Rifiuti petroliferi e reati ambientali: la posizione di Fratelli d’Italia
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In riferimento alla questione dei rifiuti petroliferi ed ai reati ambientali, il coordinatore di Fratelli d’Italia di Vibo Valentia Anthony Lo Bianco dichiara quanto segue:
Le dimissioni del ministro Guidi hanno messo in secondo piano le pesantissime accuse per reati ambientali della Procura di Potenza. Secondo i pm, grazie all'alterazione dei codici rifiuto, l'azienda ha risparmiato fino a 100 milioni sui costi di smaltimento. Anche le emissioni in atmosfera, sistematicamente in eccesso, venivano taroccate. Le modalità di smaltimento dei rifiuti petroliferi accertate dalla procura della Repubblica di Potenza non sono un caso unico e ribadiscono che c'è un vero e proprio sistema criminale che opera nel resto d'Italia nell'occultamento dei residui petroliferi. Questi allarmanti retroscena che stanno emergendo sugli ipotizzati illeciti nella gestione dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano è solo uno dei tanti ingranaggi che ruotano attorno allo smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi ed alla vicinanza con il mondo politico, così come testimoniato dalle vicende che hanno determinato le dimissioni del Ministro Guidi e che oggi coinvolgono tutto il Governo Renzi. Ci sono anche dei calabresi nell’inchiesta della Procura di Potenza, sul petrolio e lo smaltimento illecito di rifiuti, che hanno scosso il mondo politico per l'aiuto che il ministro Guidi avrebbe dato al suo compagno, indagato per corruzione e millantato credito nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. I rifiuti, arrivati dall'impianto lucano, sarebbero stati trasportati in Calabria e smaltiti presso i siti di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Bisignano. A Lamezia con la Ecosistem srl, a Gioia Tauro con la I.A.M. spa, e con la Consuleco srl di Bisignano. Visto che il più grande giacimento petrolifero europeo è proprio la Basilicata, è facile pensare, quindi, che intorno a questa regione gravitino interessi economici non indifferenti. L’inchiesta, però si allarga, e dalla Basilicata, passando per la Calabria, si arriva alla Sicilia, dove si trovano dei dati, anche qui preoccupanti. Nel canale di Sicilia al largo di Ragusa secondo i documenti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sono stati smaltiti i rifiuti della piattaforma petrolifera Vega A nel pozzo sterile V6 a 2800 metri di profondità, pari mezzo milione di metri cubi di liquidi altamente inquinanti. Circa 147 mila metri cubi di acque di strato miste a idrocarburi, 333 mila metri cubi di acque di lavaggio delle cisterne di petrolio e 14 mila metri cubi di acque di sentina. Per l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in questo modo sono stati risparmiati 70 milioni di euro smaltendo illegalmente i rifiuti. Ciò che è grave è che mentre il ministero dell'Ambiente su richiesta di Ispra ha chiesto il risarcimento del danno, il ministero dello Sviluppo Economico ha raddoppiato la concessione petrolifera della piattaforma Vega A in Vega B. Il ministero in quel periodo guidato da Federica Guidi autorizza il 12 dicembre 2014 il raddoppio della concessione con la seguente motivazione: ''la società ha ottemperato ai termini di buona gestione del giacimento''. Su questa vicenda c'è già un''inchiesta della procura di Ragusa e l''inquinamento inizia dal 1989 ininterrottamente ma c'è purtroppo un rischio di prescrizione. Spero quindi, che la magistratura possa dare risposte su quest’ennesima inchiesta che riguarda il traffico e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi nel Sud, dove ne traggono beneficio principalmente la criminalità organizzata ed anche una classe politica e dirigente molte volte incompetente. Vorrei concludere con questa frase:
Il vero e retto fine dell'attività politica è il benessere materiale e spirituale della società, in modo che i diritti e i doveri siano da tutti rispettati e tutelati (Papa Giovanni Paolo II).
Quindi, non rimane che attuare una serie di attività rivolte al controllo ambientale e alla sicurezza del nostro quasi distrutto meridione, da parte di quella classe politica inerte, sulle soluzioni definitive per il nostro paese.
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