Ha messo a nudo le ataviche fragilità di una terra abbandonata a se stessa. La violenta ondata di maltempo che ha flagellato la Calabria, ha evidenziato, qualora ce ne fosse stato bisogno, tutti i limiti di un territorio martoriato da anni d’incuria. Ogni centro sta, ora, facendo i conti con innumerevoli disagi, a cominciare da quelli derivanti dai danni subiti dal sistema viario. Nel lungo elenco delle strade spazzate via dalla pioggia, figura anche la Provinciale 43 - S.S.110 - Brognaturo – “Acqua del sorcio” che, dalla costa Jonica, arriva nel cuore delle Serre attraverso i monti della “Lacina”. Proprio alle porte del borgo della Madonna della Consolazione, in località “Cona”, la sede stradale è letteralmente sprofondata. Un’ampia sezione di terreno ha ceduto portando con sé ciò che rimaneva dell’asfalto. Nel contesto generale, la notizia non meriterebbe, forse, particolare rilevanza se non fosse che quanto accaduto rappresenta l’emblema dell’incuria e del disinteresse all’origine di buona parte dei mali calabresi. Non c’è dubbio che alcuni dei danni provocati dalle piogge eccezionali di questi giorni non potevano, in nessun modo, essere prevenuti. In altri casi, invece, non solo si potevano prevedere, ma addirittura prevenire. Sarebbe stato sufficiente, infatti, limitare la cementificazione selvaggia, far eseguire i lavori in maniera rispettosa delle norme dettate dal buonsenso e magari svolgere, per tempo, semplici interventi di manutenzione ordinaria. Ma come già accaduto in passato, incuria e abbandono hanno presentano il conto. Lo hanno fatto, anche, nel caso della Provinciale 43, trascurata a tal punto da essere definita la "Strada della vergogna". A nulla sono serviti nel corso degli anni, i richiami della stampa, le denunce dei cittadini e le richieste del comune di Brognaturo. La provincia di Vibo Valentia si è sempre dimostrata refrattaria. La conseguenza è che, ora, metà carreggiata non esiste più; ma forse perché qualcuno intervenga è necessario che crolli anche l’altra metà.