Crepe nei muri dell’ospedale di Vibo: attualmente inaccessibile parte della struttura

L’emergere di crepe nelle pareti dell’area B dell’ospedale di Vibo Valentia ha causato preoccupazione inducendo l’Asp a prendere provvedimenti che si sono concretizzati nella riduzione dei posti letto di due reparti (Ortopedia e Servizi immunotrasfusionale). I sopralluoghi, effettuati dai vigili del fuoco unitamente al direttore sanitario dell’Asp Michelangelo Miceli, hanno riguardato i reparti di Ortopedia, Sit, Pediatria e Neurologia. In particolare, l’Ortopedia dello “Jazzolino” è attualmente inaccessibile: i pazienti sono così stati spostati in altre aree del nosocomio. Non sembrano esserci pericoli imminenti, ma la precauzione è d’obbligo.

Il nuovo Dg dell’Asp Angela Caligiuri promette visite e incontri negli ospedali del Vibonese

“Come primo atto del mio insediamento alla guida dell’Asp di Vibo Valentia, desidero salutare tutti voi, nella convinzione che ci accomunerà un quotidiano impegno professionale ed umano nell’affrontare i problemi e nel migliorare la qualità dei servizi sanitari”. Il primo atto del nuovo direttore generale Angela Caligiuri è una lettera inviata ai dipendenti nella quale viene sottolineato che “con la fattiva collaborazione di tutti sarà possibile sopperire alle numerose difficoltà oggettive che interessano la sanità calabrese e pertanto, anche quella vibonese. Immediatamente dopo la visita di saluto alle Autorità Istituzionali – promette Caligiuri - sarà mia premura programmare incontri specifici con i dirigenti e con gli operatori tutti. Saranno avviate, inoltre, visite specifiche presso le diverse articolazioni aziendali dislocate su tutto il territorio, al fine di avere diretta contezza delle varie criticità e conoscere ogni iniziativa volta al miglioramento della qualità dei servizi”.

Bimbo nato morto a Vibo, l’avvocato del ginecologo: “Ricostruzione dei querelanti non vera”

In merito alle notizie relative all’indagine in corso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia per risalire alle cause della morte del bimbo, l’avvocato Raimondo Paparatti, nella qualità di difensore di fiducia del dottor Rocco Fiaschè, precisa quanto segue:

“Fermo restando il rispetto dovuto ai genitori per la sofferta perdita del loro piccolo, nonché la piena fiducia nell’operato della magistratura chiamata a fare piena luce sul caso, tuttavia non ci si può esimere dall’evidenziare come la ricostruzione effettuata dai querelanti non corrisponde a verità allorché viene riferito che all’atto della visita effettuata dal mio assistito all’alba del giorno 26/12/2015, la signora Marturano non sia stata ricoverata benché presentasse segni di sofferenza fetale. Tale ricostruzione è palesemente falsa perché la visita ed il successivo tracciato cui è stata sottoposta la signora Marturano non hanno evidenziato alcuna anomalia e/o segni di sofferenza fetale, ma solo modeste contrazioni uterine del tutto normali vista l’epoca della gestazione. Pertanto, in assenza di indicazioni cliniche che rendessero necessario il suo immediato ricovero, la signora veniva invitata a ritornare a casa con la raccomandazione di un successivo monitoraggio e controllo ospedaliero laddove le contrazioni uterine dovessero risultare più intense, regolari e ravvicinate nel tempo. Questi sono stati i fatti alla data del 26/12/2015; le evoluzioni successive e purtroppo infauste della gravidanza saranno oggetto di valutazione dei periti nominati dalla Procura di cui si attenderà fiduciosi la relazione finale”.

Nel frattempo, l’avvocato Paparatti diffida chicchessia dal “diffondere notizie false e tendenziose sull’operato del mio assistito perché saranno perseguite nelle opportune sedi civili e penali”.

Serra, malato grave trasferito in macchina. Di Bella accusa: “L’ambulanza non era disponibile”

Una prima soluzione è stata trovata per il malato grave di Monsoreto di Dinami, giunto a Serra San Bruno in cerca di un ricovero in ospedale necessario per la reidratazione propedeutica alle cure da effettuarsi presso l’Istituto Tumori di Milano. Il 61enne indigente, che era accompagnato dal parroco don Giuseppe Pititto e dal vicesindaco Nino Di Bella, non era riuscito inizialmente a trovare un posto nei nosocomi vibonesi: da qui la chiamata alla Polizia. “Alla fine – spiega Di Bella – siamo riusciti a trovare un posto nel reparto di Medicina dell’ospedale di Vibo, ma devo segnalare che abbiamo dovuto fare il tragitto in macchina poichè l’ambulanza non era disponibile. Abbiamo così toccato con mano, ancora una volta,  lo stato delle strutture sanitarie di questa terra che, a dispetto delle promesse di miglioramento del presidente della Commissione Sanità, versano in condizioni critiche. Ci è stata promessa una seconda ambulanza per questo ospedale montano, ma nel momento del bisogno l’ambulanza non c’era. So che la mia voce non sarà ascoltata – aggiunge Di Bella – perché sono solo un amministratore locale e non ho deputati che possano sostenere questa causa, ma ho il dovere di far capire che non possiamo essere abbandonati. Servono interventi urgenti per la Sanità, se saranno effettuati sarò il primo a complimentarmi. Ma, ad oggi, la situazione è disastrosa. Rivolgo pertanto un appello al prefetto Carmelo Casabona – conclude l’esponente dell’esecutivo di Dinami - affinchè, come il suo predecessore Giovanni Bruno, prenda a cuore l’argomento sanitario e si attivi per individuare la strada più idonea da percorrere”.

Morte neonato a Vibo, Dipartimento Tutela della Salute: “Gruppo di esperti per verifica procedure”

“In riferimento all’evento sentinella occorso presso il P.O. Jazzolino di Vibo Valentia, relativo al decesso di un neonato nell’utero materno, il Dipartimento ‘Tutela della Salute’ ha immediatamente attivato il gruppo di esperti per la valutazione e verifica delle procedure messe in atto relativamente al percorso nascita. Esprimo cordoglio a nome personale e di tutti i dipendenti del Dipartimento alla giovane mamma ed alla famiglia colpita dalla grave perdita del figlioletto”. È quanto ha affermato in una nota il dirigente regionale del Dipartimento “Tutela della salute” Riccardo Fatarella.

Feto nasce senza vita all’ospedale di Vibo: è caso di malasanità?

Doveva partorire a breve, ma qualcosa non ha funzionato. Una 28enne di San Calogero ha ricevuto informazioni poco rassicuranti quando si apprestava a dare alla luce il bambino: assenza di battiti del feto, nonostante nei giorni precedenti non ci fossero segnali di problemi. La decisione dei medici dell’ospedale di Vibo Valentia è stata quella di procedere con il parto: ma non c’era vita in quel feto e così si è concretizzata la tragedia. I familiari della donna, che pare avrebbe avvertito dei dolori addominali prima del cesareo, hanno informato i carabinieri fornendo la loro versione dei fatti. Si profilano ora un’indagine interna dell’Asp e un’inchiesta condotta dalla Procura. Ennesimo caso sospetto, dunque, per la Sanità vibonese che, dopo i fatti del passato, non riesce a rimediare ad un’immagine compromessa. E la fiducia dei cittadini sembra sempre più difficile da recuperare.

 

Mangialavori: “Mancato inizio lavori del nuovo ospedale di Vibo rappresenta il fallimento della politica”

“I proclami senza fondamento politico trovano una barriera invalicabile nei fatti che notoriamente sono ostinati e riconducono tutto alla verità”. È quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori che spiega: “il paradigma di ciò è dato dalla sanità. Ed emerge in modo più concreto in un’area come il Vibonese che anche in tale settore sconta ben noti e profondi ritardi. La domanda sorge spontanea. L’incapacità di offrire, nell’attualità, risposte oggettive a chi va assegnata? Il commissario per il rientro del debito è di nomina celestiale o governativa? L’attuale Esecutivo regionale che col suo presidente si era incautamente impegnato a definire innovazioni epocali ha mantenuto le sue promesse? Ci sono ben precise responsabilità politiche per il mancato avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale? Intanto – sottolinea l’esponente della Cdl - si registra come ai roboanti annunci e ai rituali tagli di nastro segue l’abitudine di disattendere gli ufficiali impegni; il tutto con ammirevole disinvoltura. Una continuità poco edificante. Di certo c’è solo il mancato avvio della costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia, il depotenziamento di quello esistente e della sua offerta sanitaria, lo smantellamento sistematico. E così, i diritti della popolazione vibonese vanno, ancora una volta, in soffitta. La costruzione dell’ospedale di Vibo Valentia, sciaguratamente, ricorda sempre di più la vicenda della tela di Penelope. Qualche alto rappresentante politico e istituzionale del Pd, finalmente, si accorge delle criticità della sanità vibonese. Meglio tardi che mai. E lancia pubbliche denunce politiche. Due osservazioni. La prima: chi ha un ruolo istituzionale lavora per superare le difficoltà, anziché annunciare ai quattro venti disfunzioni di sistema e limiti di risultato. La posizione di lotta e di governo lascia il tempo che trova. E chi ha responsabilità politiche e denuncia i limiti di un’azione governativa del suo stesso partito non dovrebbe trarne le dovute conseguenze? In caso contrario – conclude Mangialavori - le premesse e le promesse pronunciate in mille discorsi avranno la stessa sorte che interessa l’inizio dei lavori dell’ospedale di Vibo Valentia: condanna ad un’inconcludente inefficacia”.

Stroke Unit di Vibo, Antoniozzi rivendica il ruolo di primo piano in ambito regionale

Il direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Florindo Antoniozzi, interviene sulla preoccupazione che da più parti si sta manifestando, circa l’ipotesi di escludere l’U.O. di Neurologia e Stroke Unit di Vibo Valentia da Hub “funzionale” per l’area vasta Calabria. “L’U.O. di Neurologia, diretta dal dottor Domenico Consoli – spiega Antoniozzi - ha raggiunto traguardi importanti che sono facilmente verificabili e sotto gli occhi di tutti. La terapia trombolitica per via venosa, praticata nei pazienti ricoverati presso la Stroke Unit dell’ospedale ‘Jazzolino’, cioè la divisione sub intensiva dedicata al trattamento dei pazienti con ictus cerebrale nell’ictus ischemico in fase acuta, continua a confermarsi un trattamento di estrema efficacia. La nostra Stroke Unit viene considerata come un reparto speciale, dotato di posti letto monitorizzati e per la cui perfetta funzionalità è stato necessario nel corso degli anni impiegare ingenti risorse finanziarie per l’acquisto di sofisticate apparecchiature tecnologiche che offrono oggi servizi sanitari di prima qualità ed efficienza, e sarebbe cosa grave non consentire più l’utilizzo di questa U.O. al servizio del territorio vasto Calabria, che si ricorda quanto sia complesso con caratteristiche orografiche particolari. Al suo interno – precisa il direttore generale - cooperano medici (neurologi, radiologi, cardiologi), infermieri, tecnici della riabilitazione, logopedisti, assistenti sociali, tutti specializzati nella gestione dei pazienti con ictus nell’ambito di un percorso multidisciplinare, la cui specializzazione andrebbe persa. E se la Calabria risulta essere fanalino di coda tra le Regioni italiane per numero di strutture esistenti di Stroke Unit, l'unità operativa di Neurologia dello ‘Jazzolino’ rappresenta invece un consolidato punto di riferimento per tutti i cittadini della nostra regione. Corre l’obbligo di ricordare a tale proposito – aggiunge ancora Antoniozzi - che ogni anno in Calabria ci sono circa 5.000 nuovi casi di ictus e che ciò rappresenta la prima causa di invalidità, la seconda di demenza e la terza di morte nei paesi sviluppati come l'Italia. Prima struttura in Calabria, attiva da ben 12 anni, la Stroke Unit dell’ospedale di Vibo ha fatto registrare risultati di crescita incontrovertibili: sono stati effettuati circa 450 trattamenti trombolitici, di cui 92 nel 2014 e 107 solo nell’anno in corso; la mortalità dei pazienti trattati, per come risulta da dati ufficiali dei registri internazionali, è in linea con la media nazionale e nettamente inferiore rispetto alle altre strutture calabresi autorizzate alla trombolisi (fonte: registro internazionale SITS MOST). Ed i dati di quest’anno fanno pensare ad un ulteriore incremento con una cifra prevista di circa 400 ricoveri per stroke, di cui almeno 120 trattati con trombolisi sistemica. La struttura di Vibo Valentia rappresenta un’eccellenza anche a livello nazionale; essa si colloca, infatti, tra le migliori nel Sud Italia insieme a Salerno e Lecce ed è in linea alle ben più blasonate strutture del Centro e del Nord. La conferma –puntualizza Antoniozzi - giunge dai dati della Ricerca Italiana ed Internazionale che vengono pubblicati ogni anno al ‘Congresso nazionale dedicato all’Ictus cerebrale’ nel corso del quale vengono illustrati i risultati sull’andamento delle attività nei registri dedicati alla terapia trombolitica. In tale autorevole consesso, la U.O. di Neurologia di Vibo Valentia si è confermata nella particolare classifica dei Top ten, delle prime dieci Neurologie Italiane segnatamente, appunto ai risultati della terapia trombolitica. Nell’anno 2012 infatti, Vibo Valentia si è collocata al VI posto assoluto della speciale graduatoria. Nel 2014 nel corso di una manifestazione organizzata dalla U.O di Neurologia di Vibo Valentia, ed a riconoscimento della buona sanità prestata, l’iniziativa è stata patrocinata dalla Presidenza della  Repubblica che ha voluto riconoscere a questa eccellenza vibonese il merito di un primato a livello nazionale, ed il Presidente ha fatto pervenire alcune. Alla luce di quanto emerge da dati, attività, professionalità dimostrata dal dottor  Consoli e dalla sua equipe – è la conclusione -  sarebbe una azione non coerente con le necessità del nostro territorio, non riconoscere all’ U.O. di Neurologia di Vibo il ruolo di primo piano che merita in ambito regionale”.

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