Estorsione ai danni dei dipendenti, indagati due imprenditori agricoli

La procura della Repubblica di Lamezia ha emesso un’informazione di garanzia con contestuale avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di due imprenditori agricoli operanti nella piana di Lamezia Terme.

Destinari del provvedimento sono Giuseppe e Domenico Santacroce, i quali, come evidenziato dalle indagini della guardia di finanza del gruppo di Lamezia Terme, avrebbero commesso estorsioni a danno di 95 loro dipendenti

 L’attività è scaturita da mirati controlli effettuati negli scorsi mesi dai finanzieri in diverse località delle campagne lametine, attraverso il monitoraggio di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri cinefotografici, effettuata anche col supporto dei mezzi aerei del Corpo. Fin dalle prime indagini, i finanzieri, avrebbero acquisito una serie di elementi indiziari circa l’illecito sistema retributivo adottato dai due imprenditori.

Le conseguenti indagini avrebbero permesso di far luce su un più vasto fenomeno di sfruttamento illecito dei dipendenti, sfociante in vere e proprie estorsioni, attuato dagli indagati.

In particolare, i finanzieri avrebbero scoperto, che gli imprenditori, costringevano sistematicamente i loro dipendenti ad accettare retribuzioni minori (ridotte di circa un terzo) rispetto a quelle formalmente risultanti in busta paga oppure non corrispondenti a quelle previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro, con la minaccia dell’immediato licenziamento o, prima dell’instaurazione del formale rapporto lavorativo, con l’esplicito rigetto della richiesta di assunzione avanzata da coloro che aspiravano all’impiego secondo le regole.

Le indagini portate avanti dal nucleo mobile e dirette dal sostituto procuratore Luigi Maffia, avrebbero consentito di appurare che il sistema estorsivo sarebbe stato messo in atto, tra gennaio e febbraio 2016, nei confronti di 95 braccianti di nazionalità prevalentemente extracomunitaria.

 

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Tentata estorsione ad un imprenditore, in manette presunti esponenti di un clan di 'ndrangheta

Al culmine di un’articolata indagine, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, a carico di due persone, ritenute responsabili di diversi reati.

In manette sono finiti: Salvatore Giannone 51enne, commerciante di Fuscaldo ed Attilio Chianello, imprenditore edile 33enne di San Lucido (Cs).

In particolare, le indagini avrebbero permesso di accertare che i due, in concorso tra loro, nel mese di giugno scorso, avrebbero minacciato, avvalendosi di modalità di tipo mafioso, un imprenditore edile della zona, al fine di costringerlo a pagare una somma di denaro a titolo estorsivo.

Nello specifico, Chianello, in qualità di amministratore della società Eurocostruzioni srl, impresa a cui la vittima aveva subappaltato l’esecuzione di alcuni lavori relativi ad un appalto pubblico che si era aggiudicato a Rende, avrebbe cominciato a pretendere il pagamento di un’ulteriore somma di circa 30 mila euro, a titolo di saldo per i lavori effettuati.

Ben presto la richiesta di Chianello, sarebbe stata sostenuta da Giannone, il quale, avrebbe evocato l’appartenenza al gruppo criminale di riferimento (il clan Perna di Cosenza). Nel contempo,  avvalendosi della forza intimidatrice derivante dagli espliciti riferimenti all’interessamento alla vicenda del fratello, Giovanni Giannone, detto "U Gaddrinaru", ritenuto esponente di primo piano del sodalizio criminale, il 51enne avrebbe ventilato all'imprenditore possibili conseguenze violente per lui e per i suoi familiari se non avesse ceduto alla richiesta estorsiva.

Tramite le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Cosenza e coordinate dalla Procura, sarebbero emersi gravi e determinanti elementi di colpevolezza a carico dei destinatari del provvedimento restrittivo.

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Tentata estorsione, tre arresti a Filogaso

I carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia, del Comando compagnia di Vibo Valentia e della Stazione di Filogaso hanno tratto in arresto, per il reato di tentata estorsione aggravata, Francesco Cracolici di 41 anni, Renato Cracolici di 37 anni e Onofrio Arcella di 30 anni.

In particolare, i militari, camuffati da operai, fingendo di lavorare alla realizzazione del parco eolico di Filogaso, sarebbero stati avvicinati dalle tre persone arrestate che, con fare minaccioso, avrebbero cercato di costringerli ad allontanarsi dal luogo in cui si trovavano.

I tre sono stati, quindi,  arrestati e tradotti nel carcere di Vibo Valentia.

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'Ndrangheta: sorpreso ad intascare una "mazzetta" da 4 mila euro

Le fiamme gialle di Crotone hanno sorpreso in flagranza del reato di estorsione, un uomo ritenuto organico alla criminalità organizzata crotonese.

L’estorsione è stata consumata in località Le Castella di Isola di Capo Rizzuto, dove i finanzieri sono riusciti a cogliere il presunto estorsore nel momento esatto in cui stava incassando, dal titolare di un villaggio turistico, una “mazzetta” da 4 mila euro.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dalla Procura della Repubblica di Crotone, proseguono allo scopo di ricostruire in modo completo le attività estorsive della cosca.

Come evidenziato dai finanzieri “Il fenomeno del racket rappresenta una delle cause principali delle difficoltà economiche della Calabria, che mina la sua attrattività come territorio dalle immense bellezze limitandone lo sviluppo e il livello occupazionale.

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Minaccia una donna, 41enne arrestato per estorsione

I carabinieri dell’Aliquota operativa della Compagnia di Reggio Calabria unitamente ai militari della Stazione di Cannavò hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale, in accoglimento della richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, il 41enne Giorgio Logiudice.

L’uomo è accusato di tentata estorsione e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

In particolare, lo scorso mese di luglio, il 41enne avrebbe aggredito una donna, che si sarebbe rifiutata di contattare il compagno, titolare di un esercizio commerciale in città.

Secondo l’accusa, Logiudice avrebbe voluto far contattare il commerciante per avere parte del denaro che questi doveva ad una terza persona.

Il rifiuto della donna avrebbe scatenato la reazione dell’arrestato.

L’accaduto è stato ricostruito, dai militari, grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona dell’aggressione ed alle dichiarazioni rese da alcuni testimoni.

L’arrestato è stato ristretto presso la casa circondariale di Reggio Calabria - Panzera a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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Tentata estorsione e detenzione di materiale pedopornografico, in manette due giovani

Gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Polistena, a conclusione di serrate indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e coordinate dal Procuratore Federico Cafiero de Raho e dall'Aggiunto Gerardo Dominijanni, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 20enne M. F. e del 27enne P. G..

I due, residenti a San Giorgio Morgeto (RC), sono ritenuti gravemente indiziati dei reati di tentata estorsione e di detenzione di materiale pedo-pornografico.

L'indagine è stata avviata dopo che un uomo ha denunciato di essere stato contattato, tramite chat, da un utente di Facebook che lo aveva minacciato di divulgare on-line alcune fotografie ritraenti la figlia minorenne in pose intime se non avesse consegnato la somma di 2 mila euro.

I poliziotti, di concerto con l'Autorità giudiziaria, hanno avviato un servizio d'appostamento ed osservazione al fine di individuare l'autore dell'estorsione nel momento esatto del ritiro della somma pattuita.

L'operazione di polizia non ha prodotto alcun risultato poichè, all'appuntamento tra vittima ed estorsori non si è presentato nessuno.

Successivamente, grazie ad ulteriori attività info-investigative ed alla collaborazione del personale del Compartimento della Polizia Postale di Reggio Calabria, è stato possibile ottenere ulteriori spunti per avviare un'indagine, durata diversi mesi, grazie alla quale il gip presso il tribunale di Reggio Calabria ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di M.F., già detenuto per altra causa, mentre P.G., dopo le formalità di rito, è stato collocato presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

 

 

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Cerca di estorcere denaro agli operatori del centro che lo ospita, giovane nigeriano arrestato nel vibonese

 I carabinieri della Stazione di Briatico hanno arrestato un nigeriano di 20 anni O. F. per tentata estorsione.

L’arresto è scattato in seguito alla richiesta d’aiuto lanciata da alcuni operatori del centro accoglienza migranti stranieri “Costabella” che hanno denunciato il comportamento violento del giovane africano.

Riportato a più miti consigli dai militari, il 20enne ha continuato a chiedere denaro minacciando di morte uno degli operatori. L’immigrato è stato, quindi, arrestato e tradotto presso il carcere di Vibo Valentia.      

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Estorsione, due persone arrestate nel vibonese

I carabinieri della Compagnia di Tropea hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro, nei confronti di Pasquale e Francesco La Rosa, rispettivamente di 52 e 43 anni.

I due uomini, considerati esponenti della cosca “La Rosa”, sono stati riconosciuti responsabili di diversi episodi estorsivi, tentati e consumati, anche mediante l’imposizione dell’assunzione di “amici” e del pagamento del “pizzo”, nonché il danneggiamento di una autovettura, ai danni di una struttura ricettiva che opera a Tropea.

Entrambi stati tradotti presso la casa circondariale di Vibo Valentia, dove dovranno scontare la pena di tre anni ed otto mesi di reclusione a seguito della sentenza di condanna definitiva, emessa nel 2015 e resa effettiva dal rigetto della Suprema Corte di Cassazione delle istanze prodotte dagli arrestati.

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