Caffè corretto con cocaina, 28 Kg di stupefacente sequestrati al porto di Gioia Tauro

Questa volta ammonta a 28 chilogrammi, suddivisi in 25 panetti, la cocaina purissima del valore di 5 milioni e seicentomila euro, sequestrata nel porto di Gioia Tauro grazie al costante ed assiduo impegno degli uomini della guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria e dell’Agenzia delle dogane, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

I controlli e le tecniche di ispezione adottate dalle fiamme gialle presso lo scalo portuale, sono finalizzate a limitarne l’utilizzo quale punto di ingresso di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente destinati al mercato italiano.

Il sistema impiegato dai trafficanti è sempre identico: occultamento di borsoni pieni di cocaina all’interno di un container – in questo caso contenente un carico di caffè spedito da Puertocortes (Honduras) e diretto ad Istanbul (Turchia).

 

Evade dai domiciliari, in manette 72enne

Nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, i carabinieri della Stazione di Gioia Tauro hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, il 72enne Giuseppe De Gori.

L'uomo è accusato del reato di evasione poichè, pur essendo sottoposto agli arresti domicialiari, è stato sorpreso dai militari mentre transitava in auto lungo la Statale 18 di Gioia Tauro.

Al termine degli adempimenti di rito, De Gori è stato posto in regime di arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità giudiziaria in attesa della convalida.

 

 

 

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Operazione "Metauros": le mani della 'ndrangheta sul termovalorizzatore e sul depuratore di Gioia Tauro, 7 fermi

Una vasta operazione finalizzata all'esecuzione di un fermo d'indiziato di delitto a carico di sette persone, è stata condotta questa mattina dalla Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, con il coordinamento dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

I destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili di associazione mafiosa (cosca Piromalli), concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni.

Nell'ambito dell'operazione è stato eseguito, inoltre, un decreto di sequestro preventivo d'urgenza relativo alle quote azionarie di società operanti nel settore della depurazione e trattamento delle acque, trasporto e compostaggio dei rifiuti speciali non pericolosi. 

L'inchiesta, denominata "Metauros", ha permesso di mettere in luce, per la prima volta, il condizionamento della cosca Piromalli nella costruzione e gestione dell'unico termovalorizzatore presente in Calabria, ubicato a Gioia Tauro, in area prospiciente al porto.

In particolare, la cosca avrebbe messo in piedi un sistema di sottoposizione ad attività estorsive delle società che nel tempo hanno gestito la struttura di trasformazione dei rifiuti. Ad analoga attività estorsiva sarebbe stata sottoposta la "I.A.M." (Iniziative ambientali meridionali Spa) con sede a Gioia Tauro, operante nel settore della depurazione delle acque.

Furto ed evasione, in manette due pregiudicati

Un 43enne, M.A., è stato arrestato con l'accusa di evasione. Durante un controllo nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro, i carabinieri hanno sorpreso l’uomo fuori dalla casa in cui stava scontando una condanna ai domiciliari. Al termine degli adempimenti di rito, l’arrestato è stato posto a disposizione dell’Autorità giudiziaria in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

In un' altra operazione, scattata in seguito ad una richiesta d'intervento con la quale era stato segnalato un furto in appartamento, una pattuglia dell’aliquota radiomobile di Gioia Tauro ha arrestato, N. O., pregiudicato extracomunitario di 38 anni.

L'uomo è stato bloccato mentre cercava di allontanarsi da un'abitazione, situata nel centro di Gioia Tauro, nella quale era entrato attraverso una finestra per rubare indumenti, generi alimentari ed un cellulare.

Al termine delle formalità di rito, il 38enne è stato trattenuto in camera di sicurezza a disposizione dell’Autorità giudiziaria in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

 

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Oltre 3 quintali di cocaina sequestrati al porto di Gioia Tauro

Ennesimo maxi sequestro di cocaina nel porto di Gioia Tauro.

Gli uomini della guardia di finanza di Reggio Calabria e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane, sotto la continua spinta propulsiva della Direzione distrettuale antimafia reggina, hanno intercettato un nuovo ed ingente carico di cocaina.

Questa volta, nascosti tra fogli di plastica e rulli, sono stati rinvenuti otto borsoni contenenti 271 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 308 chilogrammi.

Lo stupefacente era stato occultato in un container partito da Seattle (Usa), con transito a Panama e destinazione finale Ancona.

In questo, come in altri casi, i trafficanti si erano affidati al sistema cosiddetto "Rip off", consistente nel riporre immediatamente dietro i portelloni dei container, borsoni o trolley contenenti i panetti di coca, in modo da poter essere agevolmente prelevati durante la sosta delle merci nelle aree portuali.

Si tratta dell’ennesimo colpo inferto, dalle fiamme gialle, agli interessi economici delle consorterie criminali di stampo mafioso coinvolte nel traffico: basti pensare che la droga sequestrata, una volta tagliata e messa in commercio, avrebbe fruttato oltre 65 milioni di euro.

Nel corso del 2017, l’attività svolta dai finanzieri, in sinergia con l’Agenzia delle dogane e sotto il coordinamento della Procura Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha portato al sequestro di circa due tonnellate di cocaina purissima.

Sorpresi con tre etti di cannabis nello zaino, arrestati

Due persone, Marco Recupero e Michele D’Agostino, rispettivamente di 31 e 24 anni, sono stati arrestati, in flagranza di reato, dagli agenti in servizio presso i commissariati di Gioia Tauro e  Taurianova.

L’arresto è avvenuto nel corso di un servizio di controllo, durante il quale i due sono stati trovati in possesso di 306 grammi di cannabis sativa.

La droga, nascosta in un involucro in plastica, era custodita in uno zaino portato in spalla da uno degli arrestati.

Dopo il rinvenimento, i poliziotti hanno deciso di sottoporre a perquisizione, anche, le abitazioni dei due uomini. Durante il controllo a casa del 31enne, gli agenti hanno rinvenuto altri 3 grammi di cannabis ed un bilancino di precisione utilizzato, molto probabilmente, per il frazionamento ed il confezionamento dello stupefacente.

I due, come disposto dall’Autorità giudiziaria, sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza

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Telefonate moleste e offese sui social ad una donna, ammonita una coppia

Due coniugi residenti nella Piana di Gioia Tauro sono stati raggiunti da un ammonimento, adottato dal Questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, perche ritenuti responsabili di aver perseguitato una giovane.

Il provvedimento è stato originato dalla denuncia, con la quale la vittima ha dichiarato di aver subito molestie psicologiche, anche mediante la pubblicazione di messaggi offensivi sui social network.

Inoltre, da quanto riferito agli agenti, la giovane sarebbe stata importunata con telefonate anonime e pedinamenti fatti sia dall'uomo, con il quale aveva avuto una relazione sentimentale,  che da sua moglie.

La coppia è stata, quindi, denunciata all’Autorità giudiziaria. 

Zona economica speciale: in Calabria sarà solo un banchetto per gli sciacalli

Se in Calabria dovessero riaprire le case d’appuntamento abolite (ufficialmente!) il 20 febbraio 1958, come minimo sorgerebbero subito 409 case chiuse, una per Comune; ma i più grossi ne vorrebbero anche di quartiere.

 Appena fatta… beh, promessa a chiacchiere, la Zona economica speciale di Gioia Tauro… avevo tutti i capelli neri, quando se ne parlava… appena dunque volata la promessa, subito vogliono una Zes anche a Catanzaro e Lamezia. Una a Soverato, no? Facciamola! E Locri? E…

 Sapete come la penso, io? Che non serve nessunissima Zes da nessuna parte. Già mastro Bruno, morto nel 1912, derideva queste fantasie con l’immortale verso “chi c***u m’accucchiati, pro Calabria?”; e si riferiva una legge detta appunto così, “Pro Calabria”. Né scordiamo le valanghe di soldi arrivati negli anni 1970 per i baracconi tipo SIR, tipo Saline, tipo idraulico-forestali… fonte inesauribile di corruzione degli elettori e degli eletti, nonché di passacarte e scaldasedie. Con tutti quei soldi, la Calabria poteva dare lavoro vero a tutti i suoi abitanti, e non pigri stipendi e piccolo mangia mangia.

 E invece sapete a che serve una Zes? Che arriveranno tanti sciacalli da ogni dove, apriranno un capannone, il capannone sarà inaugurato e benedetto, s’intende da fuori perché dentro sarà vuoto; beccano finanziamenti e sgravi fiscali, e dopo un pò tanti saluti.

 Immaginazione pessimistica? Eh, che mi dice dell’Isotta Fraschini? Delle palline del tennis a Crotone? Della Lamborghini a Cutro? O di quell’anno in cui la Calabria assistette all’apertura simultanea di un migliaio di nuove aziende… e dopo un anno erano come Highlander: ne restò solo una, una contata!

 Io vorrei vedere una Calabria senza Zes, senza assistenza, senza intervento straordinario, senza elemosine: con gente curva sull’aratro e sulla forgia, su barche da pesca, a mietere grano, a tagliare alberi, a riscoprire miniere… insomma, a lavorare!

 Non voglio nemmeno una Zes, figuriamoci due o venti! Se Gioia Tauro funziona come porto, ne sono lieto; se non funziona, meglio chiuderlo, e lasciarlo interrare.

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