Mafia Capitale, Alemanno sbotta: "Mai avuto sostegno dal clan Mancuso"

Dalle carte dell'inchiesta che per la seconda volta in pochi mesi ha scosso la politica della Capitale emerge il nome di Gianni Alemanno che, secondo le ipotesi avanzate dagli inquirenti, avrebbe beneficiato del sostegno della 'ndrangheta in occasione delle elezioni Europee celebratesi lo scorso anno. Sulla scorta di quanto ricostruito dai magistrati che lavorano alle indagini, l'ex sindaco di Roma si sarebbe avvalso dei servigi di Salvatore Buzzi, il quale avrebbe raccolto voti rivolgendosi ad esponenti del clan Mancuso, di Limbadi. Un'accusa che pochi minuti fa Alemanno ha respinto con la massima fermezza: "Bisogna finirla con questa balla della ‘Ndrangheta - tuona l'ex ministro dell'Agricoltura - che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto convergere voti in Calabria alle elezioni Europee del 2014. I numeri parlano chiaro: nei due Comuni di riferimento del clan Mancuso, che sarebbe stato contattati da Buzzi, io ho preso un numero ridicolo di preferenze. A Limbadi ho preso solo 5 preferenze su 981 votanti e al Comune di Nicotera 14 preferenze su 1901 votanti. Questi sono i due Comuni dove, secondo le risultanze delle inchieste della Magistratura, c’è il maggior radicamento del clan Mancuso e non è pensabile che se questo clan si fosse mobilitato a muovere voti nei miei confronti i risultati sarebbero stati questi". "Credo - sostiene Alemanno - che tutta questa congettura derivi dall’ennesima millanteria telefonica di Salvatore Buzzi, ma in ogni caso io non ho mai ottenuto ne tantomeno richiesto aiuti elettorali da clan mafiosi.

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