I motivi per cui il presidente Xi Jinping ha aperto allo studio della religione in Cina

Il processo di trasformazione e di adeguamento della Cina di Xi Jinping, passerà anche attraverso i testi sacri. Per la Cina si è aperta una nuova fase storica, paragonabile sotto certi aspetti, a quello che era successo durante la Rivoluzione cinese del 1966 a opera di Mao TseTung. Oggi infatti per la prima volta, senza nominare direttamente Bibbia, Corano o i Sutra, si sta parlando di un’apertura verso le religioni. Per chi non lo sapesse si tratta di qualcosa di nuovo e di epocale per la cultura e la politica cinese, volta all’adeguamento di un sistema che per lungo tempo si era opposto a questo tipo di pratiche.

La Cina apre alla religione: perché?

Il pensiero espresso attraverso la nota stampa dice che oggi è necessario resistere efficacemente all’erosione di pensieri estremi ed eresie; cambiare per resistere quindi. Tutto questo appare piuttosto in linea con quanto già espresso dal 2013 in poi, quando si è parlato di un recupero delle tradizioni e delle religioni cinesi, a partire dal taoismo, dottrina che conta nel mondo attualmente, milioni di adepti, seguaci e studiosi interessati al fenomeno.

Il fatto stesso che oggi a Pechino vengano organizzati simposi da parte della Commissione per gli Affari Etnici e Religiosi, è un segnale indicativo e per certi versi distensivo, rispetto a quanto si è sempre visto in Cina, durante i passati decenni. Del resto la Cina, non solo per quanto riguarda la religione sta mostrando segnali evidenti di apertura, sotto diversi punti di vista. Non è un caso se storici e sociologi specializzati in culture orientali, stanno da tempo descrivendo una realtà nuova per quanto riguarda la società cinese.

Il pensiero di Rampini sulla società cinese attuale

E’ quanto più volte sostenuto anche dal giornalista e saggista Federico Rampini, il quale ha dedicato alcune delle sue più pregevoli pubblicazioni recenti, proprio alla società cinese in evoluzione. Ricordiamo il testo edito da Mondadori del 2006 dal titolo Il secolo cinese – Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo, dove l’Autore ci spiega la sua visione dell’Oriente attraverso pezzi di vita quotidiana, raccolti durante un lungo viaggio, tra Hong Kong, Shanghai e Hangzhou. Il viaggio attraverso la Cina attuale è un manifesto anche della diversità oltre che del mutamento che la cultura cinese sta attualmente attraversando.

Nei giorni scorsi è apparso un interessante articolo sulle differenze che intercorrono tra la regione di Macao e quella di Hong Kong interessante reportage e dossier che indica come mai oggi a Macao non vi siano state proteste, a differenza degli altri territori cinesi che stanno vivendo una fase di cambiamento piuttosto tumultuosa. Macao la conosciamo sotto molti aspetti, anche perché in termini commerciali ci è stata più volte presentata come la nuova Las Vegas asiatica, aspetto che la contraddistingue, rendendola unica, rispetto agli altri luoghi della Cina contemporanea.

Proprio come avviene in Italia e nel resto d'Europa, anche in Cina il gioco d’azzardo è capace di attirare un numero sempre più elevato di utenti, sia in versione digitale che per quanto riguarda il live casinò; per quanto riguarda i casinò online, per il 2019 c'è stato un flusso più ampio e costante di utenti che hanno provato le casino slot machines. Il gioco oggi si sviluppa e di pratica mediamente attraverso dispositivi mobili quali smartphone e tablet, visto che oltre il 67% degli utenti risulta essere attivo proprio in versione smartphone, segnando quindi un nuovo trend che andrà a caratterizzare anche il prossimo biennio, a livello operativo. Inutile dire che la maggior parte di questi dispositivi mobili viene prodotto dal mercato asiatico, in una guerra commerciale tra Corea e Cina.

Il preside e le preghiere

Un preside di Palermo vieta le preghiere e i simboli religiosi; però, ligio alla legge, lascia nelle aule il Crocifisso. È una veneranda legge fascista, ma, come il 90% delle leggi fasciste, è ancora in vigore, e si sa che dura lex, sed lex.

 Invece, niente preghiere, perché hanno protestato dei genitori; non pare siano scintoisti o israeliti o musulmani o politeisti: saranno i soliti intellettuali della domenica, a cui pare filosofico. Però, mollis lex, sed lex, il preside è ineccepibile: la legge prevede il Crocifisso, non le preghiere.

 Ma poi, amici lettori, che voi sappiate, la gente prega? Ormai molti anni fa, nella più grande Diocesi dell’orbe cattolico, regnante il cardinale Martini, si scoprì che il 7% (sette!) dei Milanesi frequentava le chiese. E chi le chiese le frequenta per scrupolo religioso, ci resta male anche in tutto il resto dell’orbe cattolico. Vi narro:

  • Ho sentito la Messa nella cattedrale di Caen in Normandia, edificio pari a tre o quattro campi di calcio, ed eravamo una ventina.
  • Non molto meglio nella chiesa arcivescovile di Melfi, domenica mattina.
  • A Bitonto, grossissimo centro pugliese, l’albergatore non aveva idea degli orari delle Messe.
  • Nei nostri piccoli paesi, le celebrazioni sono quasi tutte per vecchi.

 “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la Fede sulla Terra?”: tornasse stamani, mica tanto. Se dunque i genitori di Palermo non vogliono preghiere, sono in numerosa compagnia.

 Eppure, chi vede la tv e legge i giornali, crederebbe di trovarsi in un’Italia più cattolica dell’intera flotta di Lepanto nel 1571: non c’è un momento senza qualche intervento ecclesiastico! Schermi pieni e chiese vuote? Generali senza eserciti?

 Ma la gente è divenuta atea? Non pare, anzi oggi non va di moda, oggi Scalfari e la Bonino dialogano con il papa. Se chiedete a uno qualsiasi, risponderà che crede in “Dio”, senza scendere nei particolari; e tutto il mondo festeggia il Natale: ma il Natale, cioè la nascita, di chi? Delle renne, penseranno quasi tutti i bambini.

 E allora, pregare chi? Andare a Messa, a fare che? Manca la metafisica, nelle Messe; e invece in una chiesa si va per l’anima, non per della sociologia… della domenica. Quanto a buonismo e a promesse di felicità, s’intende terrena, la religione ha molti e più agguerriti concorrenti, e meglio forniti di argomenti edonistici.

 Io, al posto degli ecclesiastici, mi guarderei intorno, e non nelle occasioni speciali ma nell’ordinario; e prenderei qualche provvedimento.

  • Published in Diorama
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