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La babele dei piani d'emergenza, anche Simbario ne ha uno

La storia dei piani d’emergenza comunali nel vibonese sembra essere una vera e propria babele. A leggere  l’elenco pubblicato sul sito nazionale della Protezione civile, i comuni che, alla data del 18 settembre 2015, hanno regolarmente adempiuto alla prescrizione della legge 100/2012 sono soltanto 4 (Fabrizia, Polia, Serra San Bruno e Zambrone). A sentire, alcuni, amministratori, sia ex che tuttora in carica, l’elenco sarebbe incompleto. Nei giorni scorsi, infatti il sindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio, aveva reso nota la deliberazione n. 25, del 25 settembre 2012, con la quale era stato approvato il piano d’emergenza comunale. Analoga precisazione giunge, ora, da Simbario dove il piano d’emergenza è stato deliberato, il 20 dicembre 2012, dall’amministrazione guidata dall’allora sindaco Francesco Andreacchi. E’ probabile, quindi, che anche altri comuni vibonesi, pur avendo approvato il piano, non siano presenti nell’elenco pubblicato sul sito della Protezione civile. A questo punto sarebbe interessante capire il motivo per cui soltanto quattro enti figurino nella lista dei virtuosi. La legge 100/2012 imponeva ai comuni di approvare “con deliberazione consiliare, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il piano di emergenza comunale previsto dalla normativa vigente in materia di protezione civile, redatto secondo i criteri e le modalità di cui alle indicazioni operative adottate dal Dipartimento della protezione civile e dalle giunte regionali”, nonché di provvedere “alla verifica e all'aggiornamento periodico del proprio piano di emergenza comunale, trasmettendone copia alla regione, alla prefettura-ufficio territoriale del Governo e alla provincia territorialmente competenti”. E’ possibile che, alcuni comuni, una volta varato il piano d’emergenza non lo abbiano trasmesso al Dipartimento regionale della protezione civile che, a sua volta, avrebbe dovuto inoltrarlo al livello superiore? In alternativa, è ipotizzabile che il Dipartimento regionale non abbia trasmesso gli atti deliberativi approvati da tutti i comuni? Come si spiega, infine, che pur essendo indicato un termine perentorio entro il quale procedere all’approvazione dei piani d’emergenza, nessuno si sia mai premurato di diffidare le amministrazioni inadempienti? Interrogativi che offrono la plastica dimostrazione di come ogni attore parli una propria lingua, il risultato è un’ineffabile babele

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