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Trasportava 12 Kg di droga, arrestato

I carabinieri della Compagnia di Bianco, con il supporto dei militari dello Squadrone eliportato “Cacciatori” di Vibo Valentia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Locri, nei confronti di Michele Giorgi, di 54 anni, di San Luca.

L’arrestato è stato identificato dai militari, che hanno poi chiesto l’emissione del provvedimento cautelare, quale complice del fratello Sebastiano, di 59 anni, arrestato pochi giorni fa mentre trasportava un sacco contenente marijuana.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, il cinquantaquatrenne si trovava in compagnia del fratello Sebastiano e trasportava un sacco con all’interno 12 chil di marijuana.

A differenza del congiunto, colto in flagranza di reato, era riuscito a fuggire a piedi tra la fitta vegetazione ed a far perdere le proprie tracce, abbandonando sul posto il sacco con lo stupefacente, poi rinvenuto e sequestrato dai militari.

In seguito a tale episodio, i carabinieri della Stazione di San Luca hanno avviato le indagini, che hanno consentito d'identificarlo con certezza e di richiedere il provvedimento cautelare.

Durante le operazioni di perquisizione, in un’abitazione nella disponibilità dell’arrestato, gli uomini dell'Arma hanno rinvenuto e sequestrato 109 cartucce per fucile di vario calibro, detenute illegalmente.
Dopo l’arresto, Giorgi è stato posto ai domiciliari.

Venti euro per nove ore di lavoro nei campi, imprenditore agricolo finisce in manette

Lavoratori extracomunitari richiedenti asilo politico ed ospiti nel territorio di Roggiano Gravina (Cs), sottoposti a turni di 9 ore e pagati giornalmente 20 euro, senza alcun rispetto delle norme di sicurezza ed in assenza di regolare contratto.

È quanto hanno scoperto i carabinieri della locale Stazione che, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip presso il Tribunale di Cosenza, hanno arrestato un imprenditore agricolo, A.L., di 44 anni, accusato d'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sono state avviate dai militari in seguito a segnalazioni inerenti la presunta presenza di un “caporale” che impiegava nel proprio fondo agricolo lavoratori stranieri, approfittando dello stato di bisogno in cui versavano, per sottoporli a condizioni di illecito sfruttamento senza neppure un contratto d'assunzione.

Partendo da tali elementi, i carabiniei hanno effettuato una serie di servizi d'osservazione in alcuni terreni ubicati nel comune di San Marco Argentano che, in un arco temporale compreso tra il mese di settembre dello scorso anno ed agosto 2018, hanno consentito di dare un nome ed un volto al presunto “caporale”, il quale, quotidianamente, avrebbe prelevato diversi extracomunitari da un Centro d'accoglienza straordinaria di Roggiano Gravina, per condurli in un fondo agricolo di San Marco Argentano, dove venivano impiegati in qualità di braccianti per la raccolta di ortaggi.

Attraverso videoriprese, gli uomini dell'Arma sono riusciti a documentare le pesanti giornate lavorative cui sarebbero stati sottoposti i cittadini extracomunitari.

Prelevati all’alba, intorno alle ore 5.00, da un furgone condotto dall’imprenditore, i braccianti affluivano sui terreni coltivati ad ortaggi dove prestavano la loro attività lavorativa ininterrottamente per almeno a 9 ore.

Le condizioni di lavoro imposte dal “padrone”, in palese difformità con le minimali regole dei contratti collettivi nazionali, contemplavano soltanto una pausa di appena 30 minuti (nel caso gli immigrati avessero voluto consumare cibi portati al seguito), senza mettere a disposizione degli “sfruttati” acqua per rifocillarsi ed in assenza di luoghi idonei per ripararsi dal caldo o per soddisfare le esigenze fisiologiche.

A fronte di tali condizioni di lavoro, la retribuzione concordata sarebbe stata di appena 20 euro giornaliere.

I carabinieri avrebbero ricostruito, inoltre, il tentativo di deviare il corso delle indagini da parte dell’arrestato, il quale, in diversi approcci con gli extracomunitari, avrebbe provato a condizionarne i racconti al fine di alleggerire le proprie responsabilità.

 

L’Associazione "Catanzaro è la mia città" omaggia Mimmo Rotella con una mostra concorso

Mimmo Rotella nato a Catanzaro il 7 ottobre 1918 è un artista eclettico inventore del décollage, così chiamato perché egli strappa strisce di carta dagli strati delle affissioni, che poi incolla su supporti di tela, invece di incollare tasselli di carta come in un collage tradizionale. 

Rotella lavora con entrambi i lati del manifesto pubblicitario, così vengono a mancare lettere e immagini, restando solo il colore della carta e dell’intonaco delle pareti da cui i posters sono stati rimossi. Per ricordare questo artista catanzarese l’Associazione "Catanzaro è la mia città" ha organizzato la mostra Rotella 100 “Questa mostra, voluta per il centenario della nascita di Mimmo Rotella – ha detto la vice presidente Anna Zampina – rappresenta senza dubbio un omaggio ad un figlio di questa città che con la sua arte ha portato lustro a Catanzaro ed alla Calabria intera.” 

Gli artisti in concorso saranno 13 ed a questi si aggiungeranno 12 allievi della scuola d'arte "Your art Catanzaro" che partecipano fuori concorso esponendo i loro lavori. Alla mostra saranno rappresentate cinque categorie artistiche in specifico pittura, fotografia, arte digitale, scultura e arte tessile.

La giuria tecnica sarà composta dal presidente Gianvito Casadonte , dal prof. Gianluigi Lama, vicedirettore Accademia belle arti Catanzaro e dagli architetti Giuseppe Anania, Domenico Garofalo e Gianfranco Barberi, quest'ultimo per conto dell'associazione "Catanzaro è la mia città". 

A concorrere con le proprie opere omaggio a Mimmo Rotella parteciperanno: l’Associazione "Gagliano nel tempo" e Nuccio Loreti, Alfonso Calabretta, Antonio Caroleo, Rosa Maria Caroleo, Marika Celi, la Classe III A del Liceo Ginnasio "Card. Sirleto", Giulia De Pace, Vincenzo Montalto, Salvatore Puzzo, Nebbia Rada, Alice Saturnino, Paolo Scozzafava. 

La mostra concorso inizierà domenica 7 ottobre e terminerà domenica 14 e potrà essere visitata presso i locali della stazione della Funicolare siti in Piazza Roma, tutti i giorni dalle 17 alle 20.

Anci Calabria, Callipo: "Scuole chiuse? Con questo sistema di allerta meteo non possiamo fare altro"

«Scatta una nuova allerta meteo arancione e molti Comuni calabresi decidono di chiudere le scuole per seguire alla lettera i protocolli di sicurezza. Una scelta ineccepibile che però vuole anche essere una provocazione, perché mette in evidenza i limiti di un sistema che, come abbiamo più volte ribadito, necessità di essere rivisto».
Così il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, ha voluto sottolineare l’adozione da parte di numerosi sindaci delle ordinanze che dispongono per domani la chiusura degli istituti scolastici. In particolare, sarà la provincia catanzarese, con 50 Comuni su 80, a far registrare il maggior numero di scuole chiuse.
 
«All’indomani dei tragici fatti accaduti ad agosto nelle Gole del Raganello - continua Callipo -, abbiamo evidenziato con forza i limiti del sistema di allerta meteo, che così com'è  non funziona. Servono previsioni più puntuali e più dettagliate, con protocolli di sicurezza modulati sulle diverse condizioni di rischio. Al momento, invece, l’allerta gialla e arancione prevedono gli stessi adempimenti. In teoria, dunque, le scuole e tutte le altre infrastrutture potenzialmente a rischio dovrebbero essere inibite per la gran parte dell’anno, visto che l’allerta gialla è praticamente una costante quotidiana. In una situazione di questo tipo, i Comuni rappresentano l’ultimo e più debole anello di una catena di responsabilità che ricadono interamente sui sindaci. Comprensibile, dunque, che molti primi cittadini abbiano deciso di chiudere le scuole domani, anche se questo comporterà inevitabili disagi per le famiglie degli studenti».
 
Il presidente di Anci Calabria ricorda che la disciplina in vigore “per eventi tali da mettere in pericolo l'incolumità delle persone” prevede che i sindaci invitino i cittadini alla massima prudenza richiamando le raccomandazioni diffuse dalla Protezione civile, ovvero “non mettersi in viaggio se non strettamente necessario, evitare i sottopassi, abbandonare i piani seminterrati o interrati se ubicati in zone depresse o a ridosso di fiumi, torrenti tombati, non sostare in prossimità di aree con versanti acclivi che potrebbero dare origine a colate rapide di fango e crolli di  massi".  
 
«Con un simile scenario di rischio - continua Callipo - come fare a meno di pensare, prima di ogni altra cosa, alla sicurezza di bambini e ragazzi che l’indomani devono recarsi presso le rispettive scuole? Centinaia di scuolabus in giro per la regione, su percorsi costieri e montani, già dalle prime ore dell’alba nella totale incertezza del verificarsi ed evolversi di eventuali calamità naturali e della loro intensità. È questa la ratio con la quale i Sindaci hanno agito nell'emettere le rispettive ordinanze di chiusura delle scuole».
 
L’auspicio dei sindaci calabresi, dunque, è che si dia seguito agli accordi già imbastiti con la Protezione civile nazionale per una revisione del sistema di allerta. 
«Il capo della Prociv Angelo Borrelli ha assunto un impegno preciso in questo senso - conclude Callipo - e confidiamo che presto venga concretizzato. Noi faremo la nostra parte per sollecitare ulteriormente la riforma della disciplina in vigore, come abbiamo già fatto con la recente assemblea di Lamezia. A tal fine è necessario rimarcare che ancora attendiamo l’incontro promesso dal governatore Mario Oliverio per definire insieme le azioni che la Regione può porre in atto per sostenere la nostra attività in materia di protezione civile. Nel frattempo non possiamo che attenerci ai protocolli previsti, anche se nella maggior parte dei casi i rischi si riveleranno sovrastimati».
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