Rifiuti. Operazione “Ecosistema”: sequestro preventivo per 13.000.000 di euro. Gli intrecci ‘ndrangheta-politica

Personale del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione G.I.P. – G.U.P. su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, della società “Ased spa”, il cui titolare è Rosario Azzarà, tratto in arresto il 7 dicembre in esecuzione di provvedimento cautelare emesso nei confronti di 18 indagati (5 OCC in carcere – di cui 3 già detenuti – , 9 OCC agli AA.DD. e 4 obblighi di presentazione alla P.G.) localmente legati ad ambienti dell’imprenditoria, della politica e della ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate “cosca Iamonte” e “cosca Paviglianiti”, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso (artt. 110, 416 bis. comma 1,2,3,4,5 e 6 c.p., 3 L. 146/06), turbata libertà degli incanti (artt. 110, 353 comma 1,2 c.p., 7 L. 203/91), violenza privata (art. 610 c.p., 7 L. 203/91), corruzione elettorale (artt. 86 comma 1 e 2 DPR 570/60, 7 L. 203/91),  estorsione (artt. 110, 629 comma 1 e 2, in relazione all’art. 628 comma 3 nr. 3 c.p. e 7 L. 203/91), illecita concorrenza con minaccia o violenza (artt. 81 cpv, 110, 513bis comma I e II c.p., 7 L.203/91), tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento,  falsa testimonianza (artt. 110, 372 c.p.), corruzione per l’esercizio della funzione (artt. 110, 318 c.p.), corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (artt. 110, 319 c.p.), detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo (artt. 81 cpv. c.p., 2, 4 e 7, l. 895/1967).

In particolare, dalle indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria sotto la direzione della locale Procura Distrettuale Antimafia, è emerso come Rosario Azzarà, imprenditore operante nel settore dei rifiuti, Carmelo Ciccone e Giuseppe Saverio Zoccoli, forti del sostegno derivante dalla criminalità organizzata locale e avvalendosi della collaborazione di liberi professionisti e della compiacenza di funzionari e amministratori pubblici, abbiano condizionato il regolare svolgimento delle gare d’appalto.

Proprio l’“Ased spa” di Rosario Azzarà – a cui si contesta il concorso esterno in associazione mafiosa – è stata individuata quale impresa di riferimento della cosca “Iamonte”, egemone nel comprensorio di Melito di Porto Salvo, e in tale qualità si è resa monopolista sul territorio dell’intera provincia reggina nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti, accaparrandosi importanti commesse pubbliche, anche attraverso il ricorso a metodologie intimidatorie.

Il provvedimento di sequestro riguarda le quote sociali e l’intero patrimonio aziendale, tra cui numerosi beni immobili e mobili, oltre che conti correnti, beni strumentali e prodotti finanziari, affidati agli amministratori giudiziari, per un valore complessivo stimato in 13.000.000 di euro.

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