Scalzo cede alle pressioni: "Pronto a lasciare Presidenza Consiglio regionale"

Un colloquio a quattr'occhi svoltosi a Roma potrebbe aver sciolto definitivamente il nodo delle dimissioni di Tonino Scalzo. Seduti uno di fronte all'altro Lorenzo Guerini, vice segretario nazionale del Partito Democratico ed il presidente del Consiglio Regionale. Un incontro resosi necessario per sbloccare una volta per tutte lo stallo che continua a rallentare la quadratura del cerchio inseguita da Mario Oliverio prima di presentare la nuova Giunta. E' noto, infatti, che il sia Vincenzo Ciconte, vice presidente dell'Esecutivo di Palazzo Alemanni ed assessore al Bilancio, sia Carlo Guccione, assessore al Lavoro, hanno manifestato l'intenzione di non lasciare i rispettivi incarichi in assenza di un passo indietro di Scalzo. I tre sono coinvolti nell'inchiesta "Erga omnes" condotta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria sulla presunta gestione spregiudicata dei fondi assegnati ai Gruppi consiliari di Palazzo Campanella. Al termine del vertice organizzato nella Capitale il portavoce del presidente del Consiglio Regionale ha fatto sapere che: "Si è trattato di un colloquio costruttivo nel corso del quale il presidente Scalzo, nell’esaminare la difficile situazione che si è venuta a determinare in Calabria, ha espresso al vicesegretario la sua piena disponibilità politica a ricercare ogni più utile decisione al fine di favorire il rilancio dell’iniziativa politico-istituzionale calabrese". Di fronte alla impellente necessità di dare alla Calabria un Esecutivo pienamente operativo Guerini e Scalzo si sono trovati concordi.  La questione di massima urgenza, infatti, è quella di offrire una Giunta che, si legge nella nota, sia "in linea con le esigenze di buon governo, innovazione, sviluppo socio-economico e riforma della politica fortemente avvertite dai cittadini calabresi”. 

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