'Ndrangheta: latitante calabrese catturato in Germania, viene estradato in Italia

È rientrato oggi in Italia, presso l’aeroporto di Fiumicino, Emanuele Cosentino, 32enne di Palmi, arrestato in seguito alleindagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, supportati nella fase esecutiva da personale della polizia tedesca.

L'uomo è ritenuto elemento di spicco dell’articolazione territoriale della ‘ndrangheta denominata cosca “Gallico”, operante prevalentemente nell’area tirrenica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale.

Le attività d’indagine, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabra, hanno consentito di stringere il cerchio intorno al latitante dopo 10 mesi di approfondimenti investigativi – prima focalizzati su alcuni elementi della cosca d’appartenenza, poi concentrati sulla cerchia familiare – per cogliere elementi utili a ricostruire e monitorare il collaudato circuito che nel tempo gli ha assicurato la latitanza.

Il 2 marzo scorso Cosentino è stato sorpreso per strada nel centro cittadino, alla guida di un’autovettura con targa tedesca. Insieme a lui era presente la moglie L.N., che lo aveva recentemente raggiunto da Palmi, dove viveva con i loro cinque figli, uno dei quali nato durante la latitanza del padre. L’esito positivo dell’operazione è stato favorito, in maniera determinante, dalla cooperazione avviata con la polizia tedesca del Saarlander – l’egida del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) – che ha consentito di capitalizzare le acquisizioni investigative dei Carabinieri di Reggio Calabria.

Destinatario di mandato di arresto europeo emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel giugno del 2017, il 32enne si era reso di fatto irreperibile dall’ottobre 2013, allorquando si era sottratto ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal locale ufficio gip su richiesta della Procura distrettuale, per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso; reati per cui era ricercato in campo internazionale.

Gli sviluppi processuali hanno condotto ad una condanna, confermata in appello, a oltre 7 anni di reclusione.

L’uomo era stato recentemente inserito nell’elenco dei “latitanti pericolosi”, poichè come documentato dalle indagini a suo carico, fin dall’anno 2004 avrebbe assicurato un costante contributo alla cosca di appartenenza, da tempo egemone nel territorio di Palmi.

Dal 2011, dopo i provvedimenti cautelari che avevano raggiunto il “reggente” del sodalizio, Domenico Nasso, Cosentino avrebbe assunto la gestione delle attività estorsive, ricevendo da Nasso le disposizioni che gli venivano comunicate tramite i familiari dal carcere.

 

 

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