La Protezione civile replica al sindaco di Petilia Policastro: “È lui l’inadempiente”

“In merito alle dichiarazioni rilasciate questa mattina dal sindaco di Petilia Policastro si deve, innanzitutto e preliminarmente, sottolineare che la maggior parte dei fabbricati interessati dagli eventi franosi del febbraio 2015 sono stati realizzati senza i necessari permessi, così per come da lui stesso del resto dichiarato durante la fase emergenziale e successivamente accertato dagli organi preposti al controllo”. È la premessa della replica della Protezione civile che specifica che “nonostante tutto, e pur avendo appurato di essere in presenza di un quadro di illegalità diffusa, la Regione Calabria si è fatta carico, per esigenze di pubblica incolumità, tramite la Protezione Civile regionale ed Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, dell’avvio delle seguenti azioni:

- nell’immediatezza dell’evento sono stati concessi due finanziamento di 400.000 euro ciascuno, finalizzato ai primi interventi urgenti (località Foresta) a valere sull’APQ ‘Difesa del suolo’ (Accordo Integrativo). Per tale finanziamento il Comune di Petilia Policastro (soggetto Attuatore) risulta inadempiente, non avendo ancora presentato il progetto definitivo; 

- un ulteriore finanziamento di 400.000 euro è stato inserito nel ‘Piano per il Sud’ e finalizzato alla messa in sicurezza della viabilità (strada Petilia Policastro-località Foresta). Anche per questo secondo finanziamento, ad oggi, il soggetto attuatole (in questo caso la provincia di Crotone) non ha trasmesso ancora la progettazione definitiva. La Giunta regionale ha chiesto lo stato di emergenza, concesso dal Governo nel mese di settembre, per il quale il programma di finanziamento, relativo all’apposita Ordinanza, è in corso di approvazione presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile; 

- il Comune ha redatto alcuni progetti preliminari relativi alla messa in sicurezza del territorio comunale e , così per come presentati dallo stesso Comune di Petilia Policastro, su specifica richiesta dell’Autorità di bacino regionale, sono stati inseriti nel pacchetto di proposte che la Regione ha in corso di formulazione per la prossima programmazione nazionale sulla difesa del suolo; 

- in ultimo, nella riunione tenutasi a Roma presso l’Unità di missione, nell’immediatezza degli eventi franosi, fu concordata l’attivazione, da parte della Protezione Civile nazionale di un sistema di monitoraggio. A seguito di ciò, i tecnici della Protezione Civile nazionale hanno effettuato un sopralluogo nel corso del quale emerse che l’area indicata dall’Amministrazione comunale (peraltro in gran parte costruita da costruzioni abusive) non poteva essere oggetto di monitoraggio e fu indicata la possibilità di attivare altri tipi di monitoraggio. Tale proposta non ebbe seguito a causa della mancata condivisione da parte della stessa amministrazione comunale”.

“Da tutto ciò – è la conclusione - emerge chiaramente la totale disponibilità ed il massimo impegno dimostrati dalla Regione alla risoluzione dei gravi problemi di dissesto del territorio e, di contro, l’inopportunità delle dichiarazioni rilasciate, a mezzo stampa, dal sindaco di Petilia Policastro”.

Iniziata la demolizione di 686 costruzioni abusive

Sono state avviate le operazioni che porteranno all'abbattimento di centinaia di costruzioni edificate abusivamente. E' stata la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ad ordinarlo al personale del Corpo forestale dello Stato. Le procedure sono iniziate da un fabbricato ubicato nella città dello Stretto. I magistrati reggini, insieme agli agenti della sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale, hanno setacciato l'intera provincia individuando 686 manufatti abusivi in ventidue Comuni. Soltanto nel capoluogo saranno demolite 328 strutture pari al 47% del totale, a Bagnara sono stati, invece, riscontrati 166 casi.  

Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato tre costruzioni abusive

Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato tre costruzioni abusive. I controlli effettuati negli uffici del servizio tecnico del Comune di Cirò Marina hanno permesso di accertare che i fabbricati, prossimi ad essere adibiti a magazzini per l'agricoltura, erano in via di realizzazione in assenza di qualsiasi concessione. Gli agenti hanno denunciato tre soggetti, tra loro imparentati.  

Ruspe in azione: demolite case costruite abusivamente

E' ricominciata l'opera di abbattimento degli edifici abusivi realizzati sull'area demaniale marittima nel territorio comunale di Rossano Calabro. Si tratta di case che erano state costruite in contrada Zolfara e non ancora demolite in seguito alle istanze giudiziarie avanzate dai cittadini titolari della proprietà. I giudici, infatti, hanno deciso che le ruspe potevano rimettersi in azione e buttare giù le abitazioni edificate senza autorizzazione. Il lavoro di bonifica era stato avviato molti anni fa. "Le demolizioni - ha spiegato il sindaco Giuseppe Antoniotti - consentiranno la riqualificazione delle zone occupate abusivamente".

   

Abusivismo: sequestrata porzione di uno stabile

La Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ha eseguito il sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, di una porzione di un’immobile realizzato in località Cannitello del Comune di Villa San Giovanni e più precisamente di: un’elevazione costituente il terzo piano fuori terra; una scala in cemento armato; un sottotetto costituente la copertura dell’intero fabbricato. Le complesse e prolungate attività di indagine coordinate dal magistrato titolare delle indagini della locale Procura, Sara Amerio, hanno fatto emergere, secondo gli inquirenti, la realizzazione di manufatti mantenuti ed utilizzati in difformità rispetto a pregresse concessioni edilizie e l’assenza del nulla osta della competente Autorità in relazione all’occupazione di suolo demaniale marittimo, edificazioni di opere mai condonate con l’ulteriore realizzazione senza autorizzazione di un terzo piano fuori terra. Le indagini, sostengono gli investigatori, hanno consentito di accertare  presunte responsabilità a carico del tecnico progettista della ditta, il quale  avrebbe prodotto documentazione tecnica ideologicamente falsa e fuorviante tale da prevedere opere strutturali in contrasto con le previsioni del Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Calabria. Sono state inoltre accertate, sostengono gli inquirenti, nei confronti del Dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale di Villa San Giovanni, che risulta tra i 5 indagati del relativo procedimento penale, in ordine ai reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, oltre che in concorso con gli altri per le violazioni demaniali, paesaggistiche ed edilizie. Le contestazioni addebitate, sulla scorta di quanto ricostruito dagli investigatori, al responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Villa San Giovanni si riferiscono al fatto di aver intenzionalmente procurato un vantaggio ai proprietari dell’immobile, consentendo, la possibilità di edificare (dove con il termine edificare va inteso l’aumento di volumetria di un’immobile già esistente) in una zona turistica e di particolare pregio paesaggistico (località Cannitello di Villa San Giovanni)  in palese violazione  ai vincoli a cui è sottoposta la località, norme che di fatto prevedono la inedificabilità  avendo di conseguenza formato concessioni  edilizie  chiaramente in contrasto con le norme dettate dal P.A.I. Calabria che introduce criteri di inedificabilità della zona e il divieto di realizzazione di nuove opere conseguentemente ad interventi di demolizione. 

Sequestrata casa abusiva costruita in un'area protetta

Due persone, tra loro padre e figlio, sono state denunciate dal personale del Corpo forestale dello Stato che ha posto sotto sequestro una casa costruita abusivamente all'interno del Sito di Importanza Comunitaria delle Murgie di Strongoli.  Ai due indagati è contestato il reato di violazione delle norme edilizie ed ambientali. Già sistemata all'interno con finestre, impianti tecnologici, intonaci, pavimentazioni, porte, mancava solo del rivestimento definitivo. 

La frana di Caminia, tra abusivismo e condoni

Neanche un tribunale formato da Salomone, Deioce, Traiano e Giustiniano in persona, e investigatori coordinati da Montalbano e benedetti da don Matteo, e neanche in cent’anni, domeniche incluse, riuscirebbero a venire a capo di chi ha torto nell’aver cementificato tutta la costiera da Pietra Grande a Copanello. Bisognerebbe indagare su ogni muro, ogni villa, ogni casa… per poi scoprire che sono sì in tutto o in parte abusivi, però condonati con quattro soldi, e cari saluti.  Fatto ciò, cioè non fatto un bel nulla, passare a studiare dove sfocino le deiezioni dei turisti e villeggianti; se ci sono fogne e depuratori… oppure se sterco e detersivi finiscano, come credo, nel nostro limpido e salubre Ionio. Condonati pure quelli, penso. In questo dilagare di anarchia, anarchia sì ma legale, non c’è più niente da fare.  D’accordo, ma, almeno, la spazzatura, i detriti… qualcuno ci pensa? I canaloni, i dirupi, qualcuno li pulisce? Vedi Giare 2000: se l’alveo del rigagnolo Beltrame fosse stato mai pulito, l’onda avrebbe magari allagato le capanne, ma non sarebbe piombata come una bomba. I canali si puliscono prima dei disastri, non dopo. Dopo, si contano i danni e gli eventuali feriti e morti. O dobbiamo credere che con la pulizia ordinaria si guadagna poco, e con i disastri invece tanto?

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Abusivismo: sequestrata villetta in una zona a tutela paesaggistica

Continuano i controlli dei Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia,  di quelli del Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Cosenza con la collaborazione dei colleghi del Nucleo Elicotteri, finalizzati a scovare sulle nostre coste opere abusive e realizzate in zone ricadenti in aree protette. Nella mattinata i Carabinieri hanno sequestrato una villetta in corso di costruzione realizzata su un unico livello di 150 mq ubicata in Località San Giorgio.  Il manufatto, secondo gli inquirenti costruito in assenza totale di permessi, stava sorgendo in una zona sottoposta a tutela paesaggistica poiché ricadente in tratto costiero ricompreso in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, quindi proprio nelle immediate vicinanze del mare. La proprietaria dell’immobile, una donna di 53 anni di Briatico, è stata denunciata alla Locale Procura della Repubblica, mentre l’intera struttura è stata sottoposta a sequestro. I controlli, affiancati anche dai sorvoli di personale dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, prezioso strumento per apprezzare i cambiamenti delle coste dall’alto, continueranno senza sosta.

 

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