Armi: in carcere affiliato alla cosca Bellocco

In esecuzione all’ordine di misura detentiva emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, i Carabinieri hanno tratto in arresto in Contrada Bosco di Rosarno il 58enne  Antonio Reitano, di Rosarno, affiliato alla cosca Bellocco. Dovrà espiare la pena di 2 anni 1 mesi e 19  giorni di detenzione carceraria, poiché ritenuto responsabile di aver violato la normativa in materia di armi nel novembre 2014 a Rosarno.

Interviene per fermare un'aggressione per vendetta: ferito in Calabria Comandante dei Vigili Urbani

E' intervenuto per bloccare un cittadino di origini extracomunitarie che, armato di forbici utilizzate per potare le piante, voleva forare per vendetta gli pneumatici di un'automobile. E' così che il Comandante della Polizia Municipale di Rosarno,  Angelo D'Ascola, ha riportato ferite ad una mano. All'origine dell'aggressione ai danni dell'automobilista ci sarebbe stato un alterco scaturito da un presunto tamponamento subito dallo straniero che stava procedendo in sella ad una bicicletta. L'episodio si è verificato in una zona periferica della città in provincia di Reggio Calabria. Sul luogo erano presenti, oltre ai Vigili Urbani, anche i Carabinieri della compagnia di Gioia Tauro che hanno tratto in arresto l'indagato: è accusato di resistenza a pubblico ufficiale. 

Estorsioni ad azienda agricola: catturato presunto esponente di spicco della 'ndrangheta

All’alba del 15 gennaio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, in esecuzione di provvedimento emesso dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, Gregorio Cacciola, di 57 anni, presunto elemento di spicco della omonima articolazione territoriale della 'ndrangheta attiva nel territorio di Rosarno e zone limitrofe, ritenuto responsabile di estorsione aggravata dal metodo mafioso.  In particolare, il provvedimento restrittivo scaturisce da un'articolata attività d’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo e dalla Tenenza di Rosarno, che ha permesso, attraverso la captazione di dialoghi ambientali, intercettazioni telefoniche e servizi di videoripresa, di far luce su una serie di vessanti richieste di denaro, nel tempo sempre più consistenti, poste in essere, secondo gli inquirenti, da parte dell’indagato nei confronti dei titolari di un azienda agricola di Candidoni: le reiterate minacce, condotte con metodologia tipicamente mafiosa e finalizzate al versamento della 'mazzetta' in corrispondenza del periodo natalizio, avrebbero altresì agevolato la temibile cosca dei Cacciola, ingenerando nelle vittime un radicato e concreto timore per la propria incolumità e per l’integrità dei beni patrimoniali, inducendoli ad assumere un atteggiamento non collaborativo con l’Autorità Giudiziaria. Gregorio Cacciola è zio paterno di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia suicidatasi in circostanze ancora non del tutto chiarite, le cui stesse dichiarazioni hanno peraltro trovato coerente riscontro con l’impianto probatorio assunto nel corso delle indagini, così come per le propalazione di collaboratori di giustizia. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina, il fermato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Palmi in attesa del giudizio di convalida. 

Violazione norme assegni bancari: un arresto dei Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un quarantaseienne per aver violato la normativa in materia di assegni bancari, in esecuzione al provvedimento di applicazione della misura detentiva emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi. Antonio Loprete, di Rosarno, dovrà espiare la pena di 8 mesi di detenzione per fatti commessi a Rosarno nel 2011.

'Ndrangheta, arrestato presunto affiliato alla cosca Bellocco

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 50 anni, accusato di essere affiliato alla cosca Bellocco, egemone a Rosarno e nei comuni limitrofi, in esecuzione del provvedimento della misura detentiva in regime domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria. Diego Carrozza dovrà espiare la pena di 6 mesi, in quanto ritenuto responsabile di aver violato il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, per fatti commessi a Reggio Calabria nel 2007. 

Scoperto un bunker della 'ndrangheta

All’alba, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno effettuato delle accurate perquisizioni domiciliari ai danni di alcuni esponenti della famiglia Bellocco di Rosarno. In particolare, in contrada Zimbario, all’interno dell’abitazione di campagna e relative pertinenze, di proprietà di Rocco Bellocco, di 63 anni, pluripregiudicato, in atto detenuto, elemento apicale della omonima famiglia di 'ndrangheta, egemone nel comprensorio della Piana di Gioia Tauro e con salde ramificazioni nel Nord e Centro Italia ed all’estero, hanno individuato e posto sotto sequestro un bunker. All’intercapedine del manufatto, rinvenuta nel vano cucina, si accedeva tramite un pannello in mattoni a scorrimento,  delle dimensioni di 60X60 centimetri, con congegno di apertura elettrico. Le dimensioni del rifugio, una volta avuto l’accesso, erano di un metro di larghezza, 0,5 di lunghezza e  2,5 di altezza. All’interno erano, inoltre, presenti tre prese d’aria ed il vano risultava fornito di energia elettrica.  Data la conformazione del nascondiglio, gli investigatori sono certi si trattasse di un rifugio momentaneo da utilizzare nel caso di perquisizioni da parte delle forze dell'ordine. o ancor peggio per assicurarsi l’irreperibilità nella sempre critica fase dell’esecuzione di misure cautelari. In considerazione del proprietario della masseria, è ipotizzabile che il bunker sia stato utilizzato proprio da Rocco Bellocco che in passato è anche riuscito a sottrarsi a provvedimenti restrittivi dandosi alla latitanza. Ultimate le operazioni, i Carabinieri hanno posto sotto sequestro l’intero immobile per poter esperire degli accertamenti più specifici.

 

Picchia la compagna e rompe il dito ad un poliziotto: arrestato

La Polizia di Stato ha arrestato nella flagranza dei reati di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e di maltrattamenti in famiglia, in via Colline Ospizio di Rosarno, Y.B., 35enne nato in Burkina Faso, irregolare nel territorio nazionale. In particolare, il personale del Commissariato di Gioia Tauro in servizio di controllo del territorio è intervenuto a seguito di una richiesta di una cittadina extracomunitaria che asseriva di essere stata picchiata dal compagno. L’uomo è stato immobilizzato dall’equipaggio della Volante con non poche difficoltà all’interno dell’abitazione in cui conviveva con la vittima, 46enne nigeriana, che è stata accompagnata dal personale del 118 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Polistena, dove è stata curata per contusioni al volto, cuoio capelluto e collo con una prognosi di 7 giorni. Durante le fasi concitate dell’arresto un operatore di Polizia ha riportato la frattura scomposta del quarto dito della mano sinistra con prognosi di 30 giorni.

"Sulle condizioni dei migranti a Rosarno ognuno faccia la sua parte"

"Le parole del presidente Oliverio per la situazione che ha trovato a Rosarno nel corso della sua visita, suscitano allarme, emozioni e inducono, nel contempo, a chiedere che in quei luoghi in cui sulla pelle dei migranti si consumano ingiustizie di ogni tipo e può accadere ogni genere di offesa alla dignità umana, lo Stato si faccia sentire. E faccia rispettare leggi, contratti di lavoro e i diritti fondamentali della persona. Non si può lasciare - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - in questa vicenda da sola la Calabria. Magari per accusarla - qualora esplodesse la rabbia e si verificassero incidenti - di razzismo e xenofobia. E’ già accaduto e non deve più ripetersi. Non si possono lasciare da soli a fronteggiare emergenze così clamorose e ben note a tutti, fin nei minimi dettagli, i volontari, le associazioni e la Chiesa. Ognuno faccia la propria parte, così come deve essere, ma lo Stato - conclude Flora Sculco - agisca e in fretta, per affermare che quell’area è Italia e che quell’area non è né può essere al di fuori delle leggi e della civiltà". 

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