Le guerre alla Russia e l'eroismo della Guardia reale napoletana

 Non riesco a trovare un motivo serio per fare la guerra alla Russia. Lo ha deciso la NATO, ma non riesco a trovare un motivo serio per cui dobbiamo trovarci nella NATO. Abbiamo perso la Seconda guerra mondiale, è vero; ma per quanti altri secoli la dobbiamo perdere?  Ciò premesso, vediamo che guerra ci tocca, stavolta. L’Italia invierà 140 (e dico centoquaranta!) soldati in Lettonia. Se la guerra non si fa, inutili; se si fa, si troverebbero contro milioni di nemici. Tanto per saperlo.  Estonia, Lettonia e Lituania sono tre piccoli Stati baltici, nel 1918-20 resisi indipendenti dalla Russia; nel 1945 – saltiamo su alcuni particolari – sovietici; poi un’altra volta indipendenti, e passati alla NATO. La Lettonia confina con Estonia e Lituania, nostri alleati, e Russia e forse Bielorussia potenziali nemici. La Russia possiede una enclave con l’antica Koenisberg, patria di Kant, oggi Kalingrad. Insomma, un bel labirinto.  Ma qui voglio parlare delle altre due guerre italiane di Russia. Nel 1941, forse per prevenire un attacco sovietico, Hitler scatenò un’offensiva volta a spezzare in due il fronte di Stalin, e impadronirsi del territorio. Fallito il primo tentativo, la Germania ne ripetè molti altri, schierando milioni di uomini e immenso quantitativo di carri armati e aerei. Per capirci, se uno fosse riuscito, avrebbe spazzato via, dopo l’URSS, in una settimana gli Angloamericani da Italia e Francia, la cui presenza era insignificante rispetto ai “Gruppi di eserciti” sovietici e tedeschi.  Mussolini inviò dapprima un Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR), poi un’Armata (ARMIR); questa comprendeva, su richiesta germanica, un Corpo d’armata alpino, destinato al Caucaso, ma che non vi giunse mai. La superiorità sovietica, la sconfitta di Stalingrado e l’inverno causarono un disastro alle nostre truppe. È tutto purtroppo noto. Questi eventi si svolsero nel Sud, attuale Ucraina e Russia Meridionale.  Un reparto specializzato di nebbiogeni operò nel Baltico; aderì alla Repubblica Sociale, combatté a fianco dei Tedeschi fino al 1945.  Quasi dimenticata è invece la prima guerra di Russia, quella napoleonica del 1811, cui parteciparono molti italiani di tre appartenenze: di Piemonte, Liguria, Toscana e Roma, annessi direttamente all’Impero francese; di Trentino, Lombardia, Veneto, Romagna e Marche, sudditi del Regno d’Italia, re Napoleone e vicerè Eugenio Beauharnais, figlio di Giuseppina; e il Regno di Napoli di Gioacchino Murat, il quale però assunse il comando della cavalleria imperiale. L’offensiva si svolse a nord, con due direttrici, Mosca e San Pietroburgo. Come si sa, fallì per la strategia russa di attirare il nemico sempre più lontano dalle sue basi; e sopravvenne l’inverno. Napoleone raggiunse Mosca, ma San Pietroburgo e i territori baltici, da secoli fortificati, resistettero fino alla ritirata francese.  Il regno di Napoli schierava circa diecimila uomini, tutti meridionali, con ufficiali indigeni, e francesi che però Gioacchino aveva obbligato, con grande fastidio di Napoleone, a naturalizzarsi napoletani. La divisione napoletana fu posta al comando di Florestano Pepe e comprendeva una brigata al comando del Rosaroll e una al comando del D'Ambrosio, per un totale di quattro reggimenti. Ricordiamo anche Cianciulli, Costa,  Arcovito,  Roccaromana, Piccolellis, Campana. Coinvolta nella disastrosa ritirata, la Guardia reale napoletana si coprì di gloria respingendo i cosacchi, e salvando dalla cattura lo stesso Napoleone. La divisione partecipò poi alla lunga difesa di Danzica, assediata da truppe russe e prussiane. Con molte perdite, ottenne infine di ritirarsi con onore, e tornò in patria.  Buonaparte disse di loro: “Io partecipavo ad un pregiudizio di scarsa stima delle truppe napoletane: esse mi hanno colmato di meraviglia a Lutzen, a Bautzen, in Danzica e ad Hanau. I famosi Sanniti, loro avi, non avrebbero combattuto con maggior valore. Il coraggio è come l'amore, ha bisogno di alimento».  Ecco una frase su cui bisognerebbe riflettere, e si capirebbe anche il crollo del 1860: era venuto meno l’alimento! Ma questo è un altro discorso.

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Parigi: la polizia ferma un 15enne pronto a compiere un attentato

Un 15enne, sospettato di voler compiere un attentato terroristico, è stato fermato questa mattina a Parigi. La notizia è stata divulgata dai media francesi, per i quali il ragazzo sarebbe stato posto in stato di fermo dagli 007 transalpini. L'adolescente, sarebbe stato in contatto con il jihadista francese Rachid Kassim, presunto mandante ed ispiratore dalla Siria di diversi progetti d'attentato in Francia. Il potenziale terrorista si sarebbe "proposto per un'azione". Sabato scorso, un altro adolescente di 15 anni, legato a Rachid Kassim, sospettato di voler "passare all'azione" era stato fermato a Parigi. Nato il 9 settembre 2001, il quindicenne fermato quest'oggi non era noto ai servizi di polizia e da quanto è trapelato, aveva cercato di procurarsi un'arma, ma si ignora l'obiettivo. Sono una trentina i minorenni fermati in Francia nel quadro di vicende legate al terrorismo. Sempre a Parigi, nel corso della notte erano stati arrestati cinque cittadini siriani armati e sospettati di voler acquistare dei kalashnikov. I cinque sono stati individuati in un ristorante del quartiere latino, dove progettavano l'acquisto di quattro fucili mitragliatori

 

Stage di Nizza: sono sei le vittime italiane

Sono sei, incluso un italoamericano, le vittime italiane accertate della strage compiuta a Nizza il 14 luglio scorso. Il camion guidato dal franco tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel,  ha ucciso tra gli altri, i coniugi di Voghera (Pavia) Gianna Muset (68 anni) e Angelo D'Agostino (71 anni), il 90enne Mario Casati e la sua compagna 77enne, Maria Grazia Ascoli, entrambi milanesi, la casalinga 48enne Carla Gaveglio Piasco (Cuneo) e lo studente italoamericano Nicolas Leslie di 20 anni, che viveva a Del Mar, una cittadina vicino a San Diego e si trovava a Nizza per un programma di interscambio universitario. Migliorano, intanto, le condizioni di Andrea Avagnina ricoverato in rianimazione all'ospedale Pasteur, mentre rimangono stazionarie quelle della moglie, Marinella Ravotti che non sarebbe più in pericolo di vita. 

 

"Euro 2016 sarà un cimitero", le ultime parole del terrorista che ha ucciso la coppia di poliziotti francesi

 

Alle 20,52 di ieri sera, prima di compiere l'azione terroristica che ha provocato la morte di una coppia di poliziotti, Larossi Abballa avrebbe postato su Facebook un video destinato a rivendicare il suo gesto. Il terrorista ucciso dalle teste di cuoio e riconosciuto dall'Isis come un proprio militante, ha lasciato un lungo messaggio in cui, dopo aver rivolto l'invito ad uccidere poliziotti, secondini, giornalisti e rapper, ha minacciato " l'Euro 2016 sarà un cimitero". Intanto, il  presidente francese, Francois Hollande ha assicurato: "La vigilanza verrà portata al livello massimo con mezzi supplementari".

Terrorismo, allarme Usa: "a rischio gli Europei di calcio e la Giornata mondiale della gioventù"

Allerta viaggi in tutta Europa. A lanciare l'allarme per il timore di possibili attacchi terroristici nel Vecchio Continente è stato il Dipartimento di Stato americano che ha messo in guardia i propri cittadini dai potenziali rischi di attacchi, soprattutto, nel corso di ''eventi importanti e siti turistici''. Tra gli "eventi" a rischio, ci sarebbero gli Europei di calcio, che si terranno in Francia dal 10 giugno al 10 luglio e la Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà a Cracovia, in Polonia dal 26 al 31 luglio. Per scongiurare e prevenire possibili atti terroristici la Polonia ha già annunciato che "imporra' controlli ai confini fra il 4 luglio e il 2 agosto e i visitatori devono essere pronti a mostrare i loro passaporti e sottoporsi a stretti controlli di sicurezza''.

 

Nel mirino dei terroristi islamici il campionato Europeo di calcio

I campionati Europei di calcio che prenderanno il via, in Francia, il prossimo 10 giugno, sono "un obiettivo attraente" per i terroristi dell'Isis. L'allarme è stato lanciato da Europol. Un attacco terroristico alla manifestazione sportiva, secondo un centro studi statunitense, sarebbe il piano "B" elaborato dallo Stato Islamico per cercare di offuscare le recenti sconfitte subite in Iraq e Siria.  A confermare i timori di possibili attentati, anche il capo di Europol, Rob Wainwright che ha dichiarato:"Guardo con molta preoccupazione ai prossimi Europei di calcio. Sono un obiettivo attraente per i terroristi".

"Francia e Gran Bretagna sostengono il terrorismo"

"Il terrorismo è il vero problema.   E' sostenuto direttamente dalla Turchia. E' sostenuto direttamente dalla famiglia reale dell'Arabia Saudita e da un certo numero di stati occidentali, in particolare dalla Francia e dal Regno Unito". È quanto ha affermato il presidente siriano Bashar al Assad a Sputnik, testata vicina al Cremlino. "Dobbiamo combattere il terrorismo a livello internazionale perché non coinvolge solo la Siria: il terrorismo c'è anche in Iraq", ha aggiunto.

Francia, scontro bus-camion: muoiono 12 turisti portoghesi, feriti 2 italiani

Tragico incidente stradale nel centro della Francia, dove in un scontro tra un minibus ed un camion, avvenuto la notte scorsa, sono morti dodici turisti portoghesi. Altre due persone di nazionalità italiana sono, invece, rimaste ferite. Il minibus proveniente dalla Svizzera e diretto in Portogallo si sarebbe scontrato frontalmente con il camion, sul quale viaggiavano i due italiani. L'incidente è avvenuto sulla statale 79 nella città di Montbeugny, nel dipartimento dell'Allier della regione dell'Alvernia. Salvo il conducente del bus, rimasto ferito ma non in pericolo di vita. Secondo le testimonianze dei due italiani il minibus avrebbe virato improvvisamente a sinistra finendo contro il loro camion.

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