Tre imprenditori denunciati per bancarotta fraudolenta nel vibonese: distratti beni per circa 400mila euro

I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno scoperto e denunciato alla locale Procura della Repubblica un rilevante caso di bancarotta, della quale si sono resi responsabili tre imprenditori del vibonese, operanti nel settore commerciale, che hanno fraudolentemente distratto all’attivo fallimentare beni e disponibilità finanziarie per circa 400 mila euro, così sottraendoli ai creditori. L’accertamento della distrazione è scaturito da approfonditi controlli documentali e contabili che, nonostante i tentativi di camuffare i comportamenti sanzionati dalla legge fallimentare, hanno consentito ai militari di scoprire la “sparizione” delle disponibilità di cassa e di una cospicua parte dei beni che dovevano costituire il “magazzino” dell’impresa. Il servizio è scaturito a seguito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia la quale, in considerazione dell’entità e della gravità del fenomeno dei fallimenti in provincia, dedica particolare attenzione ai procedimenti finalizzati a perseguire i reati fallimentari. In questo contesto si è realizzato e consolidato un efficace “protocollo” operativo che vede particolarmente i Reparti della Guardia di Finanza operanti nel territorio vibonese, impegnati, sotto le direttive della Procura nel costante monitoraggio del fenomeno dei fallimenti e nell’esecuzione di numerose indagini nello specifico settore.

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Bancarotta fraudolenta ed estorsione: i Carabinieri hanno arrestato due persone

I Carabinieri hanno eseguito due arresti sulla scorta di misure giudiziarie emesse a loro carico dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Cosenza in un caso, di Lagonegro, in provincia di Potenza, nell'altro. Entrambi i provvedimenti restrittivi sono stati attuati dai militari della Compagnia di San Marco Argentano. Nel primo caso a finire in manette è stato un uomo di 83 anni, G.S., sottoposto ai domiciliari ed al quale è stata inflitta una condanna perché ritenuto colpevole del reato, compiuto a cavallo fra il 2008 ed il 2010, di bancarotta fraudolenta. Nella seconda circostanza, invece,  il 56enne M.C., aè stato accompagnato dietro le sbarre in quanto condannato a 6 anni di carcere per estorsione aggravata. Condotta illecita commessa nel Salernitano diciannove anni fa. 

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