo

 

 

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"Intimidazioni ai danni dei componenti di Uniti per Nardodipace", la denuncia dell'ex sindaco Loielo

“Elezioni comunali alle porte a Nardodipace. Uno Stato distratto e a volte complice di alcuni sporchi giochi politici ha demolito negli ultimi dieci anni il sogno di riscatto e la speranza di potercela fare della nostra piccola comunità”.

Questo l’incipit di una nota con la quale, nella sua veste di segretario cittadino del Movimento politico “Uniti per Nardodipace”, l’ex sindaco Romano Loielo denuncia due atti intimidatori consumati ai danni di un ex assessore e di un congiunto di un altro componente del Movimento.

In particolare, Loielo stigmatizza con veemenza il “vile” gesto compiuto, la notte scorsa, nella frazione Cassari ai danni dell’automobile dell’ “ex assessore comunale Maurizio Maiolo”. Dopo aver lasciato sul cofano “una bottiglia di plastica piena di benzina”, ignoti hanno danneggiato la vettura cospargendola di vernice nera. 

“Evidentemente –  scrive l’ex primo cittadino - la sua ricandidatura nella lista ‘Uniti per Nardodipace’ risulterà scomoda a qualcuno, atteso il vasto seguito che egli ha sempre avuto nella frazione! Ma se qualcuno ha minimamente sognato che anche uno di noi potesse indietreggiare di fronte a simili segni di viltà, allora gli consiglio di cambiare opinione perché noi tireremo dritto senza alcuna esitazione!”.

“Come se ciò non bastasse – continua Loielo - anche un veicolo del fratello di Salvatore Tassone, altro candidato della nostra lista, è stato destinatario di un atto intimidatorio. Un motoveicolo Ape Poker di proprietà di Cosimo Tassone, ex consigliere comunale di minoranza nel mandato 1997/2002, parcheggiato in un'area di campagna appena fuori dal centro abitato della frazione Cassari di Nardodipace è stato dato alle fiamme, anche se il tentativo non è andato a buon fine perché il fuoco non è riuscito a divampare”.

Secondo Loielo, i “ due atti intimidatori” avrebbero il fine d’indurre i componenti di “Uniti per Nardodipace”  a desistere dal portare avanti il loro progetto politico.

“Nonostante – chiosa Loielo - lo Stato abbia sinora fornito un pessimo esempio nel nostro Comune, confidiamo ancora nel lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, dalle quali ci aspettiamo finalmente che venga ristabilita la legalità e la verità nella nostra piccola comunità. 

Nel frattempo – conclude l’ex sindaco - consiglierei alle autorità di voler volgere un attento sguardo anche nei confronti delle altre liste che verranno presentate nei prossimi giorni, così magari si comprenderà finalmente qual è la reale situazione a Nardodipace”.

Per leggere la dichiarazione dell'ex assessore Maurizio Maiolo clicca qui

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Nardodipace. Loielo: “Mai interessi del PD per le sorti della comunità”

Riceviamo e pubblichiamo:

Leggo la nota stampa di qualche giorno fa del Segretario PD di Nardodipace, Samuele Maiolo, in merito ad alcuni attacchi indirizzati all’attenzione dei Commissari Straordinari che attualmente guidano l’Ente, e non posso esimermi da alcune indispensabili considerazioni.

Non è un segreto che io, anche in tempi non sospetti, abbia sempre affermato che in nessuna circostanza è auspicabile la guida di un importante Ente locale come il Comune da parte di commissari, soprattutto per la peculiarità del rapporto che deve indiscutibilmente intercorrere tra amministratori e Comunità che giammai potrà essere surrogato da burocrati inviati a tempo determinato dallo Stato per gestire le sorti di un territorio, a volte provenienti anche da fuori regione, com’è, appunto, il caso che attualmente ci riguarda.

E non è nemmeno un segreto che i commissariamenti che riguardano il Comune di Nardodipace non siano stati altro che il frutto di una inedita quanto becera battaglia politica condotta nell’ombra da chi non ha mai voluto tenere in debita considerazione il dato elettorale, la volontà popolare, il risultato democraticamente offerto dalle urne. Solo un ingenuo, infatti, ovvero chi tale vuol apparire, può credere che il Consiglio Comunale di Nardodipace sia stato davvero sciolto per motivi legati alla infiltrazione mafiosa nell’Ente. 

E’ oramai arcinoto, e sempre più spesso contestato da illustri Sindaci mai sfiorati da tali provvedimenti, che la normativa riguardante la dissoluzione degli enti locali sia sempre più spesso utilizzata quale arma politica contro avversari scomodi, rendendosi perciò urgente una sua radicale revisione al fine di rendere meno agevole l’adozione di tali rigorose iniziative statali che arrecano alle Comunità interessate, tra l’altro, ancor più danni di quelli che si vorrebbero astrattamente evitare.

Di questo avrebbero dovuto tenere conto coloro i quali hanno sempre utilizzato ogni metodo, anche quello più scorretto e meno ortodosso, al fine di distruggere quella classe dirigente che la Comunità si era liberamente scelta già nel 2007. Avrebbero dovuto tenere certamente in debita considerazione, cioè, i gravi danni per la Comunità di Nardodipace che da tali provvedimenti sarebbero derivati, soprattutto in termini di disservizi e di scarso interessamento, com’è naturale, per le problematiche del territorio, per le quali oggi il Segretario cittadino del PD si straccia le vesti.

Tuttavia, io non credo sia giusto, né intellettualmente corretto, scaricare tutte le colpe ai Commissari che oggi guidato il Comune, soprattutto per quanto riguarda la questione delle tasse e, ancor più particolarmente, la materia riguardante il pagamento dei canoni di locazione per l’occupazione di alcuni alloggi comunali.

In materia di tasse, chi ha avuto ruoli di amministratore comunale, benché di minoranza, nonché fa parte di quella compagine politica che ha prima sostenuto e poi direttamente guidato i governi succedutisi dal 2011 sino ad oggi, dovrebbe certamente sapere che pochi sono rimasti gli strumenti decisionali in merito a livello locale e che esse sono, invece, esclusivo frutto di scelte centrali, sia per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, che per quanto concerne l’IMU, l’IRPEF, ecc. 

Chi ha rivestito il ruolo di amministratore comunale dal 2013 in poi, tra l’altro, non può non sapere, se ha condotto in pieno tale incarico, quanto impegno l’Amministrazione Comunale ha profuso in materia per rendere in tutti i modi possibili meno oneroso ai cittadini il pagamento dei tributi locali. Esprimere generiche lamentele al riguardo, invece, al solo scopo di accattivarsi qualche consenso, non è altro che il tentativo di fare pura demagogia, fine a se stessa e che alcun risultato concreto porterà mai al gruppo di Samuele Maiolo e compagni, i quali mai hanno dimostrato, invece, reali interessi per le sorti della Comunità, giorno per giorno, per tutti i mesi dell’anno, e per tutti gli anni sinora trascorsi, man mano che le varie problematiche per la cittadinanza si andavano manifestando, comparendo, invece, soltanto con qualche comunicato stampa quando spunta all’orizzonte una ipotesi elettorale! 

Non ho visto, ad esempio, un intervento da parte di Samuele Maiolo e compagni durante lo scorso commissariamento del 2012 teso a sostenere i 180 cittadini destinatari dell’assurda pretesa dell’Ente in ordine alle pratiche del condono edilizio del 1986/’87, assistiti in quella fase solamente da questo gruppo politico che ha poi definitivamente risolto la questione durante l’Amministrazione Comunale guidata dal sottoscritto nel 2014. Così come non ho visto Samuele Maiolo e compagni correre in difesa di quei 14 dipendenti comunali che lo scorso ottobre avevano rischiato di perdere il posto di lavoro, salvati solamente dall’intervento del sottoscritto e del sindacato UGL!

In merito alla questione lamentata da Samuele Maiolo relativa alla richiesta dell’Ente del pagamento di un canone di locazione per la occupazione, peraltro sine titulo, di alcuni alloggi popolari, infine, non posso certamente scagliarmi contro la decisione assunta dai Commissari, i quali oggi devono necessariamente perseguire l’obiettivo di tutelare gli interessi del Comune e scongiurare possibili responsabilità per danno erariale a loro carico, quando so benissimo che la responsabilità di tutto questo è, invece, proprio di quei cittadini destinatari del provvedimento in questione, tra i quali figurano proprio stretti congiunti di Samuele Maiolo e compagni.

Come certamente il segretario cittadino del PD ricorderà, l’Amministrazione Comunale da me guidata già nel 2009 aveva individuato la idonea soluzione per consentire in maniera assolutamente indolore  agli  attuali  detentori  dei circa 270 alloggi comunali realizzati a seguito degli eventi alluvionali del 1951/’53 e mai trasferiti in proprietà agli aventi diritto dell’epoca di diventarne pieni proprietari, previo pagamento di una cifra simbolica di euro 500 per alloggio e delle spese per la stipula, registrazione e trascrizione del relativo atto notarile ammontante a circa euro 1.000. A seguito dell’avvio di quella procedura, infatti, una settantina di cittadini interessati, tra i quali anche il candidato a sindaco della lista avversaria Monteleone Cosmo e stretti congiunti di Samuele Maiolo e compagni, anziché aderire all’iniziativa comunale promossero ricorso al TAR, poi naturalmente vinto dal Comune. L’Amministrazione Comunale, tra l’altro, riaprì i termini del bando per ben tre volte, oltre a sanare sino al 2011 le domande tardivamente pervenute, ma una quarantina di quei cittadini, nonostante tutto, anziché aderire all’ultima chance offerta dall’ente con la ennesima riapertura dei termini del bando nel 2011, promossero un’ulteriore azione giudiziaria, questa volta tesa al riconoscimento della usucapione maturata sugli alloggi, al quale poi addirittura rinunciarono formalmente. 

Oggi la Commissione Straordinaria avvia una procedura volta a regolarizzare la posizione di quegli alloggi, certamente assai più rigorosa di quella attivata dalla mia Amministrazione, ed ancora una volta quei cittadini si oppongono, quando sarebbe giunto il momento di riconoscere, invece, che questa non è altro che la conseguenza delle proprie azioni, assumendosene adesso le dovute responsabilità. Tutto questo, tutti questi danni a scapito di una quarantina di cittadini, le cui conseguenze sono ancor più gravi di quelle sinora immaginate, si sarebbe potuto evitare aderendo all’iniziativa comunale anziché intavolare improbabili bracci di ferro. 

Ma ora si avvicina l’atmosfera elettorale e c’è chi pensa di uscire dal lungo e dannoso letargo...

 

                                                                                               Romano Loielo

                                                                                            Uniti per Nardodipace 

 

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Tutti i motivi dello scioglimento del Comune di Nardodipace: ecco il contenuto del decreto

È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale – Serie generale n. 3 – del 5 gennaio il decreto di scioglimento del Comune di Nardodipace. Alcuni passaggi dello stesso appaiono particolarmente pesanti nei confronti degli organi elettivi che sono  stati  rinnovati con le consultazioni amministrative del 17 novembre 2013. Nello specifico, nella premessa si legge testualmente che: “all'esito  di  approfonditi  accertamenti,  sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata  che  hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialità dell’attività comunale” e che “la  permeabilità dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata  ha  arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell'istituzione locale”. Sottolineata inoltre la “situazione  di  grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale”. “La gestione del Comune di Nardodipace – viene precisato – è affidata, per la  durata  di  diciotto  mesi,  alla  commissione  straordinaria composta da:
- dottoressa Francesca Giovanna Buccino - viceprefetto;
- dottor Giuseppe De Marco - viceprefetto aggiunto;
- dottor Stefano Tenuta - funzionario economico-finanziario”.
Cliccando qui potete leggere (nell’allegato al decreto) tutti gli eventi, gli intrecci, i retroscena e i dettagli che hanno portato allo scioglimento del Comune che era guidato da Romano Loielo.

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