Se ai monelli delle Serre ci pensa la Pro-Loco

C’è una storia nella storia in quella ricostruita lungo il selciato del centro storico di Serra San Bruno nel quale è stato ospitato, a cura della locale Pro-Loco, il presepe vivente. E’ una storia fatta di buoni sentimenti e di spirito di solidarietà. Qui la parola magica è inclusione. Quei piccoli monelli che si procacciavano il divertimento lanciando sassi a qualche inconsapevole passante, che si divertivano a lanciare petardi alle porte di qualche anziano che puntualmente usciva da casa più spaventato che sbigottito, hanno lasciato ciottoli e petardi per vestirsi, anche loro, dei panni di piccoli giudei, bambini di Betlemme intenti a dare il proprio apporto per il buon esito del presepio vivente. Accantonata l’impertinenza almeno per due giorni hanno vestito i panni di pastorelli e altri personaggi del presepe. Mai una sbavatura, né un eccesso perché i ragazzi della Pro-Loco serrese gli hanno dato fiducia e un dovere da compiere, e poco importa se in cambio di qualche soldino. Loro hanno portato avanti il compito nel migliore dei modi, dando il buon esempio di come l’inclusione, la partecipazione e la fiducia possano essere le giuste ricette per tirare fuori dalla strada i bambini che appartengono a famiglie problematiche. Al rifiuto educativo che spesso accomuna i monelli è stata prospettata la partecipazione e l’accoglienza in perfetta contrapposizione con quanto spesso viene prospettato in casi del genere quando invece si va alla ricerca di soluzioni autoritarie e punitive. Non ce ne vogliano le istituzioni preposte o gli assistenti sociali. Dove loro hanno toppato la Pro-Loco c’è riuscita. E se da domani non ci saranno più il bue e l’asinello a riscaldarli nei vicoli ora tornare a sassi e petardi sarà più difficile, perché la consapevolezza è una: i monelli son monelli ma la Pro-Loco li adora. Ma se ai monelli ci pensa la Pro-Loco, alla Pro-Loco chi ci pensa?