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Fontana Certosa, colletta degli anziani per la potabilità dell'acqua

E’ la storia di alcuni anziani che, in tempi di crisi economica ma soprattutto politica ed amministrativa, si rendono artefici e beneficiari di servizi alla cittadinanza. A pochi metri della millenaria Certosa fondata da Bruno di Colonia, a testimoniare dell’infausto terremoto che nel 1783 la rase al suolo per poi essere ricostruita, c’è una fontana da muro di origine barocca che, forse, è una delle poche opere d’arte, appartenuta all’antico monastero, ad essere sopravvissuta allo spaventoso movimento tellurico. In prossimità della fontana, le poche panchine esistenti, danno ospitalità a cittadini, turisti di passaggio e ad un gruppo di anziani che trascorrono il giorno fino all’imbrunire a raccontarsi la vita sotto le ciglia di abeti maestosi. C’è l’aria buona, c’è la frescura, c’è il palcoscenico naturale di un posto unico ma manca l’acqua. O per meglio dire, l’acqua c’è ma non è potabile. Di recente la conduttura che fornisce l’acqua all’antica fontana è stata ripristinata ma a rimanere incerta è la sua potabilità. Per accertare se l’acqua è buona o insalubre non ci vuole molto, basta ricorrere a qualche laboratorio e a poche decine di euro di spese. Ma l’amministrazione comunale, si sa, tra un rimpasto di giunta e una riunione con commensali politici non ha il tempo per dedicarsi ai problemi di sempre, figuriamoci se riesce a risolvere le piccole pretese di turisti e cittadini, ancorché anziani. A risolvere il problema, però, ci hanno pensato proprio gli anziani che del piazzale antistante la Certosa ne hanno fatto la loro seconda dimora. Mettendo mano alle magre pensioni, hanno messo in campo una colletta di poche euro ciascuno per racimolare i 50 euro necessari a pagare il laboratorio che dovrà compiere le analisi di potabilità. Grazie a loro, dunque, oltre all’aria buona, la frescura e la bellezza paesaggistica ci sarà anche l’acqua fresca e potabile. E per noi ci sarà una certezza in più: i “veterani” sono una risorsa a cui attingere necessariamente. E, forse, un’amministrazione di anziani non  farebbe male a questo paese.

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