Papillo su Ncd: “Baggianate low cost, nascondono il loro fallimento”

“Si svegliano dal letargo in cui si sono relegati e, a turno, le sparano grosse. Grosse ed a basso costo. Non si spiegano, ad esempio, i dubbi su un decreto, da noi pubblicizzato con orgoglio per qualcosa per la collettività, con cui il Mise ci finanzia 250 mila euro per un impianto fotovoltaico (da 60 kwh) che, già a dicembre, produrrà e farà risparmiare sull’illuminazione pubblica”. Lo afferma il sindaco  di Gerocarne Vitaliano Papillo in riferimento alle polemiche sorte con Ncd locale, i cui rappresentanti che, a suo avviso, “oggi delirano”, nel 2010 “al contrario di tutti gli altri centri della provincia,  non furono capaci di partecipare ad un bando regionale per la medesima finalità” e lasciarono “un impianto, realizzato sul tetto del comune, in abbandono alle intemperie”, che è stato “ripristinato recentemente da noi”. Tutti fatti riscontrabili per il primo cittadino del paese delle Preserre che aggiunge: “un fatto, poi, dobbiamo dar loro ragione, è che effettivamente molte delle opere su cui stiamo mettendo mano risalgono alla loro era: dobbiamo farlo per riparare i danni causati. Così è, ad esempio, per l’ex asilo comunale, dove, ricorrendo ad un prestito ed indebitando l’ente  per oltre 100 mila euro hanno, tra l’altro, smantellato il tetto, perfettamente integro, causando infiltrazioni e danni alla stabilità della struttura, per evitare che crolli la quale dovremo rifare noi la copertura. 110 mila, invece, gli euro spesi per rifare in maniera pessima una piazza su cui sono stati necessari altri 4 importanti interventi successivi per altrettante riparazioni (che non hanno ancora risolto il problema). E questi – continua Papillo - sono solo la punta dell’iceberg dell’ ‘efficienza’ che ha causato il naufragio del loro ‘allegro’ e fallimentare progetto gestionale, decretato dalle urne e, successivamente, dalla mancanza di spina dorsale a ripresentarsi al cospetto dell’elettorato, che ora cercano di nascondere dietro la fiera delle baggianate. Come quella di ciò che chiamano Sprar (in realtà centro di prima accoglienza per  minori) che ha fruttato al Comune un introito di circa 10 mila euro di solo affitto. Loro lo chiamano danno erariale. Se non è un’insolazione, chiediamo il parere di uno specialista. Uno bravo, però. Chissà, invece – si chiede infine Papillo - se per qualche loro intervento, vedi asilo o progetto di segretariato, solo per accennare qualcosa, esiste la prospettiva di un danno erariale? Lo scopriremo”.

 

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