Narcotraffico, due pericolosi latitanti catturati in Brasile

Ieri sera il Ros dei carabinieri, i colleghi dell’Arma del Gruppo di Locri (Rc), dei Comandi provinciali di Reggio Calabria e Torino, del Servizio centrale di cooperazione di polizia e gli uomini della Polizia federale brasiliana, hanno rintracciato a “Joao Pessoa” in Brasile, Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino, originari rispettivamente di Africo (Rc) e Torino.

I  due, accusati di essere narcotrafficanti, erano inseriti negli elenchi dei latitanti di massima pericolosità del "Programma speciale di ricerca" e dei latitanti pericolosi segnalati dal Ministero dell’Interno.

L’individuazione e l’arresto dei ricercati sono stati possibili grazie alla collaborazione tra Carabinieri e Polizia brasiliana, che si sono avvalsi del supporto dell’Fbi e della Dea statunitensi.

L’operazione è stata coordinata dalle Procure distrettuali di Reggio Calabria e Torino, con l’ausilio della Direzione generale affari internazionali e cooperazione giudiziaria del Ministero della Giustizia italiano e del Dipartimento di giustizia statunitense.  

Ai fini della cattura è stato rilevante anche il contributo fornito dalle autorità uruguaiane. Rocco Morabito, infatti, nel 2019 era evaso dal carcere di Montevideo nel quale era ristretto dal 2017, quando era stato arrestato dai Carabinieri e dalla Polizia uruguaiana a Punta dell’Este.

Il Brasile, la vittoria di Bolsonaro e quell'antico legame con l'Italia

Non so molto di Bolsonaro, e aspetto di giudicarlo da quello che farà. Detto in generale, mi commuovono poco le etichette di destra, estrema destra o sinistra o altre, che del resto assumono significati variegati nel tempo e nei diversi luoghi.

Registro, tuttavia, l’ennesima sconfitta degli intellettuali, degli utopisti, dei buonisti, dei sognatori di “domani che cantano”, e poi, di solito, piangono!

L’America Latina è stata la patria delle utopie, e i risultati sono, per dirne una, il Venezuela fu Chavez, che galleggia sul petrolio e muore di fame. Ed è puerile prendersela con i “cattivi”, perché i danni da quelle parti li hanno sempre causato i buoni!

A proposito di buoni, i giornalisti ecclesiasticamente corretti stanno sussurrando di un curioso fenomeno, finora a me ignoto, che diversi milioni di cattolici sono passati ai protestanti: davvero un bel successo, per la “teologia della liberazione”, e la concorrenza cattolica con i comunisti: alla fine, hanno perso tutti e due!

Ma vediamo se e come Bolsonaro, che è di origine italiana, può interessare anche noi. L’Italia non ha mai avuto una decisa politica nei confronti dell’America Latina, pur così legata a noi per religione, cultura e presenza di italiani. Meno che meno, abbiamo rapporti con il Brasile.

C’è un solo precedente storico notevole, ed è il matrimonio tra Pedro II, imperatore del Brasile dal 1831 all’89, e Teresa Cristina di Borbone Due Sicilie, figlia di Francesco I, e così amata dal popolo da essere ricordata come Madre dei Brasiliani. Ma il nostro stimatissimo Regno meridionale dell’epoca, che a stento aveva rapporti politici con i vicini di casa, figuratevi se faceva politica intercontinentale!

Nemmeno il Regno d’Italia fece granché, nemmeno il fascismo, che guardò, se mai, all’Argentina.

Questa fu l’unico Stato delle Americhe a non dichiarare mai guerra all’Italia dopo il 1941. Il Brasile sì, e mandò una divisione in Italia: mal gliene incolse, e venne battuta dalla Monterosa della Repubblica Sociale, dovendo chiedere soccorso agli Statunitensi.

Per il resto, è quasi solo un fatto di calcio. Non va bene, e ora, con due italiani al governo dei due Paesi più grandi e potenti del Sud America (ricordiamo Macri, di origine calabrese), bisogna invertire la politica estera.

A proposito di politica estera, la Merkel ha buscato l’ennesima mazzata, questa volta nell’importante land dell’Assia.

Si sta formando un nuovo mondo ideale, ideologico e politico sulle macerie dei falliti socialismi utopistici della seconda metà del Novecento. Un mondo che esiste e che vince, e che tuttavia non ha ancora una precisa identità.

Per quanto mi riguarda, saluto i miei lettori con questa precisazione a ogni buon fine: io sono tradizionalista, non conservatore. Pensateci bene.

  • Published in Diorama

'Ndrangheta: catturato in Brasile il latitante Vincenzo Macrì

Catturato a San Paolo, in Brasile, il latitante calabrese Vincenzo Macrì.

L'uomo è stato arrestato al termine di articolate indagini coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotte dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, in collaborazione con l'Interpol ed il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia.

Nato a Siderno, in provincia di Reggio Calabria nel gennaio del 1965, Macrì è considerato esponente di vertice della potente cosca di 'ndrangheta Commisso.

Già proposto per l'inserimento nell'elenco dei latitanti pericolosi stilato dal Ministero dell'Interno, l'arrestato è figlio di Antonio Macrì, il "boss dei due mondi",  ucciso in un agguato a Siderno il 20 gennaio 1975, nell'ambito della prima guerra di 'ndrangheta.

Vincenzo Macrì, che negli ultimi anni si era stabilito ad Aalsmeer (Olanda), dove avrebbe gestito gli interessi illeciti del sodalizio mafioso di riferimento, è stato rintracciato all'aeroporto di San Paolo del Brasile, diretto nella capitale del Venezuela, Caracas, dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità individuata.

L'espediente non è sfuggito agli investigatori della Squadra mobile reggina e dello Sco che lo hanno individuato ed arrestato

 

Cocaina nascosta nel pollo, sul mercato avrebbe fruttato 5 milioni di euro

Gli uomini del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia - hanno individuato e sequestrato un ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro.

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava pollo congelato, proveniente dal Brasile e destinato al porto di Umm Qasr (Iraq).

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane ed unità cinofile della guardia di finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 23 panetti, per un totale di 25,660 chilogrammi, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa cinque milioni di euro.

L’attività delle fiamme gialle in sinergia con l’Agenzia delle dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, nell’anno in corso, al sequestro di oltre 470 chilogrammi di cocaina purissima.

Colombia: cade aereo con a bordo una squadra di calcio della Seria A brasiliana

Settantacinque morti e solo sei sopravvissuti, questo il bilancio della sciagura aerea avvenuta in Colombia dove, un charter si è schiantato durante un tentativo di atterraggio di emergenza in prossimità della città di Medellin.

Sull'aereo, partito dall'aeroporto internazionale di San Paolo del Brasile, viaggiavano i giocatori del Chapecoense squadra di calcio della Serie A brasiliana che domani avrebbero dovuto disputare la finale della Copa Sudamericana (equvalente dell'Eurpopa League), contro l'Atletico Nacional di Medellin.

Tra le sei persone scampate alla sciagura ci sono, anche, i calciatori Jacson Ragnar Follmann, Alan Luciano RuschelHelio Zampier Neto. Gli altri superstitii sono la hostess Ximena Suarez, il tecnico Erwin Tumiri e il giornalista Rafael Valmorbida. Il portiere  Marcos Danilo è, invece, morto nell'ospedale dove era stato ricoverato.

Tra i giocatori morti, uno aveva calcato anche i campi dei campionati italiani. Filipe Machado, nel 2009 aveva, infatti collezionando sette presenze in Serie B nelle fila della Salernitana.

Si è invece salvato, perché non era stato convocato per la finale di domani, Claudio Winck, che lo scorso anno aveva giocato nel Verona.

Subscribe to this RSS feed