Scoperto centro scommesse illegale, denunciate due persone

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza nel corso di una serie di controlli finalizzati alla prevenzione e repressione del gioco illegale, ha scoperto una sala giochi presso la quale era possibile effettuare scommesse sportive per conto di allibratori esteri, senza alcun tipo di autorizzazione concessa dagli organi dello Stato. Quello che all’apparenza sembrava un punto di ritrovo,anche per soggetti di minore età, era in realtà un locale in cui venivano pubblicizzate quote di scommesse sportive, forniti moduli per compilare le proposte di giocate e raccolte e riscosse le puntate, nonché pagate le eventuali vincite in denaro. L’aumento dell’affluenza in occasione degli Europei di Calcio ha fatto sì che l’attenzione delle Fiamme Gialle cosentine si concentrasse sulla sala giochi, recentemente aperta al pubblico e localizzata in una nota località turistica della costa tirrenica della Calabria. I finanzieri si sono subito resi conto, effettuato l’accesso, che il titolare e un suo dipendente utilizzavano sia propri conti di gioco sia altri conti per compiere tutte le operazioni connesse alla raccolta delle scommesse violando l’art. 4 della Legge n. 401/1989 commi 1 e 4 bis che disciplina il reato di “Esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa”. Il responsabile ed il dipendente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni. Il materiale utilizzato per effettuare le giocate illegali, costituito da computer, stampanti termiche, programmi degli eventi sportivi e bigliettini dove annotare i codici degli avvenimenti sportivi su cui puntare, è stato sottoposto a sequestro al fine di evitare il protrarsi delle condotte illecite.

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Mileto: colpi di pistola contro 2 auto, denunciato il presunto autore

Ci sarebvero dissidi di carattere privato dietro i due danneggiamenti perpretati la notte scorsa ai danni di altrettante autovetture nella fazione Paravati di Mileto. Al termine di un'immediata attività investigativa, i Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno denunciato P. L., 30enne del luogo. L'uomo è accusato di aver esploso due colpi di pistola calibro 7,65 all'indirizzo di una Ford C Max e di una Fiat Punto, i cui proprietari sono legati da vincolo di parentela. Avviata immediatamente l'attività investigativa,  nel corso di una perquisizione nell'abitazione del 30enne i militari hanno rinvenuto un proiettile compatibile con il calibro, marca e lotto di quelli repertati sulla scena di entrambi i danneggiamenti. Nel corso della perquisizioni i Carabinieri hanno rimvenuto, anche, un cappellino ed una sciarpa di lana simili a quelli indossati dalla persona che ha esploso i colpi di pistola. L'uomo che non ha saputo dare una spiegazione sulla presenza del materiale rinvenuto, è stato denunciato per i reati di spari in luogo pubblico, danneggiamento aggravato e detenzione abusiva di munuzioni.

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Riace: minacce a componenti associazione interculturale, arrestato nigeriano

Un 33enne di origine nigeriana è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Riace dopo essere stato colto nella flagranza di tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata. L'uomo, senza fissa dimora, dapprima avrebbe impedito all'interprete di un'associazione che opera nel centro jonico di salire a bordo della propria autovettura e successivamente avrebbe ripetutamente spintonato e minacciato il presidente del sodalizio che gestisce il progetto "Posti Straordinari Prefettura di Reggio Calabria". All'origine dell'aggressione, la pretesa, da parte dell'extracomunitario, dei 250 euro che spettano agli aderenti al progetto di cui il nigeriano non farebbe più parte. Allertati con una chimata al 112, i militari, giunti tempestivamente sul posto, sono stati spintonati più volte dall'uomo che ha cercato di opporsi alla perquisione. Una volta bloccato il 33enne è stato trasferito nella casa circondariale di Locri.

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Sorpreso ad irrigare piantaggione di Marjiuana, arrestato

Una piantagione di marijuana è stata scoperta nel quartiere Gabella di Crotone dai carabinieri del Nucleo operativo. I militari hanno arrestato in flagranza un 57enne, già noto alle forze dell'ordine. L'accusa a carico dell'uomo è di coltivazione illegale di sostanze stupefacenti. L'arrestato è stato sorpreso dai militari in un appezzamento di terreno situato tra la ferrovia ed il mare, mentre si allontanava dopo aver, secondo l'accusa, sistemato un tubo per l'irrigazione. I carabinieri, che tenevano sotto controllo la piantagione composta da oltre 250 piante di altezza variabile tra il metro e mezzo ed i due metri, hanno predisposto un appostamento che ha portato dopo poche ore all'arresto del 57enne. Una volta estirpate, le piante sono state distrutte. Nel corso della perquisizione effettuata all'interno dell'azienda agricola di proprietà dell'arrestato sono stati trovati anche 47 proiettili per pistola di vario calibro

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Incendio devasta deposito di gomme nel vibonese

Un deposito di gomme ed attrezzature varie ubicato nel comune di Mileto è stato devastato da un incendio. Non sono ancora note le cause del rogo che ha interessato un edificio strutturato su due livelli. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. Prima dell'intervento dei pompieri, il titolare dell'immobile è riuscito a mettere in salvo due furgoni ricoverati all'interno della struttura. I carabinieri hanno avviato le indagi per cercare di fare luce sulle cause dell'incendio, molto probabilmente di origine dolosa.

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Sorpresi a rubare in un supermercato, due fermati

Due persone, F.M di 60 anni ed F.R. di 27, sono stati tratti in arresto dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro con l'accusa di furto aggravatao. I due sono stati fermati perché ritenuti responsabili di aver trafugato prodotti alimentari, per un valore commerciale di circa 600 euro, da un supermercato ubicato all'interno del parco commerciale "Annunziata" di Gioia Tauro.

 

Calabria: maltrattamenti ai danni di anziani e disabili, arrestate due persone

 

Questa mattina le Fiamme Gialle della Compagnia Guardia di Finanza di Crotone hanno dato esecuzione ad un’altra Ordinanza per i maltrattamenti che sarebbero stati commessi nella casa famiglia denominata “San Francesco e Santa Maria” gestita dall’associazione “Opus onlus”. Il provvedimento, emesso dal Gip  Michele Ciociola, prevede la misura dell’arresto domiciliare nei confronti di due persone, nonché il divieto di dimora nella provincia di Crotone nei confronti di un’altra. Le persone interessate dal provvedimento sono  coinvolti a vario titolo nella gestione e amministrazione della struttura assistenziale. Le  indagini coordinate dal sostituto procuratore  Gaetano Bono hanno consentito di accertare ulteriori responsabilità per atti lesivi dell’integrità fisica e morale nei confronti di alcuni ospiti della struttura di ricovero. Secondo l’accusa, gli ospiti del centro avrebbero subito percosse, umiliazioni e vessazioni di natura psicologica.  Le misure cautelari disposte si aggiungono, quindi, ai tre arresti, eseguiti  alcuni giorni fa nei confronti della responsabile della struttura e di due operatori, nonché al sequestro della struttura stessa. Uno dei destinatari della misura degli arresti domiciliari risulta, allo stato, irreperibile.

Truffa aggravata, denunciate 20 persone

 

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza ha eseguito una serie di controlli sul corretto utilizzo di risorse pubbliche stanziate attraverso lo strumento dei Contratti di Programma, piani progettuali finalizzati a produrre effetti positivi sull'apparato produttivo mediante attivazione di nuovi impianti e la creazione di nuova occupazione. L’attenzione dei militari si è concentrata su un progetto del valore di circa 800 mila euro ideato da una società operante in Provincia di Cosenza, per la realizzazione di una struttura turistica, cofinanziato con risorse nazionali e regionali. In particolare, le indagini svolte avrebbero evidenziato l’utilizzo di false fatture a fronte della dichiarata esecuzione di lavori presso cantieri risultati sottoposti a sequestro e quindi non realmente effettuati. Al termine delle attività investigative, 20 persone sono stati denunciate all’autorità giudiziaria con l’accusa di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, ex art. 640 bis C.P., e per abuso d’ufficio e dichiarazione infedele mediante l’utilizzo di elementi fittizi ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I soggetti, segnalati alla procura competente per territorio, rischiano la reclusione fino a sei anni, mentre le società da loro rappresentate, alla luce del D.Lgs. 231/2001, saranno destinatarie di sanzioni pecuniarie e interdittive tra cui l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, e contributi nonché la revoca di quelli già ottenuti.

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