Il gioco perduto "di li coppariedhi"

Terminato il lungo “letargo” invernale tra le aule scolastiche, i bambini serresi uscivano all’aria aperta per popolare le strade e le piazze.  La conformazione urbanistica del centro storico di Terravecchia, con una piazza per ogni “ruga” favoriva la socializzazione e stimolava la competizione. La piazza che, offriva la libertà di stare tutti insieme, seppur sotto l’occhio sempre vigile di qualche adulto, faceva nascere e sviluppare l’identità. Ciascun gruppo era, infatti, legato al suo rione. La Pisciaredha, Licheli, Galedha, solo per citarne alcuni, erano i ritrovi di bambini e ragazzi che spesso davano vita a sfide sia individuali che di gruppo. Per ovvie ragioni, il centro storico serrese non è più quello di qualche anno fa. I bambini sono diventati una rarità e quando ci sono, sono troppo impegnati con lo smartphone per giocare per strada. Tutta una serie di giochi che si era tramandata per generazioni è, quindi, svanita nel nulla. Nei giorni scorsi ci siamo occupati del gioco delle nocciole (li nucidhi), di cui non è rimasta più traccia. Analoga sorte è toccata alle partite che si facevano con “li coppariedhi” (i tappi a corona) e che tenevano i bambini inchiodati pomeriggi interi. L’origine del gioco non è antichissima, anche perché il tappo a corona si è diffuso in Italia soltanto nel secondo dopoguerra. L’arrivo dell’estate favoriva la pratica per due ordini di motivi. Il primo, ovvio, perché si aveva la possibilità di trascorre più tempo all’aperto; la seconda perché aumentava la disponibilità di materia prima. Il caldo faceva moltiplicare, infatti, il consumo di bibite, all’epoca, chiuse esclusivamente con il tappo a corona. La sfida tra i bambini iniziava con una gara di velocità che precedeva di gran lunga l’avvio delle partite vere e proprie. La gara consisteva nell’arrivare prima degli altri nelle cantine dove ci si faceva dare dai gestori i tappi delle bottiglie consumate la sera prima. Per chi abitava alla “Pischiaredha”, l’immancabile punto di riferimento era la cantina “di li Signurini”. Se si arrivava tardi, si era costretti ad allungare il passo per andare da “Zeno di Marianna” o, più raramente, da “Padedha”. Raccolti i tappi ci si armava di martello o di un sasso e si iniziava a battere i tappi per appiattirli, allargando la corona. L’operazione, talvolta, causava il danneggiamento del tappo stesso che, se non aperto in maniera uniforme, doveva essere scartato. Completata l’operazione si poteva avviare il “mercato”, anche perché alla base c’era anche una fine collezionistico.  I tappi di Peroni o Dreher venivano scambiati alla pari, segno evidente che nelle cantine il consumo di birra era piuttosto elevato. Di poco più rari, erano quelli della Coca Cola. I più ricercati erano, invece, quelli della gassosa o dell’aranciata prodotte dalla “Fabriella”, l’azienda di Fabrizia che distribuiva direttamente le casse contenenti le bibite. Il tappo verde della “gazzosa” era quello più stimato, per averlo si poteva cederne due o tre di quelli ordinari. Di nessuno valore, perché esclusi dal gioco, erano, invece, quelli senza logo o marchio usati prevalentemente per chiudere le bottiglie contenenti la conserva di pomodoro. Una volta completati gli scambi ci si poteva affrontare con due modalità differenti. Entrambe le versioni erano, in tutto e per tutto uguali ai giochi che i ragazzi più grandi praticavano con le monete. La prima, la più comune, era “alla battimuru” e consisteva nello scagliare a turno il tappo contro il muro. Dopo il primo lancio, ogni giocatore doveva cercare di far avvicinare il proprio tappo a quello che si trovava già a terra; se tra i due tappi c’era una distanza che poteva essere coperta allungando l’indice ed il pollice il secondo lanciatore si aggiudicava “la copparedha” dell’avversario. La seconda variante era detta “alla singa” e consisteva nel tracciare per terra una linea orizzontale verso la quale lanciare i tappi. Vinceva chi si avvicinava il più possibile alla linea. Le sfide andavano avanti, con una certa regolarità, quasi ogni giorno. I più abili riuscivano a mettere su un “gruzzolo” che veniva custodito in una sacchetto per tutta l’estate. Con la fine della bella stagione si cambiava gioco e “li coppariedhi”, conquistate con tanta fatica, finivano inevitabilmente nella spazzatura.

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Serra, riqualificata "Croceferrata" ad opera dell'associazione San Bruno e Beato Lanuino

«Ricorre quest'anno il IX centenario della morte del Beato Lanuino, naturale successore di San Bruno, alla guida della allora neofondata Certosa della Torre, e, per l'occasione la nostra Associazione, intitolata appunto a questi due Santi, doveva necessariamente suggellare e proiettare nel tempo tale evento». Lo afferma in una nota il presidente dell’associazione San Bruno e Beato Lanuino Cesare Regio. L’idea, grazie all’intuizione del componente del sodalizio, Cosimo Primerano, «è stata quella di restituire degno decoro, al luogo dove nel 1098 avvenne l'incontro tra San Bruno e Landuino. Tale località, denominata “Croceferrata”, si trova a pochi chilometri da Serra, sulla Statale per Soriano Calabro adiacente all'ultimo svincolo della Superstrada delle Serre. E' qui che tra rovi, arbusti ed erbacce, si trovava abbandonato, dimenticato, solitario, un imponente e granitico monumento la cui epigrafe, palesemente incisa a mano, riporta solenne e concisa l'evento storico in cui San Bruno si recava ad accogliere Landuino, già suo primo successore al Priorato della prima Casa Monastica  da egli stesso fondata a Grenoble». L’associazione «nel rispetto e nell'ottemperanza del suo Statuto – rende noto il presidente Regio - pronta ad intraprendere concretamente una linea  di condotta rispondente alle esigenze del momento, coinvolgendo nell'impresa anche terze persone, non direttamente interessate al fine ultimo dell'iniziativa, ha iniziato la messa in opera del progetto di riqualificazione». Da qui «la necessità di rivolgersi all'ingegner Vincenzo Marzi, capo compartimento Anas Calabria, e al geometra Giuseppe Franco, titolare dell'Impresa Franco di Roccella Ionica, i quali, con grande entusiasmo, sensibilità e sollecitudine, hanno accolto le nostre richieste, prodigandosi attraverso uomini e mezzi, non solo a restituire decoro al monumento, ma addirittura creando ex novo un'area circostante, la cui progettazione ben si sposa, integrandosi, con il paesaggio limitrofo. Nonostante tale località sia adiacente al crocevia stradale, essa infonde magicamente un'atmosfera di isolamento, catarchica, contemplativa e rasserenante. Una doverosa menzione spetta «all'artista Francesco Tassone, che, a compimento dell'opera, ha magistralmente restaurato, gratuitamente, la bellissima Croce sormontante il monumento storico e commemorativo a celebrazione del glorioso incontro. Invitiamo i cittadini a visitare e diffondere questa testimonianza lasciata alla posterità, onde perpetuarne la memoria». 

 

 

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Serra, boom di presenze a Ferragosto

Boom di presenze nella cittadina della Certosa dove, in occasione  del Ferragosto, si è registrato il tutto esaurito. Oltre ai luoghi che rappresentano la maggiore attrazione turistica del borgo delle Serre, i visitatori hanno  popolato il centro storico e la tradizionale fiera. Il numero elevatissimo di turisti che ha deciso di trascorrere il 15 agosto nella paese montano ha costretto gli operatori a contingentare l’accesso a luoghi come Santa Maria e la Certosa. A richimare migliaia di vacanzieri è stata sicuramente la versatilità dell’offerta che ha assicurato un ampio ventaglio di possibilità. Accanto ai tanti che hanno scelto di fare tappa nel centro bruniano per ammirare la Certosa con il suoi museo e Santa Maria del Bosco, ci sono stati coloro i quali ne hanno approfittato per compiere un’escursione lungo i sentieri tracciati nei boschi. Tanti altri, invece, hanno preferito ammirare l’arte locale distillata nelle chiese che popolano il centralissimo corso Umberto I. Molti, infine, hanno approfittato del Ferragosto per degustare i prodotti tipici o per “perdersi” tra le bancarelle della Fiera. Ad agevolare l’afflusso di visitatori, la bella giornata e la velocità nei collegamenti assicurata dalla Trasversale delle Serre.  Al netto di qualche comprensibile rallentamento della circolazione stradale su alcune arterie, la giornata non ha presentato criticità degne di nota. 

L'origine storica della festa dell'Assunta

Il 15 agosto è la data in cui viene celebrata l'Assunzione della Beata Vergine Maria, ovvero la sua morte e assunzione in cielo. Si tratta di una ricorrenza, molto probabilmente, di derivazione precristiana. In Oriente, nel periodo oggi dedicato al Ferragosto, si celebrava infatti la dea siriana Atargatis, una divinità metà donna e metà pesce considerata la patrona della fertilità e dei lavori nei campi. Molto probabilmente, come sottolinea nel suo “Lunario” Alfredo Cattabiani “la sua funzione di protettrice delle  attività agricole fu trasferita alla Vergine nei primi secoli, durante il processo di evangelizzazione, tant'è vero che oggi ancora in Armenia si benedicono all'Assunta i primi grappoli d'uva matura”. La celebrazione dell’Assunta iniziò, a partire dal VI secolo, a Gerusalemme, “nella chiesa fatta costruire da Eudossia sul Getsemani, dove si narrava che la Vergine era stata sepolta”. Estesa a tutto l’impero dall'imperatore Maurizio (582-602), la festa divenne popolare intorno all’anno Mille. “Le prime indicazioni sulla credenza dell'Assunzione risalgono al periodo compreso tra la fine del secolo IV e la fine del V: sant'Efrem sosteneva che il corpo di Maria non aveva subito corruzione dopo la morte; Timoteo di Gerusalemme che la Vergine era rimasta immortale perché il Cristo l'aveva trasferita nei luoghi della sua ascensione; sant'Epifanio che la fine terrena di Maria fu «piena di prodigio» e che quasi certamente la Vergine possedeva già con la carne il regno dei cieli; infine l'operetta siriaca Obsequia Beatae Virginis riferiva che l'anima di Maria, subito dopo la morte, si era riunita nuovamente al corpo”. Contemporaneamente iniziarono a proliferare molti scritti apocrifi, fra i quali i più noti sono “la Dormizione della Santa Madre di Dio, attribuita a san Giovanni il Teologo, ovvero l'Evangelista (sec. VI) e il Transito della Beata Maria Vergine, attribuito a Giuseppe d'Arimate”. Nel Transito della Beata Maria Vergine si narra che  la Madonna aveva chiesto al Figlio di essere avvertita tre giorni prima della morte. “Così avvenne: il secondo anno dopo l'Ascensione Maria stava pregando quando le apparve l'angelo del Signore tenendo un ramo di palma e dicendole: «Fra tre giorni sarà la tua assunzione». La Madonna convocò al capezzale Giuseppe d'Arimatea e altri discepoli del Signore annunciando la morte imminente. «Venuta la domenica, all'ora terza, come lo Spirito Santo discese sopra gli apostoli in una nube, discese pure Cristo con una moltitudine di angeli e accolse l'anima della sua diletta madre. E fu tanto lo splendore di luce e il soave profumo […] Poi la luce si allontanò e insieme con essa fu assunta in cielo l'anima della Beata Vergine Maria”. In quel momento, “Satana entrò nei Gerosolimitani che, afferrate le armi, si lanciarono furiosamente contro gli apostoli per ucciderli e impadronirsi del corpo della Vergine che volevano bruciare. Ma una cecità improvvisa impedì loro di attuare il tenebroso disegno: perso l'orientamento, sbandavano urtandosi a vicenda e sbattendo il capo contro le pareti. Gli apostoli, approfittando della confusione, fuggirono con il corpo della Madonna trasportandolo fino alla valle di Giosafat dove lo deposero in un sepolcro: in quell'istante, narra il Transito della Beata Maria Vergine, «li avvolse una luce dal cielo e, mentre cadevano a terra, il santo corpo fu assunto in cielo dagli angeli»”. In Oriente la ricorrenza veniva chiamata “Transito o Dormizione di Maria”, termini che non esprimevano in maniera univoca l'idea dell'assunzione. Il dibattito teologico andò avanti per tutto il medioevo. Furono i grandi dottori scolastici a veicolare con maggior forza il dogma dell’assunzione. Un dogma che si affermò con forza a partire dal XVIII secolo, ma formalizzato compiutamente soltanto nel 1950, quando, dopo una consultazione dell'episcopato durata quattro anni, Pio XII “procedette alla sua definizione […] con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus”. Il documento definisce “l'Assunzione come divinamente rivelata fondandola sull'insieme delle varie indicazioni contenute nella tradizione e nella fede universale dei fedeli che testimoniano una sicura rivelazione dello Spirito Santo”. Il dogma fu, infine, “approfondito” nel corso del concilio Vaticano II. Con la costituzione “Lumen gentium” venne spiegato, infatti, che “l'Assunzione non è soltanto un privilegio connesso teologicamente alla divina maternità virginale, ma la conclusione della missione terrena di Maria che fu chiamata per prima a raggiungere l'unione con il Signore risorto e glorificato; ed è infine l'immagine e l'inizio della Chiesa escatologica, segno di speranza per il popolo di Dio che cammina verso il giorno del Signore”.

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Ferragosto: sole su tutta la Calabria, aria fresca sulle Serre

Ferragosto all'insegna del bel tempo su tutta la Calabria. Il ritorno dell'alta pressione garantirà tempo in prevalenza stabile e caldo. Su tutta la regione splenderà il sole, sia al mare che in montagna. Le temperature saranno in aumento con caldo pienamente estivo, ma senza particolari eccessi. Le massime spazieranno mediamente tra i 28°C ed i 32°C. Temperatura più fresca sulle Serre dove la massima non supererà i 26°. Quella di domani dovrebbe essere una giornata tutto sommato tranquilla, anche, sulle strade calabresi. Come indicato da Autostrade italiane, complice il blocco del traffico ai mezzi pesanti, previsto per oggi e domani dalle 8 alle 22, non ci sarà il classico bollino nero su strade e autostrade. In attesa del controesodo, quindi, la circolazione veicolare non dovrebbe subire rallentamenti in autostrada, tantomeno sulle arterie secondarie.

Segnaletica e pulizia stradale, il sindaco Tassone scrive alla Provincia di Catanzaro e Anas

Il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, ha inviato, al presidente della Provincia di Catanzaro, Vincenzo Bruno; al consigliere provinciale con delega alla viabilità, Francesco Mauro e al dirigente del settore Viabilità e trasporti del’ente provinciale, ingegner Floriano Siniscalco, una missiva nella quale il Primo Cittadino serrese ha chiesto la modifica della segnaletica stradale. Più in particolare, il sindaco Tassone, ha comunicato ai suddetti organi di aver riscontrato, lungo la strada che collega la cittadina di Serra San Bruno a quella di Soverato, segnaletica non più valida che necessita una urgente modifica al fine di garantire una migliore viabilità. Il sindaco ha quindi evidenziato la necessità di un intervento urgente sul tratto Satriano – Serra San Bruno (incrocio SS 182 e SP 48 che conduce all’imbocco della Trasversale delle Serre – svincolo Gagliato). Allo stesso modo il Primo Cittadino ha chiesto all’Anas Calabria di Catanzaro, nella persona del geometra Bevilacqua, un intervento mirato alla pulizia dei cigli stradali. E’ stato segnalato, infatti, che nelle strade di competenza dell’Ente SS 182 tratto diramazione DIR 713 (rotatoria di innesto) fino al centro abitato del Comune di Serra San Bruno e rotatoria d’innesto DIR 713 località Cannella da più di un anno non è alcuna manutenzione e pertanto nei tratti di strada che collega Serra san Bruno a Soriano e Serra San Bruno a Spadola la presenza di erbacce ed arbusti pregiudica la sicurezza e la fruibilità delle arterie a causa di una scarsa visibilità. Per questo, e per la vocazione turistica della cittadina della Certosa che vede aumentare in estate il numero di visitatori, turisti e residenti stagionali, il capo dell’Esecutivo serrese ha chiesto un intervento urgente per il ripristino della circolazione stradale in tutta sicurezza. 

 

Serra, il sindaco Luigi Tassone assegna le deleghe

“Come annunciato nel corso del Consiglio comunale svoltosi ieri, oggi procediamo alla comunicazione delle deleghe assegnate a consiglieri ed assessori”. Questo l’incipit con il quale il sindaco Luigi Tassone ha aperto la conferenza stampa svoltasi nella sala Giunta del palazzo municipale. “Forse è la prima volta – ha aggiunto il sindaco – che tutti i consiglieri vengono coinvolti attivamente nell’attività amministrativa. Prima di procedere all’assegnazione delle deleghe non mi sono confrontato con nessuno, ho proceduto sulla scorta del lavoro svolto da ciascuno in questi primi 60 giorni di mandato”. Tassone ha poi stilato un primo bilancio dell’attività svolta finora. “Grazie al contributo di tutti i consiglieri comunali – ha dichiarato – abbiamo ripulito il paese; ripristinato la pubblica illuminazione, il lungofiume, Santa Maria e l’area limitrofa alla Certosa; recuperato un finanziamento con il quale realizzare un portale turistico”. Prima di procedere alla comunicazione delle deleghe il primo cittadino ha annunciato un’ “operazione verità” con la quale nei prossimi giorni “ i cittadini saranno informati sulle condizioni in cui abbiamo trovato il Comune”. Di seguito le deleghe:

Walter La Grotteria (vice sindaco) : Affari generali, bilancio, affari istituzionali, finanze, tributi e personale;

 Francesco Zaffino (assessore): Lavori pubblici, manutenzione e territorio;

Assessore Valeria Giancotti (assessore): Innovazione; progetti strategici, punti wi-fi, gioventù, edilizia sportiva, politiche comunitarie, bandi europei, tutela e valorizzazione dei luoghi di culto con particolare riferimento a Santa Maria del Bosco ed alla Certosa;

Assessore Gina Figliuzz (assessore)i: Contenzioso, commercio, artigianato, partecipazione del cittadino, politiche per la tutela del cittadino;

Consigliere Adele La Rizza (consigliere): Servizi sociali e alla persona, politiche per la famiglia, pari opportunità e politiche per l’immigrazione;

Consigliere Brunella Albano (consigliere): Istruzione e politiche educative, mense scolastiche, servizi per l’infanzia, biblioteca, gemellaggi, e toponomastica;

Consigliere Maria Rosaria Franzé consigliere): Attività culturali e turismo;

Consigliere Antonio Gallè (consigliere): Decoro urbano, verde pubblico, segnaletica, soste e parcheggi

Serra, Maria Rosaria Franzè è il nuovo presidente del consiglio comunale

Maria Rosaria Franzè è il nuovo presidente del consiglio comunale della cittadina bruniana. Ampiamente rispettato, quindi, il copione che prevedeva l'elezione della giovane esponente del Partito democratico. Su Franzè sono confluiti gli otto voti dei componenti il gruppo consiliare di maggioranza presenti in aula ( assente Francesco Zaffino). Scheda bianca, invece, da parte dei tre consiglieri comunali presento (Rosanna Federico, Alfredo Barillari, Jlenia Tucci). Questa la prima dichiarazione della neo presidente: "Mi sento onorata del ruolo che assumo, ringrazio il Sindaco ed i consiglieri. Cercherò di garantire l'equilibrio e l'imparzialità del Consiglio. Come Consiglio abbiamo il dovere di dare il nostro contributo per migliorare il nostro territorio. Mi impegnerò ad avvicinare i cittadini ad una politica sana, nuova e trasparente".

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