Nelle Serre tre discariche tra le più pericolose d’Italia

Nei giorni scorsi ci siamo occupati della presenza in Calabria di 43 discariche tra le più pericolose d’Italia (https://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1182:in-calabria-43-discariche-tra-le-piu-pericolose-d-italia&Itemid=952). Si tratta di alcuni dei 198 siti inquinanti oggetto della causa C 196/13 con la quale, il 2 dicembre scorso, l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro, oltre a 42 milioni e 800 mila euro per ogni semestre di ritardo nella realizzazione degl’interventi di bonifica. Le bandiere nere delle discariche pericolose sono distribuite su tutto il territorio regionale. Non fa eccezione neppure l’area delle Serre, dove ci sono tre comuni nei quali è stata registrata la presenza di altrettanti siti inquinanti. Nel lungo “elenco delle discariche oggetto della causa 196/13” figurano, infatti, i comuni di Acquaro (località Carrà), Gerocarne (località Lapparni) e Sorianello (località Pagliai). Oltre a quelli dislocati sul massiccio delle Serre, la provincia di Vibo Valentia annovera altri quattro siti, ubicati nei comuni di Joppolo (località Colantoni), Pizzo (località Marinella), Ricadi (località Riaci), San Calogero (località Papaleo). Il maggior numero di discariche (20) si trova, però, nella provincia di Cosenza ed in particolare nei comuni di : Amantea, Belmonte Calabro, Caloveto, Campana, Colosimi, Falconara Marittima, Firmo, Laino Castello, Longobardi, Maierà, Malito, Mendicino, Mormanno, Pietrapaola, Sangineto, Tortora, Verbicaro, Villapiana. Per quanto riguarda, invece, la provincia di Catanzaro i 14 comuni interessati sono: Badolato, Davoli, Gizzeria, Isca sullo Jonio, Magisano, Maida, Martirano, Martirano Lombardo, Petronà, San Floro, Sellia, Soveria Simeri e Taverna. Un solo comune, Umbriatico, in provincia di Crotone ed uno in quella di Reggio dove, proprio nella città dello Stretto, c’é la discarica di località “Malderiti”. Eppure, tutti i siti avrebbero dovuto essere bonificati, non solo per non incorrere nell’ulteriore sanzione prevista dalla sentenza emessa dalla Corte di giustizia europea. Nel 2012, infatti, il Cipe aveva finanziato gli interventi con 42.918.620,34. In seguito al contributo statale, la Regione aveva sottoscritto con i comuni le convenzioni che avrebbero dovuto dare l’abbrivio agli interventi di bonifica. A distanza di tre anni, però, a causa di ricorsi, lungaggini burocratiche e farraginosità delle procedure, le discariche continuano a pendere come una spada di Damocle sulla salute dei cittadini. Oltre al danno c’è pure la beffa, visto che il 2 giugno prossimo saremo chiamati a pagare all’Unione europea 42 milioni e 800 mila, ovvero la sanzione prevista per non aver realizzato le bonifiche.

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