Il preside e le preghiere

Un preside di Palermo vieta le preghiere e i simboli religiosi; però, ligio alla legge, lascia nelle aule il Crocifisso. È una veneranda legge fascista, ma, come il 90% delle leggi fasciste, è ancora in vigore, e si sa che dura lex, sed lex.

 Invece, niente preghiere, perché hanno protestato dei genitori; non pare siano scintoisti o israeliti o musulmani o politeisti: saranno i soliti intellettuali della domenica, a cui pare filosofico. Però, mollis lex, sed lex, il preside è ineccepibile: la legge prevede il Crocifisso, non le preghiere.

 Ma poi, amici lettori, che voi sappiate, la gente prega? Ormai molti anni fa, nella più grande Diocesi dell’orbe cattolico, regnante il cardinale Martini, si scoprì che il 7% (sette!) dei Milanesi frequentava le chiese. E chi le chiese le frequenta per scrupolo religioso, ci resta male anche in tutto il resto dell’orbe cattolico. Vi narro:

  • Ho sentito la Messa nella cattedrale di Caen in Normandia, edificio pari a tre o quattro campi di calcio, ed eravamo una ventina.
  • Non molto meglio nella chiesa arcivescovile di Melfi, domenica mattina.
  • A Bitonto, grossissimo centro pugliese, l’albergatore non aveva idea degli orari delle Messe.
  • Nei nostri piccoli paesi, le celebrazioni sono quasi tutte per vecchi.

 “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la Fede sulla Terra?”: tornasse stamani, mica tanto. Se dunque i genitori di Palermo non vogliono preghiere, sono in numerosa compagnia.

 Eppure, chi vede la tv e legge i giornali, crederebbe di trovarsi in un’Italia più cattolica dell’intera flotta di Lepanto nel 1571: non c’è un momento senza qualche intervento ecclesiastico! Schermi pieni e chiese vuote? Generali senza eserciti?

 Ma la gente è divenuta atea? Non pare, anzi oggi non va di moda, oggi Scalfari e la Bonino dialogano con il papa. Se chiedete a uno qualsiasi, risponderà che crede in “Dio”, senza scendere nei particolari; e tutto il mondo festeggia il Natale: ma il Natale, cioè la nascita, di chi? Delle renne, penseranno quasi tutti i bambini.

 E allora, pregare chi? Andare a Messa, a fare che? Manca la metafisica, nelle Messe; e invece in una chiesa si va per l’anima, non per della sociologia… della domenica. Quanto a buonismo e a promesse di felicità, s’intende terrena, la religione ha molti e più agguerriti concorrenti, e meglio forniti di argomenti edonistici.

 Io, al posto degli ecclesiastici, mi guarderei intorno, e non nelle occasioni speciali ma nell’ordinario; e prenderei qualche provvedimento.

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.