Hashish e cocaina nascoste in un canile, un arresto

Droga nascosta in un canile. Questa la scoperta dei carabinieri della Stazione di San Fili (Cs) che, a San Vincenzo La Costa, hanno tratto in arresto una persona del luogo, accusata di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare,  gli uomini dell’Arma sono intervenuti nel canile di proprietà di un 37enne, dove, durante una perquisizione, hanno rinvenuto più di 130 grammi di cocaina, poco meno di cento grammi d’hashish e l’occorrente per il confezionamento della droga.

Pertanto, dopo l’arresto, l’indagato è stato tradotto nella casa circondariale di Cosenza.

Maltrattamenti in un canile 17 avvisi di garanzia

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Locri (Rc) hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, nei confronti di 17 persone coinvolte, a vario titolo, nella gestione di un canile situato nel Comune di Sant’Ilario dello Ionio (Rc).

I destinatari della misura sono indagati per abuso d’ufficio in concorso, maltrattamento di animali in concorso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio in concorso, malversazione a danno dello Stato in concorso, violenza o minaccia a pubblico ufficiale e violazione dei sigilli.

L’indagine che ha portato alla notifica dei provvedimenti è stata avviata nel 2019 dai Carabinieri della Stazione di Siderno, in sinergia con i colleghi del Nucleo antisofisticazione e sanità di Reggio Calabria e con il supporto del Servizio veterinario dell’Asp di Catanzaro, in seguito a una denuncia presentata da un’associazione a tutela dei diritti degli animali.

I militari hanno accertato presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti e maltrattamenti degli animali ospitati nella struttura, sequestrata a maggio dello scorso anno.

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Canile abusivo scoperto nel Vibonese

Malnutriti, rinchiusi in gabbie all’acqua e al freddo, tra gli escrementi, la sporcizia ed il cibo in decomposizione.

 E’ la scena che si sono trovati di fronte i carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio (Vv) intervenuti, su segnalazione di alcuni cittadini, in un’area rurale prossima a Vibo Valentia.

Giunti sul posto, i militari hanno scoperto un canile abusivo per il quale sono stati denunciati i proprietari, padre e figlio.

 Sul posto, allertati dagli stessi carabinieri, sono intervenuti i veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale che, insieme al Comune, provvederà adesso alle ulteriori ed eventuali sanzioni di tipo amministrativo.

I cani presenti all’interno della struttura abusiva erano 28, di cui solo 10 dotati di microchip. 

Il canile è stato quindi sequestrato e gli animali momentaneamente affidati ai proprietari dell’allevamento con la prescrizione di adempiere alla pulizia e di nutrirli in attesa degli altri provvedimenti degli enti preposti.

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Irregolarità in un canile, scatta il sequestro

Al termine di una lunga attività d'indagine condotta dai carabinieri del Comando stazione di Siderno, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, è stato disposto il sequestro di un canile, in contrada Gabelle del comune di Sant’Ilario dello Jonio.

Il sequestro della struttura e il deferimento di un imprenditore e di un dirigente dell’Asp di Reggio Calabria, sono il risultato di una complessa attività avviata in seguito alla denuncia presentata da un’associazione a tutela dei diritti degli animali, nell’estate dello scorso anno.

Ne è scaturita, quindi, un'indagine, cui hanno preso parte anche i carabinieri del Nas, del Nil di Reggio Calabria e della Stazione forestale di Brancaleone, il personale del Servizio veterinario dell’Asp e la Task force veterinaria della Regione Calabria, durante la quale sono emerse irregolarità di rilievo penale sia nello smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue, con gravi danni all’ambiente, sia per quanto concerne il maltrattamento degli animali ospitati nella struttura.

In considerazione delle condizioni in cui versa la struttura, il Tribunale di Locri, concordando con quanto richiesto dalla competente Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo del canile, la cui gestione è stata affidata ad un amministratore giudiziario.

Canile sequestrato per irregolarità e abusi edilizi

I carabinieri forestale della locale Stazione hanno posto sotto sequestro una struttura adibita a canile rifugio in località Santa Caterina, nel comune di Corigliano – Rossano.

Il sequestro è stato effettuato in seguito ad un controllo eseguito dai militari e dal personale veterinario dell’Asp di Rossano, nel corso del quale è stato accertato che nella struttura, che ospita circa sessanta cani, erano state realizzate opere edili senza alcun tipo di autorizzazione.

L’area interessata dal sequestro, peraltro sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, sarebbe stata occupata senza alcun titolo.

Durante il controllo, inoltre, è emerso che il canile era sprovvisto della necessaria autorizzazione sanitaria.

Dopo aver sequestrato l’area e gli immobili presenti, i militari hanno denunciato il legale rappresentante dell’associazione per la realizzazione delle opere edili all’interno del demanio fluviale, in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

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Sequestrato canile abusivo, una denuncia

I carabinieri forestale della Stazione di Cosenza hanno posto sotto sequestro un canile nel comune di Mendicino.

Il provvedimento è stato eseguito durante un controllo che ha portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza dell’amministratore dell’Associazione “Micael”, che si occupa di ambiente e randagismo, per aver realizzato il canile, in contrada Serroni, in assenza delle autorizzazioni urbanistico edilizie e per gestione non autorizzata dei reflui industriali prodotti nell’ambito dell’attività.

L’area posta sotto sequestro ha un'estensione di 900 metri quadri, di cui 420 coperta da strutture edili abusive.

Il controllo, avvenuto con il supporto del personale del Servizio medico veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale, è stato effettuato al fine di verificare gli aspetti sanitari e di benessere animale dei circa 80 cani ricoverati presso la struttura.

Durante le attività, i militari hanno accertato che nel tempo erano state realizzate varie strutture in muratura con la costruzione di 25 box per la custodia di cani.

Infine, il personale del Servizio veterinario ha riscontrato carenze relativamente alle strutture destinate ad ospitare gli animali.

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Canile sovraffollato, avviso conclusione indagini per otto persone

Al termine di un'indagine disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i carabinieri forestali del Nucleo investigativo polizia ambientale hanno notificato un avviso di conclusione indagini preliminari nei confronti di otto persone, tra gestori e operatori del canile rifugio di Mendicino, tecnici comunali, progettisti e veterinari.

Dalle indagini sarebbe emerso che all’interno del canile, situato in località “Terredonniche”, era presente un elevato numero di cani, circa 700, senza i necessari requisiti.

Nonostante la carenze dei requisiti richiesti e il sovraffollamento, la struttura avrebbe ottenuto l’accreditamento a canile rifugio. Nel corso delle indagini sarebbe emerso, inoltre, che la struttura sorgeva su un terreno sottoposto a vincolo idrogeologico e ricadente nella fascia di protezione dell’argine del torrente Caronte.

I lavori al suo interno sarebbero stati eseguiti senza richiedere l’autorizzazione paesaggistica. Per tali motivi non sarebbe stato possibile neanche realizzare e autorizzare la rete fognaria per la raccolta delle acque reflue provenienti dal canile ed il successivo allaccio alla rete fognaria comunale. Le indagini effettuate dal Nipaf e dai Nas dell’Arma sono state avviate in seguito ad un esposto presentato nel novembre 2016.

 

 

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