"L'Europa deve dare più soldi a Comuni e Regione per contrastare il dissesto idrogeologico"

"Più risorse europee agli enti locali e regionali per contrastare il dissesto idrogeologico". La proposta è stata avanzata al tavolo del Comitato delle Regioni di Bruxelles dal consigliere regionale Antonio Scalzo (Pd) che è componente della commissione Enve (Ambiente, cambiamenti climatici ed energia). Ieri, durante i lavori dell'organismo, Scalzo ha sollecitato un provvedimento “che potrebbe incrementare la disponibilità finanziaria a favore degli enti locali e delle Regioni per interventi di mitigazione del rischio nelle aree più interessate al fenomeno. L'Enve - spiega - ha infatti avviato la discussione della proposta di direttiva europea finalizzata alla riduzione delle emissioni, all'efficacia amministrativa e alla promozione di investimenti a favore di basse emissioni di carbonio". Scalzo, nel corso del suo intervento, ha chiesto "di destinare ai livelli amministrativi territoriali i proventi delle aste economiche previste nell'ambito degli Ets, ovvero il sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue che dovrà portare a una riduzione dei gas serra del 43% entro il 2030". Il consigliere regionale calabrese ha ricordato “l'estrema fragilità di un territorio in cui l’89% dei comuni presenta un marcato rischio idrogeologico: una vera e propria piaga guardando, ad esempio, alle stime di Legambiente secondo cui negli ultimi quindici anni frane e allagamenti hanno causato oltre 300 morti nel nostro paese. Questa tragica contabilità – ha aggiunto Antonio Scalzo - non desta purtroppo stupore se si pensa che sono circa 6 milioni gli italiani che oggigiorno risiedono in zone a forte rischio idrogeologico e oltre 2/3 i comuni italiani nel cui territorio si rilevano aree ad alta criticità idrogeologica". Ad avviso del componente calabrese della commissione Enve “la messa in sicurezza delle aree più esposte, a fronte di una minaccia che si accresce di anno in anno anche e soprattutto per effetto dei cambiamenti climatici, rappresenta una sfida decisiva per i nostri enti locali e regionali. È per questa ragione che, venendo al nodo della revisione del sistema degli ETS, mi sembra sia importante sostenere con forza la richiesta di convogliare verso gli enti locali e regionali i proventi della vendita all'asta delle quote di emissione, affinché li impieghino in opere di mitigazione del cambiamento climatico, soprattutto quelle consacrate alla riduzione del rischio idrogeologico". Il provvedimento (relatore l'italiano Marco Dus del gruppo Pse) dovrebbe essere adottato in plenaria entro il prossimo mese di aprile.

 

Scalzo si prende tutto: "Nell'area centrale della Calabria PD unico protagonista"

"La festa dell'Unità organizzata dal Partito Democratico della provincia di Catanzaro è stata un'occasione per porre nuovamente all'attenzione del confronto politico l'area centrale della Calabria, con le questioni più urgenti, le opportunità più rilevanti, le prospettive migliori. Abbiamo vissuto un momento significativo di politica e democrazia, nel corso di una 'tre giorni' che ha dimostrato, ancora una volta, come il PD sia il principale e per certi versi l'unico vero protagonista nel campo in questo territorio". E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd Antonio Scalzo che aggiunge: "Ritengo innanzitutto giusto rivolgere un plauso al segretario provinciale Enzo Bruno e, con lui, alla segreteria del partito per la piena riuscita della Festa, che ha rappresentato un momento qualificante di recupero di una dialettica politica costruttiva, positiva e orientata all'ascolto dei cittadini e alla risoluzione dei problemi che attanagliano le nostre comunità. Ma il "quid" in più della Festa è consistito nella capacità di coniugare la politica radicata nel territorio con i grandi progetti e con una visione del futuro che dovrà trasformare nel motore della Calabria l'area vasta che da Catanzaro lido, passando per la città capoluogo, arriva al Lametino, cuore del sistema dei trasporti e delle attività produttive su scala regionale. Il PD provinciale – prosegue Scalzo - è riuscito ad avanzare in termini organici e seri una proposta politica complessiva che questa maggioranza di governo regionale ha il compito di realizzare, nella consapevolezza della responsabilità che ha assunto dinanzi ai calabresi all'indomani della vittoria del presidente Mario Oliverio. Dopo gli anni di governo regionale che hanno di fatto teso a marginalizzare la provincia di Catanzaro, oggi s'impone il recupero della centralità geopolitica di quest'area, finalmente restituita alla propria funzione direzionale anche per l'entrata in esercizio della Cittadella. Dall'utilizzo dei fondi strutturali europei, sia nell'ambito dei piani operativi regionali che mediante i finanziamenti diretti, passa il futuro di questo territorio e di conseguenza di tutta la Calabria. Una terra che deve promuovere e valorizzare le proprie risorse più forti più spiccate: l'agricoltura, il turismo, un ambiente straordinariamente ricco e vario, i beni artistici e culturali. E ancora, il porto di Gioia Tauro, porta di accesso all'Europa dei traffici commerciali provenienti dall'estremo Oriente. Ma tutto questo – conclude Scalzo -  non può prescindere dalla tutela di quei servizi socio-sanitari e assistenziali che devono essere assicurati ai cittadini con equilibrio, competenza e capacità di coniugare il diritto alla salute con le esigenze di razionalizzazione di un settore che non può più essere fonte di sprechi o di gestioni disattente. Il futuro è tutto nelle nostre mani e, sul piano politico, è nelle mani di un Pd che è forte, vivo e sostenuto da tante e tanti che credono in una proposta seria, non demagogica, concreta e rivolta soprattutto al futuro".

 

"Città Metropolitana di Reggio risorsa per tutta la Calabria"

"L’approvazione all'unanimità, nell'ultima seduta del Consiglio regionale, del Regolamento della Conferenza permanente per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto, ha suggellato un percorso avviato nei mesi scorsi assieme all’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Giovanni Ardizzone, e ai colleghi consiglieri calabresi. Segnatamente quanti sono stati eletti nel collegio della provincia di Reggio Calabria e, in particolare, l’amico Mimmo Battaglia". E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo che sottolinea: "Attraverso questo regolamento, che è speculare a quello approvato nei mesi scorsi dall’Assemblea regionale siciliana, vengono gettate le basi di un’intesa ambiziosa, significativa, che porta le istituzioni regionali a favorire e promuovere ulteriormente l’integrazione sociale esistente tra Reggio e Messina, e a porre la nostra Regione in linea con il processo di metropolizzazione in atto a Reggio". "Con la 'Conferenza permanente' intendiamo aggirare, sul piano sostanziale e politico, gli ostacoli ordinamentali che impediscono una formale esistenza dell’area metropolitana dello Stretto; area metropolitana che però, di fatto, esiste già ed esiste da sempre, nell’ambito degli storici rapporti di interscambio tra Reggio e Messina in campo culturale, universitario, professionale, sociale". Durante la mia presidenza del Consiglio regionale - prosegue Scalzo - ho fortemente creduto in questo progetto e ho inteso sostenerlo pienamente perché sono convinto che la Città metropolitana di Reggio possa e debba essere una risorsa per tutta la Calabria". Il nuovo livello di governance – prosegue - non sarà un momento di divisione ma, viceversa, costituirà un elemento in grado di rafforzare l’identità calabrese e il ruolo della nostra Regione nel bacino del Mediterraneo". "L’obiettivo della Conferenza permanente (mediante l’attrazione dei fondi strutturali europei, dei finanziamenti diretti e dei programmi operativi nazionali come il PON Metro) è - rilancia Scalzo - rafforzare il tessuto socio-economico e produttivo calabrese". Per noi la futura Città metropolitana dovrà avere uno dei suoi assi portanti nel territorio che, partendo da Reggio e passando per il porto di Gioia Tauro (a cui è stata restituita la concreta prospettiva della ZES), arriva fino a Lamezia. In tal modo lo Stretto - conclude Antonio Scalzo - viene idealmente congiunto con tutta la Calabria, con Catanzaro, con Cosenza, con Vibo e con Crotone, nell’ambito di una visione politica che mette da parte il campanile e cerca viceversa di arricchire tutto il territorio regione".

 

Fibrillazioni PD, Scalzo ammette: "Errore nascondere polvere sotto il tappeto"

"Sono trascorsi dieci mesi dalle elezioni regionali che hanno consegnato al presidente Oliverio, al Partito Democratico e all’intera coalizione di centrosinistra un ruolo e una responsabilità enorme, la responsabilità di realizzare il cambiamento chiesto dai cittadini in una terra dalle enormi potenzialità ma anche dalle troppe opportunità sprecate". E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo che aggiunge: "La recente riunione del gruppo regionale del Partito Democratico è stata senz’altro occasione per un confronto franco, diretto e senza filtri sul momento politico che la Calabria sta attraversando. Un momento che richiede a tutti noi una riflessione che deve essere tanto onesta quanto serena. Non serve a nulla alzare i toni ma, certamente, sarebbe anche un grave errore - prosegue - se si pensasse di nascondere la polvere sotto il tappeto. Oggi il Partito Democratico non deve drammatizzare le situazioni e non deve neppure sottovalutarle. Secondo noi, solo uno sforzo di equilibrio e di oggettività nell’analisi - sostiene Scalzo - può aiutarci a uscire dall’impasse determinata da molti fattori. E solo un siffatto sforzo di equilibrio e di oggettività può restituire credibilità alla politica, agli occhi dei cittadini. In tal senso, abbiamo molto apprezzato, ieri sera, l’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti, che con autorevolezza e visione politica ha chiuso la Festa regionale dell’Unità". "La rotta tracciata è chiara - evidenzia  Scalzo - e passa dalla centralità del Pd che, a livello calabrese, guidato dal segretario Magorno, dovrà costituire il motore degli attesi processi di cambiamento. Nel novembre dello scorso anno, abbiamo ereditato una Regione al collasso, alle prese con l’acuirsi di tensioni sociali determinate dalle scelte sbagliate del centrodestra e dalla sostanziale paralisi dell’azione di governo che si protraeva ormai da lungo tempo" - stigmatizza l’esponente del Pd. "Rimettere in moto la macchina non è stato facile e probabilmente avrebbe richiesto maggiore attenzione in alcuni frangenti. Prendere atto di questo non significa bocciare tutto ciò che è stato realizzato ma solo provare a crescere, a migliorare e a sbagliare di meno, nell’interesse esclusivo della Calabria e dei calabresi. Non crediamo che la soluzione ai problemi dei cittadini - continua Scalzo - possa derivare da modifiche di organigramma o da un mutamento di ruoli perché non è questa la panacea ai mali della politica. Peraltro, a proposito dell’organigramma del gruppo, non va dimenticato che a tutt’oggi si è solo proceduto all’elezione del presidente ma non degli altri organismi e componenti dell’ufficio di presidenza interno. Sicuramente il capogruppo Romeo, una volta che si sarà proceduto con questi ultimi adempimenti - sottolinea Scalzo - potrà ridare slancio, a Palazzo Campanella, all’azione del Pd. A cambiare non devono essere i protagonisti in campo ma il passo con cui questa maggioranza procede. È urgente però innestare la marcia giusta. E perché ciò avvenga - sostiene il consigliere del Pd - è indispensabile che il rapporto tra il gruppo consiliare a Palazzo Campanella, il partito regionale e i vertici della Regione si rafforzi e sia caratterizzato da più assidui e sostanziali momenti di confronto”. "Per questo abbiamo chiesto che il gruppo regionale del Partito Democratico aggiornasse i propri lavori per proseguirli alla presenza del governatore Oliverio e del segretario Magorno, in un quadro - conclude Antonio Scalzo - di vicendevole legittimazione che rispetti le autonomie e le prerogative dei singoli ma nell’ambito di una condivisione delle responsabilità che non può prescindere dalla condivisione delle scelte".

 

Scalzo contrario al ridimensionamento dell'ufficio postale di Sorbo San Basile

"Le pure logiche di mercato non possono ripercuotersi negativamente sulle categorie più deboli e sui territori più disagiati. È per questo che ci opponiamo al ridimensionamento dell'ufficio postale di Sorbo San Basile". È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico, Tonino Scalzo, che prosegue: "Ancora una volta assistiamo a una decisione di Poste Italiane che non tiene in alcuna considerazione le peculiarità dei territori e delle popolazioni dell'entroterra calabrese. Gli uffici postali sono presidi pubblici di fondamentale importanza e punti di riferimento per l'intera comunità. Se nel corso degli anni alcuni nostri comuni montani, distanti dalle città e con collegamenti a dir poco complicati, hanno resistito al rischio spopolamento è stato anche grazie alla presenza di questi uffici che hanno infatti garantito alcuni servizi essenziali agli anziani, agli artigiani e alle piccole attività commerciali, favorendo quelle condizioni necessarie alla sopravvivenza di una comunità".  "Non dobbiamo commettere l'errore – prosegue Scalzo - di pensare che il problema di Sorbo San Basile sia lontano da noi, perché presto riguarderà molti altri piccoli comuni. È necessario intervenire affinché un servizio pubblico essenziale come quello fornito da Poste Italiane non sia guidato unicamente da logiche imprenditoriali e di mercato. Ciò significherebbe - continua il consigliere regionale - l'agonia e la fine di tanti piccoli centri, con i loro patrimoni culturali, i loro borghi, le loro bellezze. L'apertura di un ufficio 'a singhiozzo' è il preludio alla sua chiusura. Ciò che chiediamo a Poste Italiane è il mantenimento dello stesso livello di servizi, anche in termini di orari e giorni di apertura, in tutti i comuni, nonché il preventivo coinvolgimento delle istituzioni locali per quelle scelte che rischiano di ripercuotersi negativamente sulle popolazioni. Per far ciò credo sia necessario promuovere delle iniziative finalizzate a interventi normativi efficaci. Solo così si potranno evitare soluzioni tampone che, ovviamente, non risolvono il problema. Sono vicinissimo - conclude il consigliere regionale del Pd - al mio amico Gino Riccelli, che da sindaco di Sorbo San Basile è in prima linea a difendere i diritti e la sopravvivenza della sua e nostra comunità".

 

"Monsignor Bertolone è figura di alto spessore"

"E' con vivo compiacimento e grande gioia che saluto l'elezione di monsignor Vincenzo Bertolone alla guida della Conferenza Episcopale Calabra". Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pd Antonio Scalzo che aggiunge: “La presenza di una figura di così alto spessore spirituale, umano e intellettuale rappresenta la migliore garanzia per lo svolgimento di un ministero così importante, a cui tutta la comunità calabrese guarda con fiducia e attesa. Al contempo, rivolgo un doveroso ringraziamento a monsignor Salvatore Nunnari, la cui eredità pastorale continuerà a illuminare il cammino della Conferenza Episcopale Calabra. Come la politica anche la Chiesa nella nostra regione - sottolinea Scalzo - in una fase storica segnata da incertezza e smarrimento, specie tra le giovani generazioni e le fasce più esposte della popolazione, è chiamata ad un compito estremamente gravoso e impegnativo. Ovvero ricucire un tessuto sociale segnato da profonde lacerazioni e infondere in esso nuova speranza per l'avvenire. In tal senso sono certo che monsignor Bertolone saprà farsi interprete delle istanze provenienti dal territorio e dalle diocesi calabresi, coniugando la propria missione pastorale ad un proficuo impegno solidale e di fattiva vicinanza ai bisogni di quanti vivono in condizioni di disagio ed emarginazione. A monsignor Bertolone - conclude Scalzo - rinnovo i più fervidi e sinceri auguri per il prestigioso incarico, nella certezza che il suo operato saprà trasmettere entusiasmo e nuovo slancio alla Chiesa calabrese".

 

Calabria al palo, Scalzo aspetta "un enorme flusso di denaro"

“Chi vive quotidianamente il Sud, chi fa politica in questa terra, chi opera in regioni di frontiera come la Calabria non è rimasto assolutamente sorpreso dalle anticipazioni del rapporto Svimez che fotografano una situazione nota a tutti da anni. Il Mezzogiorno – afferma il consigliere regionale del Pd Antonio Scalzo - è fermo al palo e quasi non fa più notizia. Probabilmente, avrebbe maggiore appeal giornalistico se il mondo politico, di cui tutti noi facciamo parte, invece di attribuire ad altri le cause di questa situazione, facesse un'utile e costruttiva quanto inedita autocritica. Il Sud sta finendo per staccarsi dal resto del Paese, per trasformarsi in un'appendice destinata al ‘sottosviluppo permanente’ indicato dallo Svimez. Oggi, com'è naturale che avvenga in politica, le attenzioni vengono rivolte a chi ha la responsabilità di guidare l'Italia, a cui sono richiesti provvedimenti speciali per il Mezzogiorno, certamente indispensabili per far fronte a una questione meridionale rimasta drammaticamente irrisolta fin dall'Unità d'Italia”. Aggiunge Scalzo: “Lo stesso presidente Renzi, dallo scorso anno, avviando un ciclo di visite periodiche nelle regioni meridionali, compresa la Calabria, ha colto la gravità della condizione del Sud. Oggi, rispetto a qualche mese fa, anche lo scenario politico-istituzionale è mutato e ci consegna un'Italia meridionale interamente governata dal centrosinistra. Segno questo del convinto sostegno ma anche delle aspettative che i cittadini ripongono nel progetto politico che vede protagonista il Partito Democratico. Al tempo stesso, una tale visione d'assieme attribuisce alla classe dirigente meridionale una responsabilità in più, quella di ben governare per avviare a soluzione gli atavici problemi che affliggono il Mezzogiorno. In Calabria siamo convinti che la nuova fase politica avviata con il presidente Oliverio possa rispondere alle attese dei cittadini. Ma siamo altresì certi della necessità di un lavoro sinergico con il governo Renzi. Solo la piena condivisione di obiettivi e strumenti tra il livello regionale e quello nazionale può infatti aprire la strada alla svolta che i calabresi e i meridionali attendono da troppo tempo. In questo senso, se è auspicabile un organo di raccordo politico-istituzionale sul versante della coesione territoriale, è addirittura vitale un forte intervento dell'Italia a livello europeo affinchè i vincoli del patto di stabilità vengano allentati. Anche nell'esperienza che stiamo conducendo al Comitato delle Regioni di Bruxelles intendiamo fornire un contributo volto ad attenuare un rigorismo che, se portato al parossismo, si tradurrebbe in una penalizzazione delle regioni dell'ex Obiettivo Convergenza. Affrancare dai limiti stringenti del patto di stabilità gli oltre 22 miliardi di euro che l'Europa mette a disposizione del Sud per occupazione e industria significherebbe agevolare in maniera decisa il processo di sviluppo economico e sociale delle nostre Regioni. Per raggiungere questo obiettivo, però - conclude il consigliere regionale del Pd -  occorre che l'Italia si presenti politicamente coesa, nel solco tracciato dal governo. In Calabria abbiamo di fronte a noi la grande partita dei nuovi strumenti della programmazione cofinanziata per infrastrutture, politiche sociali e politiche agricole ma non possiamo fare a meno della spinta dei programmi nazionali che sono vitali per ridurre il gap con il resto del Paese. Se a tutto questo aggiungiamo le opportunità dei finanziamenti diretti è evidente che da qui a qualche anno un enorme flusso di denaro potrà muoversi verso la Calabria senza interventi a pioggia ma con misure mirate ed efficaci. Occorre lavorare in questa direzione per intraprendere la strada del cambiamento”.  

 

Regione, Nicolò garantista (FI): "Scalzo doveva rimanere al suo posto"

“Prendiamo atto della sensibilità dimostrata dal presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo che ha deciso di rassegnare le dimissioni compiendo un gesto di responsabilità istituzionale, ma riteniamo, per nostra impostazione garantista, che egli avrebbe dovuto continuare il suo percorso alla guida della massima Assise calabrese”. E’ quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò. “Questa nostra posizione nasce dalla convinzione che il garantismo non è un principio da declinare in base alle convenienze del momento - prosegue il capogruppo di Fi a Palazzo Campanella -. E’ semmai una cultura e una forma di civiltà giuridica a cui non si può e non si deve derogare. Soprattutto, non ammettiamo la linea dei ‘due pesi e due misure’ che rischia di generare situazioni grottesche quanto inaccettabili. Basti restare all’interno del Pd, dove l’atteggiamento giustizialista di oggi non si è riscontrato ieri, nel caso del Governatore della Campania, De Luca, che con la benedizione di Renzi è stato addirittura candidato,  non con un avviso di garanzia, ma con una condanna in primo grado a suo carico”.  Alessandro Nicolò prosegue: “Non è ancora chiaro se sarà solo una presa d’atto da parte del Consiglio regionale oppure - come sarebbe auspicabile - verrà aperta una discussione nel merito, considerato che il presidente dell’Assemblea è il rappresentante e garante istituzionale di tutte le componenti politiche presenti in seno al Consiglio. Sarebbe svilente delle sue stesse prerogative se l’Assemblea venisse chiamata semplicemente a ratificare la volontà, pur rispettabilissima, del presidente”. Secondo Alessandro Nicolò: “Serve recuperare il primato della politica perché la fragilità che la caratterizza non le consente quell’autorevolezza ed autonomia necessarie per non rimanere in balia delle onde. Decisionismo, fermezza, scelte chiare e coraggiose, senza se e senza ma, devono caratterizzare l’agire di ognuno rispetto ad obiettivi programmatici di qualità. La Calabria ha bisogno di risposte incisive guardando ad un progettualità che fino ad oggi è mancata. Serve, con un vero colpo di reni, recuperare il tempo perduto”.  “Inseguendo le più irrazionali spinte demagogiche, la proposta di Oliverio di azzerare i finanziamenti ai gruppi consiliari - aggiunge il capogruppo di Forza Italia - rischia di mettere in discussione la democrazia e la stessa agibilità politica dell’Assise regionale. Grazie alle riforme attuate nella scorsa legislatura, tali risorse sono state ridotte al lumicino. Un eventuale azzeramento renderebbe impossibile il funzionamento dei gruppi e la stessa promozione delle attività”.  Per Nicolò “è anche necessario compiere un’operazione verità sul tema dei costi della politica e della democrazia. In pochi sanno che il tanto vituperato finanziamento dei gruppi, oggi, prevede una somma irrisoria, limitata alle spese di cancelleria,  ed alle attività di promozione. Il presidente della Regione conosce bene la macchina istituzionale e non può far finta di non sapere o forse gli fa più comodo mettere la testa sotto la sabbia. Oggi, peraltro, la sua presenza sarebbe stata necessaria considerata l’importanza e la delicatezza della seduta. Oliverio non può pensare di governare la Calabria rimanendo arroccato a Palazzo Alemanni e disertando le sedute del Consiglio regionale. Chiediamo un deciso cambio di passo richiamando al rispetto dei ruoli”.  

 

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