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Operazione “Purgatorio”, i nomi dei vibonesi arrestati

A conclusione di complessa ed articolata attività d’indagine, denominata “Purgatorio”, diretta dalla D.d.a di Catanzaro, militari del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e della sezione anticrimine del R.o.s. di Catanzaro hanno eseguito:

-      7 ordinanze di custodia cautelare personale, di cui una custodia cautelare in carcere, 3 arresti domiciliari e 3 divieti di dimora nel comune di Vibo Valentia; 

-      30 decreti di perquisizione locale e personale, di cui 11 a carico di altrettanti indagati e 19 a carico di persone la cui posizione e tuttora in corso di più compiuta definizione da parte degli  investigatori.

L’indagine - nata nel settembre del 2010 da una più ampia attività condotta dalla sezione anticrimine del R.o.s. di Catanzaro nei confronti del clan “Mancuso”, egemone nel Vibonese - ha consentito di identificare i componenti di un ramificato sodalizio criminoso, diretta espressione del locale di ‘ndrangheta di cui sarebbe a capo Pantaleone Mancuso, operante in territorio interregionale (Calabria e Campania) e all’estero (Svizzera), dedito allo scavo ed alla successiva commercializzazione di reperti, provenienti principalmente dall’importante sito archeologico di “Scrimbia” del VII sec. A.C., area sacra dell’antica citta’ di Hipponion, denominazione dell’insediamento urbano della Magna Graecia che sorgeva nell’area dell’attuale Vibo Valentia. Proprio in questa zona, nel dicembre del 2010, i militari del Nucleo Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Cosenza e del R.o.s. di Catanzaro hanno individuato uno scavo clandestino, consistente in un vero e proprio tunnel lungo circa 40 metri, adeguatamente puntellato, dotato di prese di areazione e di una pompa idrovora, che dal garage di una privata abitazione conduceva nel sottosuolo del citato sito archeologico vincolato. Nella galleria sono stati rinvenuti migliaia di reperti fittili e varie attrezzature occorrenti per le operazioni di scavo, sottoposte a sequestro unitamente al cunicolo. Sono stati sequestrati anche numerosi reperti archeologici di notevole interesse storico,  artistico e di rilevante pregio, recuperati in territorio elvetico. I soggetti destinatari delle predette misure cautelari sono: 

1)     Pantaleone Mancuso, nato a Limbadi il 30.03.1947, destinatario di misura cautelare personale della custodia in carcere;

 

2)     Giuseppe Braghò, nato a Limbadi il 30.09.1947;

3)     Francesco Staropoli, nato a Vibo Valentia il 6.02.1959;

4)     Giuseppe Tavella, nato a Vibo Valentia l’1.04.1961;

destinatari di misura cautelare personale degli arresti domiciliari;

 

5)     Orazio Cicerone, nato a Vibo Valentia il 16.05.1973;

6)     Luigi Fabiano, nato a Berna l’8.10.1968;

7)     Pietro Proto, nato a Vibo Valentia il 29.11.1962,

destinatari di misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Vibo Valentia, 

ritenuti a vario titolo partecipi e sodali all’organizzazione criminale riconducibile a Pantaleone Mancuso, presunto capo clan dell’omonimo sodalizio, dedita all’esecuzione di scavi clandestini, impossessamento di reperti archeologici con conseguente danneggiamento delle aree aggredite e ricettazione dei reperti illecitamente rinvenuti. L’operazione odierna, coordinata dalla D.d.a. di Catanzaro ed in specie dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto Camillo Falvo, sintetizza le risultanze di un particolare troncone di più ampie e complesse indagini svolte negli ultimi anni, finalizzate ad accertare l’attuale esistenza ed operatività della potente associazione mafiosa facente capo alla famiglia “Mancuso”, operante sul territorio della provincia di Vibo Valentia.

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