Località “Lu Bellu”: le foto del degrado

È la lampante rappresentazione di come l’inciviltà possa cancellare gli strumenti dello sviluppo. Perché se non si capisce che le opportunità di crescita dell’entroterra vibonese sono legate alla  purezza dell’ambiente, alla bellezza dei paesaggi e all’immagine che i turisti conservano di questo fazzoletto di terra, allora le speranze di riscatto si affievoliscono notevolmente. L’idea di verde, di aria pulita, dei colori e degli odori della natura dovrebbe essere associata, in modo assolutamente scontato, a Serra San Bruno e, in particolare, a località “Lu Bellu”. Invece quello che le generazioni precedenti ci hanno consegnato come prezioso elemento distintivo rispetto alle realtà travolte dai processi di industrializzazione selvaggia sta diventando il mezzo per sottolineare la nostra “diversità” rispetto ai popoli settentrionali: in negativo, però, perché chi non riesce a preservare ciò che ha non può riuscire a valorizzarlo. Tra i sentieri e gli alberi di questo straordinario angolo di montagna balordi hanno riposto scarti di ogni genere, trasformando il regno in cui dovrebbe emergere rigogliosa la vegetazione in una discarica senza criterio. Cerchi e pneumatici, ricambi di vetture, cassette per gli attrezzi, bidoni, contenitori in plastica, buste colme di rifiuti, lamiere, vecchi elettrodomestici, biciclette: c’è chi ritiene che i boschi delle Serre siano da intendersi come un privatissimo luogo in cui occultare gli orrori, senza comprendere che inquinare significa avvelenare se stessi, oltre che precludere il futuro dei giovani. Sarebbe dunque essenziale condurre una severa lotta contro chi abbandona ovunque ciò che non gli può più essere utile, ma l’orientamento di chi ha il potere di scegliere pare quello di depotenziare gli enti che avrebbero le potenzialità per tutelare il territorio.