Imprenditore arrestato per bancarotta fraudolenta

Nell'ambito di specifiche indagini coordinate dal procuratore aggiunto Manzini e dal sostituto procuratore Donato, la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore cosentino resosi responsabile del fallimento di una società operante nel settore della compravendita di automobili di cui il medesimo era amministratore e socio unico. I finanzieri hanno acquisito ed esaminato il corposissimo carteggio afferente la gestione amministrativo-contabile della menzionata società commerciale al fine di compiere mirati accertamenti sui fatti che avevano generato il fallimento della stessa. Le indagini svolte hanno permesso di accertare l’esistenza di presunte condotte delittuose riconducibili al reato di bancarotta fraudolenta nei confronti dell’imprenditore, resosi responsabile di una consistente dissipazione del patrimonio della società che ha portato ad una irreversibile esposizione debitoria della stessa. In particolare, le articolate indagini hanno permesso di appurare che la condotta, fraudolenta a giudizio degli investigatori, posta in essere dall’imprenditore nella gestione della compagine societaria ha causato l’inevitabile depauperamento del patrimonio aziendale dal quale sono stati distratti, nel tempo, circa 9 milioni di euro senza motivazioni contabili; ha provocato un indebitamento della società nei confronti dell’erario dello Stato per oltre 32 milioni di euro. Nei confronti dell’imprenditore, pertanto, è stata proposta ed attuata la misura restrittiva della libertà personale per la violazione dell’art. 219, 1° e 2° comma nr.1 e 223 R.D. nr. 267/42 della Legge Fallimentare.

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Bancarotta fraudolenta: ai domiciliari un 54enne

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 54 anni per il reato di bancarotta fraudolenta, in esecuzione al provvedimento di detenzione domiciliare, emesso dal Tribunale di Palmi. Carmelo Lemma, di Rosarno, dovrà espiare la pena di un anno e 4 mesi di reclusione presso la propria abitazione.

 

Ricettazione e bancarotta fraudolenta, arrestato un 61enne

I carabinieri hanno tratto in arresto un 61enne di Flero (BS), già noto alle Forze dell’ordine, in esecuzione all’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, poiché condannato alla pena di 3 anni, 9 mesi e 6 giorni di reclusione per i reati di ricettazione e bancarotta fraudolenta. Il fatto è avvenuto a Rizziconi.

Quattro imprenditori denunciati per bancarotta fraudolenta

Quattro imprenditori sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta. In particolare, le attività investigative, eseguite nell’ambito di un’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Crotone, hanno evidenziato che un’azienda fallita era di fatto gestita da due persone, rispettivamente padre e figlio i quali, nel periodo dal 2010 al 2012, antecedente al fallimento, dopo vari cambi di sede e di compagine societaria ad hoc posti in essere, avrebbero intestato la società a due prestanome compiacenti. Inoltre, gli amministratori, secondo la tesi avanzata dagli inquirenti, avevano fatto sparire parte della documentazione contabile, tra cui i registri dei beni ammortizzabili, in modo da rendere di fatto impossibile la ricostruzione della movimentazione dei beni patrimoniali dell’impresa. Gli accertamenti svolti dai finanzieri avrebbero messo in luce, a parere degli investigatori, che i quattro, in concorso tra loro, ed in esecuzione di un preciso disegno criminoso, avrebbero distratto beni dalla massa attiva fallimentare dell’impresa per oltre 460.000 euro, procurandosi così un ingiusto profitto in danno dei creditori dell’azienda fallita.

 

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Bancarotta fraudolenta società turistica della Costa degli Dei: 6 arresti nell'operazione "Bad Company"

A conclusione di un’indagine disposta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, in materia di reati fallimentari, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno tratto in arresto sei persone accusate, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e documentale. A seguito del fallimento della INOX FORM S.r.l. che, al momento della declaratoria di fallimento, avvenuta il 17 maggio 2013, aveva accumulato debiti con il Fisco per 3.146.256 di euro, la Procura della Repubblica, in base ad un consolidato protocollo operativo (da tempo in atto in considerazione dell’entità e della gravità del fenomeno dei fallimenti in provincia) ha delegato alle Fiamme Gialle accertamenti finalizzati a rilevare le cause del fallimento. Le indagini dei finanzieri, particolarmente complesse a causa dell’occultamento delle scritture contabili e della necessità di ricostruire, in buona parte, indirettamente le operazioni economiche poste in essere dalla società fallita, hanno evidenziato, secondo gli inquirenti, che le cause del fallimento della INOX FORM S.r.l. erano sostanzialmente da ricondurre ai rapporti contrattuali tra la fallita e la società INSIEME S.r.L., avente come oggetto di attività la gestione di strutture turistico ricettive. Più in particolare, è emerso che la INOX FORM (società intestata ad un soggetto ritenuto essere un prestanome ma nella effettiva disponibilità della famiglia che controlla anche la INSIEME S.r.L.) nel 2011 e nel 2012, aveva stipulato con la citata INSIEME S.r.L. due distinti contratti per effetto dei quali, corrispondendo alla Insieme srl un canone annuo, acquisiva la gestione del villaggio turistico Resort Baia di Tropea (già Blue Paradise). Tali contratti, però, secondo l’ipotesi accusatoria, erano lungi dal rappresentare un affare economico per la INOX FORM S.r.L., che, secondo il disegno degli indagati, era ormai diventata una vera e propria "bad company", irrimediabilmente destinata al dissesto ed al fallimento. Dopo aver acquisito la "gestione" della struttura turistica la INOX FORM, infatti, avrebbe pagato alla INSIEME S.r.L. un canone annuo come da contratto, si sarebbe accollata gli oneri connessi alla gestione ed al personale, non avrebbe provveduto al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti, non avrebbe presentato, per alcune annualità d’imposta, alcuna dichiarazione dei redditi, aggravando sempre di più la propria esposizione debitoria verso il fisco. Il quadro delineatosi a conclusione delle indagini ha indotto il giudice a ritenere, quindi, che il dissesto ed il successivo fallimento della INOX FORM S.r.L. siano stati intenzionalmente voluti e programmati dagli indagati, ed in particolare dagli amministratori occulti, al fine di creare un illecito vantaggio di natura economica e fiscale alle altre società riconducibili al gruppo familiare. I militari della Guardia di Finanza hanno inoltre sottoposto a sequestro beni (quote societarie, compendi aziendali, immobili e beni mobili) per un importo corrispondente al debito erariale maturato dalla società fallita. All’operazione hanno fornito apporto militari del 2° Gruppo della Guardia di Finanza di Bologna, nonché la Squadra Cinofili del Gruppo di Lamezia Terme.

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Operazione “Bad Company”: ipotesi bancarotta fraudolenta per una struttura della Costa degli dei

È in corso, tra Calabria ed Emilia Romagna, un’operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che, in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Vibo Valentia, sta eseguendo 6 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati per i reati di bancarotta fraudolenta e bancarotta documentale, scaturiti da un’indagine delegata dalla Procura di Vibo Valentia sul fallimento di una società operante nel settore della gestione di strutture turistico alberghiere nella Costa degli Dei. Nello stesso provvedimento il Gip ha disposto il sequestro di beni per un importo di oltre 3 milioni di euro a garanzia delle somme dovute all’erario dalla società fallita. I dettagli dell’operazione saranno illustrati dal Procuratore di Vibo Valentia in una conferenza stampa indetta per le ore 12 di oggi.

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Un arresto per bancarotta fraudolenta

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 72 anni per i reati di bancarotta fraudolenta e falsità ideologica commessi a Mantova dal maggio 2009. Antonio Sciarria Pepè, di Polistena, è stato raggiunto a Serrata dal provvedimento restrittivo della detenzione domiciliare emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro. Dovrà scontare una pena di 1 anno, 7 mesi  e 27 giorni.

 

Costruiscono ville con i soldi delle concessionarie e i creditori restano all'asciutto: denunciati

Due soggetti hanno conseguito proventi illeciti appropriandosi dei beni di due imprese condannandole al fallimento in danno agli ignari creditori. Redditi illeciti e non dichiarati, che hanno anche causato un’evasione di imposte per oltre 500.000 euro, che i finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno recuperato con il sequestro di immobili, terreni e disponibilità finanziarie per lo stesso importo. A conclusione di un’attività di indagine, che ha fatto luce sui fallimenti di due concessionarie di autovetture, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica i rappresentanti legali delle società per bancarotta fraudolenta. All’origine del fallimento artifici contabili che hanno consentito ai due soggetti di impossessarsi di ingenti risorse finanziarie delle società, con conseguente depauperamento della casse sociali, e l’occultamento di disponibilità finanziarie ed altri beni per circa 1 milione 270 mila euro. Disponibilità finanziarie che hanno consentito ai soggetti denunciati la costruzione di due lussuosissime ville, ma che costituiscono anche proventi illeciti, non dichiarati, che sono stati sottoposti a sequestro perché sulla base della nuova normativa costituiscono reddito tassabile. Non solo bancarotta, quindi, ma anche reato tributario, evasione fiscale che è costata ai due soggetti la denuncia per infedele dichiarazione. L’operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle cosentine si pone a contrasto del dilagante fenomeno delle bancarotte societarie, strumentali al reimpiego dei capitali trafugati in danno dei creditori. Un’ attività di polizia economico-finanziaria complessa, che la Guardia di Finanza calabra ha messo a segno a tutela degli imprenditori e cittadini che operano nel rispetto delle regole e della legalità.

 

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