Giovane finisce in manette per aver rubato ed utilizzato una carta di credito

Un ventisettenne, M. F. D.,  è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Rossano.

 Il giovane, già noto alle forze dell'ordine, è accusato di ricettazione, poichè avrebbe fatto acquisti con una carta di credito rubata in un parcheggio, a Sant’Angelo di Rossano.

Il presunto autore del furto è stato, quindi, deferito all’Autorità giudiziaria che ha emesso l’ordinanza applicativa della misura cautelare eseguita nella mattinata di oggi.

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Furto e ricettazione, arrestati sei cittadini stranieri

I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro, hanno tratto in arresto sei cittadini stranieri ( 5 romeni ed un serbo) di età compresa tra i 20 ed i 47 anni. Per tutti l’accusa è di furto aggravato in concorso e ricettazione.

Nel corso di una perquisizione domiciliare, i militari hanno rinvenuto e sequestrato numerosi oggetti provento di furto. Tra i materiali trovati, varie attrezzature e macchinari da giardinaggio, due biciclette, poco meno di un quintale di rame di cavo elettrico, due autovetture con targhe alterate.

Nel corso del controllo, gli uomini dell’Arma hanno, inoltre, accertato il furto in flagranza di energia elettrica mediante l’allaccio abusivo alla rete Enel.

Parte della refurtiva è stata consegnata ai legittimi proprietari. Gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Castrovillari, ad eccezione di una donna, sottoposta agli arresti domiciliari.

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Fermati con gioielli di provenienza furtiva, deferiti due cittadini romeni

Agenti della Polizia Stradale, impegnati nello svolgimento di un posto di controllo lungo la Strada Statale 106 nel comune di Melito di Porto Salvo, hanno rivenuto alcuni gioielli che erano stati rubati tempo fa in un comune del reggino. I poliziotti sono entrati in azione allorquando hanno notato un’autovettura con targa rumena che, alla loro vista, ha cercato di eludere il possibile controllo.

La manovra, compiuta con chiaro intento di far perdere le tracce, ha insospettito i poliziotti che, immediatamente, si sono posti all’inseguimento dell’autovettura.

Dopo pochi minuti, gli operatori sono riusciti a bloccare l’auto con a bordo due cittadini romeni di 31 e 23 anni.

Nel corso della conseguente perquisizione, all’interno dell’auto, è stata rinvenuta una cospicua quantità di gioielli ed altri oggetti di incerta provenienza. Ulteriori e più accurati accertamenti hanno permesso di risalire all’identida della persona cui i monili era stati furtivamente sottratti, ovvero un uomo residente nel comune di Ardore (RC).

I due cittadini rumeni sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per il reato di ricettazione. Sono tutt’ora in corso le attività di indagine volte alla ricerca di eventuali complici.

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Sequestrati 14 autoveicoli ad una persona già condannata per ricettazione d’oro

I finanzieri hanno posto sotto sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, 14 autoveicoli tutti intestati ad una stessa persona, già condannata per ricettazione di oggetti in oro e preziosi. 

Le Fiamme Gialle cosentine, valorizzando i qualificati input operativi forniti dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, hanno eseguito indagini economico-patrimoniali delegate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. 

Gli accertamenti si sono sviluppati a seguito di una precedente condanna irrevocabile emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro nei confronti del soggetto ricettatore che riceveva oggetti in oro pur conoscendone la provenienza furtiva. 

La dettagliata ricostruzione reddituale e patrimoniale svolta dai finanzieri cosentini ha fatto emergere la sproporzione tra il patrimonio accumulato e la capacità reddituale del soggetto sottoposto alle indagini, con conseguente sequestro dei beni acquistati con proventi illeciti e successiva confisca a favore dello Stato. 

Ai fini dell’applicazione della normativa, oltre al valore sproporzionato di tale complesso patrimoniale rispetto al reddito “minimo” dichiarato, è stata dimostrata la mancata giustificazione della legittima provenienza dei beni in argomento. 

La ratio della norma è quella di aggredire posizioni economiche e patrimoniali illecitamente costituite anche in assenza di elementi che dimostrino la diretta derivazione causale tra il possesso dei beni e la condotta criminosa per cui è stata pronunciata la sentenza di condanna.

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Blitz dei carabinieri: arrestato per tentato omicidio poco prima che scappasse con i bagagli

I carabinieri, in ottemperanza all’ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’appello di Catanzaro - Ufficio esecuzioni penali, hanno rintracciato e tratto in arresto un 51enne, residente a Rosarno, già noto alle Forze dell’ordine per reati associativi, il quale dovrà scontare la pena di  13 anni e 6 mesi di reclusione per reati di varia natura tra cui tentato omicidio, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione e porto di armi e munizionamento comune e da guerra, tutti fatti commessi ad Amantea e Lago dall’anno 2005 al 2007.

I carabinieri della Tenenza di Rosarno, in stretta collaborazione con la Compagnia di Gioia Tauro diretta dal Tenente Gabriele Lombardo, in previsione dell’imminente emissione del provvedimento di cattura a seguito di condanna, avevano già da giorni attivato un’attenta attività di monitoraggio del soggetto, personaggio noto alle forze dell’ordine per essersi sottratto in passato ad un provvedimento restrittivo a suo carico. Infatti nel settembre 2005 lo stesso si era dato alla latitanza per fuggire ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere per traffico di armi e droga emessa dal Tribunale di Palmi - GIP, latitanza durata circa due anni, fino a quando, nel gennaio 2007, non era stato catturato dai carabinieri di Paola all’interno di un covo di campagna, in cui furono peraltro trovate anche delle armi. 

Pertanto, emesso il provvedimento di cattura dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, una ventina di militari della Compagnia di Gioia Tauro, coordinati sul posto dal comandante della Compagnia, dopo aver circondato l’isolato, hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione di Via Ligabue. Nel corso delle successive operazioni di perquisizione dell’immobile i carabinieri hanno appurato che il catturando, consapevole dell’imminente provvedimento a suo carico, aveva già preparato i bagagli in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine che era certo sarebbero giunti di lì a breve. 

Il soggetto, tra l’altro, era stato colui che nel 2007, poco prima di essere catturato, si era reso autore del ferimento di due carabinieri, ferimento avvenuto proprio nel territorio di Amantea durante la sua latitanza. 

L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato quindi tradotto presso la casa circondariale di Palmi su disposizione dell’Autorità giudiziaria mandante.

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Simulano una rapina, ma vengono smascherati dai Carabinieri: nei guai due persone

Rispondono di appropriazione indebita aggravata, ricettazione e simulazione di reato due indagati, rispettivamente di 52 e 46 anni, che i Carabinieri hanno denunciato al termine di un'attività investigativa avviata in seguito alla denuncia presentata dal primo.

Residente a Montalto Uffugo, nel Cosentino, si era rivolto ai militari dell'Arma sostenendo di avere subito una rapina ad opera di due banditi muniti di pistola. Con gli indumenti infangati, il 52enne aveva raggiunto la caserma riferendo di essere stato obbligato dai malviventi a lasciare il furgone che stava utilizzando per il trasporto di cibo. Secondo la sua versione dei fatti, i rapinatori lo avevano condotto a bordo di un'autovettura nelle campagne che circondano Acri per poi dileguarsi.  

Indagando sull'episodio, gli inquirenti hanno scoperto la presenza di diverse contraddizioni nel racconto della sedicente vittima. E' per questa ragione che hanno invitato l'uomo a presentarsi nuovamente al fine di chiarire alcuni aspetti. Davanti ai dubbi sollevati dai Carabinieri al 52enne non è rimasto altro che confessare: si era impossessato del carico di merce dell'azienda di cui è dipendente e l'aveva rivenduto al 46enne, di Cosenza, con il quale avrebbe successivamente diviso i proventi.

Oro sospetto in macchina: arrestati coniugi per ricettazione e resistenza a Pubblico ufficiale

Personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto E.N.G. di 55 anni, e G.R. di 61 anni, resisi responsabili, in concorso dei reati di ricettazione e resistenza a Pubblico ufficiale 

In particolare, a seguito di attività investigativa, avviata nel decorso mese di marzo, il personale del Commissariato di P.S. di Paola, diretto dal vicequestore aggiunto De Marco, mentre stava  transitando sulla strada statale SS 18, all’altezza di  Amantea, ha notato i due coniugi - ai quali nel 2014 il personale del Commissariato di P.S. di Paola, aveva provveduto a revocare  la licenza di gioielleria e compro oro, in quanto la titolare  si era resa responsabile del reato di ricettazione -  transitare a bordo della loro autovettura mantenendo un’andatura alquanto sostenuta, tale da attirare l’attenzione del personale operante, che ha effettuato un controllo con perquisizione personale, nel corso della quale è stato rinvenuto, addosso a G.R. un sacchettino contenente ulteriori tre sacchetti più piccoli con all’interno diversi preziosi in oro  per un peso complessivo di grammi 103,17, mentre E.N.G. è stata trovata in possesso di un borsello contenente la somma contanti di euro 2280,00.

I due coniugi all’atto del rinvenimento dei preziosi, hanno reagito con violenza tentando di sottrarre i sacchetti di plastica dalle mani degli operatori di polizia.

Attesa la palese e comprovata reiterazione del reato di ricettazione in concorso, a carico dei coniugi, gli agenti hanno proceduto all’arresto degli stessi per i reati p. e p. dall’art 648 c.p e resistenza a Pubblico ufficiale. Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro penale.    

L’attività investigativa è stata avviata nel decorso mese di marzo quando avendo il fondato sospetto che all’interno dell’esercizio commerciale “Gioielli Diffusion” sito in Paola,  si svolgesse un’attività non autorizzata di vendita di preziosi e oro in genere, nonché di ricettazione di preziosi proventi di furto e si è procedeti ad un  accurato controllo presso il  suddetto  esercizio commerciale 

Nel corso di tale controllo, all’interno  di una cassaforte  della quale sono stati trovati oltre 600 oggetti in oro e preziosi, per un valore di circa 150.000 euro. Di tali preziosi, E.N.G. non aveva alcun documento fiscale  o elementi univoci tali da dimostrarne il legittimo possesso. Al contrario si aveva modo di ritenere che gli stessi fossero provento di numerosi furti registrati negli ultimi tempi, infatti parte dei preziosi rinvenuti risultarono provento di furto.

Nella stessa circostanza E.N.G., sottoposta a perquisizione personale unitamente al coniuge G.R., era riuscita a consegnare un sacchettino contenente preziosi alla figlia. Quest’ultima aveva tentato  di liberarsene allontanandosi dal proprio esercizio commerciale e riponendolo nel bancone dell’esercizio commerciale attiguo, il cui proprietario risulterà successivamente coinvolto.

Nella  suddetta circostanza E.N.G. e la figlia erano state denunciate a piede libero per il reato di ricettazione. Inoltre, E.N.G., era stata anche  denunciata per il reato di resistenza a Pubblico ufficiale.

Di quanto occorso è stato informato il sostituto procuratore della Repubblica di Paola Anna Chiara Fasano che ha disposto il regime degli arresti domiciliari a carico degli  stessi.

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Furti e guida in stato di ebbrezza: i provvedimenti dei carabinieri

Continuano senza sosta i servizi di controllo straordinario del territorio disposti dal Comando Compagnia carabinieri di Villa San Giovanni finalizzati alla repressione dei reati in genere con particolare attenzione a quelli di natura predatoria, nonché al contrasto di attività illecite legate allo spaccio di sostanze stupefacenti ed al porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere.

Nella giornata di ieri, i carabinieri hanno eseguito numerose perquisizione personali, veicolari e domiciliari effettuando altresì diversi controlli alla circolazione stradale identificando 61 persone e di 29 veicoli.

All’esito dei mirati servizi:

- i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, hanno tratto in arresto un 23enne del Gambia, e un 29enne del Gambia, per il reato di furto aggravato. Gli stessi, sottoposti a controllo sulla pubblica via, sono stati trovati in possesso di 8 mountain bike con evidenti segni di effrazione, nonché denaro contante e strumenti atti allo scasso. I medesimi sono stati ristretti presso Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghillà.

- i carabinieri della Stazione di Santo Stefano in Aspromonte hanno tratto in arresto una 55enne da Sant’Alessio in Aspromonte, per i reati di furto aggravato e falsità in scrittura privata, in esecuzione del provvedimento di carcerazione per esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine per la carcerazione, emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. L’arrestata dovrà espiare la pena di un anno e 10 mesi di reclusione.

- I carabinieri della Stazione di Santo Stefano in Aspromonte hanno tratto in arresto un 47enne da Rosarno, per i reati di furto aggravato, ricettazione, evasione, in esecuzione del provvedimento di carcerazione per esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine per la carcerazione, emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi. L’arrestato dovrà espiare la pena di 7 anni e 18 giorni di reclusione.

- i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, hanno denunciato un 22enne ucraino, sorpreso alla guida del suo autoveicolo con tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti dalla legge. 

- i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, hanno denunciato un 62enne di Campo Calabro, sorpreso alla guida del suo autoveicolo senza la corrispondente patente di guida. 

- i carabinieri della Stazione di Calanna, hanno denunciato un 63enne di Calanna per abusivismo edilizio. Lo stesso, senza aver mai ottenuto qualsiasi autorizzazione amministrativa, aveva sostituito il tetto in legno di uno stabile, con una struttura in ferro lavorato, innalzando contestualmente la linea di gronda del costruendo tetto di circa 35 cm. 

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