Simbario, riscontrata la brucellosi in un allevamento di ovi-caprini

Il servizio veterinario dell’Asp Vibo Valentia, distretto di Serra San Bruno, ha disposto il sequestro di un intero allevamento di ovini e caprini dopo aver riscontrato un caso di brucellosi in una pecora.

L’allevamento si trova a Simbario, in localita “Pietre Cupe”, e conta ben 69 animali. L’ordinanza è stata emessa da Ovidio Romano, sindaco del piccolo centro montano, è prevede il divieto assoluto di qualsiasi movimento da e per l’allevamento, fatta eccezione per l’eventuale uscita di animali destinati al macello. L’ordinanza prevede inoltre il divieto di mungitura, il divieto di accesso alle stalle a chiunque non sia stato autorizzato. Il divieto d’accesso è esteso anche agli altri animali.

In questo caso il sequestro prevede l’isolamento dei capi infetti o sospetti con successiva macellazione degli stessi. Oltre ai, già citati divieti di mungitura ed accesso alle stalle, è fatto anche obbligo di distruggere i feti dei capretti e degli agnelli morti.

La brucellosi ovi-caprina è una malattia infettiva, trasmissibile anche all’uomo sia per via diretta che tramite il consumo di prodotti ottenuti da animali infetti.

Pizzo, il direttore dell'Asp esalta le finalità del progetto "GinnastichiAmo"

"È meritevole che il Comune di Pizzo abbia assunto questa iniziativa, perché migliorare lo stato di salute delle singole persone significa migliorare nel complesso anche la sanità pubblica, abbattendo i costi e innalzando il livello delle prestazioni".
 
Arriva anche il positivo giudizio del direttore sanitario dell’Asp di Vibo Valentia, Michele Angelo Miceli, a confermare il successo del progetto GinnastichiAmo, un articolato programma ginnico gratuito indirizzato alle persone con più di 55 anni di età, che prevede anche importanti momenti di socializzazione e di riscoperta del territorio attraverso escursioni di gruppo.
 
L’iniziativa, promossa dall'Accademia nazionale della cultura sportiva (Ancs) e finanziata dall'Amministrazione comunale, rappresenta la prima esperienza di questo tipo in Calabria, mentre nel resto d’Italia sono 74 i centri già attivi, per un totale di 3.260 iscritti, concentrati in prevalenza nella Capitale.
 
Oggi, nel corso di una conferenza stampa, amministratori e promotori hanno fatto un primo bilancio a circa un mese dall’inizio dei corsi, illustrando nel dettaglio metodologia e obiettivi del progetto. All’incontro con i giornalisti, che come accennato ha visto anche la partecipazione del dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale, hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Gianluca Callipo, l’assessore alle Politiche sociali Cristina Mazzei, il direttore dell’Ancs Michele Panzarino, docente di Fitness degli anziani all’Università Tor Vergata di Roma, la responsabile della sezione Ancs Calabria Anna Pintimalli, il ricercatore e docente universitario Pietro Lebone e il responsabile dell’attività motoria adattata del centro ricerche dell’Ancs, Roberto Lombardi.
 
"Sono 70 gli iscritti a Pizzo – ha spiegato Callipo - ma le richieste continuano a pervenire non soltanto dal territorio napitino, ma anche da quelli limitrofi, a dimostrazione dell’entusiasmo con cui i cittadini più maturi hanno risposto a questa iniziativa. Incontro spesso persone che partecipano alle sessioni di GinnastichiAmo e sono davvero contente per i benefici psicofisici che stanno riscontrando mentre vanno avanti nel programma".
 
Un entusiasmo confermato dalla responsabile del progetto a livello locale, Pintimalli, che segue i partecipanti durante i corsi. "
"Ci sono già oltre 150 persone in lista d’attesa - ha sottolineato – e in chi partecipa vediamo miglioramenti continui, anche con riguardo all’umore e alla voglia di essere più attivi nella vita di tutti i giorni. Risultati estremamente gratificanti dal punto di vista professionale e umano".
 
A inquadrare i numerosi risvolti scientifici del progetto è stato il professore Panzarino, che ha ricordato le finalità di ricerca intimamente legate al programma sportivo.
"GinnastichiAmo è stato varato 10 anni fa - ha detto il docente - e si avvale della collaborazione dell’Ordine dei medici, del Coni e dell’Università. In questi anni abbiamo raccolto una mole impressionante di dati, che stanno offrendo materiale prezioso alla ricerca in campo medico. In questo senso, l’esperienza che abbiamo avviato per la prima volta in Calabria, grazie alla sinergia con il Comune di Pizzo, ci darà la possibilità di raccogliere e aggregare nuovi dati con riferimento a un campione diverso per dieta e stili di vita. L’obiettivo è sempre quello di migliorare la prevenzione e la cura delle patologie croniche tipiche della terza età, innalzando gli standard di qualità della vita attraverso lo sport e una maggiore possibilità di socializzazione".
 
Il progetto, infatti, non prevede soltanto sessioni di attività ginnica (al momento tenute nella palestra della scuola media di Pizzo), ma anche tornei nazionali di Skymano, una disciplina su misura per gli anziani simile alla pallamano, escursioni di gruppo e visite culturali.

Sanità, per i sindaci delle Serre i vertici Asp devono rispettare gli impegni assunti

“Con cadenza pressoché quotidiana, i sindaci dell'entroterra vibonese devono loro malgrado fare i conti con i reclami e le proteste dei cittadini, i quali registrano continui disservizi in materia sanitaria al punto che si sta sviluppando una netta sfiducia rispetto al fatto che i servizi possono e devono migliorare”. E’ quanto scrivono in un comunicato i sindaci di: Serra San Bruno, Luigi Tassone, Mongiana, Bruno Iorfida, Simbario, Ovidio Romano, Spadola, Giuseppe Barbara, Brognaturo, Giuseppe Iennarella e Vallelonga, Egidio Servello.

La nota arriva dopo le “rassicurazioni” ricevute dai “primi cittadini” ad ottobre del 2016, quando, nel corso di una visita presso l’ospedale di Serra San Bruno, il dg dell'Asp, Angela Caligiuri, accompagnata dal direttore sanitario, Michelangelo Miceli, aveva assunto “una serie di impegni nei confronti del territorio”

“Ebbene – scrivono i sindaci - sono passati più di quattro mesi e a distanza di tempo fino ad ora registriamo un solo risultato concreto: tutti gli impegni sono stati purtroppo disattesi. L'Azienda sanitaria provinciale dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Purtroppo non possiamo che esprimere forte preoccupazione in merito al ritardo sui lavori che avrebbero dovuto interessare l'ospedale e alcuni servizi riguardanti il consultorio familiare e la sede del distretto, che sarebbero dovuti iniziare con il nuovo anno. In particolare – prosegue la nota - giusto per citarne qualcuno, ricordiamo ancora oggi che la Caligiuri, per quel che riguarda il reparto di Medicina e Lungodegenza aveva detto che i 30 posti attuali sarebbero dovuti diventare in tutto 40, divisi tra 20 e 20; la riabilitazione doveva essere trasferita nell'ex reparto di ostetricia e ginecologia. Dove c'era la sala operatoria di Ginecologia doveva sorgere una palestra; si sarebbe dovuto procedere al trasferimento del reparto dialisi in un'ala ex chirurgia. Queste sono soltanto alcune delle promesse disattese. Così come ce ne sono anche altre che riguardano la riorganizzazione del distretto sanitario e del consultorio, i quali dovrebbero essere più efficaci in termini di servizi offerti all'utenza e, quindi, più funzionali ai bisogni della comunità. Evidentemente non sono bastati i continui solleciti fatti ai manager dell'Asp. C'è bisogno di un intervento immediato. Il territorio – concludono i sindaci - è stanco di aspettare. Per questo motivo, ci rivolgiamo ai manager dell'Asp affinché si avvii un confronto serio e, soprattutto, concreto con tutti i primi cittadini della zona. Di fronte alla salute delle persone non si può aspettare. Bisogna muoversi ed è necessario farlo subito”.

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Martedì l'inaugurazione del nuovo pronto soccorso di Soveria Mannelli

Saranno inaugurati martedì prossimo ( 21 febbraio 2017), alle ore 9,30, i locali  destinati ad ospitare il nuovo pronto soccorso nel presidio ospedaliero di Soveria Mannelli.

A darne notizia è stata la Direzione strategica dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.

All’inaugurazione dei nuovi locali saranno presenti, il direttore generale Giuseppe Perri, il direttore sanitario, Carmine Dell’Isola, il direttore amministrativo, Giuseppe Pugliese, il direttore medico di presidio, Claudio Tomasello ed il responsabile del pronto soccorso, Giovanni Paola.

IL CASO: "La patente all’Asp di Serra si rinnova solo per un’ora a settimana"

Il cartello sulla porta non lascia speranza. Presso gli uffici Asp di Serra è possibile rinnovare la patente soltanto per un’ora a settimana, negli altri orari lo si deve fare presso il servizio di medicina legale di Vibo Valentia. Ha dell’incredibile quanto accade in un territorio martoriato, dove i servizi sono conquiste e i disservizi vengono serviti a cadenza giornaliera. Un territorio costellato di paesini situati nell’entroterra i cui abitanti per raggiungere il comune capofila devono percorrere gomitoli di curve senza soluzione di continuità, dove l’incidente è dietro l’angolo e le buche sono dei crateri. E allora l’Asp ha pensato bene di rendere la vita ancora più difficile a chi, magari, deve partire da Nardodipace dopo una giornata trascorsa sui campi per trovarsi puntualmente all’Asp di Serra nel giovedì pomeriggio dalle 17 alle 18 senza poter sgarrare un minuto, altrimenti il cartello è categorico, bisogna andare a Vibo. Disservizi e inefficienze determinate dalla carenza di personale o da scaricabarile che si fanno i soliti uffici? Una cosa è certa a pagarne le conseguenze sono sempre gli stessi: gli utenti. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il Direttore Aziendale e quali provvedimenti intende prendere. Senza contare che, come nel caso di specie, il tutto provoca degli svantaggi economici all’Asp visto e considerato che gli utenti che dovranno rinnovare la patente saranno costretti a rivolgersi alle scuole guida, dove i costi, è normale, sono maggiori tanto quanto sono minori le entrale per l’azienda sanitaria vibonese. Ma non facciamone una questione economica bensì di dignità, ancora una volta i cittadini dell’entroterra sono trattati da subalterni, costretti a subire decisioni ingiuste senza possibilità di riscatto.

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Registro tumori, partono le attività del Centro di coordinamento: ecco chi ne fa parte

La legge regionale n. 2/2016 ha istituito il Registro tumori della popolazione della Regione Calabria prevedendo l’istituzione di un Centro di coordinamento di cui fanno parte l’Arpacal, le Aziende sanitarie provinciali, il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, i responsabili dei registri sub regionali di Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, i responsabili delle sub-articolazioni di Vibo Valentia e Crotone, l’assessore regionale alla Tutela dell’ambiente ed il presidente dell’Associazione italiana dei Registri tumori (AIRTum). Ieri ha avuto luogo il primo incontro che è servito a fare un primo punto sulla situazione in cui versa la Calabria ed i primi passi per la piena operatività del Registro che farà tesoro del patrimonio di dati sanitari delle Aziende sanitarie nonché dei dati ambientali che l’Arpacal farà confluire anche attraverso il suo Centro Epidemiologico regionale Ambientale (CERA) che opera sul territorio al fine di studiare possibili connessioni tra emergenze ambientali e la mortalità oncologica. Hanno preso parte alla riunione, coordinata dall’assessore Antonella Rizzo, i dirigenti e i direttori generali delle cinque Asp calabresi, Filomena Zappia per Reggio, Antonella Sutera e Giuseppe Perri per Catanzaro, Maria Beatrice Grasso e Angela Caligiuri per Vibo Valentia, Carmine Spadafora, Sergio Arena per Crotone, Anna Giorno, Pietro Vaccaro, Mauro Raffaele per Cosenza, Maria Francesca Gatto e Giovanna Belmusto per l’Arpacal. Presente anche il delegato del presidente Oliverio per la Sanità Franco Pacenza ed il presidente della Commissione consiliare regionale Antimafia Arturo Bova.

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