Serra, tirocinanti ancora in sciopero: "Siamo stanchi delle promesse e non ci bastano gli attestati di solidarietà, andremo avanti finché non vedremo riconosciuti i nostri diritti"

Va avanti la protesta dei 37 tirocinanti, scelti fra i precettori della mobilità in deroga ed in servizio al Parco delle Serre, che da ieri hanno iniziato uno sciopero, che fa eco a quello di tre settimane fa, per il mancato pagamento degli stipendi da ben 4 mesi.

Va avanti nonostante nella giornata di ieri, dopo aver incassato la solidarietà del capogruppo di Liberamente, Alfredo Barilari, e del sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, sia arrivata anche la rassicurazione del commissario straordinario del Parco, Domenico Sodaro, che ha affermato: "Ritengo sia doveroso, da parte mia, precisare che nel corso della manifestazione organizzata lo scorso venerdì 10 novembre dalla Cisl a Pizzo Calabro, il presidente della Regione Mario Oliverio, accompagnato dal DG del dipartimento Lavoro Fortunato Varone, ha dato ufficialmente comunicazione che la convenzione tra Inps nazionale e Governo è stata sottoscritta e che la Regione ha inviato i decreti per gli adempimento di competenza dell’Inps regionale".

Stamani abbiamo sentito i lavoratori che affermano: "dai sindacati di riferimento e dall'assessorato ancora non si ha notizia della convenzione firmata, niente è stato reso pubblico. Siamo stanchi delle promesse e non ci bastano gli attestati di solidarietà. Qualora risultasse vero che si sia arrivati alla firma della convenzione, ad oggi, ancora non si ha l'autorizzazione al pagamento, così l'ipotetica convenzione risulta essere poco più che carta straccia. Andremo avanti finché non vedremo riconosciuti i nostri diritti, lotteremo finché non avremo i soldi da portare alle nostre famiglie. Nella migliore delle ipotesi, si parla di un mese di tempo ancora per espletare le pratiche burocratiche, poi, magari, con il Natale di mezzo, si slitta fino al nuovo anno".

Resta dunque tesa la situazione e, pare, non di rapida soluzione. Una cosa è certa, la misura è colma! Difficilmente le madri ed i padri di famiglia che hanno deciso di incrociare le braccia le scioglieranno per delle semplici promesse o per verbali rassicurazioni,  questa volta, per farli tornare a lavoro, serviranno i soldi che onestamente si sono guadagnati.

 

Sculco: “Bisogna avviare al lavoro i mille tirocinanti negli uffici giudiziari calabresi”

“Sul Mezzogiorno resti alta l’attenzione. Capiamo che la fase politica nazionale è complessa e difficile, ma ci sono impegni assunti per dare risposte ai territori di questa parte del Paese che non consentono alle istituzioni nazionali di distrarsi. La situazione di aree come la Calabria rischia di diventare esplosiva. Aumentano  disoccupazione,  povertà,  emarginazione e diseguaglianze sociali. Fenomeni che, aggiungendosi alla fragilità istituzionale della Calabria e ai ritardi accumulati  nell’utilizzazione della spesa pubblica e nell’erogazione delle risorse concernenti il welfare, accrescono la sfiducia dei cittadini e portano acqua al mulino dell’antipolitica”.

È quanto sostiene  la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo cui “soprattutto in questo delicatissimo frangente della vita politica nazionale, si ha il dovere di essere responsabili. E di dare seguito ad ogni ‘pratica’ che interessa direttamente la vita dei cittadini. In tal senso, auspico che il  Ministero della Giustizia conceda il nulla osta necessario ai mille tirocinanti negli uffici giudiziari per avviarsi al lavoro. Al contrario, se si ritenesse di non doverlo dare, si spieghi perché, visto che le intese tra la Regione e gli uffici giudiziari interessati sono state da ormai da tempo formalizzate”.

Conclude la consigliera regionale: “Occorre dare subito al Paese una legge elettorale per poi andare al voto, ma nel frattempo non si trascurino gli ‘Sos’ lanciati dal Mezzogiorno. Dopo il Masterplan per il rilancio del Sud e i relativi Patti, gli stanziamenti finanziari su più questioni, inclusa l’urgenza di colmare la deficitaria dotazione infrastrutturale, e le previsioni della legge di bilancio, è necessario che si prosegua sulla strada tracciata con tempestività e rigore. Naturalmente, ognuno deve fare la propria parte. A Roma ma anche in Calabria. Qui, più di un episodio, numerosi ritardi e tante defaillance, sia nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse che nell’azione politica quotidiana, suggeriscono un rapido cambio di passo, nuovi ritmi, velocità nelle decisioni, altre impostazioni. E in particolare un coinvolgimento, nell’assunzione delle scelte strategiche, delle istanze più rappresentative della società. La politica deve urgentemente riattivare un dialogo franco e aperto con la società reale, se non vuole definitivamente allontanarsene”.

  • Published in Politica
Subscribe to this RSS feed