Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Elezioni Serra, Federico: “In corso dialogo, si può convergere per il bene del paese”

“Accettai con grande entusiasmo la candidatura a sindaco in un momento di difficoltà del centrosinistra e in cui il sindaco Lo Iacono aveva deciso di non ricandidarsi”. È partita da lontano Rosanna Federico, ospite della trasmissione di RS 98 “On the news”, per spiegare la posizione politica di rottura con il PD censoriano recentemente assunta. “C’erano 5 consiglieri – ha raccontato – che si volevano candidare e Censore mi propose come figura di superamento che desse l’opportunità di ricompattare il gruppo e dare un segnale di vero rinnovamento e di apertura ai giovani. Si voleva costruire una classe dirigente nuova e consentire ai giovani di acquisire capacità politica ed amministrativa. Questo progetto è stato trasposto nel PD. Ho fatto un’opposizione costante – ha asserito in riferimento al suo mandato di consigliere di minoranza - a cominciare dalla situazione dell’isola ecologica per proseguire con quella della potabilità dell’acqua, della piscina, del Piano regolatore e degli affidamenti diretti alle cooperative di tipo B. Sono stata la figura istituzionale di riferimento, vista l’assenza dell’onorevole Censore, per i giovani”. Quindi la rivelazione sul momento in cui si sono concretizzate le crepe: “ad un certo punto, e precisamente durante le elezioni regionali del 2014, mi sono resa conto che il progetto di rinnovamento cominciava ad essere abbandonato. La discussione si era infatti spostata su un altro tavolo con chi il rinnovamento lo aveva osteggiato. Da quel tavolo di discussione sono stata esclusa”. Federico ha precisato di non aver “mai posto veti” nè di aver cercato di “imporre la mia candidatura a sindaco” sottolineando che “anche altri dirigenti ed elettori hanno manifestato delusione”. “C’è stata una segreteria, su mia insistenza, nella primavera dell’anno scorso – ha affermato - che ha formulato un documento in cui si sosteneva la costituzione di una delegazione per rapportarsi con gli alleati, ma non è mai stata creata. Ho chiesto le primarie, ma non c’è stata nemmeno la discussione su questa mia istanza. Ho chiesto la convocazione di un direttivo, ma non è mai avvenuta. Poi, durante una cena, è stato proposto un comitato elettorale. In sostanza, è partita la campagna elettorale senza che si sia mai discusso nel partito”. Non sono mancati i passaggi in cui ha offerto lumi sulle sue scelte: “voglio sapere dove vado e con chi vado. Sono una persona coerente e sostengo che per amministrare Serra serve una squadra che prosegua sulla via del rinnovamento, una squadra composta da giovani e da persone dotate di esperienza amministrativa. L’unico intento deve essere quello di risollevare Serra. E naturalmente deve esserci assoluta trasparenza”. Federico ha inoltre confermato ciò che tutti sanno ma nessuno dice a chiare lettere: “è in corso – ha dichiarato - un dialogo con persone che si riconoscono in queste idee. Credo che l’identità politica non debba essere abbandonata, ma si può convergere per il bene del paese. Piuttosto che criticare bisogna proporre dei progetti per il futuro".

Serra, l’affondo di Giancotti e Tassone: “Amministrazione confusionaria, presto la manderemo a casa”

“Sono bastate due conferenze stampa volte ad informare la cittadinanza di quanto appreso con l’accesso agli atti esercitato dai consiglieri Lo Iacono e Raffele per mandare in completa confusione e mettere in difficoltà l’azione portata avanti dall’amministrazione Rosi. Infatti, successivamente, alla denuncia pubblica fatta durante l’incontro con i giornalisti il sindaco, insieme alla sua maggioranza, ha cercato in maniera frettolosa e confusionaria di correre ai ripari”. È quanto affermano in una nota i due candidati in pectore al ruolo di consigliere comunale Luigi Tassone e Valeria Giancotti, secondo i quali “sembrerebbe che l’amministrazione comunale si sia ravveduta rispetto alla scellerata idea di affidare, in maniera più che discutibile, la gestione dei rifiuti ad una cooperativa di tipo B, proprio dopo i dubbi da noi sollevati. Allo stesso tempo – affermano i due giovani esponenti del centrosinistra - sempre dopo le nostre denunce, tra i vari punti all’ordine del giorno per il prossimo consiglio comunale, convocato per lunedì 22, figura l’approvazione del regolamento per l’erogazione dei buoni lavoro o meglio dei famosi ‘voucher’. L’approvazione di tale regolamento avviene, però, in maniera tardiva perché alcuni lavoratori hanno già prestato servizio, senza che il comune si fosse precedentemente dotato di alcun regolamento in merito.  A tal proposito ci chiediamo, inoltre, che senso ha il ricorso ad una simile procedura quando già ci sono circa 80 lavoratori. Non vorremmo – aggiungono - viste le imminenti elezioni, che queste forme di procedure oggi vengano ad essere utilizzate con lo scopo di barattare qualche spicciolo consenso. Se così fosse ci opporremo con tutte le nostre forze. Riteniamo, infatti, che non sarà sicuramente questo modo scellerato di gestire la cosa pubblica che consentirà all’attuale compagine di prendere consensi. Il consenso – sostengono i due rappresentanti della lista che sta costruendo il deputato del PD Bruno Censore - si costruisce praticando la buona amministrazione ed i cittadini serresi sono consci del disastro politico-amministrativo consumatosi in questi cinque anni di governo forzista che ha solo saputo ‘regalare’, nostro malgrado, una stagione caratterizzata da continui regressi, sotto tutti i punti di vista. Ci troviamo di fronte ad un paese distrutto e degradato, in cui bisogna ricostruire il tessuto sociale e non consentiremo, nella maniera  più assoluta, che in questi ultimi mesi agiscano in modo avventuristico, solo per un mero tornaconto elettorale aggravando, così, ancora di più la già drammatica situazione della nostra cittadina. Come centrosinistra – puntualizzano - continueremo a svolgere il nostro ruolo e intensificheremo l’attività di vigilanza sull’operato dell’amministrazione guidata dal duo Salerno/Rosi, proprio perché nell’ultimissimo periodo stiamo assistendo ad un risveglio improvviso che li vede passare dall’immobilismo totale alla frenesia assoluta con il proliferare di atti e attività in ogni settore e, così come fatto in questi giorni, denunceremo tutte le irregolarità che riscontreremo e che potrebbero provocare conseguenze negative che andranno a ricadere sui cittadini serresi. Siamo sicuri – concludono - che grazie al grande progetto politico messo in campo in questi mesi ed al riscontro positivo che quotidianamente registriamo, tra qualche mese manderemo a casa questa fallimentare amministrazione comunale e ridaremo a Serra il lustro che merita”.

Serra, Mirko Tassone: “Inutili quei politici che si candidano senza spiegare cosa vorrebbero fare”

"Dovrebbe essere in piena attività, ma invece quella serrese è la solita giostra elettorale a mezzo servizio. Anzi, più che una giostra sembra una girandola, spinta dai venti del momento. Basta leggere le dichiarazioni rilasciate quotidianamente dai protagonisti, veri o presunti, od osservare l’ansia affannosa di qualcuno gettatosi con largo anticipo nell’arena alla ricerca di preferenze per capire che la vera assente della campagna elettorale rischia di essere Serra”. L’analisi critica di Mirko Tassone pone l’accento sulla fase confusionaria che sta vivendo la vita politica della cittadina della Certosa con i fari che sembrano puntati più sugli aspiranti protagonisti che sugli ormai pressanti problemi. “Al paese – sottolinea il consigliere di minoranza - ai suoi cittadini, non sembra pensare nessuno. Diversamente, i discorsi pubblici e privati avrebbero ben altro tenore. Allo stato, le uniche opinioni espresse riguardano il giudizio sull’amministrazione in carica. Un giudizio, a destra quanto a sinistra, duro ed inappellabile. Certo, l’operato del sindaco Rosi e della sua squinternata compagine è quello che è, ma – è il rilievo - chi si propone di guidare la nostra cittadina non si può limitare a descrivere il presente”. Oltre che sugli aspetti localistici, Tassone si concentra sui complessi processi che riguardano il concetto stesso di sviluppo e fa emergere le contraddizioni dell’apparato centrale e regionale. “L’acqua ed i rifiuti – sostiene - non sono gli unici problemi che affliggono Serra. C’è il nodo irrisolto dell’ospedale fantasma e quello degli uffici pubblici che, dal Giudice di pace, all’Inps, all’Agenzia delle entrate, alle Poste, hanno chiuso o stanno per farlo. Con i presidi dello Stato che, uno dopo l’altro, abbandonano Serra e con essa un intero comprensorio, il futuro sarà, ovviamente, tutt’altro che roseo. Un futuro i cui prodromi si vedono già nel presente, con le partenze che, giorno dopo giorno, concretizzano lo spettro dello spopolamento”. “Del resto – è la pessimistica riflessione - chi può voler desiderare di vivere in un luogo nel quale le tasse pagate assomigliano ad una tangente, dal momento che lo Stato che te le chiede non ti restituisce più niente in termini di servizi. Chi potrebbe voler vivere in un luogo in cui per accedere ad una prestazione sanitaria bisogna percorrere, nella migliore delle ipotesi, 50 Km? Chi può voler vivere dove i servizi sono stati smantellati? In un contesto del genere – attacca Tassone - la pochezza della classe dirigente la si misura con la banalità delle osservazioni pronunciate sull’operato dell’amministrazione in carica. Certo, è giusto sollevare le mancanze, evidenziare gli errori marchiani di chi ha amministrato, ma chi si propone come classe dirigente ha il dovere di spiegare ai cittadini i suoi progetti per ridare una speranza a Serra. Ed, invece, politici vecchi e nuovi, assomigliano al famoso ‘Profeta muto’ di Roth. Così come il ‘Profeta muto’ è inutile, perché il suo compito è fare le profezie e comunicarle, altrettanto inutile è il politico o sedicente tale che si candida ad un ruolo senza spiegare cosa vorrebbe fare”. L’assunto dell’esponente dell’opposizione è che “nella situazione in cui versa Serra, non servono ricette vaghe o generiche, occorre piuttosto un’accurata pianificazione anche perché, delle poche risorse disponibili non può essere sprecato neppure un centesimo. Chi si candida a guidare Serra, se ne è capace, deve stilare una lista di priorità che vada al di là del contingente e dell’ordinario. Ripulire il paese è importante, ma non è la soluzione di tutti i problemi. Se non s’interviene immediatamente, infatti, il problema dei rifiuti si risolverà da solo, perché non ci saranno più gli abitanti che li producono. Pertanto, è necessario intervenire tempestivamente per mantenere tutti i presidi che stanno lasciando Serra”. Operazione difficile, ma Tassone indica almeno l’inizio della via chiamando alle proprie responsabilità chi ha incarichi tali da poter incidere sulle scelte romane. “Trattandosi per la gran parte di uffici pubblici statali, quindi sottoposti ai ministeri ed al Governo – specifica il fautore della lista ‘Al lavoro per il cambiamento’ - sarebbe opportuno, ad esempio, convocare un consiglio comunale aperto invitando la deputazione del Pd che in quella sede potrebbe comunicare ai cittadini come sta operando per difendere un territorio sempre più marginale. Non si può pensare di far ripartire Serra, senza mettere mano alla riorganizzazione della macchina amministrativa, rendendola più snella, moderna ed efficiente. Compiuta una ricognizione sulla situazione debitoria è necessario, poi, lanciare il cuore oltre l’ostacolo ed elaborare un progetto di recupero del centro storico, trasformando le tante case cadenti in un volano di sviluppo. Per arginare lo spopolamento e creare lavoro – è la ricetta di Tassone - è fondamentale pensare ad un grande progetto che faccia di Serra un modello per tutto il Sud. Un progetto da realizzare attraverso idee innovative, competenze, professionalità e tanta passione; utilizzando le risorse disponibili con trasparenza e mirando al raggiungimento di obiettivi misurabili e di risultati concreti in termini di miglioramento della qualità della vita, incremento dei livelli occupazionali, attrattività del territorio. Un progetto che potrebbe invertire definitivamente la ruota della storia – conclude Tassone non rinunciando alla speranza - perché il destino di Serra non sia, necessariamente, il declino”.

Rosanna Federico e il coraggio della ribellione

La politica – l’arte del calcolo e della strategia – da ieri è divenuta qualcosa di più “umano”. A ricordarci che non sempre basta la forza delle posizioni per imporre le idee è stato il lungo e sofferto comunicato stampa di Rosanna Federico con il quale sostanzialmente viene sancita una separazione. Forse animata dal ribelle spirito femminile, la già candidata a sindaco per la lista “Città degli abeti” ha trovato il coraggio di abbandonare le rive sicure di una compagine che governa a livello regionale e nazionale per lanciarsi in mare aperto. Senza certezze, senza destinazioni sicure, ma sulle ali della libertà intellettuale che le va riconosciuta, ha raccolto le energie per dire quello che alcuni pensano ma non dicono: non si può fare politica con entusiasmo se non ci si sente parte di un progetto, se non si dà il proprio contributo al processo democratico che porta ad una sintesi condivisa. Rosanna Federico non ha abbandonato le sue idee di centrosinistra nè ha cancellato la sua recente storia politica: ha semplicemente detto ció che pensa nei termini in cui lo pensa assumendosi fino in fondo la responsabilità delle sue parole e delle sue azioni. Perché già da oggi la sua vecchia casa non esiste e non ne esiste nemmeno una nuova. C’è un futuro carico di interrogativi, fatto di scommesse e di dubbi. Ma anche di concetti chiave finora rimasti inespressi: il peso elettorale è un conto, la convinzione di poter contribuire al miglioramento della propria comunità un altro. La sfida, però, è solo all’inizio. Perchè dopo aver guadagnato la scena con il rumore delle assenze, ora Rosanna Federico deve dimostrare di saper stare sullo scivoloso palco della politica con il suono delle proposte e delle azioni. Deve affrontare un mondo in cui non sempre bastano la preparazione e la correttezza per rimanere indenni. Deve saper sedere a tavoli in cui spesso non si gioca con un unico mazzo di carte. Deve saper lottare, saper perdere e saper vincere. Del coraggio tirato fuori ieri, insomma, ci sarà ancora (e tanto) bisogno.

Serra, l’altolà della Federico al PD di Censore: “Non accetto progetti a scatola chiusa”

“Considerata l’attenzione recentemente dimostrata dai giornali in merito alle mie posizioni politiche e le dichiarazioni rispetto alla mia assenza emerse alla conferenza stampa del centrosinistra di qualche giorno fa, ritengo opportuno intervenire per fare chiarezza. Mi trovo però costretta prima a rispondere a chi, sottotraccia, fa illazioni di bassa lega, facendo credere che io voglia imporre veti o condizioni sulla candidatura a sindaco o che abbia fatto richieste di altra natura, che in cinque anni di esperienza politica, non ho né chiesto, né ricevuto, a differenza di altri, nomine, incarichi, vantaggi o favori di sorta e, derivando da questo la mia libertà politica, non potrei certo  volerne adesso”. È la premessa di un articolato ragionamento di Rosanna Federico che specifica la posizione politica assunta. “Non ho alcun dubbio sulla stima che l’onorevole Censore nutre nei miei confronti. Non si spiegherebbe, altrimenti – sostiene l’esponente del PD - perché cinque anni fa, in un momento di difficoltà per il centrosinistra, ha ritenuto potessi rappresentare il rinnovamento politico che voleva avviare così come non si spiegherebbe perché abbia tanto insistito affinché costituissi il gruppo del PD in Consiglio comunale delegandomi a rappresentare, da sola, il partito in quella sede. Tuttavia avendo egli dimostrato di essere una persona di grande intuito ed arguzia politica, mi lasciano perplessa le sue parole allorché dichiara di non conoscere i motivi del mio allontanamento. Dopo tutte le esternazioni da me fatte, riprese più volte dalla stampa e dai quotidiani on line – precisa la già candidata a sindaco per la lista ‘Città degli abeti - penso infatti che a ribadire le ragioni politiche che mi spingono, dopo anni di impegno e attività nel PD, a non essere in prima linea alle recenti iniziative, rischierei non solo di essere ripetitiva  ma, soprattutto, di offendere chi, come me, ritiene che la politica non sia solo una questione di ‘apparizioni’, pennacchi o candidature ostentate ma anche, e soprattutto, una questione di condivisione di percorsi e progetti, effettiva partecipazione alle scelte più importanti  e coerenza. Pertanto mi limito a pensare che, se non è stato compreso questo mio modo di intendere, sarà forse perché è mancata la necessaria volontà di ascolto. Quel che è certo – sottolinea - è che è mancato quel confronto politico e democratico che più volte ho auspicato, sollecitato e richiesto sin da quando si cominciava ad intravvedere che, dopo anni di impegno mio e di tanti altri per la crescita del partito, gli interlocutori principali nelle scelte politiche e nelle decisioni  più importanti divenivano improvvisamente i nuovi/vecchi alleati senza che nulla passasse, o passi, per un preventivo confronto interno. Penso, infatti, che il ruolo che ho avuto quando, in un momento di sicura sconfitta, si voleva avviare un processo di rinnovamento; l’opposizione fatta costantemente, e non certo all'ultima ora, con decine di interrogazioni e denunce; la conoscenza delle problematiche del Comune  acquisita in questi anni, avrebbero imposto un mio più diretto coinvolgimento nella individuazione, quantomeno, delle linee politiche e programmatiche sulle quali avviare un percorso comune in vista della prossima competizione elettorale e ciò anche, magari, a costo di contrariare chi mi ritiene scomoda. Pur senza disconoscere quindi il ruolo dell’onorevole Censore nel partito – è il passaggio saliente - per me, partecipare alle iniziative pubbliche senza venire realmente coinvolta nelle scelte di fondo, significherebbe accettare un progetto a scatola chiusa e, anche se pare tanti si accalchino ad abbracciarlo, questo è un modo d'essere che non mi appartiene. Pertanto, essendo per me assolutamente necessari e imprescindibili la partecipazione, il confronto, la condivisione, la chiarezza, la trasparenza e la coerenza, finché il contributo che mi viene richiesto sarà in termini di pose fotografiche, interventi concordati o  prese d'atto, non posso certo essere disponibile. Non si dica però – conclude Federico - che sono stata io, incomprensibilmente, ad abbandonare il percorso avviato”.

Comunali Serra, Rosi in bilico: “Disponibile a candidarmi, ma sono un uomo di partito”

Nessuna certezza, ma nemmeno nessuna tensione. Il sindaco Bruno Rosi, ospite della trasmissione “On the news” di Radio Serra, ha camminato sul filo dell’equilibrio affrontando l’argomento relativo alle prossime elezioni amministrative. “Io sono un uomo di partito – ha affermato il primo cittadino – ed ho dato la mia disponibilità a ricandidarmi, ma sono quello che non si tira indietro quando si potrebbero paventare delle difficoltà”. Il tutto condito da una precisazione (“dagli incontri svolti è emerso che il candidato sarò io, a meno che non faccia un passo indietro”) e da una controprecisazione (“se il partito deciderà di non puntare su di me, non ne farò un dramma e lavorerò per la lista che si andrà a costruire”). Nelle battute iniziali del programma Rosi ha ricordato i “5 anni intensi” di amministrazione caratterizzati dalla “visita del Santo Padre, dall’eccezionale nevicata del 2012, dall’alluvione del 2013, dalla tappa del Giro d’Italia e dalle verifiche della commissione d’accesso”, eventi che lo hanno “fortificato accrescendo il bagaglio di esperienze umane”. Il sindaco ha poi sottolineato, oltre ai problemi conseguenti alle mancate entrate derivanti dalla vendita dei lotti boschivi, di “non aver ereditato progetti dall’amministrazione precedente, tranne la prima annualità del Piar” e di aver avuto “un ottimo rapporto” con assessori, consiglieri e dipendenti. Soprattutto “il rapporto con Nazzareno Salerno è ottimo”. Bacchettate invece al centrosinistra che “deve spiegare agli elettori i reali motivi della caduta dell’amministrazione Lo Iacono” e che “fino ad un mese e mezzo fa pensava di aver vinto”. “La differenza tra noi e loro è semplice. Da questa parte – ha sostenuto Rosi utilizzando una metafora - non c’è nessuno che dice il pallone è mio e si gioca a quello che dico io, ma il pallone è di tutti e tutte le proposte vengono vagliate”. Annunciato infine “un rinnovamento radicale nella lista”.

Comunali Serra, contestazioni nel PD. La famiglia Schiavello puntualizza: “Così non ci stiamo"

In merito al dibattito interno al PD di Serra San Bruno, la famiglia Schiavello ha inteso chiarire la propria posizione. Di seguito, pubblichiamo integralmente la nota inviata alla nostra redazione.

A seguito di quanto riportato dai giornali e da alcune emittenti televisive locali, ma soprattutto a causa delle continue sollecitazioni che ci pervengono dall’opinione pubblica sul territorio, crediamo sia giunto il momento di fare chiarezza per quanto riguarda i rapporti “politici” con il PD locale e di conseguenza con la nascitura lista di centrosinistra che affronterà le prossime elezioni amministrative. Non parlo a livello personale ma più apertamente familiare, volendo chiarire, anche se credo non ce ne sia bisogno, che la famiglia Schiavello è stata sempre ideologicamente ispirata ai valori progressisti e di sinistra. La coerenza ideologica, attesta, ove ve ne fosse bisogno, che non siamo mai stati dei “FARFALLONI”  pronti a volare da fiore in fiore cogliendo opportunistiche occasioni che tra l’altro non ci sono mai mancate. Questo lo lasciamo fare ad altri, è cosa molto piccola! Non abbiamo mai venduto nè svenduto il nostro credo politico, ne mai abbiamo accettato compromessi per ricevere in cambio questa o quella agevolazione. Abbiamo inteso, nessuno lo può smentire, continuare nella nostra coerenza. Non abbiamo chiesto mai nulla alla politica, nè abbiamo intenzione di iniziare adesso. La politica ed alcuni politici si sono rivolti a noi e non viceversa. Sia altrettanto ben chiaro che saremmo in grado di far emergere certe posizioni. Come è assolutamente chiaro che non ci sentiamo secondi a nessuno. Abbiamo semplicemente scelto in politica, solo in politica, di mantenere un profilo basso e di servizio senza alcuna ambizione. Pur fortemente coscienti delle nostre possibilità e potenzialità,  non ci è mai piaciuto adottare la politica dei pesi e dei contrappesi. Come siamo altrettanto coscienti del nostro “peso elettorale” che certamente non modifica la sostanza del voto delle elezioni amministrative. Abbiamo una visione più ampia della politica, molto più ampia! Questa visione, non ci consente, assolutamente, di seguire il “politico” ma la politica. Di chiedere per avere per poi dare. La nostra identità culturale non ce lo consente. Siamo convinti e la storia ci da ragione che gli uomini passano gli ideali restano indelebili. Le conquiste storiche nascono seguendo grandi ideali, gli uomini  al cospetto delle grandi conquiste restano pur sempre piccoli uomini. Per fare emergere il nostro modo di intendere la politica abbiamo bisogno che ci siano alcuni requisiti imprescindibili di sana democrazia. Discussione, confronto, partecipazione, coinvolgimento, dibattito, inclusione, passione, concretezza ma, soprattutto ideali. Questo significa semplicemente allargare le proprie vedute e soprattutto accettare con umiltà che altri la possano pensare come te o anche diversamente da te. Questo significa capacità di ascolto. In questo momento nel PD serrese e più in generale nella sinistra non riusciamo a vedere nessun requisito sopra richiamato, non riusciamo a vedere alcun segno di democrazia ma ancor di più una certa incapacità a staccarsi, da parte dei cosiddetti “giovani”,  dal cordone ombelicale materno e cominciare ad alimentarsi da soli. Insomma manca la discussione, manca il confronto, manca l’inclusione. Diceva giustamente mio fratello  “abbiamo fame di confronto, di parlare”. Per mentalità culturale, non siamo abituati a partecipare alle discussioni da tornello di piazza o nel chiuso di un’autovettura. Crediamo che certi argomenti non possono essere affrontati così in maniera alquanto sempliciotta, crediamo invece che esistano modi, tempi e luoghi. Soprattutto in funzione di un passaggio elettorale con la relativa scelta dei candidati a consigliere e a sindaco. Candidature che dovrebbero, anzi devono, essere scelte condivise e non imposte vista l’importanza che rivestiranno per il prossimo futuro. Noi a queste condizioni non ci stiamo, non ci stiamo a tornare ai “baronati” o ancora peggio al periodo delle “Ius primae noctis”. Abbiamo bisogno di capire, ragionando tutti insieme, dove vogliamo portare o meglio dove si vuole portare questa cittadina. Per risolvere i problemi non basta fare l’elencazione  come più volte sentito dire da alcuni esponenti della sinistra, anche attivamente e congruamente impegnati nelle alte strutture politiche, dei problemi della nostra cittadina. Anche un bambino è in grado di dire che Serra San Bruno è piena di spazzatura, che l’acqua è avvelenata, che la montagna non viene sfruttata e si distrugge da sola, che non abbiamo un idea di turismo, che la rete viaria è distrutta, che i nostri giovani (quelli che valgono) sono costretti ad andare via, che la disoccupazione aumenta e, un dato importante, sono più i morti che i nati e che quindi il paese invecchia. Vogliamo continuare nel dire che i servizi stanno scomparendo, vedi Ospedale, Giudice di Pace, Inps ecc. ecc. Questo si chiama elencazione dei problemi di cui il nostro territorio è ammalato. Noi invece, vogliamo ad ogni singola voce dare una risposta chiara, fattibile e concreta di come risolvere il problema e come farlo se non tramite il confronto e la discussione? Questo non si fa seguendo un uomo, ma certamente si fa seguendo un programma politico/amministrativo che nasce da una discussione allargata di quanti vogliono contribuire alla rinascita del nostro territorio e per il bene di chi lo abita. Non siamo d’accordo! Lo abbiamo detto apertamente e continuiamo a dirlo. A noi non interessa vincere la elezioni, per poi magari partecipare, chi più chi meno alla spartizione di affari e affarucci. No, assolutamente NO! Quindi pur rimanendo fedeli e coerenti alle ideologie di sinistra e progressiste che, devono tendere al bene della collettività, non possiamo che discostarci da questo modo di fare politica e da questo modo personalistico di imporre scelte. A quanti la pensano come noi invece diciamo, ove ci siano, uscite fuori e fate sentire la vostra voce e le vostre proposte.   

                                                                    Ferruccio Schiavello

Serra, Rosi stronca Lo Iacono: “Prima di criticare faccia un esame di coscienza”

All’indomani dell’attacco condotto in primis dall’ex sindaco Raffaele Lo Iacono arriva la replica, tutt’altro che tenera, da parte dell’attuale primo cittadino Bruno Rosi che cambia l’orientamento dei fari delle polemiche puntandoli sullo schieramento avversario. I toni sono per alcuni versi inediti, forse sollecitati dall’asprezza delle critiche ricevute. “Finalmente – sostiene il capo dell’esecutivo della cittadina Certosa – il PD ha gettato la maschera mostrando chi sono i veri manovratori di quella compagine. Quei protagonisti che, ancora oggi, omettono di dire quali sono stati i veri motivi della caduta dell'amministrazione comunale Lo Iacono-Censore-Raffele. Prima di emettere sentenze sugli altri – puntualizza Rosi – questi esponenti dovrebbero fare luce sulle vicende che hanno riguardato quell'esperienza su cui gli elettori si sono già pronunciati chiaramente. E, anzi, si era precedentemente pronunciato lo stesso Censore, rassegnando le sue dimissioni da consigliere comunale. Non si comprende, in particolare, come faccia un (ex) sindaco defenestrato dalla sua stessa maggioranza e sonoramente bocciato dagli elettori alle ultime elezioni regionali, alle quali si era candidato senza avere contezza del proprio peso elettorale, a parlare degli altri. Non si capisce come faccia a tacciare gli altri di incapacità quando sotto la sua amministrazione sono deflagrati i problemi della potabilità dell'acqua e della gestione dei rifiuti, sotto la quale sono state abbandonate strutture come l'ex carcere e il centro polifunzionale che noi siamo riusciti a recuperare, sotto la quale è stato perso il finanziamento del Pis Oreste (i lavori andavano realizzati e rendicontati entro il 31 dicembre 2010). Chi ha generato tutti questi disastri e oggi mi definisce 'avventuriero' – è lo stizzito ammonimento di Rosi - dimentica di guardarsi allo specchio, probabilmente perchè impegnato fra una fondazione e l'altra, e fare un esame di coscienza. Cerca invece di riproporsi, dietro altre figure, sotto una veste candida che certamente non gli appartiene”. Non mancano diretti riferimenti a Censore: “stupisce che il parlamentare che ha deciso di stroncare il suo futuro politico adesso lo riproponga: ma questo, forse, fa parte del repertorio di una classe politica che continua ad operare secondo rancide logiche. Evidentemente, quel popolo del centrosinistra che si era illuso circa la possibilità di assistere ad un confronto normale è stato tradito ed ora deve constatare che c'è ancora chi opera per aprire una nuova stagione di veleni”. Il finale è riservato ad una sorta di rendiconto morale dell’ultimo lustro: “l'amministrazione che ho l'onore di guidare ha sempre lavorato nella piena legalità e nell'interesse collettivo, a volte anche commettendo errori che ogni essere umano può commettere ma sempre anteponendo il bene della comunità alle aspirazioni individuali. Resto, dunque, disponibile a confrontare l'operato della mia amministrazione con quello dell'amministrazione precedente”.

Subscribe to this RSS feed