Ex Multiservizi: parere legale conferma le perplessità dell'associazione "La Cosa Pubblica"

"L’Associazione 'La Cosa pubblica' ha provveduto a trasmettere a tutti i membri della Commissione Consiliare Lavoro e Sviluppo del Comune di Reggio Calabria il parere redatto dallo Studio legale Morabito su nostra richiesta". Lo rende noto Stefano Morabito, a nome della medesima associazione. "Tale parere, che era già stato inviato oltre un mese fa al consigliere delegato Francesco Gangemi e alle organizzazioni sindacali, ha fatto luce - spiega Morabito - sulla grave situazione registratasi all’indomani dello scioglimento della società Multiservizi S.p.a, che, sottoposta alla procedura di liquidazione, ha comportato gravi disagi ai lavoratori assunti per l’espletamento delle attività di erogazione dei servizi pubblici essenziali. Infatti, a seguito dell’adozione di una interdittiva prefettizia antimafia, la società mista Multiservizi S.p.a. (51% capitale pubblico del Comune di Reggio Calabria e 49% capitale privato) è stata sciolta, con evidente pregiudizio per le posizioni lavorative dei singoli dipendenti. Trascurando i disagi legati alla mancanza di servizi pubblici efficienti per la città di Reggio Calabria, il parere ha focalizzato l’attenzione sulla sorte delle maestranze, ritenendo doveroso approfondire, sotto il profilo giuridico, la disciplina giuslavoristica approntata a tutela dei lavoratori della società in questione". Per vero, il Comune di Reggio Calabria, all’indomani dell’insediamento della nuova Amministrazione, ha presentato pubblicamente - ricorda il rappresentante de 'La Cosa Pubblica' - la costituzione di due nuove società, denominate 'Castore e Polluce S.p.a.', in luogo delle precedenti società 'Multiservizi S.p.a. e Leonia S.p.a' nella fornitura dei servizi essenziali, assoggettandole al regime delle società in house.  Il ricorso al regime della società in house ha destato immediatamente perplessità, poiché l’indagine condotta in ordine ai risultati ottenuti con l’affidamento alle società per azioni, cosiddette in house, ha evidenziato la tendenza di tali affidamenti a peggiorare le condizioni economiche delle Amministrazioni comunali, ancor più per quelle che versano già in uno stato deficitario. Addirittura l’Amministrazione comunale ha anticipato l’indizione di un bando di concorso pubblico per il reclutamento del personale dipendente necessario all’espletamento dei servizi affidati alle società. Tuttavia, tale decisione è apparsa, sin dal principio, irragionevole laddove non ha considerato le legittime aspettative dei lavoratori precedentemente assunti presso le ex società miste, ormai poste in liquidazione, atteso che il Legislatore italiano ha predisposto precisi ed indiscussi strumenti giuridici a presidio della posizione di coloro che purtroppo sono stati estromessi da tali società. Il parere, dunque, ha indicato in modo puntuale le norme di legge che, rinviando alla disciplina privatistica dell’articolo 2112 c.c, impongono il rispetto dei criteri preferenziali di inserimento dei lavoratori precedentemente assunti presso gli organismi della nuova società, con la previsione del passaggio automatico del personale che era stato in forza ad altra azienda di proprietà in tutto o in parte pubblica nella nuova azienda che ha avuto conferita l’attività precedentemente svolta dalla prima". "L’elaborato - puntualizza Stefano Morabito - ha, altresì, indicato una pronuncia emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che, investita ripetutamente dalla medesima questione, ha rimarcato la necessità di osservare le disposizioni in tema di diritto di precedenza, al fine di tenere in debito conto le esperienze acquisite dai singoli dipendenti e le anzianità di servizio maturate durante tutta la durata del rapporto di lavoro, senza ricorrere al reclutamento di nuove figure lavorative prive dei suddetti requisiti di esperienza ed anzianità. Ne deriva che, solo dopo aver provveduto al reinserimento delle suddette maestranze, la nuova società potrà ricorrere agli ordinari criteri di scelta del personale dipendente, residuandone le esigenze lavorative dell’azienda. Sulla base di tali coordinate normative ed interpretative, si è giunti alla conclusione che il Comune di Reggio Calabria, nonostante la sconveniente decisione di costituire due nuove società in house, a capitale interamente pubblico, debba ricorrere al sistema della selezione pubblica, inserendo all’interno del relativo avviso una apposita clausola di salvaguardia del personale assunto alle dipendenze della precedente società Multiservizi S.p.a. ora in liquidazione, con la possibilità di rinviare ad una ulteriore fase di reclutamento di altri dipendenti nella sola ipotesi in cui ciò sarà necessario per rendere più efficiente il servizio prestato dalla medesima società. Per queste ragioni, riteniamo di dover chiedere alla commissione consiliare Lavoro e sviluppo di prendere nella debita considerazione il parere in oggetto e, nel contempo, visto l’annuncio della convocazione di un Consiglio Comunale che dovrebbe affrontare la tematica della approvazione del piano industriale delle nuove società in house, che dovrebbe tenersi proprio nel periodo delle feste natalizie, manifestiamo la nostra preoccupazione di fronte all’eventualità che temi così importanti vengano affrontati proprio mentre l’attenzione pubblica è maggiormente distratta. Riteniamo, infatti, che sia di interesse di tutta la città - è il parere dei membri dell'associazione - che queste problematiche vengano discusse in un contesto di massima attenzione e trasparenza, nell’ottica di condividere con i cittadini le problematiche e le possibili soluzioni. Pertanto, ci rivolgiamo al presidente del Consiglio Comunale affinché  proceda alla convocazione di un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza che dibatta la tematica della situazione delle nuove società, della gestione dei servizi ad essa connessi e delle risposte che sia i cittadini che gli ex lavoratori Multiservizi (che da cinque mesi non percepiscono neppure l’assegno loro dovuto per i tirocini formativi!) attendono ormai da troppo tempo". 

 

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