'Ndrangheta. Operazione "Frontiera": 58 arresti in un maxi blitz all'alba

Sono 58 i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che, su istanza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha portato all'esecuzione di un maxi blitz fra il Cosentino, la zona del Salernitano e varie altre località della Penisola. All'alba sono entrati in azione i Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale che hanno colpito al cuore il clan della 'ndrangheta Muto, tra i più sanguinari e capeggiato dal "re del pesce", Francesco Muto, di Cetraro.  Associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina e traffico di droga i reati contestati nell'ambito dell'inchiesta ribattezzata "Frontiera". Sulla base di quanto ricostruito nel corso delle indagini, la cosca, fin dalla prima metà degli anni '80, ha egemonizzato l'ambiente economico della zona, in particolare dominando il mercato del commercio del pesce, il servizio delle lavanderie industriali di alberghi e villaggi turistici, la gestione della sicurezza nelle discoteche. Il territorio sotto scacco sarebbe quello che corre lungo la costa del Tirreno ed il Basso Cilento. L'attività investigativa, inoltre, ha consentito di scoprire che gli affiliati all'organizzazione criminale facente capo ai Muto gestiva lo smercio di cocaina, hashish e marijuana a Diamante, Praia a Mare, Scalea. I militari dell'Arma hanno posto sotto sequestro un patrimonio il cui valore ammonta complessivamente ad una cifra vicina ai 7 milioni di euro. 

 

 

 

Tre persone ricercate per tentato omicidio

Sono stati incastrati da immagini fotografiche e video i tre individui ricercati dalle forze dell'ordine che li considerano responsabili di un tentato omicidio commesso il 16 aprile. L'episodio è accaduto a Cetraro, in provincia di Cosenza. I presunti autori, avvicinatisi alla vittima in sella a due moto, un ragazzo di origini senegalesi, gli avrebbero prima rivolto pesanti minacce e poi gli si sarebbero scagliati contro, ferendolo, con l'intenzione di rapinarlo. Le indagini sono state avviate nell'immediatezza del fatto per il quale il giovane aveva sporto denuncia dando precise indicazioni in merito all'identità degli assalitori.  

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Scossa di terremoto avvertita a Cetraro Marina: magnitudo 1.8

Un evento sismico di magnitudo 1.8 (profondità 9.3 km), registrato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stato avvertito a Cetraro Marina, ma non ha causato alcun danno a persone o cose. Nella serata di ieri un’altra scossa di magnitudo 1.8 (profondità 11.8 km) era stata percepita a Cosenza.

A fuoco l'auto della sorella del medico ucciso in Calabria

Carabinieri e Vigili del Fuoco si sono recati durante la notte a cavallo fra sabato e domenica sul luogo in cui è stata avvolta dal fuoco l'automobile di Serena Giordanelli, sorella, di Anna, la dottoressa di 53 anni assassinata a Cetraro, in provincia di Cosenza, nel pomeriggio del 27 gennaio mentre era intenta a fare jogging. La donna è sposata con Paolo Di Profio, l'infermiere accusato di aver assassinato il medico. Dell'omicidio è accusato Paolo Di Profio, di 47 anni, attualmente detenuto, cognato della vittima ed ex marito della proprietaria dell'automobile incendiata. Un delitto che, secondo le risultanze investigative fin qui emerse, sarebbe stato commesso perché l'uomo addebitava ad Anna Giordanelli la responsabilità di aver indotto la sorella a lasciarlo. La Jeep Renegade data alle fiamme era in sosta nel giardino di casa. 

     

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La Polizia ha recuperato 12 computer rubati in una scuola

Nel corso della mattinata personale della Polizia di Stato ha rinvenuto un borsone all’interno del quale sono stati trovati 12 computer risultati provento di furto. In particolare, personale della Squadra Volanti del Commissariato di di Paola, in servizio di controllo del territorio a Cetraro, hanno notato, nei pressi della Chiesa di Padre Pio,  un borsone abbandonato. Procedendo con le necessarie cautele hanno accertato che all’interno dello stesso erano contenuti 12 computer portatili risultati provento del furto di 22 computer verificatosi la notte dell’8 febbraio all’interno del Liceo Scientifico "S. Lopiano" di Cetraro. Sono in corso ulteriori indagini al fine di identificare i responsabili del reato. 

 

Omicidio della dottoressa: questi gli elementi a carico del cognato

Sono diversi, a parere degli inquirenti, gli indizi a carico del 47enne Paolo Di Profio, l'infermiere accusato di aver ucciso la cognata Anna Giordanelli mercoledì pomeriggio a Cetraro. Tracce ematiche visibili sul lavabo del bagno e dentro la vettura, le riprese registrate dall'impianto di sorveglianza di una casa ed il piede di porco utilizzato per colpire a morte la dottoressa. Dettagli che sono stati illustrati dai Carabinieri e da Bruno Giordano, a capo della Procura della Repubblica di Paola che ha sottoposto a fermo il sospettato. Le telecamere hanno ripreso la Fiat Panda di colore verde appartenente a Di Profio allontanarsi dalla scena del crimine. L'x moglie dell'infermiere, tra l'altro, ha affermato che il piede di porco era un oggetto presente nella loro abitazione. A questo si aggiunga che un uomo ha dichiarato di aver notato l'indagato mentre, al volante della sua automobile, pedinava Anna Giordanelli.  

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Omicidio della dottoressa: il cognato trasferito in carcere al termine dell'interrogatorio

La notte scorsa è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio volontario Paolo Di Profio, l'infermiere 46enne che, secondo gli inquirenti, avrebbe assassinato Anna Giordanelli, cognata del sospettato. La dottoressa, medico di base di 53 anni, è stata ammazzata nel tardo pomeriggio di mercoledì in una zona periferica di Cetraro, dove viveva. Stava facendo jogging non lontano dalla sua abitazione quando è stata ferita mortalmente con un piede di porco.  Al termine del lungo interrogatorio all'interno della caserma della Compagnia dei Carabinieri di Paola, è stato accompagnato dietro le sbarre. Gli avvocati dell'indagato hanno riferito all'Agi che l'uomo non ha confessato il delitto. Si sarebbe limitato a dichiarare qualcosa solo perché messo sotto torchio dagli investigatori. Parole che, tuttavia, non essendo stando pronunciate in presenza del difensore, ma solo in quanto persona informata dei fatti, "non hanno alcun valore", puntualizzano i legali. Le indagini fin qui condotte si sono indirizzate verso Di Profio che sarebbe stato mosso dal rancore nei confronti della dottoressa, rea ai suoi occhi, secondo la ricostruzione di magistrato e militari dell'Arma, di aver provocato il naufragio del matrimonio con la moglie, sorella della vittima. Una rabbia che lo avrebbe indotto a litigare furiosamente con Anna Giordanelli fino al tragico epilogo. 

 

 

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Omicidio della dottoressa: ha confessato l'ex cognato

E' accusato di omicidio volontario l'infermiere quarantasettenne Paolo Di Profio, già cognato di Anna Giordanelli, il medico di base assassinato nel tardo pomeriggio di mercoledì in una zona alla periferia di Cetraro, in provincia di Cosenza. Uccisa con un piede di porco mentre stava facendo jogging. L'uomo ha ammesso le proprie responsabilità ed il movente è da rintracciare in contrasti di natura familiare. Sulla base di quanto emerso fino al momento, il delitto sarebbe stato ordito in quanto l'omicida riteneva che fosse stata la cognata ad indurre la moglie di Di Profio, sorella della vittima, a mettere fine al matrimonio. L'arma con cui l'ha colpita violentemente in testa è stata rinvenuta a breve distanza, su di essa erano visibili tracce ematiche e capelli. Il decesso della dottoressa è stato istantaneo. Per ore gli inquirenti hanno messo sotto torchio l'infermiere, in servizio presso l'ospedale di Cetraro, che qualche tempo avrebbe patito sofferenze di natura mentale. Dopo aver confessato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

 

 

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