Vibo, Pilegi (Progressisti per Vibo) propone d'introdurre la “Tariffa puntuale” per laTari

«L’aumento dei tributi comunali, complice il generale incremento dei costi di servizi e materie prime, sta raggiungendo livelli insostenibili per famiglie e attività commerciali e produttive. Nel caso della Tari, in particolare, si registrano aumenti vertiginosi che rischiano di mandare a gambe all’aria tante piccole imprese che, anche non producendo rifiuti speciali, si trovano a pagare più del doppio rispetto alle utenze domestiche».

Lo ha detto Loredana Pilegi, capogruppo dei “Progressisti per Vibo”, intervenendo nell’ultima seduta di Consiglio comunale nel corso della discussione sul Documento unico di programmazione.  

«Le conseguenze di tali aumenti - ha aggiunto Pilegi - potrebbero diventare devastanti per le già compromesse finanze del Comune di Vibo Valentia. Il ministero per la Transizione ecologica ha infatti emanato un Decreto legge (il n.116 del 3 settembre 2020), che consente alle attività commerciali, sia al dettaglio che all’ingrosso, di staccarsi dal Comune e di rivolgersi ad una società privata per lo smaltimento dei rifiuti. Se ciò avvenisse (e in diversi casi sembra stia già avvenendo nella nostra città) provocherebbe tre effetti immediati: un mancato introito per le casse comunali da parte di un’importante fetta di contribuenti, con ricaduta sulle Tari domestiche; un sostanzioso calo nel reperimento di materiali preziosi come carta, cartone e plastica, che sul mercato sono assegni circolari; una disaffezione per l’istituzione che verrebbe percepita come “matrigna”. È quindi più che mai indispensabile ricorrere a forme di tariffazione più eque e proporzionate all’effettiva produzione di rifiuti come il sistema della “Tariffa puntuale”. Si tratta, com’è noto, di un sistema di calcolo della Tari legato alla reale produzione di rifiuti indifferenziati di ogni singola utenza e non esclusivamente ai metri quadrati dell’immobile o al numero di occupanti. La “Tariffa puntuale” introduce quindi il concetto che si paga quello che si produce e, di conseguenza, che meno si produce e meno si paga. Una sorta di premialità - ha concluso Loredana Pilegi - per quelle attività virtuose che differenziano correttamente ed un incentivo a differenziare sempre di più».

Nardodipace, Loielo e Tassone:"Tasse rifiuti astronomiche frutto dell'irragionevole aumento voluto da Demasi"

"Al peggio non c’è mai fine, recita un anonimo aforisma, e per Nardodipace il destino avverso sembra proprio non dover finire mai!

Dopo oltre quattro anni di fallimentare gestione dell’Amministrazione comunale in carica – che era stata eletta, si rammenterà, per dare giusta soluzione alle annose problematiche che attanagliano la comunità, prima fra tutte la disoccupazione, con decine di assunzioni in forestale ed occupazioni delle più svariate -, si registra oggi un ennesimo capitolo di questa triste commedia consumata sulle spalle e sul futuro di un Comune che, in breve tempo, persistendo questo disastroso andazzo, rischierà di spopolarsi e scomparire definitivamente.

Il Comune di Nardodipace, di fatto, nel volgere di appena qualche anno è sceso ben al di sotto della soglia dei mille abitanti ed in alcune località, quali la frazione Vecchio Abitato - antica sede municipale -, si contano oramai solo poche unità residenti. Nel capoluogo Ciano, difatti, oggi abbiamo circa 360 cittadini residenti effettivi e l’altra frazione più popolosa, Cassari, sta anch’essa sprofondando nel baratro più oscuro, raggiungendo la soglia delle 400 anime, mentre nel Vecchio Abitato, compreso il rione Albani, risiedono appena 20 persone e nelle rimanenti due frazioni, S. Todaro e Ragonà, infine, la popolazione si aggira intorno a 60 abitanti per ciascuna.

Un vero e proprio disastro, dunque, la cui causa, seppur in parte addebitabile ad una inarrestabile tendenza nazionale verso lo spopolamento dei piccoli borghi interni, va sicuramente ricercata nell’inerzia e nella assoluta incapacità dell’Amministrazione comunale di lavorare in maniera seria ad un concreto progetto per la comunità, se non improntato sulla crescita e sullo sviluppo, quantomeno che sia in grado di mantenere le condizioni esistenti e di arrestare quel continuo stillicidio di definitive partenze.

La arcinota retorica del “Comune più povero d’Italia”, molto cara ai nostri attuali governanti, è stata sempre utilizzata in maniera altalenante, a convenienza, in base alle occasioni ed alle stagioni, per poi dimenticarsene, tuttavia, allorquando ci si trovi di fronte a scelte importanti per il futuro della cittadinanza.

Non è mancato, sinora, solamente il rispetto degli innumerevoli impegni assunti in campagna elettorale, ma l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Demasi ha dimostrato, altresì, di essere assolutamente priva di quel po’ di buon senso che ogni amministratore medio dovrebbe possedere, palesando assoluta noncuranza in ordine alle conseguenze sulla vita dei consociati derivante dalle scelte amministrative operate.

Nardodipace, in tema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, si era classificata verso la fine del decennio scorso al primo posto nella provincia di Vibo Valentia e tra i primi 25 Comuni dell’intera regione per i risultati ottenuti nella raccolta differenziata, attestandosi intorno al 70%. Ciò, inevitabilmente, ha consentito di non appesantire per anni il prelievo erariale dalle tasche dei cittadini per il mantenimento del servizio. Simili risultati, naturalmente, si raggiungono avendo ben chiaro come organizzare tale delicato servizio e come gestire adeguatamente ogni fase del processo.

Oggi, invece, non solo il Comune di Nardodipace si è allontanato anni luce da quei primati, ma come logica conseguenza dell’inefficiente organizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti ci troviamo incredibilmente di fronte a delle astronomiche bollette i cui importi superano di gran lunga quelle pagate nelle più grandi città d’Italia!

Vi è, difatti, che per l’anno 2021 il Comune di Nardodipace ha fatto pervenire dei veri e propri salassi ai nostri concittadini, bollette relative alla tassa sui rifiuti che in alcuni casi raggiungono anche alcune migliaia di euro! Particolarmente vessate, oltretutto, le oramai esigue attività commerciali del territorio, ridotte solo a poche unità destinate alla erogazione di prodotti e servizi essenziali, nei confronti delle quali l’Amministrazione Demasi ha manifestato una straordinaria avversità, arrivando persino ad ingiungere il pagamento di circa 12 mila euro ad un piccolo esercizio pubblico che una cifra tale non la incassa nemmeno nel corso dell’intero anno!

La bolletta media per ogni abitazione, anche la più piccola ed in cui risiede una sola persona, persino per i non residenti che a stento tornano al paese in estate per quindici giorni, si aggira intorno a 300 euro, con punte anche di ben mille euro a famiglia!

Ciò che condanniamo dell’Amministrazione Demasi, oltre alla assoluta e manifesta incapacità politico-amministrativa, è la protervia e l’ostinazione con cui porta avanti iniziative insensate e prive della minima attinenza con la realtà e, soprattutto, coi fabbisogni della nostra comunità.

Più volte il sindaco Demasi era stato avvisato, anche da parte della minoranza, dell’eccessivo importo delle bollette scaturito dall’irragionevole aumento delle tariffe approvato, ma come un treno merci ha voluto proseguire comunque per la sua strada, facendo recapitare bollette che in pochi certamente pagheranno.

La cosa ridicola, più che buffa, è che ora, chiuso l’anno finanziario 2021 e sollevatesi le proteste dell’intera cittadinanza, il sindaco Demasi tenta in maniera alquanto impacciata di porre rimedio alla sua assurda pretesa impositoria, promettendo una curiosa riduzione di quelle tasse che egli stesso ha caparbiamente prima voluto, uno sgravio che il sindaco, invece, avrebbe potuto approvare ancor prima di spedire quelle salatissime bollette solo se avesse avuto l’umiltà di ascoltare chi, ben consapevole di quanto stava accadendo, per tempo glielo aveva anche suggerito. Per fortuna il suo mandato sta per concludersi e la comunità non dovrà più subire i danni incalcolabili sinora provocati, seppur sarebbe stato meglio aver gettato la spugna già da diverso tempo, dopo aver preso atto dell’enorme e palese fallimento del sacro impegno a suo tempo assunto dinnanzi al proprio popolo".

E' quanto si legge in una nota sottoscritta da Piero Tassone e Romano Loielo, rispettivamente Capogruppo di minoranza in Consiglio comunale e coordinatore cittadino del moviemnto civico "Uniti per Nardodipace".

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Serra, gli ex amministratori propongono di “Scorporare questi mesi dal calcolo della Tari e concedere il suolo pubblico a titolo gratuito”

“Ringraziamo i commissari straordinari del Comune di Serra San Bruno che stanno dimostrando attenzione e costante impegno nel lavoro che stanno svolgendo e rinnoviamo la nostra disponibilità a fornire qualsiasi tipo di contributo”.

I componenti dell’ex maggioranza, guidati dall’ex sindaco - oggi consigliere regionale - Luigi Tassone, valutano positivamente l’operato dei commissari e formulano alcune proposte finalizzate a sostenere le categorie produttive in questo momento di crisi sanitaria, economica e sociale.

“Siamo consci delle difficoltà – affermano gli ex amministratori – anche perché conosciamo bene il tessuto sociale serrese, che ha bisogno di sostegno per poter ripartire. Chiediamo ai commissari nell’applicazione della Tari di non tener conto dei mesi in cui le attività economiche non sono state operative. Infatti, in questo periodo, in conseguenza delle chiusure imposte dai diversi decreti del presidente del Consiglio dei ministri atti al contenimento del contagio, il servizio di raccolta rifiuti per loro non è stato effettuato e, se a ciò aggiungiamo l’impossibilità di incassare, sembra ragionevole concedere questo scorporo nel calcolo della tariffa da versare. Pensiamo agli artigiani, ai commercianti ed a tutti gli esercenti che non hanno potuto lavorare, produrre e contribuire all’accrescimento della ricchezza: chiedere somme in questo arco temporale in cui sono stati fermi potrebbe essere percepito come un atto di ingiustizia, capace di acuire i problemi e di complicare la ripresa”.

Gli ex amministratori, alla luce delle nuove disposizioni, chiedono inoltre ai commissari di “valutare l’opportunità, pur nel contesto del mantenimento di un idoneo decoro urbano, di ampliare lo spazio all’aperto da utilizzare da parte dei gestori di bar, di ristoranti e delle attività che necessitano di tali aree, concedendo temporaneamente l’occupazione del suolo pubblico a titolo gratuito”.

Gli esponenti dell’ex maggioranza precisano di “conoscere lo stato finanziario dell’Ente e di essere consapevoli dell’esigenza di risanamento attraverso programmi che comunque sono stati responsabilmente già avviati”, ma ritengono “essenziale dare una boccata d’ossigeno alle attività economiche in modo da agevolare il superamento delle difficoltà finanziarie ed il graduale e sensato ritorno alla normalità cominciando da quei passi che, in questa fase, possono essere compiuti”.

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