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Omicidio Cricrì: i dettagli nella ricostruzione dei carabinieri

Il Nucleo Operativo della Compagnia di Serra San Bruno ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di una donna e di due uomini di Acquaro, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di “omicidio” e di “distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere”.

I provvedimenti sono stati emessi a termine delle indagini sull’omicidio, il 21.10.2013 in località Petrignano del comune di Acquaro di Giuseppe Damiano Cricrì, classe 65, operaio di Dinami, incensurato, separato. 

Si tratta di: Liberata Gallace, 51enne di Acquaro – frazione Piani, casalinga, con precedenti di polizia, coetanea della vittima, ritenuta, allo stato, esecutrice materiale dell’omicidio; Alfonsino Ciancio, 28enne (figlio di Liberata Gallace), di Acquaro – frazione Piani, nullafacente, con precedenti di polizia e Fiore D’Elia, 63enne (amante di Liberata Gallace), di Gerocarne, disoccupato, con precedenti di polizia, ritenuti, allo stato, responsabili della distruzione del cadavere di Giuseppe Damiano Cricrì.

Le indagini hanno consentito di acclarare che, nella notte del 21 ottobre del 2013, Giuseppe Damiano Cricrì è stato attirato in una campagna di Acquaro, in località Petrugnano, dalla Gallace, con cui lo stesso aveva da poco deciso di concludere la relazione sentimentale, col pretesto di voler avere con lui un colloquio chiarificatore. La donna, in realtà, non aveva mai accettato la fine del rapporto sentimentale e, in più occasioni, aveva assunto dei comportamenti fortemente ingerenti nella vita di Cricrì.

Secondo la tesi accusatoria, l’uomo, nel corso dell’incontro, è stato colpito al volto con un oggetto contundente – come acclarato dagli accertamenti medico-legali – così violentemente e ripetutamente dalla Galace da causargli la morte. Successivamente, questa, con l’ausilio di suo figlio, Alfonsino Ciancio, nonché dell’amante, Fiore D’Elia, ha collocato il cadavere di Cicrì, all’interno dell’autovettura della vittima, sui sedili posteriori, e lo ha trasportato in una stradina di campagna che si dirama dalla S.P.4 (Acquaro – Dinami), del tutto priva di illuminazione, dove, con della benzina procurata in precedenza, davano fuoco al cadavere e al veicolo che l’indomani venivano rinvenuti carbonizzati.

Ad esito delle attività di indagine il Pm titolare del fascicolo richiedeva il provvedimento cautelare per i tre soggetti a titolo di “omicidio” e “distruzione di cadavere” in concorso tra loro. Richieste accolte dal G.I.P., che in data 25 novembre depositava l’ordinanza applicativa, eseguita stamattina. 

La Gallace è attualmente detenuta presso la Casa circondariale di Reggio Calabria, mentre Ciancio e D’Elia presso quella di Vibo Valentia a disposizione dell’Autorità giudiziaria per gli interrogatori di garanzia.

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