Tentata estorsione ad un imprenditore, in manette presunti esponenti di un clan di 'ndrangheta

Al culmine di un’articolata indagine, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, a carico di due persone, ritenute responsabili di diversi reati.

In manette sono finiti: Salvatore Giannone 51enne, commerciante di Fuscaldo ed Attilio Chianello, imprenditore edile 33enne di San Lucido (Cs).

In particolare, le indagini avrebbero permesso di accertare che i due, in concorso tra loro, nel mese di giugno scorso, avrebbero minacciato, avvalendosi di modalità di tipo mafioso, un imprenditore edile della zona, al fine di costringerlo a pagare una somma di denaro a titolo estorsivo.

Nello specifico, Chianello, in qualità di amministratore della società Eurocostruzioni srl, impresa a cui la vittima aveva subappaltato l’esecuzione di alcuni lavori relativi ad un appalto pubblico che si era aggiudicato a Rende, avrebbe cominciato a pretendere il pagamento di un’ulteriore somma di circa 30 mila euro, a titolo di saldo per i lavori effettuati.

Ben presto la richiesta di Chianello, sarebbe stata sostenuta da Giannone, il quale, avrebbe evocato l’appartenenza al gruppo criminale di riferimento (il clan Perna di Cosenza). Nel contempo,  avvalendosi della forza intimidatrice derivante dagli espliciti riferimenti all’interessamento alla vicenda del fratello, Giovanni Giannone, detto "U Gaddrinaru", ritenuto esponente di primo piano del sodalizio criminale, il 51enne avrebbe ventilato all'imprenditore possibili conseguenze violente per lui e per i suoi familiari se non avesse ceduto alla richiesta estorsiva.

Tramite le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Cosenza e coordinate dalla Procura, sarebbero emersi gravi e determinanti elementi di colpevolezza a carico dei destinatari del provvedimento restrittivo.

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