Rissa con colpi di pistola e colpi a spranghe di ferro: tre arresti

È scoppiata per motivi di carattere finanziario la rissa fra un uomo e due fratelli durante la quale sono partiti alcuni colpi di pistola che fortunatamente non hanno colpito nessuno. Tre persone sono, però, state arrestate con l'accusa di tentato omicidio, lesioni personali e danneggiamento.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Cirò Marina prima l’aggressore avrebbe danneggiato l’auto di uno dei due fratelli e poi uno di loro avrebbe “reso il favore” con un’asta di ferro. Quindi avrebbe preso la pistola per colpire l’aggressore e un suo parente intervenuto nel parapiglia, senza riuscire nell’intento. I militari hanno posto in carcere i due fratelli e ai domiciliari l’aggressore.

Spacca la mandibola e le arcate dentarie al padre: arrestato per tentato omicidio aggravato

Tentato omicidio aggravato e maltrattamenti in famiglia. Con questa accusa è stato arrestato A.P.. A seguito di chiamata su linea di emergenza 113, gli operatori della Squadra Volanti dell’Upgap della Questura di Crotone sono intervenuti all’interno di un’abitazione familiare, a causa di una lite violenta in atto. Sul posto, è stato constatato che il figlio della richiedente, con problemi psichiatrici derivanti principalmente dall’abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche, aveva picchiato selvaggiamente, con calci e pugni al volto il padre, riducendolo in fin di vita. L’uomo aggredito dal figlio, riverso carponi a terra in una pozza di sangue, era privo di sensi, con un evidente trauma al volto, con la mandibola fratturata e le arcate dentarie completamente distrutte. Dopo essere stato trasportato d’urgenza al locale nosocomio, gli Agenti di Polizia sono venuti a conoscenza di una triste storia di continue aggressioni e violenze consumatesi nel corso degli anni all’interno del nucleo familiare. Preso atto di quanto sopra, gli Agenti del Nucleo Volanti hanno tratto in arresto e tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro l’autore dell’insano gesto a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

In fuga da quattro giorni: catturato 57enne sospettato di tentato omicidio

 

Intorno alle 13 di ieri 11 settembre, i Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 57 anni,  rintracciato al termine di una fuga durata quattro giorni, in quanto sospettato di essere autore del tentato omicidio di Domenico Maio, di Taurianova, commesso il 7 settembre scorso. L’episodio si era verificato poco prima delle 8 di mercoledì scorso, allorquando l’autovettura a bordo della quale Maio si stava recando al lavoro a San Martino di Taurianova era stata oggetto di alcuni colpi di pistola, esplosi da una persona appostata lungo il tragitto. Nella circostanza, solo grazie alla tempestiva reazione della vittima ed alla sua fuga, i colpi esplosi non avevano raggiunto la persona, ma avevano attinto esclusivamente il mezzo. Le indagini immediatamente avviate avevano consentito in tempi brevissimi di identificare l’autore del gesto in F.G., anch'egli di Taurianova, che però nel frattempo si era dato alla fuga ed aveva fatto perdere le sue tracce. Le serrate ricerche ed i prolungati pedinamenti che ne sono derivati, estesi anche all’area di Reggio Calabria, hanno infine consentito di rilevare nella mattinata di ieri un movimento anomalo della moglie, che lasciava presagire un possibile incontro con il marito in fuga. Il dispositivo così attivato ha quindi permesso di riscontrare che la donna si stava effettivamente recando dal marito: è così che quest’ultimo è stato catturato lungo la Strada Provinciale 1 Gioia Tauro–Taurianova, in Località Cannavà. F.G. è stato quindi tratto in arresto in esecuzione di un Decreto di fermo di indiziato di delitto già emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi, dovendo rispondere dei reati di tentato omicidio, detenzione illegale di arma e porto in luogo pubblico, nonché accensioni ed esplosioni pericolose, tutti aggravati.   Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la Casa circondariale di Palmi.

 

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Colpi di pistola all’interno di un’autofficina, 2 feriti in prognosi riservata

Oggi pomeriggio, alle ore 14.30 circa, nei pressi ed all’interno dell’autofficina dei fratelli Managò a Polistena, un uomo ha esploso complessivamente 7 colpi di pistola, attingendo Graziano Managò di 55anni, già noto alle Forze dell’ordine, ed il germano Elio Antonio Managò, di 44 anni, incensurato. Entrambi sono stati soccorsi e ricoverati all’ospedale di Polistena, in prognosi riservata, non in pericolo di vita, poiché affetti da ferite da colpi d’arma da fuoco rispettivamente il primo alla gamba sinistra ed al braccio destro ed il secondo al braccio ed alla zona sotto ascellare sinistra. L’immediata attività d’indagine ha consentito ai carabinieri della Compagnia di Taurianova di ricostruire puntualmente l’accaduto ed individuare il responsabile identificato in Serafino Condoluci, di 55 anni di Polistena, fattorino, già noto alle Forze dell’ordine, che è stato rintracciato poco distante nella zona industriale dello stesso comune mentre tentava di allontanarsi a bordo della propria autovettura e sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di tentato omicidio e porto e ricettazione di arma da fuoco. Il movente del gesto è riconducibile a reiterati litigi pregressi per questioni di vicinato, l’ultimo dei quali avvenuto  nella mattinata odierna. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Palmi.

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Lite fra vicini finisce con colpi di falce sulla nuca: arrestato per tentato omicidio

Personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto un 77enne per tentato omicidio nei confronti di un suo vicino di casa. In particolare verso le 12 è stato accompagnato in ospedale un uomo di 39 anni che aveva una profonda ferita alla nuca. Le condizioni si sono presentate subito gravi e tuttora versa in prognosi riservata. Personale della Squadra Mobile, giunto sul posto, immediatamente ha avviato le indagini per ricostruire i fatti. Raccolte le prime informazioni, l’anziano signore è stato trovato presso la sua abitazione nel Comune di Rovito, e, alla vista degli agenti ha consegnato una falce avente un manico di circa un metro ed una lama affilata di 30 cm. utilizzata poco prima per colpire la vittima. Nel corso di ulteriori attività di indagine, è stato accertato che nella mattinata vi è stata una lite tra i due per futili motivi legati a problematiche di condominio, ed il 77enne, dopo aver preso dal cofano della sua auto la falce, ha colpito per almeno due volte alla testa la vittima, procurandogli una profonda ferita alla nuca ed un ematoma interno. Solo l’intervento della madre della vittima, attirata dalle urla provenienti dall’androne del palazzo, ha scongiurato il peggio. La donna si è frapposta tra l’aggressore ed il figlio e, nel tentativo riuscito di bloccare l’azione dell’aggressore, si è ferita alla mano. Dopo aver subito i due colpi di falce alla nuca la vittima si è accasciata al suolo ed il 77enne si è allontanato frettolosamente. La donna ha chiesto aiuto ed dopo pochi minuti è stata soccorsa, unitamente al figlio, da un altro vicino di casa accorso che ha accompagnato i due feriti in ospedale. Nel corso della perquisizione effettuata nei confronti dell’autore del tentato omicidio, è stata rinvenuta e sequestrata, all’interno del suo gilet, anche una pistola giocattolo con tappo rosso. L’arrestato, considerata l’età, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Cosenza, dottor Frascino, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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'Ndrangheta. Operazione "Kalanè": arresti e perquisizioni della Polizia

E’ in corso dalle prime ore di questa mattina una importante operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di alcuni fermi di indiziato di delitto, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di un omicidio e due tentati omicidi premeditati, nonché di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e ricettazione, aggravati dalla circostanza di aver commesso i fatti per agevolare le attività della ‘ndrangheta ed in particolare della sua articolazione territoriale operante a Calanna, in provincia di Reggio Calabria. Eseguite anche numerose perquisizioni. Su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha fermato nella notte Giuseppe Greco, 56 anni, già collaboratore di giustizia, figlio dello storico boss di Calanna don Ciccio Greco e un suo presunto sodale Domenico Provenzano. Sono stati fermati anche i fratelli Giuseppe e Antonio Falcone, di 49 e 45 anni, ritenuti fedelissimi di Antonino Princi.L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, colpisce presunti mandanti e sospetti esecutori materiali di tre gravissimi fatti di sangue - un omicidio e due tentati omicidi - verificatisi a Reggio Calabria e nel vicino Comune di Calanna  nei mesi di febbraio e aprile scorsi nel contesto di un conflitto scaturito in seno alla famiglia Greco per l’affermazione della leadership ed il dominio criminale nel piccolo Comune dell’entroterra reggino. Impiegati 80 uomini della Polizia di Stato. "Kalanè" sarebbe il nome dell’operazione che gli investigatori della Squadra Mobile stanno eseguendo in queste ore. L’indagine della D.D.A. di Reggio Calabria svela i contorni delle cruente azioni di sangue che i sicari di due schieramenti in lotta hanno posto in essere con premeditazione, individuando accuratamente le abitudini delle vittime i tempi e i luoghi in cui colpirle con l’uso di fucili e pistole. La faida era esplosa per il controllo del territorio. Alla base del conflitto tra due fazioni - un tempo appartenenti alla medesima componente della 'ndrangheta - vi sarebbe la pretesa di esercitare  - in esclusiva - il controllo criminale sul territorio di Calanna. Alla base dell’inchiesta numerose intercettazioni. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile si sono basate essenzialmente sui risultati delle intercettazioni telefoniche, ambientali e delle video riprese disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Gli elementi acquisiti nel corso delle attività tecniche, hanno consentito di ricostruire puntualmente le dinamiche criminali dei più gravi fatti di sangue verificatisi a Reggio Calabria negli ultimi mesi e le causali che li hanno determinati.  Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno consentito di ricostruire le dinamiche di un omicidio e due tentati omicidi, nonché i ruoli dei mandanti e degli esecutori materiali. Giuseppe Greco, secondo la ricostruzione degli inquirenti,  aveva progettato di uccidere Antonino Princi all’uscita dell’impianto di trattamento dei rifiuti a Sambatello, dove lavorava come operaio. Per attuare il progetto criminoso, il 9 febbraio scorso, previo accurato studio delle abitudini della vittima, accompagnato da uno dei sodali, con una spettacolare azione di fuoco, avrebbe attentato alla vita dei Princi, esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco (fucile e pistola) contro l’autovettura sulla quale viaggiava quest’ultimo, il quale riuscì miracolosamente a salvarsi, con una serie di manovre repentine che lo portarono prima a sfondare il cancello carraio dell’impianto di smaltimento della spazzatura e poi a trovare riparo all’interno di esso, in luoghi poco conosciuti agli assalitori. Il tentato omicidio di Princi innescò, a parere degli investigatori, la vendetta. La reazione di Princi, sotengono i titolari dell'indagine, non si fece attendere a lungo. La sera del 3 aprile, due suoi fidatissimi sodali si sarebbero appostati nei pressi di una piccola abitazione di Calanna dove Giuseppe Greco aveva trovato rifugio e con una fulminea azione di fuoco sono riusciti a ferirlo gravemente mentre era affacciato al balcone. Nel corso della sparatoria, investito dai pallettoni, è stato ucciso Domenico Polimenti che aveva dato ospitalità a Greco e assieme a lui stava sul balcone.

 

Tentati omicidi Saladino e Morello, un uomo fermato dai carabinieri

Un uomo è stato sottoposto a fermo dai carabinieri della compagnia di Lamezia e del nucleo investigativo di Catanzaro con l’accusa di essere l’autore dei tentati omicidi di Pasquale Saladino e Giuseppe Morello avvenuti tra il novembre e il dicembre 2011. I fatti risalgono agli ultimi due mesi del 2011. L’azione degli inquirenti – che ipotizzano il tentativo di un nuovo gruppo criminale di guadagnarsi la possibilità di spacciare a Lamezia Terme – poggia sulle affermazioni di tre collaboratori di giustizia, di intercettazioni e di altre attività investigative poste in essere nella fase immediatamente successiva agli attentati.

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Tre persone ricercate per tentato omicidio

Sono stati incastrati da immagini fotografiche e video i tre individui ricercati dalle forze dell'ordine che li considerano responsabili di un tentato omicidio commesso il 16 aprile. L'episodio è accaduto a Cetraro, in provincia di Cosenza. I presunti autori, avvicinatisi alla vittima in sella a due moto, un ragazzo di origini senegalesi, gli avrebbero prima rivolto pesanti minacce e poi gli si sarebbero scagliati contro, ferendolo, con l'intenzione di rapinarlo. Le indagini sono state avviate nell'immediatezza del fatto per il quale il giovane aveva sporto denuncia dando precise indicazioni in merito all'identità degli assalitori.  

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