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Morte di Francesco Sergi: minorenne denunciato per omicidio colposo

Il 2 gennaio, alle ore 18:15 circa, a bordo di un’autoambulanza del 118, a Locri, in provincia di Reggio Calabria presso il locale ospedale, a bordo di un’autoambulanza del 118, è giunto, già cadavere, Francesco Sergi, 37 anni, di Platì. Sergi, verosimilmente alle ore 17:30 circa, era stato ferito alla nuca da un colpo d’arma da fuoco esploso presso un terreno di proprietà in contrada "Romena" nelle campagne di Platì. I Carabinieri di Locri, allertati dal personale medico, hanno subito iniziato le indagini, avviando i consueti accertamenti del caso ed effettuando anche un preliminare sopralluogo presso il luogo in cui si era verificato l’evento constatando la presenza di un bossolo esploso e di un marsupio da cui si intravedeva il calcio di una pistola con inserito un caricatore. Il materiale è stato poi repertato da personale della Sezione Investigativa Scientifica del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.  I militari dell’Arma locrese, di concerto e su disposizione con il magistrato di turno, hanno dato avvio all’attività investigativa finalizzata a ricostruire l’intera vicenda.  Dopo aver ascoltato le dichiarazioni testimoniali resa da  decine di persone, la registrazione della richiesta di intervento al 118, successivamente alla visione delle immagini di una telecamera a circuito chiuso, sarebbero emersi dei gravi elementi indiziari nei confronti di un minore presente all’atto dell’evento.  Interrogato, dopo circa tre ore di colloquio, il minore, ha riferito di voler confessare l’accaduto ed è stato video–fono registrato in presenza del suo legale, del magistrato di turno della Procura di Locri e previo assenso del Procuratore Capo presso la Procura per i minorenni di Reggio Calabria. Le indagini hanno permesso rinvenire sul luogo dell’evento la pistola Beretta calibro 6,35 con matricola punzonata, usata per il fatto delittuoso, 19 cartucce dello stesso calibro ed  un bossolo esploso. Il minore è stato pertanto denunciato per il reato di omicidio colposo ed il fascicolo processuale è così stato inviato dalla Procura di Locri alla Procura della Repubblica per i minorenni di Reggio Calabria. 

 

Agguato in Calabria: ucciso un uomo di 36 anni

Un solo colpo di arma da fuoco che lo ha centrato alla testa. Un'esecuzione a tutti gli effetti: è così che è stato ucciso il trentaseienne Francesco Sergi, freddato in una zona di campagna a Platì, in provincia di Reggio Calabria. Sono stati i parenti a trovarlo agonizzante. Immediati i soccorsi prestati da parte del personale sanitario del 118, ma il viaggio verso l'ospedale di Locri, dove è giunto privo di vita, si è rivelato vano. Il luogo dell'agguato,  a ridosso di un casolare appartenente alla vittima, è stato prontamente raggiunto dai Carabinieri subito attivatisi per compiere i primi rilievi utili ai fini investigativi.  

Alleanza Calabrese sarà presente a Platì "contro i sepolcri imbiancati del PD"

"Come gli ipocriti che cercano di sembrare migliori nascondendo la loro vera essenza, i sepolcri si imbiancano per renderli meno brutti, ma nascondono sempre qualcosa - è il giudizio senza giri di parole di Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese - di corrotto e maleodorante,  dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume". Questo è il PD a Platì. Tanti cani - argomenta il massimo rappresentante del movimento autonomista - cercano di disputarsi una preda stanca, disillusa, sanguinante, illusa, umiliata e martoriata dalla politica.  Sezione PD aperta ed immediatamente chiusa. Sezione aperta senza tesserati. Sezione aperta con i vertici nazionali, regionali e provinciali e poi abbandonata. Sezione aperta senza tesserati. Il nulla. Il nulla che segue la politica nazionale degli annunci, roboanti, ridondanti e tristi. Carticella vince… Carticella perde… A Platì vince il PD e Oliverio, ma perdono i cittadini. Loro, i cittadini, avrebbero fatto sicuramente a meno del passaggio televisivo della Leopolda per essere additati come incapaci di darsi una amministrazione. Esposti al ludibrio di una nazione che ha recepito il messaggio che la sinistra ha fatto passare. Il PD interviene sui media perché da soli i Platiesi non sono capaci e non vogliono la presenza dello Stato. Platì, dopo i commissari governativi, per essere governata ha bisogno di una badante democratica, legalitaria ed antimafia.  La Giovanna d’Arco 'de noartri', elsa in pugno, si è stabilita in paese avendo avuto una illuminazione dalla divina provvidenza per riportare le cose al proprio posto.  Le ricamatrici a ricamare, le pecore all’ovile, i caschi in testa ai ragazzini in moto, l’acqua nelle case, la spazzatura nei cassonetti, le frittole nella 'caddhara'. 'Tri pila avi u porcu…  'U porcu avi tri pila…' Domanda… Quantu pila avi u porcu???  I problemi finiranno grazie alla pulzella di Orléans e la rampa di lancio per la futura onorevole è pronta…  Ma… Rewind… Le nostre rudi falde montane pagano pegno da decine e decine di anni. Un pegno chiamato sottomissione al potere".  "Gira la ruota e la freccia, segno di gravida sventura, ogni volta - prosegue Vacalebre, come un fiume in piena - si ferma sempre  in Calabria. Passano gli anni e queste terre, sempre vilipese dal centralismo romano, attendono solo una ciclica calamità naturale o indotta si chiami ‘ndrangheta, alluvione, terremoto, vessazione, malcostume.  La tipologia non è importante. Tanto comunque arriva. Serva Calabria, servi Calabresi. Serva Platì, servi Platiesi. La politica intimamente ha bisogno di servi. Servi consapevoli e servi indotti. I servi consapevoli, ubriachi di un’idea cercano, costi quel che costi, di contribuire a farla affermare e conoscere. I servi indotti sono quelli obbligati dal bisogno, dalla precarietà, dalle contingenze a perorare comunque una causa anche se ne disconoscono il valore o l’essenza intima. I servi consapevoli sono delle persone strane. Da additare perche traggono linfa da un qualcosa che la maggior parte dei Calabresi non riescono a decifrare. Questo qualcosa si chiama morale, si chiama identità, si chiama autonomismo, si chiama regionalismo. Si chiama essere consapevoli di struggersi per recuperare il futuro dei propri figli. I servi indotti, d’altro canto,  non sono da biasimare. L’abitudine ci ha reso tutti tali. I bla-bla.bla hanno invaso per anni tutti i lembi del territorio calabrese, senza trascurare l’ultima 'timpa sperduta'.  Il culto dell’apparire e non dell’essere, ultimamente, dopo aver contaminato grazie a Renzi, l’Italia intera arriva anche nel profondo sud passando per Reggio Calabria, grazie ad un altro esteta del venerazione della propria persona come Falcomatà, fino ad arrivare nel cuore dell’Aspromonte".  "Oggi i Platiesi, Platioti, Tamarri, Mafiosi si ritrovano - sostiene l'esponente di AC - in un contenitore esplodente che li ha visti sulle televisioni nazionali come animali che non hanno la capacità di darsi un percorso.  Un cammino che potrebbero, dovrebbero compiere da soli.  Ma la badante inserita dai vertici nazionali, regionali e provinciali del PD li ha bloccati. Alleanza Calabrese sarà presente a Platì alle prossime amministrative.  Offrirà il proprio simbolo e la propria lista ai cittadini.  Nel rispetto delle peculiarità che ha visto nascere AC  e nella consapevolezza che il Popolo Calabrese non ha bisogno delle Bindi di turno per riuscire a togliere la testa dalla sabbia offre i propri uomini e i propri ideali ai cittadini di un territorio che continua ad essere imbavagliato davanti ai diktat dei potenti di turno. Nel novembre 2014 Platì ha votato compatto con il 77,55 % Oliverio. Il Pd ha recepito dopo le elezioni che Platì è mafiosa, che è un luogo dove non esiste la legalità e che ha bisogno di aiuto da parte dei democratici, dimenticandosi di chi ha votato in massa il suo governatore.  Alleanza Calabrese sarà presente a Platì proprio per questo.  Questa terra non ha bisogno di migranti della politica in cerca di palcoscenici. Alleanza Calabrese darà la possibilità ai cittadini platiesi che non si riconducono a queste modalità di vita sociale, culturale ed amministrativa di stringersi intorno ad un simbolo, che devono fare proprio, perché è l’unico che riconosce ai Calabresi la possibilità di governarsi, autodeterminarsi e regolamentarsi.  La Calabria non dovrà mai più avere bisogno di comandi romani per trovare il proprio cammino vitale. Un percorso che possa aiutare i nostri figli, i nostri nipoti, il nostro futuro". "Alleanza Calabrese - assicura Enzo Vacalebre - sarà presente in tutti i lembi che avranno bisogno di una sincera e leale presenza. Auguri a tutta la Calabria ed a tutti i Calabresi liberi". 

 

L'antica legge dei Leonardi boys: "A Platì decido io chi parla e chi no"

Non una gran figura, tutt'altro: un episodio imbarazzante che la sempiterna legge del contrappasso ha permesso che avvenisse a favore di telecamera. Anna Rita Leonardi, balzata agli onori della cronaca negli ultimi giorni grazie allo show (nessun'altra definizione è ammessa per la kermesse renziana) sul palco della Leopolda, è stata colpevolmente ignorata per mesi anche dalle cronache locali. Fatta qualche debita eccezione, compresa questa testata che non aveva lesinato critiche motivate già al momento della candidatura della giovin fanciulla a sindaco di Platì, in pochi si erano accorti di lei prima dello "spettacolo" spacciato per politica inscenato lo scorso weekend in terra toscana. A dire la verità, della sua presenza non avevano avuto contezza nemmeno gli elettori reggini che le riservarono un trattamento poco invidiabile in occasione delle elezioni amministrative dell'ottobre dello scorso anno. Resta comunque il fatto che anche i cronisti calabresi hanno finalmente iniziato ad incuriosirsi per le scorribande dell'ambiziosa ragazzotta e la Testata Giornalistica Regionale della Calabria ha pensato bene di inviare a Platì un suo giornalista con lo scopo dichiarato di conoscerla meglio, lei che, fino al momento, è più nota per i selfie con i big, o presunti tali, del PD regionale, nazionale, europeo, mondiale, intergalattico. Dopo un'introduzione del cronista che presenta la situazione disastrata del paesino della Locride il cui Consiglio Comunale è stato ripetutamente sciolto per le infiltrazioni della 'ndrangheta nelle attività del'ente, l'attenzione si focalizza tutta sulla trentenne reggina che, evidentemente insoddisfatta dall'attività politica sui social network, si è fiondata sulla preda rappresentata dalla visibilità riservata da una discesa in campo mediatica e non ha perso l'occasione di rimanere sul proscenio per un tempo superiore al quarto d'ora di celebrità da riservare a chiunque. La rappresentante democrat ha prima sciorinato il programma elettorale, strepitoso monumento alla banalità, suddiviso in cinque punti: acqua, lotta alla disoccupazione (?!), viabilità, raccolta differenziata, riqualificazione del centro storico. Poi, messa la parola fine al libro dei sogni, il servizio giornalistico si è dovuto concentrare, suo malgrado, sulla figura di Antonio, descritto dallo stesso inviato come un sostenitore della Leonardi che lo ha seguito come un ombra. Un personaggio che, di lì a poco, come documentano le immagini e l'audio, non mancherà di farsi notare. In particolare, l'asfissiante marcatura a uomo nei confronti del giornalista si concretizza in tutta la sua sconcertante inopportunità quando il cronista prova ad abbozzare qualche domanda a Maria Grazia Messineo, dirigente del Partito Democratico di Siderno che, al motto di "Platì ai platiesi", ha manifestato la propria contrarietà alla candidatura della "compagna" forestiera. Antonio, ci fa sapere l'inviato, ha uno zio in carcere, e, a microfoni spenti, informa l'intervistatore che "A Platì decido io chi parla e chi no"  e, quindi, "raccomanda caldamente" al cronista di non rivolgersi alla rivale della beniamina. Un atteggiamento che non poteva non intimidire Maria Grazia Messineo, limitatasi a dire che, sentendosi "pressata" da quella situazione e da quella presenza, non sarebbe stato opportuno proseguire l'incontro utile per meglio spiegare la sua posizione.. Momenti di tensione accompagnati anche da un acceso scambio di battute con l'inviato de "Il Fatto Quotidiano" rimproverato da Antonio: "Non si un pupazzo. Domani - lo ha avvisato - non scriviri cazzati 'ndo giornali". Parole e comportamenti minacciosi che hanno costretto Anna Rita Leonardi ad intervenire mettendo una mano sulla bocca del suo affezionato supporter. Finalmente, sia pur con notevoli sforzi, le due rappresentanti democrat, si sono confrontate esprimendo brevemente le ragioni del loro contrasto. Per una adamantina campionessa della democrazia come Anna Rita Leonardi, così almeno la meschina propaganda da strapazzo ce la propina, il servizio giornalistico del TG3 Calabria andato in onda nell'edizione delle 14:00 del 16 dicembre e visibile dal minuto 4:18 del link consultabile qui, si è rivelato una buccia di banana: accidenti che capitano quando ci si confronta con la realtà abbandonando la bolla virtuale. 

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Caridi (FI) demolisce la candidatura di Anna Rita Leonardi: "Mortifica la popolazione di Platì"

"La politica Renziana, tra segretezza e mistificazione, tra accuratezza mediatica e false illusioni, sta realmente toccando il fondo nel Meridione". Questo il pensiero del senatore Antonio Caridi a proposito della candidatura di Anna Rita Leonardi a sindaco di Platì, annunciata sette mesi fa e sigillata dal presidente del Consiglio sul palco della Leopolda. "Una politica che mira sostanzialmente ai numeri, una politica colonialista che nell’ultima uscita del premier Renzi, in riferimento alle prossime elezioni nel Comune di Platì, continua a prendere in giro i cittadini - tuona il vice coordinatore di Forza Italia - e quel senso d’appartenenza, andato ormai alla rovina. Non si tratta di patriottismo insensato, ma di attaccamento al territorio, ai problemi della propria terra e alla voglia di contribuire alla risoluzione di quelle difficoltà che hanno reso, soprattutto in passato, la vita politica e quotidiana difficile a Platì; tutti elementi che il premier pensa non siano realmente importanti o quantomeno sottovalutabili nel momento in cui, dal palco della Leopolda, lancia la candidatura di Anna Rita Leonardi a sindaco di Platì in Calabria. Chiaramente, come è giusto che sia, Renzi fa leva su temi importanti quali coraggio e determinazione nel promuovere la propria candidata che, a trent’anni ha deciso di intraprendere un percorso molto difficile, considerando che, questa realtà è stata caratterizzata da due scioglimenti del Comune per mafia e dalla morte di alcuni amministratori locali. Ma mi chiedo: perché importare una candidata, coraggiosa e incosciente che sia, e non ritrovare la personalità giusta, all’interno del territorio, che ha la determinazione necessaria per ripartire, avendo, giocoforza, maggiormente a cuore i problemi della sua terra? Apparentemente non ci sarebbe una risposta logica nella scelta di Renzi di portare avanti la candidatura di Anna Rita Leonardi, ma le ripercussioni sarebbero pesanti; non si considera, infatti, che si andrebbe a mortificare una popolazione che da anni non ha un’amministrazione democraticamente eletta governata dal Commissario Prefettizio Dottor Luca Rotondi, stimato ed apprezzato dal popolo platiese, ma che ha la necessità di cambiar rotta; non si darebbe la possibilità di crescere a chi vive il territorio ogni giorno e si andrebbe così ad umiliare per l’ennesima volta il cittadino". "Emblematiche, a tal proposito, le parole del Sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, reputando provocatoria la sponsorizzazione del premier Renzi, afferma che Platì - ricorda il senatore - ha la necessità di reagire, di svegliarsi e non farsi ingannare dai giochi di governo; è questa la motivazioni che lo spinge a prestare attenzione a candidature di tutt’altro genere, due personalità, innanzitutto platiesi, come la giovane Margherita Catanzariti, giornalista e scrittrice, ed Antonella Reitano, Professore Ordinario all’Unical, per scendere in campo per candidarsi alla guida di un nuovo movimento che veda Platì governato dai propri cittadini.  #‎platìliberadaineocolonialistireggini   #‎platìgovernatadaiplatiesionesti". "Il paradosso, per concludere, riguarda la sede del partito nel piccolo centro dell’Aspromonte che - sottolinea Antonio Caridi - sembra aver chiuso i battenti; a testimonianza di ciò, Domenico Trimboli, pensionato, tornato dopo aver trascorso buona parte della sua vita a Milano, sostiene: 'c’è stata soltanto una riunione col segretario provinciale Romeo in cui non sono state prese significative decisioni. Le tessere non sono mai arrivate, nessun organismo è stato creato. Per farla breve, il partito non è mai nato".

Candidatura Leonardi, il commento di un giovane reggino: "Avvoltoi famelici volano su Platì"

"A Platì, in Calabria, in dieci anni ci sono stati due scioglimenti per mafia: sono stati assassinati amministratori, lo Stato sembra assente, lontano. Anna Rita Leonardi è una trentenne del PD che alle prossime elezioni, sfidando con molto coraggio e un po’ di incoscienza tanti benpensanti della sua terra, ha deciso di candidarsi". Così il premier Matteo Renzi, e penso che gli avvoltoi famelici volino sopra Platì!  Non riuscirei a definire meglio certi arrampicatori che sulle disgrazie delle popolazioni cercano di costruirsi grasse carriere politiche. Ricordo benissimo la primavera del 2013. All’epoca facevo politica nella Fiamma Tricolore insieme ad un gruppo di ragazzi, tutti nemmeno trentenni più qualche colonna un po’ attempata ma solo all’anagrafe. Con questo gruppo di amici condividevamo anche la passione per la nostra Terra e per la natura, in particolare la montagna, e spesso facevamo gite ed escursioni per la provincia. Parlo al passato perché quello fu il nostro ultimo periodo di attivismo, oggi resta e continua solo una grande amicizia. In quel periodo meta delle nostre scampagnate fu Roccaforte del Greco, piccolo Comune dell’Area Grecanica. Lì, chiacchierando con alcune persone nell’unico bar di un paese che sulla carta conta circa 500 abitanti (in realtà vi abitano molti di meno), scopriamo che Roccaforte era senza sindaco a causa del terzo scioglimento di seguito per mafia dell’Amministrazione guidata dalla sinistra. Non è quest’ultimo un dettaglio. Sempre in quel periodo avevamo deciso di sciogliere la sezione e di ritirarci dalla politica. Non sto qui ad approfondire i motivi che, a distanza di anni, confermo pienamente, ma è giusto sapere che noi, nella primavera del 2013, avevamo già deciso di abbandonare l’impegno politico. Ma quella visita riaccese una “fiamma” in noi. Chi ci conosce sa che il nostro impegno è sempre stato un servizio e vedere quella perla così abbandonata, desolata nonostante il potenziale che può ancora esprimere, aver parlato con quella gente ci ha fatto sentire in dovere di rimetterci in gioco. Così ci candidammo alle imminenti amministrative. Io non ero candidato, ero il presentatore della lista. Inizialmente presentammo il nostro simbolo della Fiamma Tricolore, ci sembrava giusto, perché dover nascondere la nostra identità? Già eravamo dei perfetti sconosciuti. Ci sembrava un atto dovuto e di rispetto verso quella popolazione. Poi dovemmo cambiare a causa di presunti errori burocratici e ci presentammo come una lista civica, “Roccaforte Rinasci” con Giuseppe Minnella candidato sindaco. Quel piccolo boicottaggio (avevamo dimostrato che i documenti erano tutti corretti) sarebbe stata solo la punta di un iceberg contro di noi. Si scatenò subito, infatti, una violenta campagna diffamatoria nei nostri confronti ad opera di tanti "benpensanti", ma soprattutto da parte dei cosiddetti "democratici" che, dall’alto della loro sinistra “superiorità morale”, invitavano i roccafortesi a non andare a votare per scongiurare il pericolo fasssshhhhista, nazzzzzista, rrrrrrazzista e via dicendo. Giornalisti (anche di testate nazionali) che non dormivano la notte per cercare invano qualche nostra dichiarazione compromettente, politicanti che non sprecavano giorno per scrivere un comunicato stampa contro di noi. Eppure nessuno di questi era mai stato a Roccaforte, probabilmente non conosceva nemmeno la sua esistenza prima e continuava a tenersi a debita distanza. E poco importa se le Amministrazioni sciolte per mafia, non solo a Roccaforte ma in tutta l’Area Grecanica, erano state tutte di sinistra, poco importa se tanto si è blaterato ma nessuno di questi democratici aveva presentato una lista concorrente alla nostra. Si, tutti volevano difendere la democrazia a Roccaforte ma si chiedeva di non andare a votare e gli unici che presentarono una lista fummo solo noi, tra l’altro con nostra sorpresa. Una delle accuse più frequenti che ci venivano rivolte era quella di profanare il paese del partigiano "Pietro". Eppure, il monumento al partigiano "Pietro" versava in condizioni pietose, era sporco e aveva la foto divelta da chissà quanti anni nonostante le amministrazioni passate fossero tutte di sinistra… Nessuno lo sa, a distanza di anni possiamo confessarlo senza retorica, ma, se fossimo diventati amministratori di quel meraviglioso quanto disgraziato paese, ci eravamo promessi che una delle nostre prime opere sarebbe stata il restauro di quel monumento. Perché per noi la storia è una cosa seria, non una questione politica da strumentalizzare; perché per noi la memoria storica è importante per l’identità di un Popolo! Sempre! A prescindere! Certo, ci eravamo anche ripromessi di intestare il piccolo spiazzo dove sorge quel dimenticato monumento a Giorgio Almirante in quello che sarebbe stato un bellissimo gesto di pacificazione nazionale. Una pacificazione che da destra a sinistra (categorie ormai illusorie e strumentali perché sovrapponibili) nessuno vuole veramente perché il potere ha sempre bisogno di distrazioni sociali per mantenersi vivo, anche se ormai fascisti e partigiani sono tutti morti e del fascismo non restano che le opere, le case popolari e qualche stralcio di pensione. Altra frequente accusa che ci veniva rivolta era quella di voler "colonizzare" Roccaforte, volerla "conquistare", Vunì (così in grecanico) doveva essere amministrata dai suoi cittadini e non da stranieri. Bizzarro che questa cosa non valga adesso anche per Platì… Erano insinuazioni che ci facevano sempre sorridere. La nostra candidatura nasceva per caso, in un momento in cui avevamo deciso di chiudere, e soprattutto noi avevamo fatto tutto in punta di piedi, con grossa umiltà, senza farci pubblicità e senza lo sponsor di un premier né di altri. Nessuno, infatti, nemmeno i tanti "amici" "di destra" spesero una sola parola a nostro favore. Eravamo praticamente soli contro tutti. Ma poco ci importava, noi continuavamo per la nostra strada che cercavamo di costruire insieme alla popolazione di Roccaforte. Il nostro primo atto fu quello di riqualificare la piazza principale e l’adiacente teatro. Fu una bella fatica. E continuammo poi stabilendo un dialogo ed un rapporto con le persone del luogo. Qualcuno qui a Reggio ci diceva che eravamo dei pazzi, ma a noi piaceva stare in mezzo a quella gente. Andavamo porta a porta a metterci la nostra faccia ed a conoscere quella gente di persona, all’assemblea pubblica erano tanti i volti giovani e le donne. Avevano voglia di parlare, di raccontare i loro problemi, di avere un interlocutore, e nelle loro parole non c’era rassegnazione anche se si sentivano abbandonati. Credo che la loro forza fosse l’amore per la propria terra. Il contatto con quella gente fu la più bella esperienza politica della mia vita nonostante fosse l’ultima. Si concluse con l’ennesima sconfitta. Scontata direi. Era impossibile che sarebbe andato a votare il 50 % + 1 degli elettori per l’unica lista presentata, anche in considerazione del fatto che il paese ormai è quasi disabitato. E infatti sbagliammo a non presentare la seconda lista! All’epoca fu una scelta presentare solo una lista. Ci sembrava un atto di onestà verso i cittadini "della Rocca" (così affettuosamente la chiamavamo). Ma in politica occorre anche un pizzico di cinismo ed oggi dico che avremmo dovuto presentare la seconda lista ed amministrare quel paese! Per chi non conosce i meccanismi elettorali, in caso di seconda lista non ci sarebbe stato il vincolo del quorum ed essendo noi gli unici in campo saremmo stati automaticamente eletti. Lo avremmo dovuto fare non per noi ma per dimostrare a tutti questi ben pensanti che amministrare è una cosa seria! E che questi paesi non sono un taxi per costruire carriere politiche e che la Calabria non ha bisogno di eroi ma di gente semplice e sincera! Occorre dedizione, sacrificio ed una rinnovata e concreta idea di partecipazione. Noi, pur sapendo di non poter mai essere eletti in quelle condizioni, studiavamo altre esperienze di piccoli Comuni in Italia che erano stati quasi abbandonati ma successivamente erano riusciti a conoscere un nuovo processo di sviluppo, soprattutto turistico; già invitavamo amici e parenti con attività sociali, ludiche e sportive ad organizzare eventi su a la "Rocca"; immaginavamo Consigli comunali aperti dove tutti i cittadini avrebbero potuto esprimersi e diventare i protagonisti dell’amministrazione. Fantasticavamo tanti problemi, ma non con i cittadini, piuttosto con la magistratura, spinta da una certa politica che non avrebbe mai potuto accettare che Roccaforte potesse rinascere sotto la spinta dei "fascisti" (sic) e diventare un modello di partecipazione diretta per l’amministrazione della cosa pubblica. Erano sogni puri di ragazzi puri che non sono cresciuti comodamente nei salotti radical-chic della "Reggio bella e gentile", ma hanno sempre vissuto fra la gente, per la gente e la sua Terra. L’amore è sempre stata l’unica benzina del nostro motore. Tutt’altra storia invece, purtroppo, quella che leggo per Platì che un giorno, anche lei fu meta delle nostre scampagnate. Mi scuso per la lunghezza ma quell’amore che mi animava anni fa, nonostante tutto, non si è ancora sopito e non posso tacere di fronte a questa ennesima speculazione ad opera dei soliti venditori di fumo e di odio, anche se si presentano in gonna!  Un piccolo post scriptum: qualcuno/a rabbiosamente dirà che il mio è solo uno sfogo di frustrazione, probabilmente non ha letto che confermo con convinzione la scelta di aver abbandonato la politica. Forse sono proprio questi ad avere pene per la testa. Altri invece capiranno che la politica significa costruire insieme alla gente per la gente, non sulle spalle della gente.

Giorgio Arconte, giovane reggino

 

Arrestato un presunto trafficante di droga

In esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha emesso il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Venezia, un ventinovenne, F.M., è stato catturato dai Carabinieri della Stazione di Platì, coadiuvati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria. E' accusato hanno arrestato di detenzione illecita, produzione e traffico di droga. Nel corso di una perquisizione, i militari dell'Arma hanno rinvenuto denaro contante per 4 mila euro che è stato posto sotto sequestro. 

Scoperto un essiccatoio di canapa indiana

Un capanno realizzato in modo grezzo per essiccare le piante di canapa indiana è stato scoperto dai Carabinieri di Locri, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e dai militari della locale Stazione, in località Sanatorio a Platì. Perlustrando il territorio, lungo una strada nel cuore del paesino alle pendici dell'Aspromonte, alle spalle della filiale delle Poste, hanno trovato e posto sotto sequestro un passamontagna nero contenuto all'interno di una busta di plastica. 

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