Sanità, la Cisal contesta il Dg dell'Asp Angela Caligiuri

Di seguito l’intervento del segretario generale della Cisal Franco Cavallaro: 

È proprio vero che i cittadini vibonesi non sanno proprio a quale santo votarsi quando si parla di sanità e della sua pessima condizione di attività non soltanto in materia di scarso organico del personale e della erogazione di servizi quanto di quella strutturale.  

La nomina, “esterna alla realtà professionale vibonese”, del nuovo Direttore Generale che continua ad essere impegnato nella non facile opera di ricognizione dei servizi ospedalieri e di quelli sul territorio, non si è rivelata una scelta felice visto che la grave situazione esistente consigliava l’incarico ad un esperto conoscitore dei problemi della sanità a livello locale e questo vuol dire che il Presidente Mario Oliverio non ha tenuto affatto conto di questo importante aspetto.  

Il Dg Angela Caligiuri  avrebbe fatto bene, nel rimboccarsi le maniche, a preparare, tempestivamente, un faldone con dentro analisi e proposte per cercare di aiutare la sanità vibonese a recuperare almeno la “normalità” dell’attività. Ma se non è riuscita in tempo in questo essenziale obiettivo la responsabilità non è tutta sua.    

Le responsabilità di Angela Caligiuri sono notevoli e imperdonabili. Ci chiediamo, ad esempio,  se ha informato, ufficialmente e  debitamente, il Commissario straordinario Massimo Scura sulle gravi, inderogabili ed urgenti necessità di potenziare la pianta organica ed i motivi per cui non ha chiesto, immediatamente, all’indomani del suo insediamento, un incontro ufficiale con lo stesso ?

C’era un impedimento politico ?    

Perché non v’è dubbio che se il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria regionale non ha assunto adeguati provvedimenti è perché chi avrebbe dovuto portarlo a conoscenza della pesantezza della situazione vibonese non avrebbe dovuto dormire la notte pur di consegnargli in tempi brevi  una mappa dei possibili interventi nei punti critici del sistema sanitario vibonese.   

Una scarsa e inconcludente, oltre che intempestiva, collaborazione a Massimo Scura ? 

Forse è proprio così.  

A Massimo Scura non ci si può negare di avere “pensato” bene a come far funzionare il nuovo ospedale che verrà realizzato da qui al 2018 se è vero che sta predisponendo ogni iniziativa per farne una struttura competitiva e avanzata. Quello che da decenni si attendono i vibonesi. 

Quel che è certo è che lo stato di “salute” della sanità vibonese continua a rimanere critico e quel che più preoccupa e che non si intravedono, al momento, spiragli utili per rendere concreto, oltre che immediato, l’impegno concordato, nei giorni scorsi, in Prefettura, ad iniziativa del Prefetto Carmelo Casabona ed  in riferimento  alla nota e clamorosa iniziativa sanitaria assunta dai Primari dell’Azienda sanitaria provinciale. 

Stando alle cronache a Catanzaro campeggia sempre, lo si voglia o non si voglia, l’avvilente dualismo tra Massimo Scura e Mario Oliverio che nessuno sembra sia in grado di dirimere, e come dimostrano gli eventi, neanche lo stesso  Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 

Questo perché la presa di posizione dei direttori delle unità operative seguita dall’incontro in Prefettura, dalla visita del Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria al presidio ospedaliero “G. Jazzolino” e dall’approccio a Catanzaro con una delegazione della stessa Asp con il Presidente della Regione a Catanzaro non ha sortito gli effetti sperati.

E’ chiaro che lo scontro di Scura con Oliverio continua a far leva sulla rivendicata presa di posizione del massimo esponente di governo della Cittadella che, mal tollerando la copertura politica assicurata a Massimo Scura da Roma, continua a mantenere la sua rigida posizione di netta contrarietà alle scelte operate fino ad oggi dal suo antagonista, lasciando sempre più atterrita l’opinione pubblica vibonese.

In questo contesto c’è chi ritiene che si stia tentando di alimentare il già esistente avvilimento della popolazione vibonese che sembra non sopportare più la carenza d’impegno della sua classe più rappresentativa, quella  politica, che pare avere serie e tangibili difficoltà ad inchiodare di fronte alle proprie responsabilità chi è chiamato a decidere sul futuro della sanità vibonese che da decenni chiede aiuto senza essere mai sostanzialmente ascoltata.

Le morti di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, l’uccisione di Costanzo Catuogno non sembrano bastare a far capire che a Vibo Valentia la sanità sta morendo e con essa tutte le speranze dei suoi cittadini.

Per giovedì è stata convocata una seduta del Consiglio Regionale per discutere di sanità.

Le aspettative dei vibonesi ? Credo che anche in questa circostanza sarà fatto posto alla cultura dell’attendismo!   

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