Trovati e messi in salvo i due escursionisti dispersi sul Pollino

 Si è conclusa con un lieto fine la complicata operazione di soccorso di una coppia di escursionisti che, a causa di un temporale, si era persa sul Pollino.

A lanciare l'allarme erano stati, intorno alle 18 di ieri, proprio i due escursionisti che, dopo aver raggiunto la cima di Timpone Viggianello, hanno perso il sentiero, mentre ritornavano al punto di partenza, a Timpone del Dragone.

I malcapitati hanno quindi chiesto aiuto agli operatori del 112 che, a loro volta, hanno mobilitato gli uomini della Stazione Pollino del Soccorso alpino e speleologico Calabria e Basilicata, del Soccorso alpino e della guardia di finanza.

Grazie alle istruzioni ricevute dai ricercatori, i dispersi sono riusciti ad inviare le loro coordinate, permettendo ai soccorittori di trovarli in fondo ad un lungo canalone, zuppi d'acqua ed a limite dell'ipotermia.

Al termine delle operazioni di recupero, i due escursionisti sono stati affidati alle cure dei sanitari del 118.

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Tre escursionisti si perdono nei boschi a causa della nebbia, salvati da carabinieri e soccorso alpino

I carabinieri delle Stazioni Parco di Mammola e Galatro, insieme agli uomini del Soccorso alpino e speleologico della regione Calabria, hanno localizzato e tratto in salvo, nella frazione Prateria di San Pietro di Caridà, tre escursionisti che, partiti stamattina dalla Diga del Metramo, in località Castagnara di Galatro, non sono riusciti a ritornare al punto di partenza a causa della fitta nebbia.

I tre uomini, trovati in buone condizioni di salute, dopo aver percorso invano circa 4 chilometri a piedi tra la fitta vegetazione, hanno deciso di chiedere aiuto al 112.

Le ricerche, avviate immediatamente, hanno permesso d'individuare i tre malcapitati dopo circa 3 ore.

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Joppolo, grande partecipazione all'inaugurazione del sentiero "Maremonti"

Oltre le più rosee aspettative l’inaugurazione, avvenuta domenica scorsa (31 marzo), del sentiero Cai 715 Maremonti che dal lungomare di Joppolo conduce nella bellissima località Monteporo, dove ha sede il santuario della Madonna del Carmelo.

L’evento  è stato organizzato e curato dall’associazione  Bicinsieme Paesaggi in Movimento San Costantino, guidata da Raffaele Mancuso, con la collaborazione del volontario Sisto Gurzì, che ha curato la manutenzione del percorso, dell’amministrazione comunale di Joppolo del sindaco Carmelo Mazza e della sezione Cai di Catanzaro, guidata da Gabriele Fera.

All’evento, cui hanno preso parte oltre 230 escursionisti provenienti da tutta la regione, hanno partecipato: il gruppo Cai di Catanzaro, gli Amici della montagna di Cosenza, guidati da Carmine Sproviero e Annalisa Rotella, il gruppo Trekking di Taurianova di Corrado Mileto ed il gruppo Trekking di Palmi.

 L’escursione ha preso il via, dopo la preghiera recitata con don Agostino, parroco di Joppolo, con il taglio del nastro, alla presenza del sindaco del centro vibonese, del presidente del consiglio comunale  Florinda Albinio, del vice presidente dell’associazione Bicinsieme e del presidente della sezione Cai di Catanzaro Gabriele Fera. 

Lungo i 5 chilometri del percorso, classificato dal Cai come sentiero per esperti, gli escursionisti sono stati assistiti dai volontari di “Agri Ambiente”.

La bella e intensa camminata si è conclusa con un momento conviviale a base di prodotti tipici locali.

Oltre al Pollino, un giro per i parchi più belli d’Italia

La Calabria, si sa, è nota soprattutto per il suo splendido mare dalle acque cristalline. Eppure bisogna ricordare che gran parte del suo territorio è montuoso, con i monti della Sila a creare una dorsale imponente e caratteristica e i parchi naturali che offrono tante opportunità per una vacanza a contatto con la natura, le bellezze del paesaggio e le specialità gastronomiche.

Ora che Pasqua si avvicina, abbiamo pensato a qualche proposta “green” per vacanze da trascorrere nel verde dei parchi, non solo in Calabria, ma anche con valide alternative in altre regioni italiane.

L’incanto del parco nazionale del Pollino con una estensione di oltre 1700 km quadrati, il Pollino è il parco naturale più vasto d’Italia ed offre panorami incontaminati e una natura ricca di biodiversità. Per le sue peculiarità è stato inserito nel circuito dei Geoparchi Unesco, tra le zone da tutelare, insieme a diversi altri siti calabresi.

Tra le specie più uniche e caratteristiche del territorio troviamo il Pino Loricato, che è il simbolo del parco in quanto è una specie arborea che cresce esclusivamente sulle vette delle montagne locali. Altri esemplari di questa pianta si trovano solo nei Balcani.

Per chi ama gli sport e l’avventura, c’è la possibilità di fare rafting e canoa fluviale sul fiume Lao, a circa duemila metri di altezza, e anche visitare le grotte paleolitiche, come quella del Romito. Qui si trovano alcune importanti testimonianze dell’arte preistorica italiana ed europea, risalenti all’epoca paleolitica. La grotta è a un paio d’ore di cammino da Papasidero, uno dei 56 borghi del parco, dove si possono visitare le Chiese di San Costantino e della Madonna di Costantinopoli, con affreschi in stile bizantino.

I borghi sono ricchi di arte e storia, e offrono una vasta scelta tra musei, abbazie e monasteri, per non parlare delle tante feste e sagre che celebrano gli squisiti prodotti locali: salumi, olio, pane, formaggi, miele. In autunno, poi, sono tanti gli appuntamenti gastronomici per celebrare funghi e castagne a tavola, ma anche il vino “nuovo” e il tartufo: degustazioni, rievocazioni di antichi mestieri e visite guidate arricchiscono questa offerta.

Tra gli eventi più interessanti c’è la festa denominata “Kaminezit e Maj” a Civita (CS), dove si preparano enormi falò in giro per il paese, mentre si brucia il lentisco e tutti i cittadini cantano e ballano attorno al fuoco.

Le vette imponenti del Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il parco del Gran Paradiso è una delle bellezze naturali della Valle d’Aosta, incastonato tra le vette maestose delle Alpi. Gli amanti della natura possono percorrere diversi sentieri, sia da soli che accompagnati dalle guide, per ammirare i bellissimi boschi.

Ad esempio, nella Valle di Rhêmes bisogna assolutamente visitare il bosco monumentale di Artalle ed i suoi larici dalle tinte dorate, mentre in Valsavarenche baste seguire il sentiero che conduce al Rifugio Vittorio Emanuele II o, a Cogne, quello che porta da Epinel al Colle Trajo, per trovarsi immersi in lariceti sconfinati, che in autunno si vestono di giallo.

Chi visita il parco non può mancare di fermarsi, poco lontano, nella bella cittadina di Saint Vincent, dove si trova il Casinò de la Vallèe, con una storia antica alle spalle e dove si narra che anche Sean Connery si sia fermato nel 1963.

Il Gran Paradiso è noto anche per la produzione di grano saraceno, molto apprezzato perché del tutto privo di glutine: a settembre è possibile partecipare insieme ai coltivatori della zona al taglio e alla mietitura di questo cereale, di origine antichissima.

Per una visita alternativa ed ecologica, è possibile anche visitare il parco in bici, grazie alla serie di percorsi che si possono trovare sul sito dell’Ente parco, che propone 16 itinerari comprensivi di descrizione, tracciato gps e dei punti di appoggio.

L’importante è valutare bene i nostri limiti e le nostre esigenze e scegliere con attenzione il percorso adatto (ci sono itinerari adatti anche per i bambini); in più è possibile noleggiare le bici nel Parco, per viaggiare in tutta comodità.

Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, a casa dell’orso

Situato a cavallo tra Lazio, Abruzzo e Molise, il parco nazionale è famoso soprattutto per la presenza dell’orso marsicano, una specie che vive solo in questi luoghi, ed è dunque endemica. Ad oggi se ne contato circa 50 esemplari, tutti attentamente monitorati. Sono animali schivi e timidi e se li avvistate basterà restare alla dovuta distanza per non avere problemi: il portale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise offre consigli preziosi su come comportarsi in questi casi.

L’orso si può incontrare soprattutto in Val Fondillo, in quello che è chiamato “Percorso dell’orso”, un itinerario affascinante immerso nella natura delle montagne.

Amate gli animali e volete fare un avvistamento sicuro e divertente? Allora dovrete andare vicino a Scanno, a Villetta Barrea, dove si trova il “Centro Visita Daini”.

Qui il signor Goffredo, il titolare, ha creato una oasi di pace e serenità per ripopolare la specie nel parco: è possibile passeggiare e osservare questi dolci animali e dar loro del cibo.

Subito dopo si può fare un salto nel borgo di Barrea, uno dei paesini più caratteristici del parco, arroccato su una roccia e affacciato sull’omonimo lago artificiale: dal belvedere del paese si gode una vista spettacolare.

Per immergersi completamente nella natura, infine, la meta giusta è la Camosciara, così chiamata perché ospita numerosi camosci. Qui si possono ammirare le grandi cascate e seguire sentieri di trekking con vari livelli di difficoltà.

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Festa dell'escursionismo in Calabria. Tappa finale Serra-Mongiana

La “Festa dell'escursionismo in Calabria”, tre giorni all'insegna della natura, della storia, e delle sane passeggiate per riscoprire ancora una volta le attrattive che la nostra Regione e il nostro territorio, possano offrire. In particolar modo quello relativo al parco Naturale Regionale delle Serre guidato dal commissario Mimmo Sodaro che ha dato la propria disponibilità affinché la manifestazione si potesse tenere.

La tappa finale della festa vede oltretutto protagonista proprio la cittadina della certosa, o meglio quella parte del sentiero “Frassati” che porta da Serra San Bruno, per arrivare a Mongiana.

L'evento è stato organizzato dall'associazioni “Gruppo Escursionisti d'Aspromonte e Kalabria Trekking”, con il patrocinio di “FederTrek Escursionismo e Ambiente”.

Lorenzo Boseggia presidente di Kalabria trekking ha espresso la propria soddisfazione per quella che ha definito: «Una manifestazione a livello nazionale che ha lo scopo di valorizzare il territorio dell'entroterra vibonese. Un modo per far conoscere e ammirare le nostre bellezze naturalistiche. Basti pensare – ha aggiunto - che parteciperanno all'evento, oltre agli escursionisti calabresi che fanno parte dell'associazione, anche un bel gruppo di circa 200 persone provenienti da Roma e da tutto il centro Italia. Inoltre sono molto contento del fatto che finalmente anche nel nostro territorio calabrese sta prendendo piede l'escursionismo, uno sport particolare che indirizza sempre più gente verso la sensibilizzazione ed il rispetto nei confronti della natura».

Il programma sarà quindi così ripartito: Il 2 Giugno avrà luogo il cosidetto Urban Trekking tra i vichi di Pizzo. Il 3 Giugno invece una escursione alla Cascata del Marmarico (Ferdinandea), e per concludere il 4 Giugno l'escursione sul sentiero Frassati che parte da Serra San Bruno per arrivare a Mongiana.

Per maggiori informazioni si consiglia di andare sui siti delle associazioni organizzatrici.

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"Sboccia la riserva delle Valli Cupe", venerdì il dibattito

Un dibattito a più voci per illustrare la legge istitutiva della Riserva Naturale ‘Valli Cupe’ approvata all’unanimità dal Consiglio regionale a dicembre 2016. Il convegno, intitolato “Sboccia la Riserva nelle Valli Cupe”, si terrà venerdì 10 marzo con inizio alle ore 16.30 nell’Auditorium di “Porta del Parco” a Sersale (in un’area espositiva di circa 1000 mq che comprende anche un Planetario digitale da 45 posti).

 La legge regionale, proposta dal consigliere Mimmo Tallini, è stata approvata all’unanimità dalla commissione ambiente e subito dopo dall’Aula.

L’iter legislativo che ha coinvolto tutti i soggetti interessati è durato un anno.

Al convegno prenderanno parte, oltre a Tallini e Bevacqua, Orsola Reillo, direttrice generale del dipartimento Ambiente della Regione e Antonella Rizzo, assessore regionale all’Ambiente. Trarrà le conclusioni il vicepresidente della Regione Antonio Viscomi. E’ prevista la partecipazione del generale Aloisio Mariggiò, commissario di “Calabria Verde”, della commissaria del Parco nazionale della Sila Sonia Ferrari, del responsabile nazionale per le Aree Protette di Legambiente Antonio Nicoletti e della storica dell’arte Anna Gastel, presidente del Festival “MiTo” realizzato dalle città di Milano e Torino.

Dopo i saluti del sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, sarà l’etnobotanico Carmine Lupia - promotore, assieme alla cooperativa “Segreti Mediterranei” presieduta da Rossella Capellupo, dell’esperienza naturalistica di successo della Sila Piccola - a spiegare nascita e sviluppo delle Valli Cupe. Un’area che rientra, con i suoi fitti boschi e il variopinto quadro d’ambienti, negli itinerari di prestigiose guide nazionali ed internazionali di turismo (“Cento luoghi incantati da vedere nella vita”- Rizzoli- e la guida internazionale “Lonely Planet”). In breve: un modello di sviluppo dal basso che - in questa parte storicamente svantaggiata del Paese - nel tempo è riuscito:

1) a creare interesse diffuso, coinvolgendo le scuole e le Università ma anche esperti e persino la prestigiosa Società Botanica Italiana che nel 2008 ha scelto la Calabria, segnatamente le Valli Cupe, per quattro giorni di escursione scientifica;

2) a stimolare la formazione di una fitta rete di iniziative economiche per la valorizzazione dei prodotti del territorio, ad incominciare dalle tante proposte enogastronomiche che puntano sulla qualità e la genuinità delle materie prime.

Modera il dibattito il capo ufficio stampa del Consiglio regionale Romano Pitaro. In mattinata, prima del convegno, è possibile partecipare nel Planetario ad “un viaggio in orbita visionando frammenti di meteoriti e copie in scala della navicella Apollo” con la guida del professor Francesco Bevacqua.

Nel corso della manifestazione saranno illustrate le 10 foto più belle sull’area “Valli Cupe” e proiettati due filmati: uno della BBC, realizzato da Andrew Graham-Dixon, critico d’arte inglese, e da Giorgo Locatelli, chef italiano a Londra; il secondo da Geo & Geo (un programma di Rai3).

CASO LUPI : Gli esperti ne confermano la presenza nel territorio delle Serre

Trova un importante riscontro scientifico la notizia della presenza del lupo nel territorio delle Serre. A confermarlo, già nel settembre scorso, era stato, nel corso di una conferenza stampa,  Luigi Esposito, docente presso il Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali dell’Università Federico II di Napoli, a conclusione del progetto “Angitola Fish H2O”, finalizzato a tutelare gli habitat naturali, la flora e la fauna del lago Angitola situato nel Parco naturale regionale delle Serre. Nel corso dell’incontro con la stampa, Esposito ha sottolineato come: “lungo la porzione di territorio del lago Angitola sono stati rinvenuti escrementi di lupo che confermano l’esistenza di questa specie nell’area protetta del Parco delle Serre». L’affermazione, oltre che nei riscontri scientifici, trova ulteriore conferma nella parole del naturalista Francesco Bevilacqua, autore di numerosi volumi sulle montagne calabresi. In una nota, invita, al “Redattore” Bevilacqua nell’avvalorare la presenza del lupo sul territorio calabrese, dichiara:

La presenza del Lupo sulle montagne della Calabria meridionale (Serre ed Aspromonte, ossia al di sotto dell'Istmo di Marcellinara) non è affatto eccezionale. Così come non lo è per tutto l'Appennino centro-meridionale, dove, negli anni "bui" per la specie (metà Novecento), aveva l'ultimo suo rifugio. Dopo le ricerche etologiche avviate dal Parco Nazionale d'Abruzzo e le norme di protezione della specie (divenuta non cacciabile), il Lupo ha riconquistato gradualmente tutti i territori ove era presente nei secoli passati, irradiandosi soprattutto verso le Alpi e raggiungendo la Francia. Le stime sulla consistenza numerica del lupo non sono precise. Tuttavia possiamo dire, con qualche approssimazione, che in Italia vi siano ormai un migliaio di esemplari. In Calabria, dal Pollino all'Aspromonte, vi sono non meno di un centinaio di lupi. Detto questo, occorre innanzitutto dire che la foto usata nell'articolo, in mancanza di maggiori informazioni, non può essere commentata. Trattandosi di foto non nitida e ravvicinata, si potrebbe trattare di lupi ma anche di cani rinselvatichiti. Si tenga conto che in Italia si stima che vi siano intorno ad un milione di cani rinselvatichiti, ossia tornati a vivere allo stato selvatico, esattamente come il lupo. Va poi, per l'ennesima volta sfatato un luogo comune molto diffuso: in Europa non è mai stato tentata alcuna reintroduzione del Lupo o ripopolamento. Cosa, per altro, estremamente complicata sul piano scientifico. Tutte le dicerie su reintroduzione di lupi da parte della Forestale circolate in questi anni sono false. Quanto alle prede dei lupi: gli studi ci dicono che finché vi erano le discariche abusive dei paesi, essi si nutrivano in massima parte con gli avanzi di cibo lì facilmente reperibili. La chiusura delle discariche è fortunatamente coincisa con un forte aumento dei cinghiali. Oggi le prede principali dei lupi sono i cinghiali, appunto, ed i cani rinselvatichiti. E' possibile che i lupi predino anche animali domestici. Ma se questi sono ben custoditi, specie se con grossi cani maremmani, per i lupi non si tratta di prede preferite: i rischi sono superiori ai vantaggi. Mentre va considerato che, in proporzione, i danni al bestiame domestico da parte dei cani rinselvatichiti sono molto più frequenti. Oltretutto i cani rinselvatichiti, provenendo dalle cucciolate degli uomini, non hanno la paura atavica dell'uomo che è tipica di tutti gli animali selvatici e quindi anche dei lupi. La legge, infine, prevede l'indennizzo dei danni prodotti al bestiame domestico dai grandi predatori come il lupo. Sarebbe auspicabile che anche i danni fatti dai cani rinselvatichiti vengano indennizzati, anche se occorrerebbe un maggior controllo sui cani randagi e vaganti e su quelli di proprietà degli uomini, per evitare che si rinselvatichiscano. Ciò non di meno, l'uomo (i calabresi in particolare) continuano a guardare al Lupo come ad una specie nociva e pericolosa. Perché? E' semplice: il Lupo è sempre stato un "competitore" alimentare dell'uomo, nemico di pastori e contadini. Nell'immaginario cristiano, inoltre, il lupo, come molti altri predatori selvatici, ha incarnato il diavolo o comunque gli spiriti del male. Anche la storia dell'ammansimento del Lupo da parte di San Francesco è simbolica e rappresenta la vittoria del bene sul male. Una corretta informazione sul Lupo deve ricercarsi sui libri scientifici e divulgativi (segnalo, tra gli altri, quelli di Luigi Boitani, Giorgio Boscagli e Franco Tassi) e su romanzi molto belli come "Il branco della rosa canina" di Gianni Padoan e "Storia del lupo Kola" del calabrese Francesco Perri.

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