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Viabilità, Minniti sfida le Istituzioni: “Interventi immediati o proteste eclatanti”

“In analogia a quanto pianificato in questi ultimi giorni congiuntamente tra Regione Calabria, Calabria Verde, Parco delle Serre, Provincia e Prefettura di Vibo Valentia, circa la sottoscrizione di un protocollo d’intesa diretto ad effettuare interventi di manutenzione sulla viabilità dei comuni rivieraschi della Provincia di Vibo Valentia, chiedo che tale procedura venga immediatamente estesa anche al territorio del Comune di Fabrizia, le cui strade versano in gravissime condizioni di degrado ed abbandono che mettono a repentaglio l’incolumità e la sicurezza pubblica”. È la sostanza di una missiva vergata dal sindaco di Fabrizia Antonio Minniti con la quale viene sottolineata agli interlocutori l’indifferibilità di provvedimenti sull’apparato viario. “In sede di riunione congiunta, tenutasi qualche mese fa presso la Prefettura di Vibo Valentia – sostiene il capo dell’esecutivo del paese dell’Allaro - il rappresentante della Regione Calabria escluse a priori una siffatta ipotesi operativa, avanzata e proposta dal sottoscritto, adducendo motivi di competenza istituzionale e territoriale e assenza di risorse economiche finalizzate. Alla luce delle ultime novità, chiedo che personale di Calabria Verde o del Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia, venga impiegato in simili mansioni sulle strade che interessano il Comune di Fabrizia ed il comprensorio montano delle Alte Serre Vibonesi”. Nel mirino c’è una disparità di trattamento troppo spesso subita che ha generato, fra le altre cose, una diversa velocità nei processi di sviluppo. E, infatti, Minniti va giù duro senza timori reverenziali, difendendo il suo territorio e non le appartenenze politiche: “atteso che i cittadini di questo circondario non sono di serie ‘B’ – rileva – e pur comprendendo la prevalente vocazione turistica dei luoghi dove nei prossimi giorni i suddetti lavoratori opereranno, si rammenta quanto segue: Strada Provinciale n. 9 Mongiana – Laureana di Borrello chiusa al transito con Ordinanza del Presidente della Provincia; Ex strada SS 501 Mongiana – Fabrizia – Grotteria con diramazione per la frazione Cassari di Nardodipace e svincolo Limina, chiusa al transito con Ordinanza del Sindaco di Fabrizia. Il Comune è completamente isolato da oltre sei mesi e nessuna Istituzione è intervenuta malgrado le pubbliche denunce dell’Amministrazione e le proteste con raccolta di firme da parte delle associazioni inviate a tutti i destinatari Istituzionali”. Elenco mesto, in cui c’è una delle cause di arretratezza delle zone montane. “Qualora la mia richiesta non trovasse accoglimento – è l’affermazione che traduce l’intenzione di battersi fino alla fine - mi vedrò costretto, mio malgrado, a proporre al Consiglio comunale ed alla cittadinanza tutta l’adozione di forme di proteste non convenzionali, quale unico strumento utile per far sentire e recepire dalle Istituzioni la condizione di indifferenza e isolamento in cui Fabrizia è relegata. Al signor Presidente della Giunta regionale – conclude Minniti - l’invito ad una visita ufficiale in questo territorio per rendersi personalmente conto della realtà in cui sopravviviamo”.

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Viabilità precaria, ‘Crescere insieme’: “Pronti a riconsegnare le tessere elettorali”

“Strade delle Serre impraticabili. Un abbandono, un isolamento senza precedenti accumulatosi in troppi anni di indifferenza. Nessun'autorità finora si è posta nell'ottica della soluzione vera, bensì soltanto in atteggiamento di finto ascolto e promesse da marinaio. Le rimostranze pubbliche e i convegni si sono sprecati, purtroppo senza esito proficuo”. Il movimento “Crescere insieme”, rappresentato dal presidente Enzo Iacopetta, prova a farsi ascoltare “con maniere legali ma forti”. Esempio pratico di questa strategia è stata la manifestazione  “Acqua, strade e salute: Voglia di sicurezze” durante la quale il movimento ha avanzato ai cittadini la proposta per la presentazione di un esposto collettivo alla Procura della Repubblica in merito “all'incivile abbandono storico di tutta la rete viaria di collegamento di Fabrizia e dintorni”. “Si rivela ormai urgente – è il pensiero dei componenti del movimento - un autorevole intervento per l'accertamento delle responsabilità ma anche e soprattutto per individuare le autorità che abbiano titolo e obbligo di porvi rimedio prima di ritrovarsi fatalmente nel totale isolamento. La situazione viaria della zona delle Serre non è solo difficile a causa delle varie chiusure al traffico di rilevanti tratti stradali, ma autorizza a temere che possa essere addirittura fonte di serio rischio per l'incolumità personale”. Al danno si aggiunge la beffa perché “è in arrivo il periodo delle ferie e a Fabrizia dovrebbero giungere parecchie centinaia di persone provenienti dalle città del Nord e dall'estero, gente che ovviamente non è preparata a districarsi facendo gimcana tra una buca e una voragine, come invece la gente del luogo” che con questo stato di cose ha imparato a “convivere”. La proposta di azione, esposta con fermezza dal presidente Iacopetta e dall'avvocato Maria Cirillo, corroborata dai preziosi interventi dei membri Andrea Pasqualino, Giuseppe Preiato e Antonio Maiolo, ha registrato molte adesioni anche tra i cittadini di Mongiana e di Nardodipace per come dimostrato dall'intervento del sindaco Romano Loielo. “Se non dovesse bastare questa iniziativa – spiegano gli esponenti del movimento - come azione propulsiva per il richiesto intervento immediato, altre azioni sono al vaglio e non esclusa la forte protesta civica di consegna delle tessere elettorali al prefetto della Provincia di Vibo Valentia, giacchè in tale stato di abbandono la gente non ha più la fiducia nei propri eletti. I cittadini – è infatti la conclusione - sono stufi di pagare così tante tasse e tributi, a cui non corrisponde il sacrosanto diritto del vivere civile e decoroso”.

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Anno 1883, quando la provincia non volle costruire la strada sulle Serre

Spezzare l’isolamento, avere nuove vie d’accesso ed un sistema viario adeguato, sono sogni antichi per le genti delle Serre. Sogni, il più delle volte, trasformati in incubi dalla miopia o dalla malafede di una classe politica tanto attenta al “particolare” quanto indifferente al generale. Non passa giorno, ormai, che i cittadini che vivono nell’area montana delle Serre non siano costretti a sottoporsi ad improbabili slalom, tra le buche di quelle che di strade non hanno più neppure le sembianze. La colpa, com’è ovvio che sia, viene addebitata alla classe politica, ovvero la custode più gelosa dello “status quo”. Una situazione le cui radici affondano in un passato affatto recente. A testimoniare quanto il tema sia datato, lo rivela un articolo apparso sull’Avvenire Vibonese, un settimanale, stampato a Vibo Valentia a partire dal 1881. In un pezzo, pubblicato nel numero del 17 ottobre 1886, dal titolo “La strada Fabrizia – Laureana, al consiglio provinciale”, si parla della decisione assunta dal consiglio provinciale di Catanzaro di bocciare la costruzione di un’arteria che avrebbe dovuto portare giovamento agli scambi commerciali dell’intera area delle Serre. Fin dall’incipit, l’articolo evidenzia: “Interessi gravissimi, e che impegnano molta parte delle popolazioni di questo circondario, reclamano la costruzione di una strada, che partendo da Laureana, in provincia di Reggio, attraverso i piani dell’Acquafredda vada a raggiungere l’altipiano appenninico di Fabrizia”. Interessi rappresentati dalle “ amministrazioni Comunali di Fabrizia e Laureana”, che grazie “alle risorse date ai Comuni dalla legge del 30 Agosto 1868 sulla viabilità obbligatoria” si erano attivare per redigere il “progetto” della strada che “doveva congiungere i due Comuni, e procurare uno sbocco ai prodotti che dalle montagne si dirigono alle marine di Nicotera, e di Gioia”. Tuttavia le risorse “Comunali non potevano essere sufficienti alla costruzione di una strada che per la sua importanza richiedeva il sussidio dello Stato e delle Provincie, nei cui territorio si sviluppava”. Per integrare le loro magre finanze, i “Municipi chiesero che fosse compresa la strada in parola negli Elenchi delle strade di serie nelle diverse leggi, colle quali il Governo ha cercato di migliorare le condizioni di viabilità nelle Provincie del Mezzogiorno”. Lo sforzo finalizzato alla realizzazione della strada era sostenuto dalla necessita di offrire un aiuto ad un territorio il cui “avvenire industriale” era, inevitabilmente, “legato alla promessa della costruzione di questa strada”. Del resto, come faceva notare, l’autore dell’articolo, “l’altipiano che sovrasta a Laureana, ricco di cereali, e di cave di pietra ricercatissima, inoltrandosi per Acquafredda nella Provincia di Catanzaro, e segnatamente ne territori di Fabrizia e Serra San Bruno è coperto di una ricca vegetazione silvana di Faggi: Abeti, Elci, Quercie, von ché di Acero duri, legname richiesto da nostri cantieri navali, e che tutto vediamo trasportare al prezzo di ingenti sacrifizi alla marina. Il costo di trasporto ne raddoppia quasi il valore. Un consumo di forze animali e finanziari sproporzionata al prezzo della merce trasportata, assorbe gran parte del profitto. A schiena di muli, o sull’adamitico carro, stentatamente e con gravi rischi questo legname è portato ai luoghi d’imbarco”. Era, quindi, necessario procedere alla realizzazione della nuova strada, anche perché “la via percorsa è in perfetta antitesi col progresso industriale delle nostre montagne, che crediamo effettivamente maggiore di quanto ordinariamente si ritiene”. Tanto più che “parecchi stabilimenti di segherie, appartenenti ai Signori Fabbricotti e Fazzari, ed altri, forniti dei più recenti e più perfetti meccanismi ivi sono stati impiantati a vapore, sono avviate ad organizzarsi, e convertirsi in serie e ben regolate aziende industriali mercè le solerti ed intelligenti cure dei Signori Morabito di Mongiana, i cui vini, i cui formaggi acquistano un posto ogni giorno più distinto e ragguardevole sul mercato. La coltura dell’ulivo e delle vigne si diffonde e si estende nelle vallate, e lungo le coste. La piccole industrie domestiche, alle quali oggi ritorna la mente del legislatore non hanno cultori più fedeli degli abitanti delle nostre montagne. Tutto accenna da un risveglio di lavoro, dietro il quale si affaticano le popolazioni, risveglio ch’ è doveroso secondare ed incoraggiare per renderlo più attivo, e più fecondo”. Grazie al “concorso” degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri”  la “strada Fabrizia - Laureana fu in fine compresa nell’elenco delle strade di serie contemplate dalla legge del 23 luglio 1881 con questa dizione: Strada Provinciale di Serie Fabrizia- Laureana per la vallata del Mesima alla Nazionale”. Una volta pubblicata la legge “l’Amministrazione Provinciale di Reggio fu sollecitata a redigere il progetto di massima, e spedirlo al Ministero per ottenere i Decreti di approvazione dei tracciati. Il Consiglio Superiore dei LL. PP. Diede avvio favorevole agli studi eseguiti dall’Ufficio Tecnico Provinciale di Reggio. Il Ministero dei LL.PP. però rilevò la mancanza della preventiva approvazione del tracciato da parte del Consiglio Provinciale di Catanzaro, nel cui territorio la strada si svolge per otto chilometri da Fabrizia ad Acquafredda”. Rinviata la questione al consiglio provinciale di Catanzaro la questione venne discussa nella “ sessione ordinaria del 1883”, ma l’assemblea “emise deliberazione contraria, non ché al progetto del tracciato alla strada stessa dichiarandola di non utilità per la Provincia di Catanzaro”.  Eppure la strada aveva una sua importanza fondamentale per implementare gli scambi commerciali che, nonostante, le difficoltà erano piuttosto intensi. “Dall’Aprile all’Ottobre la statistica del carreggio numera più che mille carri al giorno, che scendono  da quelle montagne alle marine attraverso i piani dell’Acquafredda. E da Fabrizia, da Mongiana, da Serra gli abitanti sono obbligati trasportare a schiena, e per Laurenana i loro che vendono nella Piana di Palmi come patate, avena, castagne, carbone, ecc. importando per la stessa via i generi alimentari di consumo”. Come poteva, quindi, il “Consiglio Provinciale di Catanzaro” dichiarare “inutile una strada di quest’importanza”? A favorire la decisione negativa era stata l’assenza  degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri che furono in Parlamento commissari della Legge del 23 luglio 1881 non si fossero trovati presenti alla Sessione Ordinaria del Consiglio Provinciale del 1883”. Contro la decisione presentò immediatamente “istanza” il comune di Fabrizia invitando il consiglio a rivedere e ad esaminare  “più ponderatamente la quistione”. In calce all’articolo, il giornalista confida nell’intervento degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri” al fine “ d’informare il consiglio della vera situazione delle cose, anche perché, a fronte di un “onere minimo” per “l’Amministrazione”, la strada procurerebbe “un vantaggio massimo” alle “popolazioni di Fabrizia, Serra e Mongiana”. L’articolo, a distanza di quasi un secolo e mezzo conserva tutta la sua attualità, anche perché, ieri come oggi, a frenare lo sviluppo di un intero territorio sono proprio quelle forze che dovrebbe maggiormente sostenerlo.

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Fabrizia, Fazio: "Sulla viabilità sindaco e vice evitino le passerelle"

“Come è bello osservare in Tv il Sindaco del Comune di Fabrizia e leggere gli articoli sul Redattore del Vice Sindaco sulla viabilità. Ma come mai si sono svegliati adesso, dove erano in letargo?”. Inizia in maniera piuttosto polemica la nota del consigliere comunale di Fabrizia, Francesco Fazio, il quale, a proposito delle condizioni della viabilità provinciale contesta, quello che giudica, il tardivo intervento del sindaco Minniti e del suo vice Suppa. Oltre ad evidenziare l’intempestività con la quale sarebbe stata affrontata la vicenda, Fazio ricorda la sua attività, svolta in qualità di assessore “prima di essere cacciato per accordi politici, dopo le elezioni regionali e dopo aver conseguito, solo a Fabrizia, 345 voti di preferenza, superando di un bel po’ l’altro candidato, il sindaco Minniti”. L’estromissione di Fazio dalla giunta cittadina sarebbe, quindi, la conseguenza della sua candidatura a consigliere regionale. Al di là di tutto, sui problemi connessi alla viabilità, l’ex assessore tiene a ricordare le sue denunce sulla stampa, nonché “la raccolta di 600 firme” e “foto delle strade”, inviate a corredo di “una lettera aperta”, al “Presidente del consiglio, Matteo Renzi; al Presidente della giunta regionale, Mario Oliverio; al Ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio; al Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia ed a quello della provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa”. Con la “lettera” ed il materiale fotografico,  “ si è inteso portare a conoscenza lo stato di abbandono in cui versano le strade, la presenza di buche enormi, la mancanza si segnaletica orizzontale e verticale”. A questo punto, dopo aver evidenziato che “oggi troviamo articoli pubblicati sul Redattore e passerelle su Tg regionali” in cui sindaco e vice cercherebbero di “prendersi i meriti", Fazio si chiede se "codeste persone", non siano state "uno consigliere per 15 anni come Vice Presidente della Provincia di Vibo Valentia, e l’altro pure consigliere provinciale, in effetti in quegli anni a Fabrizia c’erano strade come la A22  ed A4?”. Infine, l'ex assessore contesta il sindaco Minniti, anche, in merito al tenore delle dichiarazioni rilasciate al Tg regionale, in particolare sul “consiglio dato agli amministratori  della provincia, ovvero di dimettersi qualora non riuscissero a produrre qualche intervento”. A tal riguardo, scrive Fazio” siamo arrivati a bassezze e piccole cose, si cerca di fare gli attori di essere i super eroi dei tempi d’oggi. In qualità di consigliere – continua - ho chiesto per tre anni di intervenire sulla viabilità, con la raccolta firme e con la protesta dei 600 cittadini che hanno apposto la propria firma chiediamo per l’ennesima volta un intervento celere affinché venga ripristinata una normale viabilità, in maniera tale da consentire ai turisti di visitare i luoghi e le bellezze naturali del comprensorio, ed inoltre per dare la possibilità a qualsiasi persona di viaggiare con tranquillità senza nessun rischio per la propria salute”.

L’isolamento delle Serre: le strade che crollano e il senso civico che non c’è

Geografica, ma anche culturale. La distanza che separa l’entroterra vibonese dalle realtà regionali più avanzate (quelle nazionali e quelle europee sono inavvicinabili) ha delle motivazioni ben precise: una viabilità ridotta in condizioni vergognose, che non consente di raggiungere agevolmente i centri decisionali e i mercati che contano, ma anche un’arretratezza sociale e culturale – derivante in parte dalla difficoltà di spostarsi prima accennata e in parte da particolari vicissitudini storiche - da cui nascono quei mali che costituiscono le catene del sottosviluppo. Recarsi presso il relativo svincolo autostradale partendo dalla principale cittadina delle Serre è una corsa ad ostacoli, poiché la carenza di una vera manutenzione ordinaria e straordinaria crea rischi non indifferenti. Esempio lampante è infatti lo stato in cui versa la SS182 nel tratto compreso fra Soriano e la A3. L’arteria in alcuni punti è addirittura crollata da tempo e, finora, anziché mettere in atto i provvedimenti del caso sono state poste delle indicazioni quasi ‘artigianali’ che invitano a schivare il pericolo.  Quest’ultimo, però, sembra crescere con il passare delle settimane, perché il vuoto che s’insinua sotto il manto bituminoso avanza e mangia centimetri su centimetri tanto in senso verticale quanto in senso orizzontale. Senza contare le frane, che spesso costringono i conducenti a percorsi alternativi. Inutile evidenziare che il disincentivo per le aziende ad investire e per i lavoratori e i professionisti a rimanere è immenso. Ed una volta arrivati all’imbocco della Salerno – Reggio Calabria, divenuto luogo di incontro di viaggiatori che si fermano per scambiarsi informazioni, lo scenario peggiora sotto un altro profilo: quello del rispetto dell’ambiente. Perché a margine del canale di scolo, vengono depositati rifiuti di ogni genere, persino vecchi computer. È la prova di un senso civico che non esiste e che testimonia l’incapacità di rimanere nel solco della normale convivenza. E che induce ad operare una riflessione. Giusto protestare e pretendere le opportune misure dalle Istituzioni, altrettanto indispensabile è guardarsi dentro e cominciare a fare la propria parte.

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In viaggio sulla strada che non c'é

BROGNATURO -  L’Italia è un Paese bizzarro, la Calabria lo è, ancor, di più. Quante siano le nostre stranezze nessuno lo sa, perché nessuno potrebbe contarle. Ve ne sono alcune, però, che, più di altre, ci contraddistinguono, ci rendono unici, fanno si che gli altri ci guardino con ammirazione, talvolta; con disprezzo, sovente; con invidia, mai. Le stravaganze più incredibili, poi, quelle che sono diventate indigeste, anche, a noi stessi, sono quelle compiute dalla classe politica. Un mondo, quello della politica, che sembra essere popolato da una razza a sé stante. Un ceppo antropologico peculiare, dotato di caratteristiche sconosciute ai comuni mortali. Un ceppo formato, per la gran parte, d’arraffoni ed arruffoni protagonisti di scelte approssimative, prive del benché minimo principio di programmazione. Scelte di cui scontiamo le conseguenze, compiendo gesti, altrove, banali. Basta, ad esempio, uscire di casa, salire in macchina, accendere il motore e mettersi in movimento. Il calvario, inizierà, quasi subito. Un calvario fatto di buche, di strade dissestate, di carreggiate senza asfalto. Uno scenario, che soprattutto, nella zona delle Serre è così normale da essere diventato, addirittura, indifferente. Quasi non ci si fa più caso. Un po’ è la rassegnazione, un po’ lo sconforto, un po’ l’idea che sia normale così. Se qualcuno, poi, osa obiettare, la replica arriva immantinente: “non ci sono i soldi!”. Al cospetto di una tale risposta, vengono in mente le parole di Ezra Pound, per il quale «dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro, è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri». Una contraddizione in termini, che diventa ancor più stridente quando, nel percorrere una strada impraticabile, si assiste alla realizzazione di una strada interpoderale. Una di quelle stradine, il più delle volte, costruite, a luglio e diventate impraticabile con le prime piogge d’ottobre, con l’unico scopo di rendere accessibile il fondo di un assessore o di un cliente politico. Certo, la realizzazione delle strade di campagna viene motivata con il nobile intento di voler favorire lo sviluppo agricolo. Se non fosse che ti guardi intorno e vedi distese di terreni incolti sui quali non viene prodotta neppure una patata. Si, è vero ci sono i braccianti, ma, da noi, mica praticano l’agricoltura! E poi, se, anche, i terreni fossero ubertosi e feraci, viene da chiedersi come i prodotti della terra potrebbero raggiungere i mercati. A tal riguardo, l’obiezione non potrebbe che essere: “a questo servono le strade di campagna”. Potrebbe essere vero, se non fosse che, nel curare il particolare, i nostri politici, si sono dimenticati del generale. Così, nell’impiegare risorse pubbliche per realizzare strade, stradine e mulattiere che nessuno percorre, hanno tralasciato le vie di comunicazione primaria. Capita, quindi, d’imbattersi in strade principali diventate completamente impercorribili. Un esempio, su tutti, è quello rappresentato dalla provinciale 43 - S.S.110 - Brognaturo – “Acqua del sorcio”, che, attraversando i monti della “Lacina”, dovrebbe portare sulla costa jonica. Dovrebbe, perché la strada, praticamente non esiste più, è solo un ricordo. Su quel che rimane dell’asfalto le buche non si contano. In verità, però, il lemma rischia di rappresentare un eufemismo. Più che di buche, si tratta di veri e propri crateri nei quali il veicolo sprofonda per poi risalire, quasi fosse un battello alle prese con il mare in burrasca. E come il nocchiero, anche, l’automobilista ha il suo bel daffare per evitare l’abisso. Tra una buca e l’altra, il pensiero, almeno quello, corre, va alla ricerca di una spiegazione, di un perché. Poi ricorda: “non ci sono i soldi”. Ma qualcosa affiora dalla memoria, qualcosa come, ad esempio, i cinque milioni di euro di bollette telefoniche mai pagate dalla provincia di Vibo Valentia, negli anni in cui, prima del commissariamento, l’Ente era stato, si fa per dire, gestito dalla politica. Un episodio che dovrebbe indignare ma che, forse, ha una spiegazione. Come non pensarci prima! Chi usa il telefono non ha bisogno di strade. E poi, come amava ripetere Chatwin: «La vita stessa è un viaggio, da fare a piedi». Le strade, quindi, non servono!

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Anas: limitazioni al transito su tratti saltuari SS 106

Sono state prorogate fino al 30 aprile 2015 le limitazioni al transito su tratti saltuari della strada statale 106 Var/A in provincia di Catanzaro.  E' quanto rende noto Anas che, in un comunicato, evidenzia il permanere " di restringimenti su entrambe le carreggiate tra gli svincoli Borgia e Santa Maria (tra i km 5,000 e 11,500), tra gli svincoli di Santa Maria e Simeri Crichi (tra i km 11,500 e 17,166), tra gli svincoli di Squillace e Borgia (tra i km 0,100 e 5,000) ed infine, il restringimento a senso unico di marcia della rampa 8 dello svincolo di Germaneto (tra i km 0171 e 0,304). I provvedimenti - fa sapere Anas - si rendono necessari per consentire la prosecuzione degli interventi di manutenzione straordinaria delle scarpate, nell`ambito di lavori di realizzazione del "Megalotto 2", tra gli svincoli di Squillace e Simeri Crichi. I veicoli in avvicinamento alle aree di cantiere dovranno osservare il limite di velocità di 30 km/h e il divieto di sorpasso.

 

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